Il valore aggiunto generato dal settore delle
"Altre attività professionali, scientifiche e tecniche, servizi
veterinari" in Italia tra il 2014 e il 2022 mostra un andamento piuttosto
altalenante, caratterizzato da periodi di contrazione e di crescita significativa,
influenzati da fattori macroeconomici, politiche industriali, e cicli
economici. La crescita complessiva nel periodo analizzato è stata del 21,9%,
pari a un incremento assoluto di 3.057 milioni di euro. Tuttavia, il percorso
non è stato lineare, con anni di calo seguiti da fasi di espansione,
evidenziando la vulnerabilità del settore a fattori esterni e interni.
Un'analisi di politica industriale su questi dati implica una riflessione sulle
determinanti di tale andamento e sulle possibili strategie per migliorare la
resilienza e la competitività del settore.
Nel 2014, il valore aggiunto del settore si
attestava a 13.957 milioni di euro, una base da cui osservare le successive
variazioni. Nel 2015 si è registrato un lieve calo dello 0,39%, con una contrazione
di 54,9 milioni di euro. Questa leggera flessione potrebbe essere stata
influenzata da un contesto macroeconomico non ancora pienamente uscito dalla
crisi finanziaria del 2008-2013, con una ripresa ancora incerta e un accesso al
credito limitato per le piccole e medie imprese operanti nel settore. La
tendenza negativa si è accentuata nel 2016, con una perdita più marcata di
345,6 milioni di euro (-2,49%), segnale di una domanda ancora debole per i
servizi professionali e tecnici e di un possibile rallentamento degli
investimenti in innovazione e ricerca. La contrazione del valore aggiunto in
questi due anni suggerisce la necessità di politiche industriali mirate a
stimolare la domanda interna di servizi avanzati e a rafforzare la
competitività delle imprese, ad esempio attraverso incentivi fiscali per la
digitalizzazione e la formazione specialistica.
Il 2017 segna una netta inversione di tendenza,
con un aumento del valore aggiunto di 1.262,2 milioni di euro (+9,31%). Questo
balzo potrebbe essere attribuito a un miglioramento generale dell'economia
italiana, che in quegli anni stava beneficiando di una fase espansiva del ciclo
economico, con un aumento della fiducia delle imprese e una maggiore domanda di
servizi professionali e scientifici. Inoltre, le politiche europee di sostegno
agli investimenti in ricerca e sviluppo potrebbero aver contribuito alla
crescita del settore. L'aumento osservato nel 2017 suggerisce che il settore
risponde positivamente a un contesto economico favorevole e che politiche
industriali mirate all'innovazione possono avere un impatto significativo.
Nel 2018, il valore aggiunto ha registrato una
lieve contrazione dello 0,7% (-104,4 milioni di euro), segnale di una
stabilizzazione dopo la forte crescita dell'anno precedente. Questa flessione
potrebbe riflettere una riduzione temporanea degli investimenti o un
rallentamento nella domanda di servizi. Tuttavia, nel 2019 si è osservata una
nuova crescita dell'1,07% (+157,6 milioni di euro), suggerendo una tendenza
positiva e una maggiore stabilità del settore. La crescita moderata tra il 2018
e il 2019 potrebbe indicare che il settore stava raggiungendo una fase di
maturità, con tassi di espansione meno pronunciati rispetto al 2017.
L'anno 2020 ha segnato una drammatica inversione
di tendenza, con una perdita di valore aggiunto di 1.089,3 milioni di euro
(-7,32%). Questo calo è chiaramente attribuibile all'impatto della pandemia di
COVID-19, che ha colpito duramente l'intera economia italiana. Le misure di
lockdown, la riduzione dell'attività economica e l'incertezza globale hanno
determinato una contrazione della domanda per molti servizi professionali e
scientifici. Tuttavia, la crisi ha anche evidenziato la necessità di una
maggiore digitalizzazione e di un rafforzamento della resilienza del settore,
suggerendo l'importanza di politiche industriali orientate alla trasformazione
digitale e all'adattabilità delle imprese ai cambiamenti strutturali.
