domenica 28 maggio 2023

I NEET in Europa

 

Tra il 2000 ed il 2022 sono diminuiti in media di un valore pari a -22,13%

 

L’Eurostat calcola l’ammontare di NEET-Not in Employment, Education and Training in Europe. L’indicatore misura la quota di popolazione di età compresa tra i 15 ed i 29 anni che non è occupata e non è coinvolta in attività di istruzione o formazione.  L'indicatore misura la quota della popolazione di età compresa tra i 15 ei 29 anni che non è occupata e non è coinvolta in attività di istruzione o formazione. Il numeratore dell'indicatore si riferisce alle persone che soddisfano le seguenti due condizioni: (a) non sono occupate (ovvero disoccupate o inattive secondo la definizione dell'Organizzazione internazionale del lavoro) e (b) non hanno ricevuto alcuna istruzione o formazione (ovvero né formale né non formale) nelle quattro settimane precedenti l'indagine sulle forze di lavoro (LFS). Il denominatore include la popolazione totale di età compresa tra 15 e 29 anni.

Ranking dei paesi europei per valore dei NEET nel 2022. La Romania è al primo posto per valore dei NEET con un valore pari a 19,8, seguita dall’Italia con un valore pari a 19 e dalla Grecia per un ammontare pari a 15,3. A metà classifica vi sono la Lituania con un ammontare di 10,7 unità, seguita dall’Estonia con un valore di 10,6 unità e dalla Finlandia con un valore di 9,3 unità. Chiudono la classifica la Svezia con un valore di 5,6 unità, seguita dall’Islanda con un valore di 5,3 unità e dai Paesi Bassi per un valore di 4,2 unità.

Ranking dei paesi europei per valore della variazione percentuale dei NEET nei paesi europei tra il 2000 ed il 2022. Cipro è al primo posto per valore della variazione percentuale dei NEET tra il 2000 ed il 2022 con un ammontare pari a 27,83% pari ad un ammontare di 3,2 unità, seguita dalla Romania con un valore pari a 10,61% pari a 1,9 unità, e dalla Danimarca con un valore pari a +6,76% pari ad un ammontare di 0,5 unità. A metà classifica vi sono la Polonia con una variazione pari ad un ammontare di -23,78% pari ad un ammontare di -3,4 unità, seguita dal Belgio con un valore di -24,59% pari ad un ammontare di -3,00 unità e dalla Slovacchia con un ammontare di -25,45% pari ad un ammontare di -4,2 unità. Chiudono la classifica l’Islanda con una variazione pari ad un ammontare di -43,01% pari ad un ammontare di -4 unità, seguita dalla Lettonia con una variazione pari ad un ammontare di -45,67% ovvero pari ad un ammontare di -9,5 unità, seguita dall’Irlanda con una variazione pari ad un ammontare di -56,93% pari ad un ammontare di -11,5 unità.

Clusterizzazione con l’utilizzo del coefficiente Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con coefficiente Silhouette. Sono individuati due clusters ovvero:

  • ·         Cluster 1: Bulgaria, Grecia, Romania, Spagna, Italia, Croazia, Irlanda, Slovacchia, Cipro, Lettonia;
  • ·         Cluster 2: Austria, Norway, Slovenia, Germany, Finland, Denmark, Sweden, Malta, Luxembourg, Netherlands, Iceland, Czechia, Belgium, Portugal, Lithuania, France, Estonia, Hungary, Poland.

Dal punto di vista della mediana risulta che il valore della mediana dei NEET per il C1 è pari a 14, mentre il valore dei NEET per C2 è pari a 8,6. Ne deriva pertanto il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C1>C2. Dal punto di vista geografico risulta che il valore dei NEET tende ad essere superiore nei paesi dell’Europa Meridionale e dell’Europa dell’Est rispetto ai paesi dell’Europa Centro-Settentrionale.

Network Analysis con la distanza euclidea. Di seguito viene presentata una network analysis con la distanza euclidea. Viene rilevata la presenza di una struttura a network complessa e di tre strutture a network semplificate.

