L'analisi del valore aggiunto del settore del
noleggio e leasing in Italia tra il 2014 e il 2022 offre uno spaccato
interessante sulle dinamiche economiche del paese, mettendo in evidenza i
momenti di crescita, le fasi di contrazione e l’impatto delle politiche
industriali sulle imprese che operano in questo ambito. Il settore ha
registrato un incremento complessivo del 44,15% nel periodo considerato,
passando da un valore aggiunto di 7,37 miliardi di euro nel 2014 a 10,63
miliardi di euro nel 2022, con un aumento assoluto di 3,25 miliardi di euro.
Tuttavia, questa crescita non è stata omogenea, ma ha seguito un andamento
ciclico, riflettendo sia i trend macroeconomici generali sia le strategie di
politica industriale adottate in Italia.
Per comprendere meglio queste dinamiche, è utile
partire dal contesto economico di riferimento. Nel 2014 l’Italia stava
lentamente uscendo da una lunga fase di crisi economica iniziata nel 2008-2009,
con una ripresa ancora fragile e discontinua. La domanda di noleggio e leasing
dipende in larga misura dagli investimenti delle imprese, soprattutto nei
settori manifatturiero, dei servizi e dei trasporti. In un periodo
caratterizzato da incertezza economica, le imprese tendono a rimandare gli
investimenti o a optare per soluzioni più flessibili come il noleggio, che
permette di evitare immobilizzazioni di capitale e di ridurre i rischi
finanziari.
Nel 2015 si osserva una contrazione del valore
aggiunto del settore del 3,6% (-265 milioni di euro), una flessione che può
essere attribuita alla debole crescita economica di quel periodo e alla
prudenza delle imprese negli investimenti. In quegli anni il sistema produttivo
italiano stava ancora cercando di recuperare competitività, ma la crescita del
PIL era modesta e l’accesso al credito per le piccole e medie imprese (PMI)
risultava ancora problematico. Le politiche industriali in quel periodo non
erano particolarmente aggressive nel sostenere il settore del leasing e del
noleggio, e la domanda era in parte limitata dall’incertezza delle prospettive
economiche.
A partire dal 2016, tuttavia, il settore inizia a
mostrare segnali di ripresa con una crescita del 5,23% (+371 milioni di euro),
seguita da un’accelerazione ancora più marcata nei tre anni successivi. Nel
2017 il valore aggiunto del comparto cresce del 8,99% (+672,8 milioni), nel
2018 dell’11,32% (+922,6 milioni) e nel 2019 del 5,48% (+497 milioni). Questo
trend positivo è strettamente legato a una serie di interventi di politica
industriale volti a incentivare gli investimenti in beni strumentali e
digitalizzazione. In particolare, il Piano Nazionale Industria 4.0, lanciato
nel 2016, ha svolto un ruolo chiave nel rilancio del leasing e del noleggio. Le
misure di superammortamento e iperammortamento hanno incentivato le imprese ad
acquistare macchinari e attrezzature tecnologicamente avanzate, rendendo il
leasing finanziario uno strumento particolarmente vantaggioso. Le imprese hanno
quindi trovato nel leasing una soluzione efficiente per accedere a nuove
tecnologie senza immobilizzare ingenti risorse finanziarie, favorendo la
modernizzazione del tessuto produttivo italiano.
Un altro fattore che ha contribuito alla crescita
del settore in questo periodo è l’espansione della sharing economy e del
modello di consumo basato sull’uso piuttosto che sulla proprietà. Questo
fenomeno ha avuto un impatto significativo soprattutto nel noleggio a lungo
termine di autoveicoli e attrezzature industriali. Sempre più aziende, anziché
acquistare direttamente beni strumentali, hanno optato per soluzioni di leasing
e noleggio operativo per beneficiare di una maggiore flessibilità e ridurre i
costi di gestione.
L’anno 2020 segna una brusca interruzione di
questo trend positivo a causa della pandemia di COVID-19. Il valore aggiunto
del settore subisce una contrazione del 6,41% (-613,7 milioni di euro),
riflettendo il calo drastico della domanda in seguito ai lockdown e alle
restrizioni imposte per contenere la diffusione del virus. La chiusura delle
attività produttive, il blocco della mobilità e la crisi di liquidità delle
imprese hanno avuto un impatto immediato sul comparto del leasing e del
noleggio, specialmente per quanto riguarda il leasing operativo e il noleggio a
lungo termine di veicoli. In questo contesto, molte imprese hanno rinviato o
annullato piani di investimento, riducendo la domanda di beni strumentali e
quindi anche il ricorso al leasing.
