Il settore delle "Altre attività di servizi
personali" in Italia ha attraversato un periodo di forte variabilità tra
il 2014 e il 2022, con una tendenza generale alla flessione, interrotta da fasi
di crescita e da un drastico crollo durante la pandemia da COVID-19. L'analisi
dei dati evidenzia una perdita complessiva di valore aggiunto di circa 1,03
miliardi di euro in otto anni, pari a una contrazione del 4,9%. Questo
andamento riflette le sfide strutturali di un settore caratterizzato da un’alta
intensità di manodopera, da una forte dipendenza dalla domanda interna e da una
vulnerabilità agli shock economici e sanitari.
Nel primo periodo analizzato, tra il 2014 e il
2016, il settore ha mostrato una lieve crescita iniziale (+0,91% nel 2015),
seguita da una contrazione del 2,4% nel 2016. Questa fase è probabilmente
legata alla stagnazione economica che ha interessato l’Italia in quegli anni,
con un calo del potere d’acquisto delle famiglie e una ridotta propensione alla
spesa per servizi personali, tra cui parrucchieri, centri estetici, lavanderie,
servizi per la persona e altri servizi simili. Il 2017 segna un’inversione di
tendenza, con una crescita del 3,73%, che potrebbe essere stata trainata dalla
ripresa dei consumi interni e da un aumento della domanda per i servizi legati
al benessere e alla cura della persona. Tuttavia, nel 2018 e nel 2019 il
settore torna a contrarsi, registrando un calo rispettivamente dell’1,6% e del
4,12%. Questo trend negativo potrebbe essere dovuto a una combinazione di
fattori, tra cui una maggiore concorrenza da parte delle piattaforme digitali e
delle catene low-cost, un cambiamento nelle abitudini di consumo e una
pressione crescente sui margini delle piccole imprese del settore.
Il 2020 rappresenta il punto di svolta più critico,
con una perdita di valore aggiunto del 19,47%, pari a quasi 4 miliardi di euro.
La crisi pandemica ha colpito duramente il comparto dei servizi personali, con
la chiusura obbligatoria di molte attività durante i lockdown e una drastica
riduzione della domanda anche dopo la riapertura. Molte imprese hanno subito
una forte contrazione del fatturato, con effetti particolarmente gravi per le
attività a conduzione familiare e per quelle meno strutturate, che hanno avuto
maggiori difficoltà a resistere alla crisi. La paura del contagio e le
restrizioni sanitarie hanno inciso profondamente sui comportamenti dei
consumatori, determinando una lenta ripresa anche nei mesi successivi alla
riapertura.
Nel 2021 si assiste a un parziale recupero del
settore, con una crescita del 9,46%, seguita da un ulteriore incremento
dell’11,93% nel 2022. Questa ripresa è stata favorita dall’allentamento delle
restrizioni, dal ritorno alla normalità e da un effetto rimbalzo della domanda,
con i consumatori che hanno ripreso a usufruire dei servizi personali in modo
più intenso dopo il periodo di restrizioni. Tuttavia, nonostante il recupero,
il valore aggiunto del settore nel 2022 rimane inferiore ai livelli
pre-pandemia, evidenziando una perdita strutturale rispetto al 2014. Questo
suggerisce che il settore non sia stato in grado di tornare pienamente ai
livelli di attività precedenti, forse a causa di una trasformazione della
domanda, di un’accelerazione delle dinamiche digitali e di una maggiore
selezione tra le imprese operanti nel comparto.
Le considerazioni di politica industriale per il
settore dei servizi personali devono partire dall’analisi delle sue principali
criticità e delle opportunità di sviluppo futuro. Una delle sfide più rilevanti
riguarda la necessità di sostenere la digitalizzazione del comparto. La
pandemia ha accelerato il passaggio a nuovi modelli di consumo, con un
crescente utilizzo di piattaforme digitali per la prenotazione e la fruizione
dei servizi. Tuttavia, molte piccole imprese del settore non hanno ancora
adottato strumenti digitali avanzati, rimanendo legate a modelli di business
tradizionali. La politica industriale dovrebbe incentivare la digitalizzazione
delle attività di servizi personali, attraverso finanziamenti per l’adozione di
software gestionali, piattaforme di prenotazione online e strategie di
marketing digitale.
