L’analisi dell’andamento del valore aggiunto nel
settore delle assicurazioni, riassicurazioni e fondi pensione (escluse le
assicurazioni sociali obbligatorie) in Italia tra il 2014 e il 2022 mostra una
dinamica caratterizzata da fasi alterne di crescita e contrazione, con una
variazione complessiva del 2,8% nell’arco di otto anni. Il valore aggiunto del
settore è passato dai 15,47 miliardi di euro del 2014 ai 15,90 miliardi di euro
del 2022, con una crescita netta di 433,8 milioni di euro. Tuttavia, questa apparente
stabilità nasconde oscillazioni significative dovute a fattori economici,
regolatori e finanziari che hanno condizionato la performance del settore.
Nel 2015, il settore registra una crescita del
5,24%, con un aumento del valore aggiunto di 810,9 milioni di euro, portandosi
a 16,28 miliardi di euro. Questo incremento è attribuibile a diversi fattori,
tra cui una maggiore domanda di prodotti assicurativi legata alla ripresa
economica post-crisi finanziaria e all’aumento dell’interesse per i fondi pensione
privati in un contesto di incertezza sul futuro delle pensioni pubbliche.
Tuttavia, il 2016 segna una brusca inversione di tendenza, con una contrazione
del 9,79% e una perdita di 1,59 miliardi di euro, che riduce il valore aggiunto
a 14,68 miliardi di euro. Questo calo può essere legato all’aumento della
volatilità nei mercati finanziari, che ha penalizzato il settore delle
assicurazioni vita e degli investimenti legati ai fondi pensione, oltre a un
contesto di tassi d’interesse molto bassi che ha ridotto i margini di profitto
delle compagnie assicurative.
Nel 2017 si registra una lieve ripresa del 1,41%,
con il valore aggiunto che sale a 14,89 miliardi di euro, segnale di un mercato
che cerca di stabilizzarsi dopo la forte contrazione dell’anno precedente. La
crescita continua nel 2018, quando il settore segna un incremento del 6,83%,
con un aumento del valore aggiunto di 1,02 miliardi di euro, raggiungendo i
15,91 miliardi di euro. Questa crescita è in parte attribuibile al
consolidamento del mercato delle assicurazioni, con una maggiore penetrazione
dei prodotti assicurativi legati alla protezione del risparmio e della
previdenza complementare. Inoltre, l’innovazione nei prodotti assicurativi e il
miglioramento della gestione del rischio da parte delle compagnie hanno
contribuito alla ripresa del settore.
Il 2019 segna un nuovo calo significativo, con
una perdita del 7,65% e un valore aggiunto che scende a 14,69 miliardi di euro.
Questo declino può essere ricondotto alla crescente competizione nel settore,
alla riduzione della redditività dei prodotti assicurativi tradizionali e
all’impatto delle nuove normative europee sulla gestione del capitale e degli
investimenti delle compagnie assicurative, come la direttiva Solvency II, che
ha imposto requisiti patrimoniali più stringenti alle imprese del settore.
Nel 2020, nonostante l’impatto della pandemia di
COVID-19, il settore registra una crescita del 1,72%, con un valore aggiunto
che risale a 14,95 miliardi di euro. La crisi sanitaria ha accelerato la domanda
di polizze sanitarie e di protezione, mentre le assicurazioni danni e vita
hanno subito un impatto contrastante: da un lato, la riduzione dell’attività
economica ha portato a un calo dei nuovi contratti, ma dall’altro l’aumento
della consapevolezza del rischio ha incentivato la sottoscrizione di polizze
vita e previdenziali. Tuttavia, il 2021 segna una nuova contrazione del 2,27%,
con una perdita di 339,9 milioni di euro e un valore aggiunto che scende a
14,60 miliardi di euro. Questo calo è in parte attribuibile all’incertezza
economica post-pandemia, all’aumento dell’inflazione e alla crescita dei tassi
d’interesse, che hanno influenzato negativamente i rendimenti degli
investimenti delle compagnie assicurative.
Nel 2022, il settore registra una forte ripresa
con un incremento del 8,88%, che porta il valore aggiunto a 15,90 miliardi di
euro, quasi tornando ai livelli del 2018. La ripresa è stata trainata da
diversi fattori, tra cui l’aumento della domanda di coperture assicurative per
proteggersi dai rischi economici e sanitari, il miglioramento della redditività
degli investimenti assicurativi grazie alla normalizzazione dei tassi
d’interesse e l’espansione del settore della previdenza complementare.
