L’analisi del valore aggiunto in Italia nel
settore della riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa
tra il 2014 e il 2022 evidenzia una dinamica altalenante, segnata da una
tendenza al declino nei primi anni, una forte crisi nel 2020 e una ripresa
significativa tra il 2021 e il 2022. Nel periodo considerato, il valore
aggiunto è passato da 1.886,7 milioni di euro nel 2014 a 1.835,7 milioni di
euro nel 2022, segnando una perdita complessiva di 51 milioni di euro, pari a
una contrazione del 2,7%. Tuttavia, l’andamento non è stato uniforme, ma ha
visto fasi di contrazione e ripresa, influenzate da fattori strutturali,
tecnologici e dalle politiche industriali.
I primi anni del periodo analizzato (2014-2016)
mostrano una contrazione costante del valore aggiunto. Nel 2015 si registra una
diminuzione di 102,4 milioni di euro (-5,43%), seguita da un ulteriore calo nel
2016 (-1,09%). Questa tendenza al ribasso può essere attribuita a diversi
fattori, tra cui il progressivo calo della domanda di riparazione di
dispositivi elettronici e beni per la casa a causa della crescente obsolescenza
programmata e della riduzione dei costi di produzione di nuovi beni. La
rapidità dell’innovazione tecnologica ha reso più conveniente la sostituzione
piuttosto che la riparazione, riducendo la domanda di servizi nel settore. A
livello di politiche industriali, questi anni hanno visto un forte incentivo
alla digitalizzazione e all’industria 4.0, con un focus su nuovi investimenti
piuttosto che sulla manutenzione di beni già esistenti.
Nel 2017 e 2018 si assiste a una lieve ripresa,
con una crescita rispettivamente dell’1,06% e dell’1,74%. Questo miglioramento,
seppur modesto, potrebbe essere legato a una maggiore consapevolezza dei
consumatori riguardo alla sostenibilità e alla necessità di prolungare la vita
utile dei dispositivi elettronici e degli elettrodomestici. L’Unione Europea ha
iniziato in questi anni a promuovere politiche di economia circolare,
incentivando il riutilizzo e la riparazione dei beni piuttosto che la loro
sostituzione. Tuttavia, la ripresa si interrompe nel 2019 con un nuovo calo
dell’1,06%, segno che il settore non aveva ancora trovato un equilibrio stabile
tra innovazione e manutenzione dei beni esistenti.
L’anno 2020 rappresenta il punto di svolta
negativo più evidente, con un crollo del valore aggiunto del 22,08%, pari a una
perdita di 396,3 milioni di euro. Questo drastico calo è direttamente
attribuibile agli effetti della pandemia di COVID-19, che ha ridotto
drasticamente la domanda di riparazioni a causa delle restrizioni economiche e
della chiusura di molte attività. Durante i periodi di lockdown, la difficoltà
di accesso ai servizi di riparazione, la riduzione della spesa delle famiglie e
la priorità data ad altri beni di prima necessità hanno portato a una forte
contrazione del settore. Inoltre, la crisi globale delle catene di
approvvigionamento ha reso più difficile l’accesso ai componenti necessari per
le riparazioni, aggravando ulteriormente la situazione. Le politiche di sostegno
economico varate dal governo, pur avendo supportato il reddito delle famiglie,
non hanno avuto un impatto diretto sul settore della riparazione, che ha
sofferto più di altri comparti.
Il 2021 segna una ripresa significativa con un
incremento del valore aggiunto dell’11,32%, pari a 158,3 milioni di euro,
seguito nel 2022 da un ulteriore aumento del 17,88%, equivalente a 278,5
milioni di euro. La ripresa può essere attribuita a diversi fattori. In primo
luogo, la graduale riapertura delle attività economiche e il ritorno alla
normalità hanno favorito la ripresa della domanda di servizi di riparazione.