La struttura a network complessa è indicata come di seguito ovvero:

  • ·         La Danimarca ha una connessione con l’Austria per un ammontare di 0,62 unità;
  • ·         L’Austria ha una connessione con la Danimarca per un ammontare di 0,62 unità e  con la Finlandia per un ammontare di 0,62 unità;
  • ·         La Finlandia ha una connessione con l’Austria per un ammontare di 0,62 unità.

Inoltre vengono rilevate le seguenti strutture a network semplificate ovvero:

  • ·         Il Lussemburgo e la Norvegia hanno una connessione per un ammontare di 0,56 unità;
  • ·         Malta e la Germania hanno una connessione per un valore pari a 0,54 unità;
  • ·         La Repubblica Ceca e il Belgio hanno una connessione per un valore di 0,62 unità.

Conclusioni. Il valore dei NEET è diminuito in media in tutti i paesi europei tra il 2000 ed il 2022. Vi sono tuttavia dei paesi per i quali il valore dei NEET è cresciuto ovvero Cipro, Romania, Danimarca e Slovenia. Tuttavia, vi sono anche delle enormi differenze tra i paesi europei. Nello specifico i paesi come Italia e Romania hanno un valore dei NEET quasi tre volte superiore rispetto alla Svezia, all’Islanda e ai Paesi Bassi. Vi è quindi un fenomeno essenzialmente positivo ovvero la riduzione del valore dei NEET come media tra il 2000 ed il 2020. Tuttavia, tale riduzione è associata ad una significativa eterogeneità della presenza dei NEET nei vari paesi considerati. La questione dei NEET è molto rilevante in quanto pone delle problematiche per la sostenibilità futura dei sistemi economici europei ed anche connessa alla dimensione della crescita demografica. Infatti, se i giovani hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, oppure hanno difficoltà a seguire dei percorsi di formazione ed istruzione formale, allora si creano le condizioni per una debolezza della futura classe lavoratrice e dirigente sia dal punto di vista del reddito che dal punto di vista della formazione professionale. Inoltre occorre considerare che l’aumento dei NEET può ritardare la formazione delle famiglie, con delle conseguenze negative in termini di natalità e crescita demografica. Ne deriva che i paesi che occupano un numero maggiore di giovani e che quindi hanno un minore valore dei NEET sono più pronti ad affrontare le sfide del futuro e potrebbero avere anche degli extra-premi in termini di crescita del reddito pro-capite, crescita del capitale umano, ricerca e sviluppo, e innovazione tecnologica.

 






venerdì 26 maggio 2023

Gli Investimenti in Percentuale del PIL in Europa

Tra il 2000 ed il 2021 sono diminuiti del 6,8%

È un indicatore che misura il valore dell’investimento in termini di PIL in percentuale del PIL. L’indicatore mostra la quota del PIL impiegata per gli investimenti lordi.  Si considerano sia gli investimenti delle imprese, che gli investimenti delle famiglie ed anche gli investimenti del settore pubblico.

Ranking dei paesi per valore degli investimenti in percentuale del PIL in Europa. L’Estonia è al primo posto per valore degli investimenti in percentuale del PIL con un ammontare pari a 28,86%, seguita dall’Ungheria con un ammontare di 27,4% e dall’Austria con un valore di 26,48%. A metà classifica vi sono la Lettonia con un ammontare di 22,26%, seguita da Malta con un ammontare di 22,05% e dalla Germania con un ammontare di 21,76%. Agli ultimi posti vi sono la Polonia con un ammontare di 17,04%, seguita dal Lussemburgo con un ammontare di 16,55% e dalla Grecia con un ammontare di 13,27%.

