L’analisi del valore aggiunto nel settore delle
attività degli studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche
in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un incremento complessivo del 34,68%,
con un aumento assoluto di 6,08 miliardi di euro. Il settore ha attraversato
fasi alterne, con momenti di crescita e contrazione che riflettono l’andamento
del mercato delle costruzioni, delle infrastrutture e degli investimenti
pubblici e privati. Se nei primi anni del periodo analizzato il comparto ha subito
una serie di difficoltà legate alla stagnazione economica e alla riduzione
degli investimenti, dal 2020 in poi si è registrata una ripresa significativa,
culminata nel boom del 2021 e 2022. Questo andamento è il risultato di una
combinazione di fattori, tra cui il rilancio degli investimenti in
infrastrutture, l’impatto del Superbonus 110%, il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR) e l’aumento della domanda di progettazione e collaudi nel
settore edilizio e industriale.
Nel 2014, il valore aggiunto del settore era pari
a 17,52 miliardi di euro. Nel 2015 si registra un aumento del 3,8%, con un
incremento di 666,8 milioni di euro, portando il valore aggiunto a 18,19
miliardi di euro. Questo dato suggerisce una fase iniziale di ripresa dopo la crisi
del settore delle costruzioni che aveva caratterizzato il periodo post-2008.
Tuttavia, nel 2016 il valore aggiunto subisce una lieve flessione dello 0,4%,
scendendo a 18,11 miliardi di euro, segnale che la crescita non era ancora
consolidata e che il settore rimaneva vulnerabile a fattori esterni, come la
ridotta capacità di investimento da parte del settore pubblico e privato.
Nel 2017 si osserva un lieve recupero dello
0,58%, con un valore aggiunto che sale a 18,22 miliardi di euro. Tuttavia, il
2018 segna una netta inversione di tendenza con una contrazione del 6,47%, pari
a una perdita di 1,17 miliardi di euro, che riduce il valore aggiunto a 17,04
miliardi di euro. Questa flessione è attribuibile alla riduzione degli
investimenti pubblici in opere infrastrutturali e alla debolezza del mercato
immobiliare, che ha limitato la domanda di servizi di progettazione e
ingegneria. Anche il 2019 conferma il trend negativo, con una contrazione del
3,47% e un valore aggiunto che scende a 16,45 miliardi di euro, registrando una
perdita di 591 milioni di euro.
Nel 2020, nonostante l’impatto della pandemia di
COVID-19, il settore mostra una ripresa del 3,94%, con un incremento di 648,4
milioni di euro, riportando il valore aggiunto a 17,10 miliardi di euro. Questo
miglioramento è stato probabilmente determinato dalla ripartenza di alcuni
cantieri e dalla necessità di adeguare edifici e infrastrutture alle nuove
esigenze post-pandemia, come la riqualificazione di spazi pubblici e privati
per garantire maggiore sicurezza sanitaria.
Il 2021 segna una svolta importante con una
crescita del 18,45%, pari a un incremento di 3,15 miliardi di euro, portando il
valore aggiunto a 20,25 miliardi di euro. Questo boom è stato favorito
dall’introduzione di misure di incentivazione fiscale come il Superbonus 110%,
che ha generato una forte domanda di servizi di ingegneria e progettazione per
interventi di riqualificazione energetica e strutturale. Inoltre, il Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha iniziato a stimolare il settore con
l’avvio di nuovi progetti infrastrutturali, creando un ambiente favorevole per
gli studi di architettura e ingegneria.
Nel 2022 il trend positivo prosegue con un
ulteriore balzo del 16,52%, che porta il valore aggiunto a 23,60 miliardi di
euro, con un incremento di 3,34 miliardi di euro rispetto all’anno precedente.
L’effetto combinato del Superbonus, dei fondi del PNRR e della crescente
domanda di progetti infrastrutturali ha determinato un periodo di grande
espansione per il settore, con un forte aumento della richiesta di servizi di
collaudo e analisi tecniche, fondamentali per la certificazione di conformità
degli interventi edilizi e ingegneristici.