Un altro tema chiave è la sostenibilità economica
delle imprese del settore, che spesso operano con margini ridotti e con una
forte dipendenza dalla domanda locale. La crisi pandemica ha evidenziato la
fragilità di molte attività, che hanno dovuto chiudere per mancanza di
liquidità. Sarebbe opportuno sviluppare strumenti di sostegno finanziario
mirati, come agevolazioni fiscali per le piccole imprese del settore, incentivi
per la formazione professionale e programmi di supporto per l’innovazione.
Inoltre, una maggiore integrazione tra pubblico e privato potrebbe favorire la
creazione di reti di servizi più efficienti, ad esempio attraverso la
condivisione di spazi e risorse tra più operatori.
L’inclusione sociale e l’accessibilità ai servizi
personali rappresentano un altro ambito di intervento importante. Il settore
svolge un ruolo cruciale nella qualità della vita delle persone, offrendo
servizi essenziali per il benessere quotidiano. Tuttavia, non tutti i segmenti
della popolazione hanno lo stesso accesso a questi servizi, a causa di barriere
economiche o geografiche. Le politiche pubbliche potrebbero incentivare la
diffusione di servizi personalizzati per le fasce di popolazione più
vulnerabili, attraverso agevolazioni per gli anziani, le famiglie a basso
reddito e le persone con disabilità. Inoltre, promuovere lo sviluppo di modelli
di business inclusivi, come cooperative sociali e imprese di comunità, potrebbe
favorire una maggiore equità nell’accesso ai servizi.
Un altro aspetto da considerare è il cambiamento
delle abitudini di consumo e l’evoluzione della domanda nel settore. L’aumento
dell’attenzione alla sostenibilità e alla qualità dei servizi sta spingendo
molti consumatori a preferire offerte più personalizzate e a maggiore valore
aggiunto. Questo trend offre opportunità per le imprese che puntano sulla
specializzazione e sull’innovazione, ad esempio attraverso l’integrazione di
pratiche sostenibili nei servizi di cura della persona o attraverso la
creazione di esperienze più esclusive. La politica industriale potrebbe
favorire questa transizione attraverso incentivi per le imprese che investono
nella sostenibilità e nella qualità dei servizi, promuovendo al contempo la
formazione di competenze specifiche per il settore.
Infine, il settore dei servizi personali è
strettamente legato all’andamento generale dell’economia e del mercato del
lavoro. La riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, l’aumento
dell’inflazione e l’incertezza economica possono avere un impatto significativo
sulla domanda di questi servizi. Per garantire una crescita stabile del
settore, è fondamentale adottare politiche economiche che sostengano la
capacità di spesa delle famiglie e che favoriscano la creazione di occupazione.
Inoltre, migliorare le condizioni di lavoro nel settore, attraverso politiche
di formazione, protezione sociale e valorizzazione delle competenze, potrebbe
contribuire a rafforzare la competitività delle imprese e a garantire una maggiore
qualità dei servizi offerti.
In conclusione, il settore delle "Altre
attività di servizi personali" ha attraversato un periodo di forte
volatilità tra il 2014 e il 2022, con una tendenza complessiva alla
contrazione, interrotta da fasi di crescita e da un forte crollo durante la
pandemia. La ripresa osservata nel 2021 e nel 2022 dimostra la resilienza del
settore, ma evidenzia anche la necessità di adottare strategie di politica
industriale mirate per garantirne lo sviluppo futuro. Digitalizzazione,
sostenibilità economica, inclusione sociale, evoluzione della domanda e
politiche di sostegno al reddito e all’occupazione sono tutti elementi chiave
per rafforzare il comparto e renderlo più competitivo e resiliente nel lungo
periodo.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi Concatenati 2020.
Altre attività di servizi personali |
|||
Milioni di euro |
Variazione Assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
21.067,20 |
||
2015 |
21.259,50 |
192,3 |
0,91 |
2016 |
20.749,30 |
-510,2 |
-2,4 |
2017 |
21.522,90 |
773,6 |
3,73 |
2018 |
21.177,90 |
-345 |
-1,6 |
2019 |
20.305,30 |
-872,6 |
-4,12 |
2020 |
16.352,10 |
-3.953,20 |
-19,47 |
2021 |
17.899 |
1.546,90 |
9,46 |
2022 |
20.034,10 |
2.135,10 |
11,93 |
2014-2022 |
-1.033,10 |
-4,9 |
Nessun commento:
Posta un commento