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Ranking dei paesi per valore della variazione percentuale degli investimenti in percentuale del PIL tra il 2000 ed il 2021. La Norvegia è al primo posto per valore della variazione percentuale degli investimenti in percentuale del PIL con un ammontare di 16,87% pari ad un ammontare di 3,34 unità, seguita dalla Svezia con un valore di 14,20% pari a 3,16 unità, e dalla Francia con un valore di 12,69% pari ad un ammontare di 2,73 unità. Al terzo posto vi è la Francia con una crescita pari a 12,69% pari ad un ammontare di 2,73 unità. A metà classifica vi è l’Italia con un ammontare di -1,54% pari ad un ammontare di -0,32 unità, seguita dall’Irlanda con un valore di -1,98% pari a -0,47 unità, seguita da Malta con un valore di -2,86% pari ad un ammontare di -0,65 unità. Chiudono la classifica il Portogallo con un ammontare di -27,50% pari ad un ammontare di -7,7 unità, seguita dalla Polonia con un valore di -28,07% pari a -6,65 unità, seguita dalla Grecia con un valore di -46,14% pari ad un ammontare di -11,37 unità. Complessivamente tra il 2000 ed il 2021 il valore degli investimenti in percentuale del PIL è diminuito di un ammontare pari a 6,8%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Viene individuato un valore ottimale con k=3. I tre clusters sono individuati di seguito ovvero:

  • ·         Cluster 1: Estonia, Czechia, Latvia;
  • ·         Cluster 2: Svezia, Austria, Finlandia, Belgio, Ungheria, Norvegia, Francia, Slovacchia, Spagna, Slovenia, Irlanda, Croazia;
  • ·         Cluster 3: Italia, Lussemburgo, Polonia, Grecia, Cipro, Paesi Bassi, Portogallo, Germania, Malta, Danimarca, Lituania.

Dal punto di vista della mediana risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C1=25,71>C2=23,15>19,67. Dal punto di vista geografico risulta che i paesi baltici sono in testa, seguiti dai paesi del centro-nord Europa e dai paesi del Sud Europa ai quali si aggiungono però anche Paesi Bassi, Germania e Polonia.

Network analysis con l’utilizzo della distanza Euclidea. Di seguito viene presentata una network analysis con la distanza euclidea. Viene rilevata una unica struttura a network complessa ovvero:

  • ·         La Svezia ha una connessione con il Belgio per un ammontare di 0,73 unità, e con la Finlandia con un valore pari a 0,85 unità;
  • ·         La Finlandia ha una connessione con la Svezia per un ammontare di 0,85 unità, con la Francia per un ammontare di 0,82 unità e con il Belgio per un ammontare di 0,68 unità;
  • ·         La Francia ha una connessione con la Finlandia per un ammontare di 0,82 unità e con il Belgio per un ammontare di 0,69 unità;
  • ·         Il Belgio ha una connessione con la Svezia per un ammontare di 0,73 unità, con la Francia per un ammontare di 0,69 unità e con la Finlandia per un valore di 0,68 unità.

Conclusione. Il valore degli investimenti in percentuale del PIL è diminuito tra il 2000 ed il 2021 per un ammontare pari a 6,8%. Il valore medio del valore degli investimenti in percentuale del PIL ha avuto un picco nel 2007 raggiungendo il valore di 25,47%. Tuttavia, a partire dal 2008 è diminuito fino ad arrivare ad un minimo di 18,84% nel 2013. Dal 2013 in poi il valore medio degli investimenti in percentuale del PIL è cresciuto fino ad arrivare ad un valore di 22,87% nel 2019. Dal 2019 in poi il valore degli investimenti in percentuale del PIL è leggermente diminuito passando da un ammontare di 22,87% fino ad un valore di 21,97%. Ne deriva pertanto che la crisi del 2007 e la crisi del Covid 19 hanno avuto un impatto assai negativo nel ridurre il valore degli investimenti in percentuale del PIL in Europa. Tuttavia, vi sono dei paesi per i quali il valore degli investimenti in percentuale del PIL è diminuito significativamente come per esempio nel caso della Grecia che ha dimezzato il valore degli investimenti. Rilevanti riduzioni in termini di investimenti si sono verificati anche in Paesi Bassi, Germania e Spagna. La riduzione degli investimenti in percentuale del PIL in Europa è un fatto grave. Il sistema industriale europeo tende ad essere scarsamente competitivo rispetto agli USA ed ai paesi asiatici. Inoltre gli investimenti tecnologici in Europa sono meno strutturati rispetto agli USA. Ne deriva il quadro di una Europa indebolita nella struttura degli investimenti colpita significativamente dalle crisi del 2007 e dalla crisi connessa alla pandemia del Covid 19. Inoltre la riduzione degli investimenti in paesi chiave come per esempio Germania e Paesi Bassi tende a mettere in evidenza un elemento di crisi che potrebbe diventare molto preoccupante soprattutto in connessione con l’attuale inflazione e con la frizione dei mercati internazionali tra USA e Cina.