Inoltre, la crisi delle materie prime e il rincaro dei prodotti elettronici e
degli elettrodomestici hanno incentivato i consumatori a riparare piuttosto che
sostituire i beni danneggiati. Le politiche europee in favore dell’economia
circolare, come il cosiddetto “diritto alla riparazione”, hanno iniziato a
produrre effetti concreti, spingendo le aziende a rendere più accessibili i
pezzi di ricambio e promuovendo una maggiore durata dei prodotti. Il settore ha
quindi beneficiato di una maggiore attenzione alla sostenibilità e di un
cambiamento nella percezione del consumo, con un numero crescente di
consumatori disposti a investire nella riparazione dei propri dispositivi
piuttosto che nell’acquisto di nuovi prodotti.
Nonostante la forte ripresa del biennio
2021-2022, il bilancio complessivo del periodo 2014-2022 rimane negativo, con
una perdita del 2,7% rispetto ai livelli iniziali. Questo suggerisce che il
settore della riparazione in Italia si trovi ancora in una posizione di
fragilità e che siano necessari interventi mirati per garantirne la crescita
futura. Una strategia chiave potrebbe essere il rafforzamento delle politiche
di economia circolare, incentivando ulteriormente la riparazione attraverso
sgravi fiscali, agevolazioni per l’acquisto di pezzi di ricambio e la creazione
di una rete più efficiente di centri di riparazione. L’adozione di normative
che obblighino i produttori a fornire componenti e manuali di riparazione per
un periodo più lungo potrebbe contribuire a rendere il settore più competitivo.
Inoltre, un sostegno alla formazione di tecnici specializzati e l’incentivo
all’innovazione nelle tecnologie di riparazione potrebbero migliorare l’efficienza
del settore e favorirne la crescita.
Un altro elemento cruciale per il futuro del
settore è l’integrazione con le nuove tecnologie. L’utilizzo della stampa 3D
per la produzione di pezzi di ricambio su misura, lo sviluppo di piattaforme
digitali che facilitino il contatto tra consumatori e tecnici specializzati e
l’impiego di strumenti avanzati di diagnostica potrebbero rendere la
riparazione più accessibile ed efficiente. L’innovazione potrebbe trasformare
il settore da una nicchia in declino a un comparto strategico dell’economia
sostenibile.
Le prospettive future del settore dipenderanno
anche dall’evoluzione delle abitudini dei consumatori. Se la tendenza verso la
sostenibilità continuerà a rafforzarsi, è possibile che la domanda di
riparazioni continui a crescere, supportata anche da una regolamentazione più
stringente in materia di diritto alla riparazione. Tuttavia, il rischio di una
ripresa della tendenza alla sostituzione piuttosto che alla riparazione rimane
elevato, soprattutto se i costi della manodopera e dei ricambi continueranno a
crescere. Un altro fattore di incertezza è rappresentato dall’evoluzione
tecnologica: dispositivi sempre più complessi e miniaturizzati potrebbero
rendere le riparazioni meno convenienti e più difficili da eseguire, a meno che
non si sviluppino nuove tecnologie che semplifichino il processo.
In conclusione, l’analisi del valore aggiunto nel
settore della riparazione di computer e beni per la casa tra il 2014 e il 2022
mostra un settore in difficoltà, con un trend complessivo negativo ma segnali
di ripresa negli ultimi anni. Il crollo del 2020 ha evidenziato la fragilità
del comparto, mentre la ripresa del 2021 e 2022 suggerisce che, con le giuste
politiche industriali, il settore potrebbe avere un ruolo importante nell’economia
circolare. Per garantire una crescita sostenibile, sarà fondamentale investire
in incentivi alla riparazione, formazione di tecnici qualificati e sviluppo di
nuove tecnologie, affinché il settore possa diventare un pilastro della
transizione ecologica e della sostenibilità economica.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi concatenati 2020
Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa |
|||
Milioni di euro |
Variazione Assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
1.886,70 |
||
2015 |
1.784,30 |
-102,4 |
-5,43 |
2016 |
1.764,80 |
-19,5 |
-1,09 |
2017 |
1.783,50 |
18,7 |
1,06 |
2018 |
1.814,50 |
31 |
1,74 |
2019 |
1.795,20 |
-19,3 |
-1,06 |
2020 |
1.398,90 |
-396,3 |
-22,08 |
2021 |
1.557,20 |
158,3 |
11,32 |
2022 |
1.835,70 |
278,5 |
17,88 |
2014-2022 |
-51 |
-2,7 |
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