sabato 8 febbraio 2025

L’Impatto Economico delle Attività di Servizi Personali: Analisi e Strategie per il Futuro

 

Il settore delle "Altre attività di servizi personali" in Italia ha attraversato un periodo di forte variabilità tra il 2014 e il 2022, con una tendenza generale alla flessione, interrotta da fasi di crescita e da un drastico crollo durante la pandemia da COVID-19. L'analisi dei dati evidenzia una perdita complessiva di valore aggiunto di circa 1,03 miliardi di euro in otto anni, pari a una contrazione del 4,9%. Questo andamento riflette le sfide strutturali di un settore caratterizzato da un’alta intensità di manodopera, da una forte dipendenza dalla domanda interna e da una vulnerabilità agli shock economici e sanitari.

Nel primo periodo analizzato, tra il 2014 e il 2016, il settore ha mostrato una lieve crescita iniziale (+0,91% nel 2015), seguita da una contrazione del 2,4% nel 2016. Questa fase è probabilmente legata alla stagnazione economica che ha interessato l’Italia in quegli anni, con un calo del potere d’acquisto delle famiglie e una ridotta propensione alla spesa per servizi personali, tra cui parrucchieri, centri estetici, lavanderie, servizi per la persona e altri servizi simili. Il 2017 segna un’inversione di tendenza, con una crescita del 3,73%, che potrebbe essere stata trainata dalla ripresa dei consumi interni e da un aumento della domanda per i servizi legati al benessere e alla cura della persona. Tuttavia, nel 2018 e nel 2019 il settore torna a contrarsi, registrando un calo rispettivamente dell’1,6% e del 4,12%. Questo trend negativo potrebbe essere dovuto a una combinazione di fattori, tra cui una maggiore concorrenza da parte delle piattaforme digitali e delle catene low-cost, un cambiamento nelle abitudini di consumo e una pressione crescente sui margini delle piccole imprese del settore.

Il 2020 rappresenta il punto di svolta più critico, con una perdita di valore aggiunto del 19,47%, pari a quasi 4 miliardi di euro. La crisi pandemica ha colpito duramente il comparto dei servizi personali, con la chiusura obbligatoria di molte attività durante i lockdown e una drastica riduzione della domanda anche dopo la riapertura. Molte imprese hanno subito una forte contrazione del fatturato, con effetti particolarmente gravi per le attività a conduzione familiare e per quelle meno strutturate, che hanno avuto maggiori difficoltà a resistere alla crisi. La paura del contagio e le restrizioni sanitarie hanno inciso profondamente sui comportamenti dei consumatori, determinando una lenta ripresa anche nei mesi successivi alla riapertura.

Nel 2021 si assiste a un parziale recupero del settore, con una crescita del 9,46%, seguita da un ulteriore incremento dell’11,93% nel 2022. Questa ripresa è stata favorita dall’allentamento delle restrizioni, dal ritorno alla normalità e da un effetto rimbalzo della domanda, con i consumatori che hanno ripreso a usufruire dei servizi personali in modo più intenso dopo il periodo di restrizioni. Tuttavia, nonostante il recupero, il valore aggiunto del settore nel 2022 rimane inferiore ai livelli pre-pandemia, evidenziando una perdita strutturale rispetto al 2014. Questo suggerisce che il settore non sia stato in grado di tornare pienamente ai livelli di attività precedenti, forse a causa di una trasformazione della domanda, di un’accelerazione delle dinamiche digitali e di una maggiore selezione tra le imprese operanti nel comparto.

Le considerazioni di politica industriale per il settore dei servizi personali devono partire dall’analisi delle sue principali criticità e delle opportunità di sviluppo futuro. Una delle sfide più rilevanti riguarda la necessità di sostenere la digitalizzazione del comparto. La pandemia ha accelerato il passaggio a nuovi modelli di consumo, con un crescente utilizzo di piattaforme digitali per la prenotazione e la fruizione dei servizi. Tuttavia, molte piccole imprese del settore non hanno ancora adottato strumenti digitali avanzati, rimanendo legate a modelli di business tradizionali. La politica industriale dovrebbe incentivare la digitalizzazione delle attività di servizi personali, attraverso finanziamenti per l’adozione di software gestionali, piattaforme di prenotazione online e strategie di marketing digitale.

