domenica 26 settembre 2021

Il Lifelong Learning in Europa

 

É aumentato in media del 3,43% tra il 2014 ed il 2021

L’Eurostat calcola il valore del lifelong learning come percentuale della popolazione avente una età compresa tra i 25 ed i 64 anni che è impegnata in attività, sia formali che informali, di educazione e training. Occorre considerare che questo valore viene ad essere acquisito dall’Eurostat per il tramite di appositi questionari[1].

Ranking dei paesi per valore del lifelong learning nel 2021. La Svizzera, la Finlandia e la Svezia sono al primo posto per valore del lifelong learning nel 2021 con un ammontare pari a 306,67 unità. A metà classifica vi sono il Portogallo, al quattordicesimo posto, con un valore del lifelong learning pari a 106,67, seguito dal Belgio e dalla Germania a parimerito al quindicesimo posto con un valore pari a 81,11 e dalla Repubblica Ceca e dall’Italia, entrambe al sedicesimo posto, con un valore pari a 80,00. Chiudono la classifica il Montenegro con un valore pari a 17,78, la Bulgaria con un valore pari a 12,22 e la Romania con un ammontare pari a 4,44 unità.

Ranking dei paesi per variazione percentuale del valore del lifelong learning tra il 2014 ed il 2021. L’Estonia è al primo posto per valore della variazione percentuale del lifelong learning con un ammontare pari a 62,18% pari ad un valore di 82,22 unità, seguita dall’Irlanda con un valore pari a 44,44% equivalente ad un valore di 40,00 unità, e dalla Bulgaria con una crescita pari a 37,50% equivalente ad una variazione di 3,33 unità. A metà classifica vi sono l’Austria con un variazione percentuale del valore del lifelong learning pari a 3,76% equivalente ad un ammontare di 5,56 unità. Seguito dalla Lettonia con un ammontare pari a 3,17% pari ad un valore del 2,22 unità. Seguono un insieme di paesi che tra il 2014 ed il 2021 non hanno modificato il valore del lifelong learning ovvero hanno vissuto delle variazioni dell’indice pari a 0,00 ossia: Svizzera, Portogallo, Svezia, Turchia. Chiudono la classifica per variazione percentuale del lifelong learning alcuni paesi che tra il 2014 ed il 2021 hanno ridotto l’ammontare di tale variabile ovvero l’Ungheria che ha fatto segnare un -20,97% pari ad un ammontare di -14,44 unità, Cipro che ha fatto rilevare un valore pari a -26,47% equivalente ad un -20,00 unità e la Macedonia del Nord con un ammontare pari a -40,63% ovvero pari ad un valore di -14,44 unità. Mediamente, tra il 2014 ed il 2021, per i paesi considerati il valore del lifelong learning è cresciuto di un valore percentuale pari a 3,43 e di un valore assoluto di 2,44 unità.

Clusterization. Per verificare la presenza di aree eterogenee per valore della variabile osservata sono stati realizzati dei clusters mediante l’utilizzo dell’algoritmo k-Means ottimizzato sulla base del coefficiente Silhouette. L’analisi ha evidenziato l’esistenza di sei diversi clusters ovvero:

·         Cluster 1: Lituania, Polonia, Serbia, Turchia;

·         Cluster 2: Austria, Estonia, Francia, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Regno Unito;

·         Cluster 3: Belgio, Cipro, Germania, Ungheria, Italia, Lettonia;

·         Cluster 4: Grecia, Croazia, Montenegro, Nord Macedonia, Romania, Slovacchia;

·         Cluster 5: Svizzera, Danimarca, Finlandia, Islanda, Svezia;

·         Cluster 6: Repubblica Ceca, Spagna, Irlanda, Malta, Portogallo, Slovenia.

L’analisi mostra il dominio dei paesi del Cluster 5-C5 con un valore del lifelong learning in termini di mediana pari a 307, seguiti dai paesi del Cluster 2-C2 con un ammontare pari a 204, e dai paesi del Cluster 6-C6 con un valore mediano pari a 111. Infine, seguono i paesi del Cluster 3-C3 con un ammontare pari a 76, i paesi del Cluster 1-C1 con un valore mediano dell’indice pari a 48 ed i paesi del Cluster 4-C4 con un valore pari a 21. L’ordinamento dei clusters è quindi: C5>C2>C6>C3>C1>C4.

