sabato 1 febbraio 2025

Trasporti marittimi in Italia: come il settore ha affrontato crisi e opportunità dal 2014 al 2022

 

 

L'analisi del valore aggiunto nel settore dei trasporti marittimi e per vie d’acqua in Italia tra il 2014 e il 2022 mostra un'evoluzione significativa, caratterizzata da periodi di crescita sostenuta, contrazioni marcate e una forte ripresa post-pandemia. Il valore aggiunto del settore è passato da 2,2 miliardi di euro nel 2014 a 4,19 miliardi di euro nel 2022, registrando una crescita assoluta di 1,99 miliardi di euro, pari al 90,52%. Tuttavia, questo aumento non è stato lineare, ma caratterizzato da tre fasi principali: una fase di crescita dal 2014 al 2017, una fase di contrazione dal 2018 al 2020 e una fase di ripresa esplosiva tra il 2021 e il 2022.

Dal 2014 al 2017 il valore aggiunto è cresciuto costantemente passando da 2,2 miliardi di euro nel 2014 a 2,96 miliardi nel 2017. Il tasso di crescita ha accelerato progressivamente con un incremento dell'1,7% nel 2015, del 13,63% nel 2016 e del 16,29% nel 2017. Questo trend positivo può essere spiegato dall’aumento del commercio marittimo, dagli investimenti nelle infrastrutture portuali e da una generale ripresa economica dopo la crisi finanziaria del 2008-2012. L'Italia, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, ha probabilmente beneficiato della crescita degli scambi con l'Asia e il Nord Europa.

Nel periodo 2018-2020 si registra un'inversione di tendenza con un calo del valore aggiunto che scende a 2,75 miliardi nel 2018 (-6,94%), seguito da un ulteriore calo nel 2019 a 2,64 miliardi (-4,03%). Le cause potrebbero includere un rallentamento del commercio globale, l'inizio della guerra commerciale tra USA e Cina e una maggiore concorrenza da parte di altre rotte marittime europee. Il 2020 segna un crollo drammatico con una riduzione del 38,88% rispetto all'anno precedente, portando il valore aggiunto a 1,61 miliardi di euro. Questo crollo è chiaramente legato alla pandemia di COVID-19, che ha bloccato i flussi commerciali, ridotto la domanda di trasporto marittimo e portato a interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali.

Nel 2021 il settore rimbalza con un +54,97% riportandosi a 2,5 miliardi di euro, mentre nel 2022 la ripresa diventa esplosiva con un incremento del 67,59% e un valore aggiunto che raggiunge il record di 4,19 miliardi di euro. Le cause principali di questa impennata sono la ripresa della domanda globale post-pandemia, le congestionI nei porti asiatici e americani che hanno reso più competitivi i porti del Mediterraneo, l'aumento dei prezzi del trasporto marittimo e della logistica dovuto alla crisi delle supply chain e gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità del settore.

I fattori chiave che hanno influenzato il settore possono essere suddivisi in macroeconomici e settoriali. Tra i primi si annoverano la crescita del commercio globale tra il 2014 e il 2017, la guerra commerciale USA-Cina tra il 2018 e il 2019, la pandemia di COVID-19 nel 2020 e la successiva ripresa della domanda di trasporti nel 2021 e 2022. Tra i fattori settoriali, invece, sono da considerare gli investimenti in porti e infrastrutture che hanno aumentato la capacità e l'efficienza, l'automazione e digitalizzazione che ha migliorato la logistica e la gestione dei carichi, nonché i cambiamenti nei modelli di commercio internazionale con la crescita delle rotte alternative che ha influenzato il traffico marittimo italiano.

Per il futuro emergono opportunità e rischi. Tra le opportunità vi è il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo che, con la crescita delle rotte commerciali via mare, può consolidare il suo ruolo nei traffici intercontinentali. Inoltre, gli investimenti nel settore green con l’adozione di carburanti sostenibili e navi più efficienti possono rendere il settore più competitivo, così come la digitalizzazione e automazione portuale potrebbe aumentare ulteriormente la produttività. Tuttavia, permangono rischi significativi come le tensioni geopolitiche, guerre commerciali, crisi energetiche e conflitti che possono influenzare negativamente il settore, l'aumento dei costi operativi dovuto al rialzo dei prezzi del carburante e della manodopera, nonché le regolamentazioni ambientali più stringenti imposte dall’Unione Europea che potrebbero aumentare i costi di adeguamento per le imprese del settore.

L’andamento del valore aggiunto nel settore dei trasporti marittimi e per vie d’acqua in Italia tra il 2014 e il 2022 mostra dunque una forte volatilità con fasi di espansione, contrazione e un’imponente ripresa post-COVID. Se il settore riuscirà a sfruttare la posizione strategica dell’Italia, investire in digitalizzazione e sostenibilità e adattarsi alle nuove sfide globali, potrà continuare a crescere nei prossimi anni, consolidando il suo ruolo centrale nel commercio internazionale.

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

Metodo: Prezzi concatenati 2020

 

Valore aggiunto in Italia Trasporti marittimi e per vie d'acqua 

Esercizio

Trasporti marittimi e per vie d'acqua 

Variazione assoluta

Variazione percentuale

2014

2.200,40

2015

2.237,70

37,3

1,7

2016

2.542,80

305,1

13,63

2017

2.957,10

414,3

16,29

2018

2.752

-205,1

-6,94

2019

2.641

-111

-4,03

2020

1.614,20

-1.026,80

-38,88

2021

2.501,50

887,3

54,97

2022

4.192,30

1.690,80

67,59

2014-2022

1.991,90

90,52

 



Nessun commento:

Posta un commento