Dal punto di vista industriale, il settore degli
studi di architettura e ingegneria è stato storicamente caratterizzato da una
forte frammentazione, con la presenza di molte piccole e medie imprese che
operano in un mercato altamente competitivo. La crescita della domanda negli
ultimi anni ha spinto molte aziende a investire in nuove tecnologie, come la
modellazione BIM (Building Information Modeling), che consente una
progettazione più efficiente e sostenibile. Tuttavia, la forte dipendenza da
incentivi pubblici e normative fiscali rappresenta un elemento di vulnerabilità
per il settore, poiché eventuali modifiche o riduzioni delle agevolazioni
potrebbero avere un impatto significativo sulla domanda di servizi
professionali.
Dal punto di vista della politica industriale, il
settore necessita di strategie di lungo termine che favoriscano la stabilità
della domanda e riducano la dipendenza dalle misure temporanee di incentivo
fiscale. Un primo intervento utile potrebbe essere la creazione di un piano
strutturale per la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale, che vada
oltre le misure straordinarie come il Superbonus e garantisca un flusso
costante di investimenti in ristrutturazioni e miglioramenti energetici.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la
formazione e l’innovazione. Il settore ha bisogno di professionisti sempre più
specializzati nell’uso di nuove tecnologie e metodologie di progettazione
avanzata. Incentivi per la formazione continua e il sostegno alla
digitalizzazione degli studi di architettura e ingegneria potrebbero migliorare
la competitività del settore e favorire l’adozione di soluzioni più sostenibili
ed efficienti.
Inoltre, la politica industriale dovrebbe
incentivare la collaborazione tra studi di progettazione, imprese di
costruzione e centri di ricerca per sviluppare nuove tecnologie nel campo
dell’edilizia sostenibile e delle infrastrutture intelligenti. Il settore delle
costruzioni sta evolvendo verso un modello più integrato, in cui la
progettazione, la realizzazione e la gestione degli edifici sono sempre più
interconnesse grazie all’uso di dati e strumenti digitali.
Infine, sarebbe opportuno promuovere una maggiore
internazionalizzazione del settore, sostenendo le imprese italiane che vogliono
espandere le proprie attività all’estero. Il know-how degli studi di
architettura e ingegneria italiani è riconosciuto a livello globale, ma spesso
le aziende faticano a competere sui mercati internazionali a causa della
mancanza di supporto istituzionale e di strategie di internazionalizzazione
efficaci.
In conclusione, il settore degli studi di
architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche ha registrato una
crescita significativa negli ultimi anni, trainata dagli incentivi fiscali, dal
PNRR e dall’aumento della domanda di servizi professionali nel campo
dell’edilizia e delle infrastrutture. Tuttavia, per garantire una crescita
sostenibile e meno dipendente dalle politiche fiscali, sarà fondamentale
adottare strategie di lungo termine basate su innovazione, formazione,
digitalizzazione e internazionalizzazione. La politica industriale dovrà quindi
supportare il settore con misure mirate, affinché possa continuare a essere un
motore di sviluppo per l’economia italiana e contribuire alla modernizzazione
del patrimonio edilizio e infrastrutturale del paese.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodi:
Prezzi concatenate 2020.
Valore
aggiunto in Italia Attività degli studi di architettura e d'ingegneria,
collaudi e analisi tecniche |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
17.525 |
||
2015 |
18.191,80 |
666,8 |
3,8 |
2016 |
18.118,20 |
-73,6 |
-0,4 |
2017 |
18.223,20 |
105 |
0,58 |
2018 |
17.043,70 |
-1.179,50 |
-6,47 |
2019 |
16.452,70 |
-591 |
-3,47 |
2020 |
17.101,10 |
648,4 |
3,94 |
2021 |
20.256,70 |
3.155,60 |
18,45 |
2022 |
23.603,50 |
3.346,80 |
16,52 |
2014-2022 |
6.078,50 |
34,68 |
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