L’analisi del valore aggiunto del settore delle
attività editoriali in Italia tra il 2014 e il 2022 evidenzia un andamento
negativo con una perdita complessiva di 1,14 miliardi di euro, pari a una
riduzione del 27,6% rispetto al 2014. Questo calo è il risultato di una serie
di fattori strutturali e congiunturali, tra cui la transizione dal cartaceo al
digitale, il cambiamento nelle abitudini di consumo, la crisi della carta
stampata e la crescente competizione da parte dei colossi tecnologici. A questi
elementi si sono aggiunti eventi straordinari come la pandemia di COVID-19 che
hanno accelerato alcune tendenze già in atto. Nel 2014 il valore aggiunto delle
attività editoriali era pari a 4,14 miliardi di euro, ma già nel 2015 si
registra un calo del 9,34%, con una perdita di 386,9 milioni che porta il
settore a 3,76 miliardi di euro. Questa contrazione è dovuta principalmente
alla diminuzione della vendita di quotidiani e periodici cartacei, sostituiti
progressivamente dall’informazione online gratuita e dai contenuti digitali. Il
2016 segna una lieve ripresa con un incremento del 2,01% che porta il valore
aggiunto a 3,83 miliardi di euro, ma il miglioramento è temporaneo perché nel
2017 il settore torna a perdere terreno con un calo del 2,65% che riduce il valore
aggiunto a 3,73 miliardi. Il trend negativo prosegue nel 2018 con una riduzione
del 5,14% e nel 2019 con un ulteriore calo del 4,65%, portando il settore a
3,37 miliardi di euro. Questa continua perdita di valore è attribuibile alla
crescente difficoltà dell’editoria tradizionale nel competere con i nuovi
modelli di distribuzione digitale e con la contrazione degli investimenti
pubblicitari sui media cartacei. Il 2020 rappresenta l’anno peggiore del
periodo considerato con una perdita del 14,27% e un valore aggiunto che scende
a 2,89 miliardi di euro. La pandemia ha avuto un impatto devastante sul
settore, penalizzando in particolare la distribuzione fisica dei libri e la
vendita di giornali, mentre i contenuti digitali hanno beneficiato della maggiore
domanda da parte dei consumatori costretti a casa. Nel 2021 si osserva una
ripresa del 3,16% che porta il valore aggiunto a 2,98 miliardi di euro, grazie
alla riapertura delle librerie, agli incentivi per la lettura e all’ulteriore
espansione dell’editoria digitale. Tuttavia, nel 2022 la crescita rallenta con
un incremento minimo dello 0,53% che porta il settore a 3 miliardi di euro,
segnale che il comparto sta cercando una nuova stabilità dopo anni di
turbolenze. Dal punto di vista industriale, il settore editoriale italiano ha
subito una trasformazione radicale negli ultimi anni. La crisi della stampa
tradizionale ha determinato la chiusura di molte testate e la riduzione della
tiratura dei giornali cartacei, mentre l’editoria digitale ha guadagnato terreno,
soprattutto grazie alla diffusione di e-book e piattaforme di streaming di
contenuti editoriali. Le grandi piattaforme tecnologiche come Amazon, Apple e
Google hanno modificato le regole del gioco, imponendo modelli di distribuzione
che favoriscono i grandi gruppi e penalizzano le piccole e medie case editrici.
Il mercato italiano dell’editoria è sempre più polarizzato tra pochi grandi
editori che dominano la produzione e la distribuzione e una moltitudine di
piccoli editori che faticano a emergere e a competere su scala nazionale e
internazionale. La distribuzione del libro è un altro elemento critico: la
chiusura di molte librerie indipendenti e la crescita dell’e-commerce hanno
ridotto le opportunità per gli editori tradizionali di raggiungere il pubblico,
aumentando la dipendenza dai grandi marketplace online. Un’altra tendenza
importante è la crescente integrazione tra editoria e nuove tecnologie, con
l’adozione di piattaforme digitali per la fruizione dei contenuti editoriali,
la diffusione di audiolibri e la sperimentazione di nuovi formati interattivi.
Dal punto di vista della politica industriale, il settore editoriale
rappresenta un asset strategico per la cultura e l’economia italiana, eppure le
misure di sostegno sono state spesso limitate e frammentarie. Per garantire un
rilancio del comparto, è necessario adottare politiche mirate che favoriscano
l’innovazione, la digitalizzazione e la promozione della lettura. Un primo
intervento utile potrebbe essere l’estensione degli incentivi fiscali per l’acquisto
di libri e prodotti editoriali, come il bonus cultura destinato ai giovani, per
stimolare la domanda e sostenere le librerie indipendenti. Allo stesso tempo, è
fondamentale promuovere l’adozione di tecnologie digitali nel settore
editoriale, incentivando la creazione di piattaforme nazionali di distribuzione
per ridurre la dipendenza dai colossi internazionali. Un altro aspetto critico
riguarda la necessità di proteggere la produzione editoriale italiana dalla
concorrenza delle grandi piattaforme digitali, attraverso normative che
tutelino le case editrici locali e favoriscano la valorizzazione del contenuto
editoriale di qualità. La promozione della lettura è un altro elemento chiave
per il rilancio del settore: le biblioteche pubbliche, le scuole e le
istituzioni culturali dovrebbero essere coinvolte in programmi di
sensibilizzazione per creare una nuova generazione di lettori. Infine, il
sostegno all’editoria indipendente e alle piccole case editrici potrebbe
contribuire a preservare la diversità culturale e garantire una maggiore
pluralità di voci nel panorama editoriale italiano. In conclusione, il settore
delle attività editoriali in Italia ha vissuto un decennio di profondi
cambiamenti e difficoltà, con una costante perdita di valore aggiunto dovuta
alla crisi della carta stampata e alla trasformazione del mercato. Tuttavia, la
crescita dell’editoria digitale, l’evoluzione dei modelli di distribuzione e il
consolidamento di nuove abitudini di consumo rappresentano anche opportunità di
rilancio. Affinché il comparto possa tornare a crescere e mantenere la sua
rilevanza economica e culturale, sarà necessario un mix di innovazione
tecnologica, politiche industriali mirate e iniziative di promozione della
lettura che permettano all’editoria italiana di affrontare le sfide del futuro
con maggiore competitività e resilienza.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi concatenati 2020
Valore aggiunto Attività editoriali |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
|
2014 |
4.143,90 |
||
2015 |
3.757 |
-386,9 |
-9,34 |
2016 |
3.832,50 |
75,5 |
2,01 |
2017 |
3.730,80 |
-101,7 |
-2,65 |
2018 |
3.538,90 |
-191,9 |
-5,14 |
2019 |
3.374,30 |
-164,6 |
-4,65 |
2020 |
2.892,70 |
-481,6 |
-14,27 |
2021 |
2.984,10 |
91,4 |
3,16 |
2022 |
3.000 |
15,9 |
0,53 |
2014-2022 |
-1.143,90 |
-27,6 |
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