La ripresa è stata rapida nel 2021, con un
incremento del valore aggiunto di 1.295,7 milioni di euro (+9,4%), segnale che
il settore ha beneficiato della ripartenza economica e delle misure di sostegno
governative. Il rimbalzo osservato nel 2021 sottolinea la capacità del settore
di recuperare rapidamente terreno in un contesto favorevole, indicando che
politiche di sostegno alla ripresa possono avere effetti positivi
significativi.
Il 2022 ha registrato un ulteriore forte aumento
del valore aggiunto, con un incremento di 1.935,7 milioni di euro (+12,84%),
portando il totale a 17.014 milioni di euro. Questa crescita è probabilmente il
risultato della piena ripresa post-pandemica, con una forte domanda di servizi
avanzati e professionali, trainata dalla digitalizzazione e dall'innovazione
tecnologica. Inoltre, i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR) potrebbero aver giocato un ruolo chiave nel sostenere gli investimenti
nel settore. Il dato del 2022 conferma l'importanza di politiche industriali
che incentivino l'innovazione, la ricerca e la formazione avanzata, poiché questi
elementi risultano cruciali per la competitività a lungo termine del settore.
Osservando l'intero periodo 2014-2022, la
crescita complessiva del 21,9% evidenzia che il settore ha saputo espandersi
nonostante le fasi di contrazione, dimostrando una certa resilienza. Tuttavia,
le fluttuazioni osservate suggeriscono che il settore è sensibile ai
cambiamenti del ciclo economico e agli shock esogeni, rendendo necessarie
politiche industriali mirate per ridurre la volatilità e garantire una crescita
più stabile.
In termini di politiche industriali, si possono
identificare alcune linee d'azione strategiche per sostenere ulteriormente il
settore. Primo, è fondamentale incentivare la digitalizzazione e l'adozione di
nuove tecnologie, poiché la trasformazione digitale è sempre più un fattore
chiave di competitività nei servizi professionali e scientifici. Secondo, il
rafforzamento delle competenze e della formazione specialistica può contribuire
a migliorare la qualità e il valore dei servizi offerti, aumentando la capacità
di attrarre domanda sia a livello nazionale che internazionale. Terzo, il
settore potrebbe beneficiare di un maggiore sostegno
all'internazionalizzazione, attraverso incentivi all'export di servizi e alla
collaborazione con imprese e istituzioni estere. Infine, è importante garantire
un accesso più agevole al credito per le imprese del settore, in particolare
per le PMI, che spesso incontrano difficoltà nel finanziare investimenti in
innovazione e crescita.
In conclusione, il settore delle altre attività
professionali, scientifiche e tecniche, servizi veterinari in Italia ha
mostrato una crescita significativa dal 2014 al 2022, nonostante alcune fasi di
contrazione. Il trend positivo è stato favorito dalla ripresa economica,
dall'innovazione e dagli investimenti, ma il settore rimane esposto a shock
esterni. Per garantire una crescita più stabile e sostenibile, le politiche
industriali dovrebbero concentrarsi su digitalizzazione, formazione,
internazionalizzazione e accesso al credito, creando un ambiente favorevole per
il rafforzamento della competitività del settore nel lungo periodo.
Fonte: ISTAT
Link. www.istsat.it
Metodo: Prezzi concatenati 2020.
Altre attività professionali,
scientifiche e tecniche, servizi veterinari
|
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
13.957 |
||
2015 |
13.902,10 |
-54,9 |
-0,39 |
2016 |
13.556,50 |
-345,6 |
-2,49 |
2017 |
14.818,70 |
1.262,20 |
9,31 |
2018 |
14.714,30 |
-104,4 |
-0,7 |
2019 |
14.871,90 |
157,6 |
1,07 |
2020 |
13.782,60 |
-1.089,30 |
-7,32 |
2021 |
15.078,30 |
1.295,70 |
9,4 |
2022 |
17.014 |
1.935,70 |
12,84 |
2014-2022 |
3.057,00 |
21,9 |
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