domenica 14 maggio 2023

Il Reddito Pro-Capite in Europa

 

Tra il 2000 ed il 2022 è cresciuto in media del 36% nei paesi analizzati

L’Eurostat calcola il valore del reddito pro-capite per i paesi europei. La misura prende in considerazione il valore del PIL diviso per la popolazione. Il reddito pro-capite è una misura che si può utilizzare per avere una idea della distribuzione della PIL presso la popolazione ed è certamente una misura più corretta del PIL in valore assoluto.

Ranking dei paesi europei per valore del reddito pro-capite nel 2022. Il Lussemburgo è al primo posto per valore del reddito pro-capite nel 2022 con un valore di 83.940,00 euro, seguito dall’Irlanda con 77.490,00 euro e dalla Norvegia con 72.820,00 euro. A metà classifica vi sono l’Italia con un valore di 27.860,00 euro, seguita da Cipro con un valore di 26.550,00 euro, e dalla Spagna con un ammontare di 24.580,00 euro. Chiudono la classifica la Lettonia con 13.320,00 euro, seguita dalla Bulgaria con 7.250,00 euro e dalla Serbia con un valore di 6.100,00 euro.

Ranking dei paesi europei per valore della variazione percentuale del reddito pro-capite tra il 2000 ed il 2022. La Lituania è al primo posto per valore della variazione percentuale del reddito pro-capite tra il 2000 ed il 2022, ovvero un valore pari a 186%. Tra il 2000 ed il 2022 il reddito pro-capite della Lithuania è cresciuto da 5.230,00 euro fino ad un valore di 14.970,00 euro ovvero pari ad un ammontare di 9740,00 euro. Al secondo posto vi è la Lituania che nel 2000 aveva un reddito pro-capite di 5.250,00 euro giunto nel 2022 fino a 13.320,00 euro, facendo segnare un +153,71%. Al terzo posto vi è la Bulgaria che nel 2000 aveva un reddito pro-capite di 2.990,00 euro e che nel 2022 era giunto a 7.250,00 euro facendo segnare un +4.260,00 euro pari ad un ammontare di +142,47%. A metà classifica vi è la Svezia, che nel 2000 aveva un reddito pro-capite di 33.960,00 euro e che nel 2022 era giunto fino a 45.830,00 euro ovvero pari a +11.870,00 euro equivalente a +34.95%. In seguito, l’Islanda che è passata da 28.570,00 euro fino ad un valore di 38.030,00 euro ovvero pari ad un valore di 9.460,00 euro pari ad un valore di 33,11%. Cipro, sempre a metà classifica, è passata da un ammontare di 20.130,00 euro fino 26.550,00 euro, tra il 2000 ed il 2022, facendo segnare un +6.420,00 euro pari ad un valore di 31,89%. Negli ultimi posti della classifica troviamo la Spagna per la quale tra il 2000 ed il 2022 il reddito pro-capite è cresciuto da 21.460,00 euro fino ad 24.580,00 euro ovvero pari ad un valore di 3.120,00 euro pari a 14,54%. La Spagna è seguita dalla Grecia che tra il 2000 ed il 2022 ha visto il proprio reddito pro-capite crescere di 1.400,00 euro ovvero dell’8,03% passando da 17.430 euro fino a 18.830 euro. Infine, l’ultima in classifica è l’Italia con una crescita tra il 2000 ed il 2022 dell’1,57% ovvero pari a 430,00 euro passando da 27.430,00 euro fino a  27.860,00 euro.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene ad essere proposta una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mettono in evidenza la presenza di tre diversi clusters ovvero:

