sabato 1 febbraio 2025

Assicurazioni e fondi pensione in Italia: sfide economiche, regolamentazione e prospettive future

 

L’analisi dell’andamento del valore aggiunto nel settore delle assicurazioni, riassicurazioni e fondi pensione (escluse le assicurazioni sociali obbligatorie) in Italia tra il 2014 e il 2022 mostra una dinamica caratterizzata da fasi alterne di crescita e contrazione, con una variazione complessiva del 2,8% nell’arco di otto anni. Il valore aggiunto del settore è passato dai 15,47 miliardi di euro del 2014 ai 15,90 miliardi di euro del 2022, con una crescita netta di 433,8 milioni di euro. Tuttavia, questa apparente stabilità nasconde oscillazioni significative dovute a fattori economici, regolatori e finanziari che hanno condizionato la performance del settore.

Nel 2015, il settore registra una crescita del 5,24%, con un aumento del valore aggiunto di 810,9 milioni di euro, portandosi a 16,28 miliardi di euro. Questo incremento è attribuibile a diversi fattori, tra cui una maggiore domanda di prodotti assicurativi legata alla ripresa economica post-crisi finanziaria e all’aumento dell’interesse per i fondi pensione privati in un contesto di incertezza sul futuro delle pensioni pubbliche. Tuttavia, il 2016 segna una brusca inversione di tendenza, con una contrazione del 9,79% e una perdita di 1,59 miliardi di euro, che riduce il valore aggiunto a 14,68 miliardi di euro. Questo calo può essere legato all’aumento della volatilità nei mercati finanziari, che ha penalizzato il settore delle assicurazioni vita e degli investimenti legati ai fondi pensione, oltre a un contesto di tassi d’interesse molto bassi che ha ridotto i margini di profitto delle compagnie assicurative.

Nel 2017 si registra una lieve ripresa del 1,41%, con il valore aggiunto che sale a 14,89 miliardi di euro, segnale di un mercato che cerca di stabilizzarsi dopo la forte contrazione dell’anno precedente. La crescita continua nel 2018, quando il settore segna un incremento del 6,83%, con un aumento del valore aggiunto di 1,02 miliardi di euro, raggiungendo i 15,91 miliardi di euro. Questa crescita è in parte attribuibile al consolidamento del mercato delle assicurazioni, con una maggiore penetrazione dei prodotti assicurativi legati alla protezione del risparmio e della previdenza complementare. Inoltre, l’innovazione nei prodotti assicurativi e il miglioramento della gestione del rischio da parte delle compagnie hanno contribuito alla ripresa del settore.

Il 2019 segna un nuovo calo significativo, con una perdita del 7,65% e un valore aggiunto che scende a 14,69 miliardi di euro. Questo declino può essere ricondotto alla crescente competizione nel settore, alla riduzione della redditività dei prodotti assicurativi tradizionali e all’impatto delle nuove normative europee sulla gestione del capitale e degli investimenti delle compagnie assicurative, come la direttiva Solvency II, che ha imposto requisiti patrimoniali più stringenti alle imprese del settore.

Nel 2020, nonostante l’impatto della pandemia di COVID-19, il settore registra una crescita del 1,72%, con un valore aggiunto che risale a 14,95 miliardi di euro. La crisi sanitaria ha accelerato la domanda di polizze sanitarie e di protezione, mentre le assicurazioni danni e vita hanno subito un impatto contrastante: da un lato, la riduzione dell’attività economica ha portato a un calo dei nuovi contratti, ma dall’altro l’aumento della consapevolezza del rischio ha incentivato la sottoscrizione di polizze vita e previdenziali. Tuttavia, il 2021 segna una nuova contrazione del 2,27%, con una perdita di 339,9 milioni di euro e un valore aggiunto che scende a 14,60 miliardi di euro. Questo calo è in parte attribuibile all’incertezza economica post-pandemia, all’aumento dell’inflazione e alla crescita dei tassi d’interesse, che hanno influenzato negativamente i rendimenti degli investimenti delle compagnie assicurative.