Inoltre, possiamo verificare che esiste comunque una notevole distanza in termini di mediana del valore osservato per i vari clusters. I paesi del Cluster 2 hanno un valore del lifelong learning del 33,33% inferiore al valore del Cluster 5, i paesi del Cluster 6 pari a -63,77%, i paesi del Cluster 3 pari a -75,18%, i paesi del Cluster 1 pari a -84,22%, i paesi del Cluster 4 pari a -93,12%. Tale divergenza mostra evidentemente la presenza di un’ampia disuguaglianza tra i paesi europei in termini di lifelong learning con un dominio molto marcato dei paesi del Nord Europa contrapposti ai paesi dell’Europa del Sud-Est.

Machine learning e predizioni. Attraverso l’utilizzo degli algoritmi di machine learning, mediante l’applicazione della serie storica 2014-2021, è stata realizzata la predizione relativa all’andamento della variabile osservata. Gli algoritmi utilizzati sono: Artificial Neural Network-ANN Multilayer, Probabilistic Neural Network-PNN, Simple Regression Tree, Gradient Boosted Trees, Random Forest, Tree Ensemble, Linear Regression, Polynomial Regression. Gli algoritmi sono stati valutati in termini della loro capacità di massimizzare l’R-quadro e di minimizzare le seguenti misure di errore statistico ovvero: Mean Absolute Error, Mean Squared Error, Root Mean Squared Error, Mean Signed Difference. E’ stato quindi ricavato il seguente ordinamento di algoritmi di machine learning applicati alla predizione del valore del lifelong learning ovvero:

  • 1.      Polynomial Regression con un payoff pari a 7;
  • 2.      Simple Regression Tree con un payoff pari a 12;
  • 3.      ANN-Artificial Neural Network con Multilayer con un payoff pari a 13;
  • 4.      Linear Regression con un payoff pari a 21;
  • 5.      PNN-Probabilistic Neural Network con un valore pari a 24;
  • 6.      Tree Ensemble con un payoff pari a 28;
  • 7.      Gradient Boosted Trees con un payoff pari a 36;
  • 8.      Random Forest con un payoff pari a 39.

In seguito alla scelta dell’algoritmo maggiormente performante sono state analizzate le predizioni considerando che ogni training dell’algoritmo è stato realizzato sul 70% dei dati disponibili. L’algoritmo predice pertanto le seguenti variazioni del lifelong learning per i seguenti paesi:

  • ·         Lussemburgo: riduzione percentuale pari a -10,36 equivalente a -20,95 unità;
  • ·         Austria: aumento percentuale di 3,10% pari a 4,76 unità;
  • ·         Regno Unito: una riduzione percentuale pari a -5,13 equivalente ad un valore di -7,93;
  • ·         Slovenia: una variazione percentuale pari a -1,61 e pari ad una variazione unitaria di -1,84;
  • ·         Spagna: una variazione percentuale pari a -5,89 equivalente a -6,35 unità;
  • ·         Belgio: una variazione percentuale pari a +3,76% equivalente a +3,05 unità;
  • ·         Germania: una variazione percentuale pari a +2,42% equivalente a +1,96%;
  • ·         Repubblica Ceca: una variazione percentuale pari a -5,84% equivalente ad un valore di -4,67 unità;
  • ·         Montenegro: una variazione percentuale pari a 34,94% pari ad un valore di 6,21 unità;
  • ·         Bulgaria: una variazione percentuale pari a -25,46% equivalente ad un valore di -3,11 unità;
  • ·         Romania: una variazione percentuale pari a -251,97% pari ad una variazione assoluta di -11,20.

Il valore della variabile osservata per gli altri paesi rimane immutata. In media l’algoritmo predice una riduzione del valore del lifelong learning per i paesi europei pari a -1,15 unità in valore assoluto e pari a -7,49%.

Conclusioni. In sintesi possiamo notare che il valore del lifelong learning tende ad essere distribuito in modo sostanzialmente diseguale tra i vari paesi europei. Soprattutto i paesi dell’Europa meridionale-orientale hanno dei valori molto bassi di lifelong learning. Occorre considerare che il valore del lifelong learning nella società della conoscenza è essenziale non solo per l’impatto in termini di crescita economica quanto anche per il processo democratico. Infatti, nelle democrazie occidentale, i cittadini vengono chiamati ad esprimere le loro opinioni e a votare su un insieme di temi per i quali viene richiesto un certo grado di conoscenza. Ne deriva pertanto che i paesi che hanno bassi livelli di lifelong learning potrebbero sperimentare anche delle distorsioni della democrazia per impossibilità della popolazione di partecipare in modo informato al dibattito ed alle scelte pubbliche. Se i policy makers europei hanno intenzione di aumentare il tasso di crescita economica e rendere, soprattutto i paesi dell’Est Europa, maggiormente sensibili e fiduciosi dinanzi al metodo democratico per le scelte pubbliche, allora è assolutamente necessario che promozionino una crescita degli investimenti nel lifelong learning per la popolazione.






