L’analisi del valore aggiunto del settore del
trasporto aereo in Italia tra il 2014 e il 2022 mostra un andamento
estremamente turbolento, caratterizzato da fasi di drastica contrazione,
periodi di ripresa e un crollo senza precedenti dovuto alla pandemia.
Complessivamente, il valore aggiunto del comparto è passato dai 27,43 miliardi
di euro del 2014 ai soli 662,3 milioni di euro del 2022, segnando una perdita
netta di 26,77 miliardi di euro, pari a una riduzione del 97,59% rispetto al
valore iniziale. Questo dato impressionante riflette la combinazione di crisi
strutturali, cambiamenti nel mercato e shock esogeni che hanno profondamente
trasformato l’industria del trasporto aereo in Italia.
Uno dei momenti più critici del periodo
analizzato è il 2015, anno in cui il valore aggiunto del trasporto aereo
subisce un tracollo senza precedenti, passando da 27,43 miliardi di euro a soli
860,8 milioni, con una perdita del 96,86%. Questo crollo può essere attribuito
a diversi fattori, tra cui la profonda crisi finanziaria di Alitalia, le
difficoltà di altri operatori nazionali e una più generale riorganizzazione del
settore. La compagnia di bandiera italiana ha subito negli anni una gestione
complessa, con diverse ristrutturazioni e tentativi di rilancio che non hanno
portato ai risultati sperati. Inoltre, il mercato globale dell’aviazione stava
attraversando una fase di trasformazione, con la crescente espansione delle
compagnie low-cost, che hanno progressivamente sottratto quote di mercato alle
compagnie tradizionali. L’Italia, con il suo sistema aeroportuale frammentato e
la mancanza di un vettore nazionale forte, ha risentito in modo particolarmente
negativo di questi cambiamenti.
Dopo il crollo del 2015, il settore avvia una
graduale ripresa. Nel 2016 il valore aggiunto aumenta del 156,82%, raggiungendo
2,21 miliardi di euro, seguito da ulteriori incrementi nel 2017 (+34,17%), nel
2018 (+15,61%) e nel 2019 (+18,8%). Nel 2019 il valore aggiunto raggiunge il
picco post-crisi con 4,07 miliardi di euro, un segnale che il settore, sebbene
ancora lontano dai livelli del 2014, stava recuperando terreno. Durante questa
fase, la domanda di trasporto aereo è cresciuta grazie alla ripresa economica
generale, all’incremento del traffico passeggeri e merci e alla maggiore competitività
del settore. Le compagnie low-cost, in particolare, hanno giocato un ruolo
chiave nella crescita del mercato italiano, aumentando la loro presenza negli
aeroporti regionali e offrendo tariffe più accessibili. Tuttavia, nonostante
questa fase di espansione, il trasporto aereo in Italia rimane un settore
fragile, caratterizzato da forti squilibri e da una dipendenza crescente dai
vettori stranieri.
Il 2020 rappresenta un nuovo shock per il
settore, con un crollo del valore aggiunto del 76,31% rispetto all'anno
precedente, portandolo a soli 965 milioni di euro. La causa principale di
questa drastica riduzione è la pandemia di COVID-19, che ha colpito duramente
l’intero comparto del trasporto aereo a livello globale. Le restrizioni ai
viaggi, la chiusura dei confini e la drastica riduzione della domanda hanno
portato molte compagnie a operare con capacità ridotte o addirittura a
sospendere le attività per lunghi periodi. Anche nel 2021 la crisi continua,
con un ulteriore calo del 63,1% e un valore aggiunto che scende a 356,1 milioni
di euro, il livello più basso dell’intero periodo analizzato. Le compagnie
aeree, già provate dalle difficoltà economiche precedenti, si sono trovate a
fronteggiare una crisi senza precedenti, con licenziamenti di massa, riduzioni
delle flotte e la necessità di aiuti governativi per evitare il fallimento. La
crisi di Alitalia e la sua sostituzione con ITA Airways si inserisce in questo
contesto di grande incertezza, segnando l’ennesimo tentativo di rilanciare un
vettore nazionale in un mercato sempre più competitivo.