·         Cluster 1: Ungheria, Croazia, Estonia, Slovacchia, Lituania, Polonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Portogallo, Serbia, Slovenia, Malta, Grecia, Cipro, Spagna;

·         Cluster 2: Norvegia, Lussemburgo, Svizzera;

·         Cluster 3: Austria, Finlandia, Paesi Bassi, Islanda, Svezia, Belgio, Germania, Francia, Danimarca, Irlanda, Italia.

Considerando il valore della mediana dei clusters risulta il seguente ordinamento ovvero C2=72.820,00 euro>C3=38.030,00 euro> C1=16.275,00 euro. Dal punto di vista geografico è possibile notare che sono presenti degli outlier non connessi geograficamente ovvero Norvegia, Lussemburgo e Svizzera, che hanno i redditi pro-capite più alti con un valore mediano pari a 72.820,00 euro. I paesi dell’Europa centrale hanno dei valori di reddito pro-capite intermedi pari ad una mediana di 38.030,00 euro. Invece molto arretrati sono i paesi dell’Est Europa, ai quali si aggiungono i paesi della penisola iberica con un valore del reddito pro-capite mediano pari ad un valore di 16.275,00 euro.

Network analysis con la distanza euclidea. Di seguito viene presentata una network analysis con la distanza euclidea. I dati mettono in risalto la presenza di una struttura a network complessa e di quattro strutture a network semplificate.

La struttura a network complessa è composta come di seguito ovvero:

  • ·         La Polonia ha una connessione con la Lituania per un valore pari a 0,15 unità e con la Lettonia per un ammontare di 0,13 unità;
  • ·         La Lettonia ha una connessione con la Polonia per un valore pari a 0,13 unità e con la Lituania pari ad un ammontare di 0,15 unità;
  • ·         La Lituania ha una connessione con la Polonia per un ammontare di 0,15 unità e con la Lettonia per un ammontare di 0,15 unità.

Esistono inoltre quattro struttura a network semplificate ovvero:

  • ·         La Bulgaria e la Serbia hanno una connessione pari ad un ammontare di 0,15 unità;
  • ·         L’Estonia e la Slovacchia hanno una connessione pari ad un ammontare di 0,15 unità;
  • ·         La Croazia e l’Ungheria hanno una connessione pari ad un ammontare di  0,098 unità;
  • ·         La Finlandia e l’Austria hanno una connessione pari ad un ammontare di 0,17 unità.

Conclusioni. I paesi che sono cresciuti di più in termini percentuali sono i paesi dell’Est Europa, i paesi baltici, i paesi scandinavi e l’Irlanda. I paesi che sono cresciuti di meno sono i paesi del Sud Europa in modo particolare Italia e Grecia. Nello specifico l’Italia è all’ultimo posto. Il reddito pro-capite degli italiani tra il 2000 ed il 2022 è cresciuto dell’1,57% ovvero di un ammontare pari a 400,00 euro. I dati mostrano una significativa convergenza dei paesi dell’Est Europa verso i paesi dell’Europa occidentale. Tuttavia, i paesi dell’Europa meridionale sono molto arretrati in termini di crescita del  reddito pro-capite. La condizione dei paesi dell’Europa meridionale è molto grave anche perché nel Mediterraneo ormai sono molti i paesi che hanno redditi pro-capite crescenti come per esempio la Turchia, l’Egitto, il Marocco, Israele. Un caso a parte è invece quello dell’Irlanda, del Lussemburgo e della Svizzera, ovvero paesi che crescono grazie a politiche fiscali e bancarie di favore nei confronti delle imprese e dei gruppi finanziari mondiali. Tuttavia nella dinamica della crescita del prodotto interno lordo pro-capite è assai probabile che i paesi dell’Est Europa e le repubbliche baltiche crescano sempre di più fino a superare, in valore assoluto il reddito pro-capite dei paesi dell’Europa meridionale come per esempio Italia e Grecia. Occorre a tal proposito agire attraverso delle adeguate politiche economiche che consentano di accelerare il tasso di crescita del PIL pro-capite anche nei paesi a bassa crescita stimolando l’attivismo della popolazione ed intervenendo con adeguate politiche fiscali e di regolamentazione.