[1] https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/innovation/scoreboards_en

















La Tertiary Education in Europa

 


I paesi europei mostrano un andamento divergente in termini di formazione professionale e vocazionale di alto grado

 

L’European Innovation Scoreboard-EIS classifica i paesi per valore della tertiary education. L’indicatore misura il numero di persone per 100 abitanti nella fascia di età 25-64 anni che hanno un titolo di studio del tipo “Tertiary Education[1].

Ranking dei paesi per valore della tertiary education nel 2021. Cipro è al primo posto in Europa per valore della popolazione avente un titolo di studio del tipo tertiary education con un ammontare pari a 274,38, seguito dal Lussemburgo con un ammontare pari a 266,94 e dall’Irlanda con un valore pari a 261,16. A metà classifica vi sono la Polonia con un valore pari a 162,81, l’Estonia con un valore pari a 157,02 e la Grecia con un valore pari a 153,72. Chiudono la classifica l’Ungheria con un ammontare pari a 56,20, l’Italia con un valore pari a 32,23 e la Romania con un valore pari a 14,05.

Ranking dei paesi per variazione percentuale del valore della popolazione con tertiary education tra il 2014 ed il 2021. L’Italia è al primo posto per valore della crescita della popolazione con tertiary education tra il 2014 ed il 2021 con una crescita pari all’875% equivalente ad un valore di 29,93 unità, la Serbia è al secondo posto con un ammontare pari a 190,91% pari ad un valore di 52,07 unità, la Macedonia del Nord è al terzo posto con un valore pari a 179,07% pari ad un valore di 63,64 unità. A metà classifica vi è l’Olanda con un valore della crescita della tertiary education pari ad un ammontare di 23,41% equivalente ad un valore di 39,67 unità, seguita dall’Austria con un ammontare pari a 21,92% equivalente ad un ammontare di 26,45 unità e dal Lussemburgo con una variazione del valore percentuale della tertiary education pari ad un valore di 21,89% equivalente a 47,93 unità. Chiudono la classifica la Danimarca che tra il 2014 ed il 2021 ha visto crescere il valore della popolazione con tertiary education di un ammontare percentuale pari a 3,27 equivalente a 5,79 unità, seguita dall’Irlanda con un valore pari a 2,27% equivalente a 5,79 unità e dall’Ungheria, che è l’unico paese europeo che ha ridotto l’ammontare della popolazione avente tertiary education di un ammontare pari a 18,07% ovvero pari ad un valore di 12,4 unità. Tuttavia, mediamente, nel periodo considerato, ovvero tra il 2014 ed il 2021, il valore della tertiary education è cresciuto nei paesi europei di un ammontare percentuale pari a 64,41% equivalente ad un valore di 30,97 unità in senso assoluto.

Clusterization. Per la clusterizzazione dei paesi europei nel periodo 2014-2021 è stato utilizzato l’algoritmo k-Means con il coefficiente Silhouette. Sono stati individuati cinque clusters così composti:

·         Cluster 1: Grecia, Lettonia, Finlandia, Estonia, Austria, Slovenia, Spagna, Islanda, Polonia;

·         Cluster 2: Irlanda, Lituania, Cipro, Lussemburgo;

·         Cluster 3: Italia, Romania, Turchia;

·         Cluster 4: Bulgaria, Croazia, Portogallo, Repubblica Ceca, Montenegro, Malta, Slovenia, Macedonia del Nord, Ungheria, Germania, Serbia;

·         Cluster 5: Regno Unito, Israele, Belgio, Svezia, Olanda, Svizzera, Danimarca, Francia, Norvegia.

È possibile quindi mettere in risalto le enormi differenze esistenti tra i vari clusters in termini di valore mediano dell’indicatore rappresentativo della tertiary education. Al primo posto vi è il cluster 2 con un valore mediano della tertiary education pari a 264,05, seguito dal cluster 5 con un valore pari a 200,82, dal cluster 1 con un valore pari a 162,81, dal cluster 4 con un ammontare pari a 96,69 e dal cluster 3 con un valore pari a 32,23. Ne deriva pertanto che esiste una enorme differenza in termini di tertiary education tra i vari clusters: per esempio i paesi partecipanti del cluster 3 hanno un valore della variabile osservata pari a -87,79% del valore di C1, mentre il medesimo divario è pari a -63,38% per C4 rispetto a C2, -38,34% per C1 rispetto a C2 e pari a -23,95 per C5 rispetto a C2. L’ordinamento dei clusters in base al valore mediano della variabile osservata è pertanto C2>C5>C1>C4>C3.