Nel 2022 il settore registra una parziale
ripresa, con un incremento del valore aggiunto dell’85,99%, che lo porta a
662,3 milioni di euro. Tuttavia, nonostante la riapertura dei confini e il
ritorno della domanda di viaggi, il settore non ha ancora recuperato i livelli
pre-pandemia e rimane molto lontano dai valori registrati nel 2019. Il
trasporto aereo italiano continua a essere caratterizzato da problemi
strutturali, tra cui la forte frammentazione del mercato, la dipendenza dalle
compagnie low-cost e la difficoltà di sviluppare un vettore nazionale in grado
di competere su scala internazionale. Inoltre, l’incertezza economica e
l’aumento dei costi operativi, tra cui il rialzo dei prezzi del carburante,
rappresentano ulteriori ostacoli a una ripresa completa del settore.
Dal punto di vista industriale, il settore del
trasporto aereo in Italia ha subito negli ultimi anni profondi cambiamenti che
ne hanno alterato la configurazione. La crisi di Alitalia ha lasciato il
mercato senza un vettore nazionale di riferimento, mentre compagnie low-cost
come Ryanair ed easyJet hanno rafforzato la loro presenza, diventando i
principali operatori nel paese. Il sistema aeroportuale italiano,
caratterizzato da una grande dispersione di scali, ha reso difficile il
consolidamento di un grande hub nazionale, a differenza di quanto avvenuto in
altri paesi europei. Grandi aeroporti come Roma Fiumicino e Milano Malpensa
hanno faticato a imporsi come hub strategici rispetto a concorrenti come
Francoforte, Parigi e Amsterdam, che hanno attratto una quota maggiore di
traffico internazionale.
A livello globale, il settore del trasporto aereo
sta affrontando nuove sfide legate alla sostenibilità ambientale. La crescente
pressione per ridurre le emissioni di CO₂ e l’introduzione di normative più
stringenti stanno spingendo le compagnie aeree a investire in tecnologie più
efficienti e in carburanti alternativi. Tuttavia, questi cambiamenti richiedono
ingenti investimenti e potrebbero aumentare significativamente i costi
operativi, incidendo sulla competitività delle compagnie aeree italiane.
Inoltre, l’incertezza legata alle tensioni geopolitiche, come la guerra in
Ucraina, e ai cambiamenti nelle abitudini di viaggio post-pandemia
rappresentano ulteriori fattori di rischio per il settore.
Il trasporto aereo in Italia si trova dunque in
una fase di transizione, con incertezze legate sia alla competitività del
settore sia alla sua capacità di adattarsi alle nuove esigenze del mercato e
della regolamentazione ambientale. Se il comparto saprà investire in
innovazione, efficienza e strategie di lungo termine, potrà recuperare parte
della sua centralità, ma se continuerà a subire passivamente i cambiamenti del
mercato, rischia di rimanere marginale nel panorama europeo e globale. Il
futuro del settore dipenderà dalla capacità delle compagnie italiane di
adattarsi a un mercato in evoluzione, dalla volontà di investire in nuove
tecnologie e dalla creazione di un sistema aeroportuale più efficiente e
competitivo.
Fonte: ISTAT
Link:
www.istat.it
Metodo:
Prezzi concatenate 2020
Valore aggiunto trasporto aereo |
|||
milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione percentuale |
|
2014 |
27.433,70 |
||
2015 |
860,8 |
-26.572,90 |
-96,86 |
2016 |
2.210,70 |
1.349,90 |
156,82 |
2017 |
2.966,20 |
755,5 |
34,17 |
2018 |
3.429,30 |
463,1 |
15,61 |
2019 |
4.074,10 |
644,8 |
18,8 |
2020 |
965 |
-3.109,10 |
-76,31 |
2021 |
356,1 |
-608,9 |
-63,1 |
2022 |
662,3 |
306,2 |
85,99 |
2014-2022 |
-26.771,40 |
-97,59 |
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