 

 







martedì 9 maggio 2023

Il Consumo di Energia Rinnovabile in Europa

 

Tra il 2004 ed il 2021 è aumentato del 75% in media per i paesi considerati


L'indicatore misura la quota del consumo di energia rinnovabile nel consumo lordo dell'energia finale secondo la direttiva di energia rinnovabile. Il consumo di energia finale lordo è l'energia utilizzata dai consumatori finali (consumo di energia finale) più perdite di rete e delle centrali elettriche.

Ranking dei paesi europei per valore del consumo dell’energia rinnovabile in percentuale del consumo totale nel 2021. L’Islanda è al primo posto per valore del consumo dell’energia rinnovabile in percentuale del consumo totale nel 2021 con un valore pari a 85,78%, seguita dalla Norvegia con un ammontare di 74,08%, e dalla Svezia con un ammontare di 62,57%. A metà classifica vi sono il Kosovo con un ammontare di 22,36%, seguita dalla Grecia con un ammontare di 21,92%, e dalla Spagna con un ammontare di 20,72%. Chiudono la classifica l’Irlanda con un ammontare di 12,54%, seguita da Malta con un ammontare di 12,15%, e dal Lussemburgo con un ammontare di 11,73%.

Ranking dei paesi europei per valore della variazione percentuale del consumo di energia rinnovabile in percentuale del consumo totale tra il 2004 ed il 2021 nei paesi europei. Malta è al primo posto per valore della variazione percentuale del consumo di energia rinnovabile in percentuale del consumo totale tra il 2004 ed il 2021 con una crescita pari ad un valore di 11.815,69% pari ad un ammontare di 12,05 unità, seguita dal Lussemburgo con un ammontare di 1.205,34% pari ad un ammontare di 10,84 unità, e dal Belgio con un ammontare di 579,34% pari ad un ammontare di 11,1 unità. A metà classifica sono presenti la Francia con un ammontare di 107,55% pari ad un ammontare di 10,02 unità, seguita dall’Estonia con un ammontare di 106,35% pari ad un ammontare di 19,59%, e dalla Serbia con un ammontare di 98,68% pari ad un ammontare di 12,56 unità. Chiudono la classifica la Norvegia con un ammontare di 26,82% pari ad un ammontare di 15,67 unità, seguita dalla Macedonia del Nord con un ammontare di 10,09% pari ad un ammontare di 1,59 unità e dal Kosovo con un ammontare di 8,87 % pari ad un ammontare di 1,82 unità.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. L’analisi mostra la presenza di tre clusters ovvero:

·         Cluster 1: Austria, Portogallo, Croazia, Albania, Lettonia, Finlandia, Estonia, Danimarca, Romania, Lituania, Slovenia, Kosovo, Serbia;

·         Cluster 2: Norvegia, Islanda, Svezia;

·         Cluster 3: Polonia, Slovacchia, Cipro, Irlanda, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Paesi Bassi, Ungheria, Lussemburgo, Francia, Grecia, Malta, Spagna, Italia, Bulgaria, Macedonia del Nord.