Machine learning e predizione. Per predire l’andamento futuro delle variabile osservata ovvero il numero di persone ogni 100 abitanti che hanno un titolo di studio del tipo tertiary education nella popolazione 25-64 anni sono stati confrontati 8 algoritmi ovvero: Polynomial Regression, Simple Regression Tree, Linear Regression, Artificial Neural Network-MLP, Gradient Boosted Trees, Probabilistic Neural Networks-PNN, Tree Ensemble, Random Forest. Gli algoritmi sono stati confronti in termini della loro capacità di minimizzare il Mean Absolute Error, Mean Squared Error, Root Mean Squared Erro, Mean Signed Difference. Per ciascuno di criteri è stato realizzato un ranking e successivamente i ranking sono stati sommati ottenendo un payoff finale ordinato in modo crescente. Occorre considerare che gli algoritmi sono stati addestrati con un valore del training pari al 70% dei dati. Il risultato offerto dal Polynomial Regression predice la variazione dell’indicatore nei seguenti paesi:

  • ·         Irlanda: è predetta una variazione percentuale pari a -2,14 equivalente in senso assoluto ad un valore pari a -5,58 unità;
  • ·         Lussemburgo: è predetta una variazione percentuale pari a -16,54 pari ad un valore in senso assoluto di -44,15;
  • ·         Svizzera: è predetta una variazione percentuale pari a -6,75 equivalente ad una variazione in senso assoluto pari a -14,29 unità;
  • ·         Danimarca: è predetta una crescita in valore percentuale pari a 0,40 equivalente ad un aumento di 0,73 unità;
  • ·         Francia: è predetta una riduzione del valore percentuale pari a -10,32 ed una riduzione in senso assoluto pari a -20,72;
  • ·         Austria: è predetta una riduzione in valore percentuale pari a -11,24% ed una riduzione in senso assoluto pari a -16,54 unità;
  • ·         Bulgaria: è predetta una crescita in valore percentuale pari a 0,70 equivalente a 0,52 unità;
  • ·         Repubblica Ceca: è predetta una riduzione del valore di -5,07% pari ad un valore di -3,69 unità;
  • ·         Croazia: è predetta una riduzione del valore percentuale pari a -37,35% pari ad una riduzione di -36,12 unità;
  • ·         Turchia: è predetta una riduzione del valore percentuale pari a -58,11% pari ad una riduzione in senso assoluto di -49,46 unità;
  • ·         Italia: è predetta una riduzione del valore percentuale pari a -44,71% pari ad una variazione assoluta di -14,41 unità.

Complessivamente l’algoritmo Polynomial Regression predice una riduzione del valore della variabile osservata per i paesi considerati di un valore percentuale pari a -5,31 equivalente ad un valore di 5,66 unità.

Conclusioni. In sintesi possiamo osservare che esiste una grande disparità tra i paesi europei per valore del numero di persone con titoli di studio del tipo tertiary education nella popolazione 25-64 anni ogni 100 abitanti. I paesi virtuosi sono Irlanda, Lituania, Cipro e Lussemburgo. Tuttavia, questi paesi risultano leader del settore anche per un insieme combinato di fattori demografici ovvero una popolazione sostanzialmente ridotta ed una età media tendenzialmente bassa. Tali fattori certamente aiutano i paesi del Cluster 2 ad essere leader per valore della Tertiary Education. Tuttavia, tali considerazioni non valgono per i paesi del Cluster 5 che hanno comunque un grado elevato di Tertiary Education come, per esempio, Regno Unito e Francia. L’eterogeneità tra i paesi europei richiede l’intervento del policy maker europeo per verificare la possibilità di aumentare il numero di persone impegnate nella tertiary education soprattutto per i paesi del  cluster 3 e del cluster 4. Le politiche economiche europee dell’istruzione devono quindi essere molto ampie, e nella considerazione dell’orientamento dell’economia globale nei confronti delle professioni knowledge based, dovrebbe essere tale da finanziare i programmi di formazione di alto grado, ovvero di tertiary education, soprattutto nell’Europa meridionale e orientale.

























[1] https://eu.eustat.eus/elementos/ele0006100/Methodology_Report_EIS_2008-2010/inf0006199_e.pdf