Il settore delle attività sportive, di intrattenimento e di divertimento in
Italia ha vissuto un’evoluzione significativa tra il 2014 e il 2022,
attraversando fasi di crescita sostenuta, momenti di contrazione, una crisi
senza precedenti dovuta alla pandemia e una successiva ripresa parziale.
L’analisi dell’andamento del valore aggiunto nel periodo mostra un incremento
complessivo di circa il 5,96%, con una variazione assoluta di 434,2 milioni di
euro, ma anche una forte volatilità, segnata dal crollo del 2020 e dal
successivo rimbalzo del 2022.
Nel primo periodo analizzato, tra il 2014 e il 2016, il settore ha
registrato una crescita significativa, passando da 7,28 miliardi di euro a 8,25
miliardi, con un incremento del 13,4% in due anni. Questo trend positivo è
stato probabilmente trainato da una maggiore domanda di servizi sportivi e di
intrattenimento, sostenuta da un aumento del reddito disponibile, da eventi
sportivi di richiamo e da una crescente attenzione alla cultura dello sport e
del benessere. Il 2017 segna un’inversione temporanea di tendenza, con una contrazione
dell’1,83%, che potrebbe essere attribuita a una fase di consolidamento del
mercato o a dinamiche legate all’andamento del turismo sportivo e
dell’intrattenimento. Tuttavia, già nel 2018 e nel 2019 il settore riprende a
crescere, raggiungendo il suo massimo pre-pandemico di 8,72 miliardi di euro
nel 2019, con un incremento complessivo del 4,3% rispetto all’anno precedente.
Il 2020 rappresenta un punto di svolta drammatico, con una perdita del
35,03% rispetto al 2019, pari a oltre 3 miliardi di euro di valore aggiunto.
Questo crollo è stato determinato dalle restrizioni imposte dalla pandemia da
COVID-19, che hanno colpito in modo particolarmente duro le attività sportive e
di intrattenimento. Gli eventi sportivi sono stati sospesi o svolti senza pubblico,
le palestre e i centri fitness sono stati chiusi per lunghi periodi, e le
attività di spettacolo e divertimento hanno subito una paralisi totale. Anche
il turismo legato allo sport e agli eventi ha registrato un calo drastico,
incidendo negativamente sulle entrate del settore. Questa crisi ha messo in
evidenza la fragilità strutturale di un comparto che dipende fortemente dalla
partecipazione fisica del pubblico e dalla possibilità di aggregazione sociale.
Nel 2021, nonostante l’allentamento delle restrizioni, il settore ha
continuato a soffrire, con una nuova contrazione del 2,04%, segnale che la
ripresa era ancora incerta. Il timore di nuovi lockdown, la ridotta capacità di
spesa delle famiglie e la lenta ripartenza degli eventi sportivi e di intrattenimento
hanno contribuito a mantenere il valore aggiunto del settore su livelli bassi.
Solo nel 2022 si assiste a un rimbalzo significativo del 38,85%, con il valore
aggiunto che risale a 7,71 miliardi di euro. Questo forte recupero è stato
determinato dalla ripresa degli eventi con pubblico, dalla riapertura completa
delle strutture sportive e ricreative e dalla crescente domanda di esperienze
dal vivo dopo due anni di restrizioni.
L’analisi di questi dati evidenzia alcune tendenze chiave e solleva importanti
considerazioni di politica industriale per il futuro del settore. Un primo
aspetto fondamentale riguarda la digitalizzazione e l’innovazione. La crisi
pandemica ha accelerato la necessità di sviluppare nuove modalità di fruizione
degli eventi sportivi e di intrattenimento. L’espansione delle piattaforme di
streaming per eventi sportivi, l’introduzione di esperienze digitali immersive
e la gamification delle attività di fitness e divertimento rappresentano
opportunità che il settore deve sfruttare per diversificare le proprie fonti di
ricavo e ridurre la dipendenza dalla presenza fisica degli spettatori. Le
politiche pubbliche potrebbero incentivare la transizione digitale attraverso
finanziamenti per lo sviluppo di piattaforme tecnologiche innovative e la
formazione di professionisti specializzati nella creazione di contenuti
digitali per il settore dell’intrattenimento e dello sport.