Dal punto di vista industriale, il settore assicurativo
in Italia ha subito una profonda trasformazione negli ultimi anni, con una
crescente digitalizzazione, una maggiore regolamentazione e una ridefinizione
del ruolo delle compagnie tradizionali. La digitalizzazione ha portato
all’introduzione di insurtech, ovvero startup e piattaforme tecnologiche che
offrono soluzioni assicurative innovative, spesso con processi completamente
digitalizzati. Questo ha aumentato la concorrenza nel settore, spingendo le
compagnie tradizionali ad accelerare il loro processo di trasformazione
digitale per migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e offrire
prodotti più flessibili e personalizzati.
Dal punto di vista regolamentare, le normative
europee come Solvency II hanno imposto requisiti più stringenti sulla gestione
del capitale e sulla trasparenza degli investimenti, aumentando la solidità del
settore ma riducendo la redditività delle compagnie, soprattutto in un contesto
di tassi d’interesse bassi. Inoltre, la crescente attenzione alla sostenibilità
ha spinto le assicurazioni a integrare criteri ESG (Environmental, Social,
Governance) nelle loro strategie di investimento e gestione del rischio, con un
focus su polizze legate alla protezione ambientale e alla finanza sostenibile.
Dal punto di vista della politica industriale, il
settore delle assicurazioni e dei fondi pensione rappresenta un pilastro
fondamentale per la stabilità economica e sociale del paese. Tuttavia, l’Italia
presenta ancora un livello di penetrazione dei prodotti assicurativi inferiore
rispetto ad altri paesi europei, soprattutto per quanto riguarda le polizze
sanitarie e la previdenza complementare. Per incentivare la crescita del
settore, sarebbe utile adottare politiche che favoriscano la diffusione di
questi prodotti, ad esempio attraverso incentivi fiscali per le assicurazioni
sulla salute e la previdenza integrativa.
Un altro ambito in cui la politica industriale
potrebbe intervenire è la promozione della digitalizzazione del settore
assicurativo, supportando la transizione verso modelli più innovativi e
tecnologici, ad esempio attraverso incentivi per le insurtech e per le
compagnie tradizionali che investono in soluzioni digitali. Inoltre, sarebbe
fondamentale rafforzare la cultura della gestione del rischio tra cittadini e
imprese, promuovendo una maggiore consapevolezza sull’importanza delle
coperture assicurative, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici e
aumento dei rischi naturali.
L’Italia potrebbe beneficiare di una maggiore
integrazione del proprio settore assicurativo nel panorama europeo, favorendo
la creazione di un mercato unico più competitivo e aperto agli investimenti
internazionali. Questo potrebbe essere ottenuto attraverso una maggiore
armonizzazione delle normative e il sostegno alla cooperazione tra compagnie
italiane ed europee per lo sviluppo di prodotti innovativi e sostenibili. In
conclusione, il settore ha mostrato una crescita contenuta negli ultimi anni,
con fasi alterne di espansione e contrazione. Per garantire uno sviluppo
sostenibile e competitivo, sarà fondamentale adottare politiche industriali che
incentivino l’innovazione, la digitalizzazione e la diffusione della cultura
assicurativa, rafforzando il ruolo del settore come motore della stabilità
economica e sociale del paese.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Metodo: Prezzi concatenate 2020.
Assicurazioni, riassicurazioni e fondi
pensione, escluse le assicurazioni sociali obbligatorie |
|||
Milioni di euro |
Variazione Assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
15.471,50 |
||
2015 |
16.282,40 |
810,9 |
5,24 |
2016 |
14.687,80 |
-1.594,60 |
-9,79 |
2017 |
14.894,70 |
206,9 |
1,41 |
2018 |
15.912,20 |
1.017,50 |
6,83 |
2019 |
14.695,70 |
-1.216,50 |
-7,65 |
2020 |
14.948,10 |
252,4 |
1,72 |
2021 |
14.608,20 |
-339,9 |
-2,27 |
2022 |
15.905,30 |
1.297,10 |
8,88 |
2014-2022 |
433,8 |
2,8 |
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