È
diminuita tra il 2004 ed il 2020 di un ammontare pari a -30,73%
L’Istat
calcola la mortalità evitabile nelle regioni italiane. La mortalità evitabile è
definita come il numero di decessi di persone di 0-74 anni la cui causa di
morte è identificata come trattabile (gran parte dei decessi per tale causa
potrebbe essere evitata grazie a un’assistenza sanitaria tempestiva ed
efficace, che include la prevenzione secondaria e i trattamenti) o prevenibile
(gran parte dei decessi per tale causa potrebbe essere evitata con efficaci
interventi di prevenzione primaria e di salute pubblica). La definizione delle liste
di cause trattabili e prevenibili si basa sul lavoro congiunto OECD/Eurostat,
rivisto nel novembre 2019. Tassi standardizzati con la popolazione europea al
2013 all’interno della classe di età 0-74 per 10.000 residenti. I dati
analizzati fanno riferimento al periodo tra il 2004 ed il 2020.
Ranking delle regioni
italiane per valore della mortalità evitabile nel 2020. La Campania è al primo posto per
valore della mortalità evitabile con un ammontare pari a 21,2, seguita dalla
Sicilia con un ammontare di 18,8, dal Molise con un valore di 18,6. A metà
classifica vi sono la Liguria e la Puglia con un valore della mortalità
evitabile pari ad un ammontare di 16,4 e la Valle d’Aosta con un valore di 16,3.
Chiudono la classifica le Marche con un valore di 14,5, seguite dal Veneto con
14,1 e dal Trentino Alto Adige con un ammontare di 13,8.
Ranking delle regioni
italiane per variazione percentuale della mortalità evitabile tra il 2004 ed il
2020. Il Molise è
al primo posto per valore della variazione percentuale della mortalità
evitabile tra il 2004 ed il 2020 con un ammontare di -18,42% pari ad un
ammontare di -4,2 unità, seguita dalla Sicilia con un ammontare di -25,1% pari
a -6,3 unità, dalla Calabria con un ammontare di 25,21% pari ad un ammontare di
-6,1 unità. A metà classifica vi sono la Sardegna con un ammontare di -28,34%
pari ad un ammontare di -7 unità, dalle Marche con un ammontare di -29,27% pari
ad un ammontare di -6 unità, e dal Lazio con un valore di -30,36% pari ad un
valore di -7,5 unità. Chiudono la classifica il Veneto con -37,05% pari ad un ammontare
di -8,3 unità, seguito dal Trentino Alto Adige con una riduzione di -38,67%
pari ad un ammontare di -8,7 unità e dalla Valle d’Aosta con un valore pari a
-42,61% pari ad un ammontare di -12,1 unità.
Macro-regioni
italiane. Se
consideriamo il 2020 possiamo notare il seguente ordinamento delle
macro-regioni italiane per valore della mortalità evitabile ovvero: Sud con
18,6, Mezzogiorno e Isole con 18,5, Nord Ovest con 16,2, Centro con 15,9, Nord
con 15,5 e Nord Est con 14,6. Se invece consideriamo la variazione del valore
della mortalità evitabile tra il 2004 ed il 2020 possiamo notare il seguente
ordinamento delle macro-regioni italiane: Isole -26,00%, Sud -27,06%, Mezzogiorno
-27,17%, Centro con -30,57%, Nord-Ovest con -33,06%, Nord con -34,32%, Nord-Est
con -35,96%.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito la clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono
individuati tre clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Toscana, Veneto, Emilia-Romagna,
Umbria, Trentino Alto Adige, Marche, Puglia, Liguria, Lombardia, Abruzzo;
- ·
Cluster 2: Sardegna, Lazio, Calabria,
Piemonte, Sicilia, Valle d’Aosta, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise;
- ·
Cluster 3: Campania.
Dal punto di vista dell’ordinamento
dei clusters risulta che il cluster 3 domina sul cluster 2 e sul cluster 1,
ovvero si verifica il seguente ordinamento: C3>C2>C1. Notiamo pertanto
che il valore della mortalità evitabile è massimo in Campania, ovvero la
regione che costituisce il cluster 3. Tuttavia, il valore della mortalità evitabile
è alto anche nel Cluster 2. Il cluster 2 è costituito da un insieme di regioni
che sono sia meridionali che anche settentrionali. Infine l’ultimo cluster per
valore della mortalità evitabile è il cluster 1, un cluster anch’esso composito
costituito da un insieme di regioni che appartengono alle varie macro-regioni
italiane. Tale distribuzione dei clusters sta a indicare che il valore della
mortalità evitabile non è tanto dipendente dalla distribuzione del reddito e
pertanto non rappresenta dal punto di vista geografico le medesime
diseguaglianze che si manifestano a livello reddituale. Infatti se consideriamo
per esempio il cluster più virtuoso in termini di mortalità evitabile ovvero il
cluster 1 possiamo notare che è composto sia da regioni ad alto reddito
pro-capite come per esempio il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, che anche da
regioni che hanno basso reddito pro-capite come per esempio la Puglia, la
Basilicata, ed il Molise.
Conclusioni.
Il
valore della mortalità evitabile nelle regioni italiane è diminuito
significativamente tra il 2004 ed il 2020 di un ammontare pari al 30,73%. In
modo particolare i dati mostrano una riduzione significativa della mortalità
evitabile in tutte le regioni italiane. Se consideriamo le macro-regioni
italiane possiamo verificare che la mortalità evitabile tende ad essere elevata
soprattutto nelle isole e nel Mezzogiorno. Tuttavia, l’analisi di clusterizzazione
mostra che la Campania è la regione con valore di mortalità evitabile più elevato.
Gli elevati livelli di mortalità evitabile possono essere dovuti ad un insieme
di elementi che fanno riferimento sia all’offerta di servizi sanitari su base
regionale che anche alla cultura della prevenzione sanitaria presente nella
popolazione. Infatti è assai probabile che le regioni del Nord abbiamo una
maggiore consapevolezza relativamente alle problematiche connesse alla
prevenzione e quindi riescano ad utilizzare anche in modo più efficiente il
sistema sanitario, anche grazie ad una maggiore offerta di servizi sanitari.
Occorre quindi incrementare l’offerta di servizi sanitari nelle regioni
meridionali e nelle isole ed agire anche con degli interventi formativi per
diffondere una cultura della prevenzione che possa aumentare la probabilità di
intervenire per ridurre la mortalità evitabile.