L’analisi del valore aggiunto nel settore della
ricerca, selezione e fornitura di personale in Italia tra il 2014 e il 2022
evidenzia una crescita significativa, con un aumento complessivo del 109,74% in
otto anni. Il valore aggiunto del settore è passato da 7,3 miliardi di euro nel
2014 a 15,3 miliardi di euro nel 2022, con un incremento assoluto di oltre 8
miliardi di euro. Tuttavia, l’andamento non è stato lineare: sebbene la
crescita sia stata sostenuta fino al 2018, il settore ha subito una lieve flessione
nel 2019 e una contrazione più marcata nel 2020 a causa della pandemia di
COVID-19, per poi riprendersi rapidamente negli anni successivi. Queste
dinamiche riflettono sia fattori macroeconomici sia le scelte di politica
industriale che hanno influenzato il mercato del lavoro e i servizi di
intermediazione.
Il periodo 2014-2018 è caratterizzato da una
forte espansione del settore, con tassi di crescita a due cifre in diversi
anni. Già nel 2015 si registra un incremento del 16% (+1,17 miliardi di euro), seguito
da un ulteriore +6,88% nel 2016 e un vero e proprio boom nel 2017 (+23,53%,
pari a +2,13 miliardi di euro). Questa fase di espansione è in parte legata
alla ripresa economica post-crisi finanziaria e alla crescente domanda di
lavoro flessibile da parte delle imprese. L’introduzione di misure come il Jobs
Act del 2015, che ha ridisegnato il mercato del lavoro italiano, ha
probabilmente avuto un impatto significativo sul settore della fornitura di
personale. Il Jobs Act ha incentivato i contratti a tempo determinato e il
lavoro somministrato, spingendo le imprese a rivolgersi sempre più alle agenzie
per il lavoro per gestire le loro esigenze di personale. Inoltre, la
digitalizzazione dei processi di selezione e la crescente specializzazione nei
servizi di ricerca e recruiting hanno permesso al settore di espandersi e di
attrarre investimenti.
Il 2018 segna un rallentamento della crescita
(+7,93%), che diventa addirittura negativa nel 2019 (-0,66%). Questa inversione
di tendenza potrebbe essere collegata a diversi fattori. Da un lato, la fine
degli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato ha ridotto la domanda di
intermediazione da parte delle imprese. Dall’altro, il progressivo
irrigidimento delle normative sul lavoro temporaneo, con il Decreto Dignità del
2018, ha imposto nuove restrizioni ai contratti a termine e al lavoro
somministrato, penalizzando il settore della fornitura di personale. Le agenzie
hanno dovuto rivedere le loro strategie operative, cercando di adattarsi a un
contesto normativo più stringente che ha limitato le opportunità di crescita.
L’impatto della pandemia nel 2020 è evidente, con
un calo dell’8,18% (-981 milioni di euro) dovuto al blocco delle attività
economiche e alla riduzione della domanda di lavoro. Il settore del lavoro
interinale è particolarmente sensibile alle oscillazioni economiche, e la crisi
sanitaria ha colpito duramente molti comparti industriali e dei servizi,
determinando un calo delle assunzioni e una minore richiesta di personale.
Tuttavia, la ripresa nel 2021 è stata eccezionalmente forte, con un aumento del
27,81% (+3,06 miliardi di euro), il valore più alto dell’intero periodo
considerato. Questo rimbalzo è stato favorito dalle misure di sostegno
economico del governo, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e
dalla ripartenza di settori chiave che avevano subito le maggiori restrizioni
nel 2020. La crescita è continuata nel 2022 (+8,84%), confermando che il
settore ha recuperato rapidamente le perdite subite durante la pandemia e ha
saputo adattarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
Dal punto di vista della politica industriale,
questi dati offrono spunti interessanti. Innanzitutto, emerge chiaramente come
il settore della ricerca e selezione di personale sia strettamente legato alle politiche
del lavoro e agli incentivi governativi. Le fasi di maggiore crescita
coincidono con riforme che hanno favorito la flessibilità del mercato del
lavoro, mentre le fasi di rallentamento o contrazione sono spesso legate a
cambiamenti normativi che hanno introdotto restrizioni o incertezze. Questo
suggerisce che la regolamentazione del mercato del lavoro ha un impatto diretto
sulle dinamiche del settore, influenzando le decisioni delle imprese e la
domanda di servizi di intermediazione.
