Il settore dei servizi turistici in Italia,
comprendente agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione, ha
attraversato un'evoluzione significativa tra il 2014 e il 2022. Il valore
aggiunto è passato da 5,87 miliardi di euro nel 2014 a soli 2,99 miliardi nel
2022, registrando una perdita del 49% in otto anni. L’andamento di questo
periodo può essere suddiviso in tre fasi principali: un declino strutturale tra
il 2015 e il 2019, un crollo drastico nel 2020 dovuto alla pandemia e una
ripresa graduale dal 2021 in poi. Dopo un iniziale aumento nel 2015 del 5,17%,
il valore aggiunto ha subito una contrazione significativa nei tre anni
successivi, con una perdita complessiva del 37% tra il 2016 e il 2018. Tra le
cause principali di questo calo si possono identificare il cambiamento delle
abitudini dei consumatori, con un progressivo spostamento verso la prenotazione
diretta online e l’utilizzo crescente di piattaforme come Booking, Expedia e
Airbnb, la maggiore concorrenza internazionale e una scarsa reattività delle
imprese tradizionali nell’adattarsi alla digitalizzazione. Nel 2019 il settore
ha mostrato segni di stabilizzazione con una variazione positiva dello 0,56%,
suggerendo che il mercato avesse raggiunto un nuovo equilibrio con un ruolo
ridimensionato per le agenzie tradizionali. Tuttavia, la crisi pandemica del
2020 ha determinato un crollo senza precedenti con una contrazione del 73,66%,
portando il valore aggiunto a soli 1,1 miliardi di euro. Il settore è stato tra
i più colpiti dalle restrizioni ai viaggi, dalle chiusure e dalla drastica
riduzione della domanda turistica. Il 2021 ha visto una ripresa del 29,55%, ma
partendo da livelli estremamente bassi, mentre il 2022 ha segnato un incremento
più significativo del 109,09%, riportando il valore aggiunto a circa 3 miliardi
di euro, un dato comunque inferiore del 49% rispetto ai livelli del 2014.
Tra i fattori che hanno determinato questi
andamenti, la digitalizzazione ha avuto un ruolo centrale. La crescente
affermazione delle OTA (Online Travel Agencies) ha progressivamente eroso il
mercato delle agenzie tradizionali, permettendo ai consumatori di organizzare
viaggi in maniera più autonoma ed economica. Questo fenomeno ha comportato una
forte disintermediazione, penalizzando soprattutto i tour operator
tradizionali. Un altro elemento chiave è stato il cambiamento nella struttura
della domanda turistica, con una crescente preferenza per prenotazioni dirette
attraverso i siti degli hotel e delle compagnie aeree. L'assenza di una forte
strategia di adattamento al digitale ha esposto il settore a un calo
progressivo già prima della pandemia. Il crollo del 2020 è stato determinato da
fattori esogeni, tra cui lockdown, chiusure dei confini e paura del contagio,
che hanno azzerato quasi completamente l’attività del comparto. Il 2021 ha
mostrato una ripresa debole, influenzata dalla continua incertezza legata alle
restrizioni sanitarie e alla lenta ripresa della fiducia dei consumatori. Nel
2022 il comparto ha beneficiato dell’allentamento delle restrizioni e del forte
rimbalzo della domanda turistica, trainato dal turismo internazionale e dalla
voglia di recuperare le esperienze perse nei due anni precedenti. Tuttavia, il
recupero è stato solo parziale e il settore non è tornato ai livelli pre-crisi.
Alla luce di questi dati, emergono alcune
considerazioni di politica industriale per rilanciare il comparto turistico. La
digitalizzazione deve essere al centro delle strategie di rilancio, con
incentivi per l’adozione di strumenti tecnologici avanzati da parte delle PMI
del settore e per la formazione di operatori specializzati nell’uso delle nuove
tecnologie. Servono politiche di sostegno alla transizione digitale per evitare
che il gap competitivo con le piattaforme globali si allarghi ulteriormente. Le
imprese turistiche italiane dovrebbero essere supportate nel creare nuove
partnership con le OTA, trasformando queste piattaforme da concorrenti a
strumenti di valorizzazione dell’offerta nazionale. Un altro asse strategico è
il turismo sostenibile, con incentivi per la promozione di esperienze legate al
territorio, al turismo enogastronomico e culturale, che possono differenziare
l’offerta italiana rispetto ad altre destinazioni. È necessario anche investire
nella riqualificazione delle strutture e nella valorizzazione di mete meno
battute per diversificare l’offerta turistica, ridurre la pressione sulle città
d’arte e rendere l’Italia una meta più attrattiva per viaggiatori in cerca di
esperienze di qualità. Un aspetto cruciale è la necessità di flessibilità normativa
per i tour operator, affinché possano sperimentare nuovi modelli di business
senza essere frenati da eccessiva burocrazia. Inoltre, un maggiore sostegno
alla creazione di pacchetti personalizzati e di esperienze uniche può aiutare
il settore a intercettare le nuove tendenze della domanda turistica. Anche la
strategia di internazionalizzazione deve essere rafforzata, con azioni mirate
per promuovere il turismo italiano nei mercati emergenti e consolidare il brand
nazionale attraverso una comunicazione efficace a livello globale.
In conclusione, il settore ha subito una
trasformazione profonda, passando da una fase di declino strutturale a una
crisi senza precedenti con la pandemia, seguita da una ripresa parziale. Il
futuro dipenderà dalla capacità di adattarsi ai nuovi trend del mercato, con un
approccio che integri digitalizzazione, innovazione, sostenibilità e
internazionalizzazione. Solo attraverso interventi mirati e una strategia di
lungo periodo il comparto potrà recuperare il terreno perso e tornare a essere
un motore fondamentale per l’economia italiana.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi concatenate 2020.
Valore Aggiunto Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator
e servizi di prenotazione e attività correlate |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
5.871,10 |
||
2015 |
6.174,60 |
303,5 |
5,17 |
2016 |
5.493,90 |
-680,7 |
-11,02 |
2017 |
4.778,10 |
-715,8 |
-13,03 |
2018 |
4.175,10 |
-603 |
-12,62 |
2019 |
4.198,60 |
23,5 |
0,56 |
2020 |
1.105,90 |
-3.092,70 |
-73,66 |
2021 |
1.432,70 |
326,8 |
29,55 |
2022 |
2.995,70 |
1.563,00 |
109,09 |
2014-2022 |
-2.875,40 |
-48,98 |
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