Un altro tema chiave è la sostenibilità economica delle imprese del settore, che spesso operano con margini ridotti e con una forte dipendenza dalla domanda locale. La crisi pandemica ha evidenziato la fragilità di molte attività, che hanno dovuto chiudere per mancanza di liquidità. Sarebbe opportuno sviluppare strumenti di sostegno finanziario mirati, come agevolazioni fiscali per le piccole imprese del settore, incentivi per la formazione professionale e programmi di supporto per l’innovazione. Inoltre, una maggiore integrazione tra pubblico e privato potrebbe favorire la creazione di reti di servizi più efficienti, ad esempio attraverso la condivisione di spazi e risorse tra più operatori.

L’inclusione sociale e l’accessibilità ai servizi personali rappresentano un altro ambito di intervento importante. Il settore svolge un ruolo cruciale nella qualità della vita delle persone, offrendo servizi essenziali per il benessere quotidiano. Tuttavia, non tutti i segmenti della popolazione hanno lo stesso accesso a questi servizi, a causa di barriere economiche o geografiche. Le politiche pubbliche potrebbero incentivare la diffusione di servizi personalizzati per le fasce di popolazione più vulnerabili, attraverso agevolazioni per gli anziani, le famiglie a basso reddito e le persone con disabilità. Inoltre, promuovere lo sviluppo di modelli di business inclusivi, come cooperative sociali e imprese di comunità, potrebbe favorire una maggiore equità nell’accesso ai servizi.

Un altro aspetto da considerare è il cambiamento delle abitudini di consumo e l’evoluzione della domanda nel settore. L’aumento dell’attenzione alla sostenibilità e alla qualità dei servizi sta spingendo molti consumatori a preferire offerte più personalizzate e a maggiore valore aggiunto. Questo trend offre opportunità per le imprese che puntano sulla specializzazione e sull’innovazione, ad esempio attraverso l’integrazione di pratiche sostenibili nei servizi di cura della persona o attraverso la creazione di esperienze più esclusive. La politica industriale potrebbe favorire questa transizione attraverso incentivi per le imprese che investono nella sostenibilità e nella qualità dei servizi, promuovendo al contempo la formazione di competenze specifiche per il settore.

Infine, il settore dei servizi personali è strettamente legato all’andamento generale dell’economia e del mercato del lavoro. La riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, l’aumento dell’inflazione e l’incertezza economica possono avere un impatto significativo sulla domanda di questi servizi. Per garantire una crescita stabile del settore, è fondamentale adottare politiche economiche che sostengano la capacità di spesa delle famiglie e che favoriscano la creazione di occupazione. Inoltre, migliorare le condizioni di lavoro nel settore, attraverso politiche di formazione, protezione sociale e valorizzazione delle competenze, potrebbe contribuire a rafforzare la competitività delle imprese e a garantire una maggiore qualità dei servizi offerti.

In conclusione, il settore delle "Altre attività di servizi personali" ha attraversato un periodo di forte volatilità tra il 2014 e il 2022, con una tendenza complessiva alla contrazione, interrotta da fasi di crescita e da un forte crollo durante la pandemia. La ripresa osservata nel 2021 e nel 2022 dimostra la resilienza del settore, ma evidenzia anche la necessità di adottare strategie di politica industriale mirate per garantirne lo sviluppo futuro. Digitalizzazione, sostenibilità economica, inclusione sociale, evoluzione della domanda e politiche di sostegno al reddito e all’occupazione sono tutti elementi chiave per rafforzare il comparto e renderlo più competitivo e resiliente nel lungo periodo.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi Concatenati 2020.

 

 

 

Altre attività di servizi personali 

Milioni di euro

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

21.067,20

2015

21.259,50

192,3

0,91

2016

20.749,30

-510,2

-2,4

2017

21.522,90

773,6

3,73

2018

21.177,90

-345

-1,6

2019

20.305,30

-872,6

-4,12

2020

16.352,10

-3.953,20

-19,47

2021

17.899

1.546,90

9,46

2022

20.034,10

2.135,10

11,93

2014-2022

-1.033,10

-4,9

 

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