Nel 2022, il settore registra una forte ripresa con un incremento del 8,88%, che porta il valore aggiunto a 15,90 miliardi di euro, quasi tornando ai livelli del 2018. La ripresa è stata trainata da diversi fattori, tra cui l’aumento della domanda di coperture assicurative per proteggersi dai rischi economici e sanitari, il miglioramento della redditività degli investimenti assicurativi grazie alla normalizzazione dei tassi d’interesse e l’espansione del settore della previdenza complementare.

Dal punto di vista industriale, il settore assicurativo in Italia ha subito una profonda trasformazione negli ultimi anni, con una crescente digitalizzazione, una maggiore regolamentazione e una ridefinizione del ruolo delle compagnie tradizionali. La digitalizzazione ha portato all’introduzione di insurtech, ovvero startup e piattaforme tecnologiche che offrono soluzioni assicurative innovative, spesso con processi completamente digitalizzati. Questo ha aumentato la concorrenza nel settore, spingendo le compagnie tradizionali ad accelerare il loro processo di trasformazione digitale per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e offrire prodotti più flessibili e personalizzati.

Dal punto di vista regolamentare, le normative europee come Solvency II hanno imposto requisiti più stringenti sulla gestione del capitale e sulla trasparenza degli investimenti, aumentando la solidità del settore ma riducendo la redditività delle compagnie, soprattutto in un contesto di tassi d’interesse bassi. Inoltre, la crescente attenzione alla sostenibilità ha spinto le assicurazioni a integrare criteri ESG (Environmental, Social, Governance) nelle loro strategie di investimento e gestione del rischio, con un focus su polizze legate alla protezione ambientale e alla finanza sostenibile.

Dal punto di vista della politica industriale, il settore delle assicurazioni e dei fondi pensione rappresenta un pilastro fondamentale per la stabilità economica e sociale del paese. Tuttavia, l’Italia presenta ancora un livello di penetrazione dei prodotti assicurativi inferiore rispetto ad altri paesi europei, soprattutto per quanto riguarda le polizze sanitarie e la previdenza complementare. Per incentivare la crescita del settore, sarebbe utile adottare politiche che favoriscano la diffusione di questi prodotti, ad esempio attraverso incentivi fiscali per le assicurazioni sulla salute e la previdenza integrativa.

Un altro ambito in cui la politica industriale potrebbe intervenire è la promozione della digitalizzazione del settore assicurativo, supportando la transizione verso modelli più innovativi e tecnologici, ad esempio attraverso incentivi per le insurtech e per le compagnie tradizionali che investono in soluzioni digitali. Inoltre, sarebbe fondamentale rafforzare la cultura della gestione del rischio tra cittadini e imprese, promuovendo una maggiore consapevolezza sull’importanza delle coperture assicurative, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici e aumento dei rischi naturali.

L’Italia potrebbe beneficiare di una maggiore integrazione del proprio settore assicurativo nel panorama europeo, favorendo la creazione di un mercato unico più competitivo e aperto agli investimenti internazionali. Questo potrebbe essere ottenuto attraverso una maggiore armonizzazione delle normative e il sostegno alla cooperazione tra compagnie italiane ed europee per lo sviluppo di prodotti innovativi e sostenibili. In conclusione, il settore ha mostrato una crescita contenuta negli ultimi anni, con fasi alterne di espansione e contrazione. Per garantire uno sviluppo sostenibile e competitivo, sarà fondamentale adottare politiche industriali che incentivino l’innovazione, la digitalizzazione e la diffusione della cultura assicurativa, rafforzando il ruolo del settore come motore della stabilità economica e sociale del paese.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi concatenate 2020.





Assicurazioni, riassicurazioni e fondi pensione, escluse le assicurazioni sociali obbligatorie 

Milioni di euro

Variazione Assoluta

Variazione Percentuale

2014

15.471,50

2015

16.282,40

810,9

5,24

2016

14.687,80

-1.594,60

-9,79

2017

14.894,70

206,9

1,41

2018

15.912,20

1.017,50

6,83

2019

14.695,70

-1.216,50

-7,65

2020

14.948,10

252,4

1,72

2021

14.608,20

-339,9

-2,27

2022

15.905,30

1.297,10

8,88

2014-2022

433,8

2,8

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