Inoltre, la crescita del settore riflette una
trasformazione strutturale del mercato del lavoro italiano. L’aumento della
domanda di servizi di ricerca e selezione di personale può essere interpretato
come un segnale della crescente complessità delle esigenze delle imprese in
termini di capitale umano. In un contesto caratterizzato da rapidi cambiamenti
tecnologici e digitalizzazione, le aziende hanno sempre più bisogno di profili
specializzati e difficili da reperire, e le agenzie per il lavoro svolgono un
ruolo chiave nell’individuare e formare candidati adatti. Questo trend è
destinato a rafforzarsi nei prossimi anni, con un focus crescente sulle
competenze digitali, l’intelligenza artificiale e i settori ad alta
innovazione.
Il PNRR e le politiche di transizione digitale ed
ecologica rappresentano un’opportunità importante per il settore. Le risorse
destinate alla formazione e alla riqualificazione professionale potrebbero
favorire lo sviluppo di nuovi servizi nel campo del recruiting e della
fornitura di personale, in particolare per supportare la transizione delle
imprese verso modelli di business più sostenibili e tecnologicamente avanzati.
Le politiche attive del lavoro, se implementate in modo efficace, potrebbero
incentivare ulteriormente la domanda di servizi di intermediazione, creando un
ambiente favorevole alla crescita del settore.
Un’altra sfida rilevante per il futuro riguarda
la regolamentazione del lavoro flessibile. Il dibattito sulle forme
contrattuali atipiche e sulle tutele per i lavoratori interinali è destinato a
proseguire, con un possibile impatto sulle dinamiche del settore. Se da un lato
una maggiore regolamentazione potrebbe limitare la flessibilità del mercato del
lavoro e ridurre la domanda di servizi di intermediazione, dall’altro una
regolamentazione ben calibrata potrebbe favorire la stabilità e la qualità
dell’occupazione, migliorando la reputazione del settore e incentivando una
crescita sostenibile.
Infine, il ruolo della digitalizzazione e
dell’intelligenza artificiale nella selezione e gestione del personale sarà
sempre più centrale. Le piattaforme di recruiting online, l’uso di algoritmi
per la valutazione delle competenze e l’automazione dei processi di selezione
stanno già trasformando il settore, aumentando l’efficienza e la capacità di
rispondere rapidamente alle esigenze delle imprese. Questo trend potrebbe
favorire ulteriormente la crescita del valore aggiunto del settore nei prossimi
anni, rendendo le agenzie di ricerca e selezione di personale sempre più
strategiche per il funzionamento del mercato del lavoro.
In conclusione, l’analisi dei dati mostra un
settore in forte espansione, ma anche sensibile alle oscillazioni economiche e
ai cambiamenti normativi. La crescita del 109,74% tra il 2014 e il 2022
testimonia l’importanza crescente della ricerca e selezione del personale
nell’economia italiana, riflettendo sia l’evoluzione del mercato del lavoro sia
l’impatto delle politiche industriali e del lavoro. Per il futuro, le sfide
principali riguardano l’equilibrio tra flessibilità e tutele nel mercato del
lavoro, l’integrazione delle nuove tecnologie nei processi di selezione e
l’efficace utilizzo delle risorse del PNRR per supportare la formazione e la
riqualificazione professionale. Se affrontate in modo strategico, queste sfide
potrebbero trasformarsi in opportunità per consolidare la crescita del settore
e favorire un mercato del lavoro più dinamico, inclusivo e innovativo.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi Concatenati 2020.
Valore Aggiunto Italia Attività di
ricerca, selezione, fornitura di personale
|
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
7.301,80 |
||
2015 |
8.470,40 |
1.168,60 |
16 |
2016 |
9.052,90 |
582,5 |
6,88 |
2017 |
11.183,30 |
2.130,40 |
23,53 |
2018 |
12.069,90 |
886,6 |
7,93 |
2019 |
11.990,20 |
-79,7 |
-0,66 |
2020 |
11.009,20 |
-981 |
-8,18 |
2021 |
14.070,70 |
3.061,50 |
27,81 |
2022 |
15.314,60 |
1.243,90 |
8,84 |
2014-2022 |
8.012,80 |
109,74 |
Nessun commento:
Posta un commento