Un altro tema centrale riguarda la sostenibilità economica delle attività
sportive e ricreative. Il calo del valore aggiunto durante la pandemia ha
dimostrato la vulnerabilità delle imprese del settore, molte delle quali hanno
faticato a sopravvivere senza un adeguato supporto finanziario. La politica
industriale dovrebbe prevedere misure di sostegno per le piccole e medie
imprese del comparto, come agevolazioni fiscali per la riqualificazione delle
strutture sportive e incentivi per favorire la collaborazione tra pubblico e
privato nella gestione degli impianti. Inoltre, sarebbe utile sviluppare
politiche di promozione dell’attività fisica e del benessere, incentivando la
partecipazione della popolazione a eventi sportivi e ricreativi attraverso
campagne di sensibilizzazione e agevolazioni economiche.
Il turismo sportivo e gli eventi di intrattenimento rappresentano un altro
ambito di grande potenziale per il rilancio del settore. L’organizzazione di
competizioni sportive di rilievo internazionale, festival e spettacoli dal vivo
può fungere da motore di crescita per l’economia locale, attirando visitatori e
generando un indotto significativo per le attività collegate. Le politiche
industriali dovrebbero incentivare la candidatura dell’Italia per ospitare
eventi sportivi di prestigio e investire nella valorizzazione delle
infrastrutture esistenti. Un maggiore coordinamento tra istituzioni e operatori
del settore potrebbe contribuire a rendere il paese più competitivo sul mercato
globale dell’intrattenimento e dello sport.
L’accessibilità e l’inclusione devono essere un altro pilastro delle
strategie di sviluppo del settore. L’attività sportiva e l’intrattenimento
devono essere resi accessibili a un pubblico più ampio, promuovendo iniziative
che favoriscano la partecipazione di categorie sociali svantaggiate. Le
politiche pubbliche potrebbero incentivare programmi di sport gratuito o a
basso costo per i giovani, gli anziani e le persone con disabilità,
contribuendo così a migliorare la qualità della vita e a promuovere la coesione
sociale. Inoltre, investire nella riqualificazione degli impianti sportivi e
nelle infrastrutture ricreative potrebbe aumentare la fruibilità delle attività
del settore, ampliando il bacino di utenti e generando benefici economici a
lungo termine.
Un’ulteriore sfida riguarda la regolamentazione del settore, in particolare
per quanto riguarda il gioco e le attività di intrattenimento che coinvolgono
il rischio economico, come le scommesse sportive. Se da un lato il comparto
delle scommesse rappresenta una parte rilevante del mercato
dell’intrattenimento, dall’altro è necessario un bilanciamento tra
liberalizzazione e tutela dei consumatori. Una politica industriale efficace
dovrebbe garantire una regolamentazione chiara e trasparente, che permetta al settore
di svilupparsi in modo sostenibile senza incentivare fenomeni di dipendenza o
illegalità.
In conclusione, il settore delle attività sportive, di intrattenimento e di
divertimento in Italia ha dimostrato una grande resilienza, recuperando parte
delle perdite subite durante la crisi pandemica. Tuttavia, per garantire una
crescita stabile e sostenibile nel lungo periodo, è fondamentale adottare
strategie industriali mirate, che favoriscano la digitalizzazione, la
sostenibilità economica, l’inclusione e lo sviluppo del turismo sportivo e
dell’intrattenimento. L’innovazione e il coordinamento tra pubblico e privato
saranno determinanti per affrontare le sfide future e consolidare la
competitività del settore a livello nazionale e internazionale.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
Metodo: Prezzi
Costanti 2020.
Attività sportive, di intrattenimento e
di divertimento |
|||
Milioni di euro |
Variazione assoluta |
Variazione Percentuale |
|
2014 |
7.279,20 |
||
2015 |
7.571,50 |
292,3 |
4,02 |
2016 |
8.253,90 |
682,4 |
9,01 |
2017 |
8.103,20 |
-150,7 |
-1,83 |
2018 |
8.368,70 |
265,5 |
3,28 |
2019 |
8.728,80 |
360,1 |
4,3 |
2020 |
5.670,70 |
-3.058,10 |
-35,03 |
2021 |
5.555,30 |
-115,4 |
-2,04 |
2022 |
7.713,40 |
2.158,10 |
38,85 |
2014-2022 |
434,2 |
5,96 |
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