domenica 27 febbraio 2022

La Mobilità dei Lavoratori della Scienza e della Tecnologia in Europa

 

Tra il 2014 ed il 2021 la mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia in Europa è aumentata del 27,2%.

 

L’Eurostat calcola il valore della mobilità del lavoro per gli operatori delle risorse umane operanti nei settori della scienza e della tecnologia. In modo particolare per operatori della scienza e della tecnologia si intendono delle persone che hanno un titolo di studio terziario e che hanno svolto una attività nel settore della scienza e della tecnologia. Per mobilità l’indicatore prende in considerazione il fatto che un lavoratore passi da un posto di lavoro ad un altro e esclude i casi di passaggio ad una fase di disoccupazione o di inattività.  

Ranking dei paesi europei per valore della mobilità del lavoro nel settore della Scienza e della Tecnologia. Il Regno Unito è al primo posto per valore della mobilità dei lavoratori nel settore della scienza e della tecnologia con un valore pari 238,46 unità, seguito dalla Danimarca con un valore pari a 223,08 unità e dalla Lituania con un valore pari a 220,51 unità. A metà classifica vi sono l’Austria e la Turchia con un ammontare di 164,10 unità e la Spagna con un valore di 148,72 unità. A metà classifica vi sono la Slovacchia con un ammontare di 33,33 unità, seguita dalla Bulgaria con un ammontare di 20,51 unità e dalla Romania con un ammontare pari a 0,00 unità.

Ranking dei paesi europei per variazione percentuale del valore della mobilità dei lavoratori nel settore della scienza e della tecnologia tra il 2014 ed il 2021. La Macedonia del Nord è al primo paese per valore della variazione percentuale della mobilità dei lavoratori nel settore della scienza e della tecnologia tra il 2014 ed il 2021 con un ammontare pari a 388,89% pari ad un valore di 89,74 unità, seguita dalla Grecia con un valore di 120% pari ad un ammontare di 46,15%, e dall’Ungheria con un ammontare di 95,45% pari ad un ammontare di 53,85 unità. A metà classifica vi sono l’Italia con un ammontare di 33,33% pari ad un ammontare di 15,38 unità, seguiti dalla Finlandia con un valore del 29,41% pari ad un ammontare di 38,46 unità, e dalla Slovenia con un valore pari a 21,05%Q pari ad un ammontare di 20,51 unità. Chiudono la classifica Lettonia con un ammontare pari a -20,51% pari ad un ammontare di 20,51 unità, Montenegro con un valore pari a -30,43% pari ad un valore del 17,95 unità e dalla Romania con una variazione pari ad un ammontare di -100,00% pari ad un valore di -10,26 unità.

Regno Unito. Tra il 2014 ed il 2021 il valore della mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia è cresciuto da un ammontare di 228,21 unità fino ad un valore di 238,46 unità ovvero pari ad un valore di 10,26 unità pari ad un valore di 4,49%. Tra il 2014 ed il 2018 il valore della mobilità dei lavoratori della Scienza e Tecnologica è rimasto pari ad un ammontare di 228,21 unità. Tra il 2018 ed il 2019 il valore della mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia è diminuito da un ammontare di 228,21 unità fino ad un valore di 225,64 unità ovvero pari ad una variazione di -2,56 unità pari ad un valore di -1,12%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore della mobilità della scienza e della tecnologia è rimasto costante ad un valore di 225,64 unità. Tra il 2020 ed il 2021 il valore della mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia è cresciuto da un ammontare di 225,64 unità fino ad un valore di 238,46 unità ovvero pari ad un valore di 12,82 unità pari ad un valore di 5,68%.
Danimarca. Il valore della mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia è diminuito da un ammontare di 246,15 fino ad un valore di 223,08 unità ovvero pari ad una variazione di -23,08 unità pari ad un valore di -9,38%. Tra il 2014 ed il 2019 il valore della mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia è rimasto costante ad un ammontare di 246,15 unità per poi diminuire nel 2020 ad un ammontare di 220,51 unità pari ad una variazione di -25,64 unità pari ad un ammontare di -10,42%: tra il 2020 ed il 2021 il valore della mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia è cresciuto da un ammontare di 220,51 unità fino ad un valore di 223,08 unità ovvero pari ad un valore di 2,56 unità pari ad un valore di 1,16 unità.

