Il vero danno che queste manifestazioni basate sulla contrapposizione tra fascismo ed antifascismo hanno prodotto per la popolazione della città di Roma è il fatto che la gente non andrà a votare per chi ha il migliore programma amministrativo, quanto piuttosto per il fatto che uno sia o meno configurato, in base ad un giudizio sommario ed evidentemente viziato da una dimensione mediatica parziale, come fascista o anti-fascista. Ne deriva che i cittadini verranno privati del dibattito circa le ampie inefficienze amministrative della città di Roma ed invece saranno riportati ad un dibattito politico dal sapore vintage a riflettere su ideologie e schemi politici del passato che hanno dimostrato di essere ampiamente fallimentare. Sarebbe stato meglio per gli abitanti di Roma se avessero orientato il loro dibattito a riflettere per esempio sulla trasformazione dell’urbe in smart city, sul perfezionamento dei servizi amministrativi nei confronti della popolazione residente, o anche sui seguenti temi:
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Organizzazione del sistema dei
trasporti;
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Ottimizzazione della gestione dei
rifiuti;
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Potenziamento degli aeroporti internazionali;
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Ristrutturazione e manutenzione delle
opere del patrimonio museale e delle operare antiche;
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Integrazione tra i campus universitari
pubblici e privati;
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Sostegno alla popolazione urbana in
condizione di disagio sociale;
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Rafforzamento della rete della polizia
locale;
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Creazione di condizione di ordine pubblico
nei quartieri aventi rischio di legalità elevato;
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Individuazione di spazi urbani per le nuove
imprese;
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Piani integrati di commercio e turismo
urbano;
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Piani urbanistici per nuove costruzioni di
quartieri che siano eterogenei dal punto di vista socio-demografico ed
economico;
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Creazione e manutenzione delle aree verdi;
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Creazione e manutenzione di impianti
sportivi;
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Apertura della città ad ospitare eventi
internazionali;
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Aumento dell’efficienza dei municipi nella
somministrazione dei servizi ai residenti;
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Ottimizzazione della gestione operative
e finanziaria delle aziende municipalizzate;
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Valutazione del funzionariato comunale
per obbiettivi amministrativi raggiunti nell’interesse pubblico;
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Creazione di politiche per la partecipazione
delle fondazioni e delle associazioni private a programmi a guida pubblica
circa il turismo, la riqualificazione sociale delle aree abbandonate e il sostegno
alle persone con disagio sociale;
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Analisi e creazione di strutture socio-sanitarie
distribuite equamente in base alla domande demografica della popolazione nei
vari municipi cittadini.
Questi
sono alcuni dei temi che avrebbero dovuto essere oggetto della campagna elettorale.
Ed invece no. I cittadini sono stati deviati ad affrontare temi storici, come fossero
parte di un social game del passato. Risultato ? La città di Roma potrebbe essere
governata con un grado di efficienza talmente ridotto da creare nostalgie per le
pure disastrose amministrazioni precedenti. Occorre invece che i cittadini
romani abbiano desiderio di futuro, di un futuro dove anche la città di Roma
possa sperimentare forme differenziate di efficienza amministrativa nella
fornitura dei servizi pubblici alla popolazione.
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