Dal punto di vista della mediana risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C2=74,086>C1=33,982>C3=17,287. Dal punto di vista geografico possiamo notare una dominanza di Norvegia, Islanda e Svezia. Tale valore è dovuto al fatto che questi paesi utilizzano soprattutto l’energia idroelettrica e nel caso dell’Islanda soprattutto l’energia geotermica. I paesi del C2 devono quindi essere considerati degli outlier nel consumo di energia rinnovabile in Europa in quanto hanno una dotazione particolare di risorse naturali che mancano negli altri paesi europei. Certamente il valore del consumo di energia rinnovabile potrebbe crescere nei paesi del C3 per arrivare almeno ad un valore mediano del 20%. I paesi del C3 possono aumentare il consumo di energia rinnovabile esclusivamente attraverso l’adozione di strumenti eolici, solari e mediante l’applicazione di nuove innovazioni tecnologiche che siano in grado di aumentare ulteriormente, anche da nuove fonti, il consumo di energia rinnovabile.

Network Analysis con la distanza Euclidea. Di seguito viene presentata una network analysis con l’utilizzo della distanza euclidea. Vengono individuati due strutture a network complesse e due strutture a network semplificate.

Nello specifico viene individuato la seguente struttura a network complessa:

  • ·         Cipro ha una connessione con l’Irlanda con un ammontare di 0,18 unità;
  • ·         L’Irlanda ha una connessione con Cipro per un ammontare di 0,18 unità e con il Belgio pari ad un ammontare di 0,19 unità;
  • ·         Il Belgio ha una connessione con l’Irlanda pari ad un ammontare di 0,19 unità.

Esiste una struttura a network complessa come indicata di seguito ovvero:

  • ·         La Repubblica Ceca ha una connessione con la Germania per un ammontare di 0,2 unità;
  • ·         La Germania ha una connessione con la Repubblica Ceca per un ammontare di 0,2 unità e con la Francia per un ammontare di 0,22 unità;
  • ·         La Francia ha una connessione con la Germania per un ammontare di 0,22 unità e con la Spagna per un ammontare di 0,22 unità;
  • ·         La Spagna ha una connessione con la Francia per un ammontare di 0,22 unità e con l’Italia per un ammontare di 0,19 unità;
  • ·         L’Italia ha una connessione con la Spagna per un ammontare di 0,19 unità.

Esiste una struttura network semplificata come indicata di seguito ovvero:

  • ·         Il Lussemburgo ed i Paesi Bassi hanno una connessione pari ad un ammontare di 0,23 unità;
  • ·         La Polonia e la Slovacchia hanno una connessione pari ad un ammontare di 0,19 unità.

Conclusioni. Il consumo di energia rinnovabile è aumentato tra il 2004 ed il 2021 di un ammontare pari al 75% in media per i paesi considerati. Svezia, Norvegia, e Islanda sono paesi leader nel consumo di energia rinnovabile grazie all’utilizzo dell’energia geotermica e idroelettrica. Il consumo di energia rinnovabile dovrebbe crescere in considerazione delle finalità green e sostenibili dell’Unione Europea. La ricerca e sviluppo applicata al settore dell’energia potrebbe portare alla crescita del consumo di energia rinnovabile grazie alla creazione di nuovi prodotti e nuovi metodi. In questo senso, per esempio, anche i bio-carburanti potrebbero essere considerati come una rilevante fonte di energie rinnovabili. Tuttavia, non è detto che i progetti di smart cities e di elettrificazione del settore automotive siano effettivamente in grado di essere compatibili con il consumo di energia rinnovabile. Infatti il consumo di energia rinnovabile tende a non superare il 30-35%. E’ invece probabile che i progetti di elettrificazione dell’automotive e di smartizzazione delle città richiederanno l’investimento nell’energia nucleare, per sostenere la sempre crescente domanda di consumi energetici. Una scelta che potrebbe contrastare con gli obbiettivi di lungo periodo connessi alla crescita del consumo di energia rinnovabile. Tuttavia, l’opzione più probabile è che nel futuro si crei un mix di consumo di energia rinnovabile e non rinnovabile con una quota crescente del rinnovabile che tenda al 50% nel medio periodo.