Tuttavia, la ripresa è stata relativamente
rapida. Nel 2021 il settore cresce del 6,91% (+619,2 milioni di euro) e nel
2022 accelera ulteriormente con un incremento del 10,98% (+1,05 miliardi di
euro). Questo rimbalzo è stato favorito dalle misure di sostegno economico
messe in atto dal governo, tra cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR), che ha previsto investimenti massicci in digitalizzazione,
infrastrutture e sostenibilità. Il leasing e il noleggio sono stati strumenti
chiave per facilitare la transizione ecologica e digitale delle imprese,
permettendo loro di accedere a tecnologie più avanzate senza dover affrontare
ingenti esborsi iniziali.
Dal punto di vista della politica industriale,
l’andamento del settore nel periodo 2014-2022 evidenzia alcuni aspetti
fondamentali. In primo luogo, emerge chiaramente come il leasing e il noleggio
siano strettamente legati agli incentivi agli investimenti. Le fasi di maggiore
crescita coincidono con l’implementazione di politiche espansive, come il Piano
Industria 4.0, mentre i periodi di stagnazione o contrazione corrispondono a
momenti di incertezza economica o a crisi sistemiche, come quella del 2020.
Questo suggerisce che il leasing può essere uno strumento strategico per la
politica industriale, soprattutto in un’economia caratterizzata da un elevato
numero di PMI con limitato accesso al credito.
Un altro elemento rilevante riguarda la
trasformazione strutturale dell’economia italiana e il ruolo crescente della
flessibilità nelle decisioni aziendali. L’aumento della domanda di noleggio e
leasing riflette un cambiamento nel modo in cui le imprese gestiscono le
proprie risorse: sempre più spesso si preferisce un modello basato sull’uso dei
beni anziché sulla loro proprietà, una tendenza che si osserva non solo nel
settore automobilistico ma anche in ambiti come il software, le infrastrutture
IT e le attrezzature industriali. Questo fenomeno suggerisce che le future
politiche industriali dovranno tenere conto di questa evoluzione, sviluppando
strumenti di incentivazione che vadano oltre la semplice agevolazione fiscale
per l’acquisto di beni e che supportino invece modelli di business più
flessibili e innovativi.
Infine, il PNRR e le strategie di transizione
ecologica e digitale rappresentano un’opportunità significativa per il settore
del leasing e del noleggio. Le politiche di incentivazione per
l’elettrificazione dei trasporti, l’efficienza energetica e la digitalizzazione
delle imprese potrebbero ulteriormente spingere la domanda di leasing di beni
tecnologici e sostenibili. Ad esempio, il leasing di veicoli elettrici e
attrezzature a basso impatto ambientale potrebbe diventare un driver importante
di crescita nel prossimo decennio, in linea con gli obiettivi di riduzione
delle emissioni dell’Unione Europea.
In sintesi, il settore del noleggio e leasing ha
mostrato una crescita significativa tra il 2014 e il 2022, seppur con momenti
di contrazione legati a fattori macroeconomici e crisi contingenti. Le
politiche industriali hanno avuto un impatto determinante nel favorire gli
investimenti e la modernizzazione delle imprese, confermando l’importanza del
leasing come strumento di sviluppo economico. Guardando al futuro, la sfida
sarà quella di integrare il leasing nelle strategie di transizione ecologica e
digitale, sfruttando le opportunità offerte dal PNRR e dalle nuove tendenze di
consumo e produzione.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi concatenati 2020.
Valore Aggiunto Italia Attività di noleggio e leasing |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
7.373,90 |
||
2015 |
7.108,70 |
-265,2 |
-3,6 |
2016 |
7.480,20 |
371,5 |
5,23 |
2017 |
8.153 |
672,8 |
8,99 |
2018 |
9.075,60 |
922,6 |
11,32 |
2019 |
9.572,60 |
497 |
5,48 |
2020 |
8.958,90 |
-613,7 |
-6,41 |
2021 |
9.578,10 |
619,2 |
6,91 |
2022 |
10.629,80 |
1.051,70 |
10,98 |
2014-2022 |
|
3.255,90 |
44,15 |
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