Lituania. Il valore della mobilitazione dei lavoratori della scienza e della tecnologia in Lituania è cresciuto da un ammontare di 130,77 unità fino ad un valore di 220,51 unità tra il 2014 ed il 2021. Tra il 2014 ed il 2017 il valore della mobilitazione dei lavoratori della scienza e della tecnologia in Lituania è rimasto costante ad un ammontare di 130,77 unità. Tra il 2017 ed il 2018 il valore della mobilitazione dei lavoratori della scienza e della tecnologia in Lituania è cresciuto da un ammontare di 130,77 unità fino ad un valore di 233,33 unità ovvero pari ad una variazione di 102,56 unità pari ad un ammontare di 78,43%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore della mobilitazione dei lavoratori della scienza e della tecnologia è diminuito da un ammontare di 233,33 unità fino ad un valore di 158,79 unità ovvero pari ad una variazione di -74,36 unità pari ad una variazione di -31,87%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore della mobilitazione della scienza e della tecnologia in Lituania è cresciuto da un ammontare di 158,97 unità fino ad un valore di 223,08 unità ovvero pari ad una variazione di 64,10 unità pari ad una variazione di 40,32%. Tra il 2020 ed il 2021 il valore della mobilitazione dei lavoratori della scienza e della tecnologia è diminuito da un ammontare di 223,08 unità fino ad un valore di 220,51 unità ovvero pari ad una variazione di -2,56 unità pari ad un ammontare di -1,15%.

Conclusione. In sintesi, possiamo affermare che la mobilitazione dei lavoratori della scienza e della tecnologia in Europa è cresciuta di circa il 27% tra il 2014 ed il 2021. Tale aumento della mobilità è avvenuto soprattutto nell’ultimo triennio. Dal punto di vista del mercato del lavoro è certamente un fatto positivo che vi sia una maggiore mobilità dei lavoratori della scienza e della tecnologia. Certamente questo indicatore può essere considerato come rappresentativo della capacità di un sistema economico di essere orientato all’economia della conoscenza. Non v’è dubbio che la maggiore mobilità sia un segnale anche di maggiore sofisticazione del sistema economico, ovvero creazione di posti di lavoro nel terziario avanzato. La mobilità dei lavoratori nel settore della scienza e della tecnologia diventa pertanto un indicatore della capacità di un paese di investire nelle innovazioni tecnologiche.

 








 








martedì 22 febbraio 2022

La collaborazione scientifica tra le istituzioni pubbliche ed il settore privato

E’ cresciuta in media di un valore pari a 24,44%


L’EIS-European Innovation Scoreboard è un indicatore che fa riferimento alle pubblicazioni scientifiche che vengono realizzate tra istituzioni pubbliche ed organizzazioni private, sia a livello nazionale che a livello internazionale, con esclusione del settore sanitario. Tale indicatore è in grado di mettere in risalto i collegamenti tra ricercatori del settore pubblico e ricercatori del settore privato che sono finalizzate alla pubblicazione accademica.

Ranking dei paesi per valore delle pubblicazioni in collaborazione tra il pubblico ed il privato nel 2021 in Europa. La Svizzera è al primo posto per valore delle pubblicazioni in collaborazione tra il pubblico ed il privato in Europa con un ammontare pari a 329,14 a parimerito con l’Islanda. La Danimarca è al secondo posto con un valore di 290,31 unità seguita dalla Svezia con un valore di 255,90 unità. A metà classifica si trovano l’Italia con un valore pari a 133,73 unità, seguita dal Portogallo con un valore pari a 128,40 unità e della Repubblica Ceca con un ammontare pari a 127,14 unità. Chiudono la classifica la Macedonia del Nord con un ammontare pari a 34,05 unità, seguita dall’Ucraina con un ammontare pari a 23,58 e dalla Turchia con un valore pari a 19,17 unità.

Ranking dei paesi per valore della variazione percentuale tra il 2014 ed il 2021. L’Ucraina è al primo posto per valore della variazione percentuale tra il 2014 ed il 2021 con un ammontare pari a 6398,46 unità pari ad un valore di 23,21 unità, seguito dalla Turchia con un valore di 161,35% pari ad un ammontare di 11,83 unità, seguita dalla Bosnia con un valore di 127,03% pari ad un valore di 19,97 unità. A metà classifica vi sono la Croazia con un valore pari a 35,05% pari ad un ammontare di 32,95 unità, seguita dall’Ungheria con un valore di 34,33% pari ad un ammontare di 28,46 unità e dalla Repubblica Ceca con una variazione percentuale di 29,74% pari ad un valore di 29,14 unità. Chiudono la classifica Israele con un valore di 6,23% pari ad un ammontare di 7,94 unità, seguita dalla Francia con un valore di 1,17% pari ad un ammontare di 1,47 unità, e dall’Islanda con una variazione percentuale pari a 0.

Svizzera. Il valore delle pubblicazioni scientifiche realizzate tra il pubblico ed il privato in Svizzera nel 2014 è stato pari ad un valore di 287,14 unità ed è cresciuto fino ad un valore di 329,14 unità pari ad una variazione del 41,96 unità pari al 14,61%. Tra il 2014 ed il 2015 il valore delle pubblicazioni scientifiche tra pubblico e privato è cresciuto da un ammontare di 287,17 unità fino ad un valore di 297,53 unità pari ad una variazione di 10,36 unità pari ad un valore di 3,61%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore delle pubblicazioni scientifiche realizzate in collaborazione tra il pubblico ed il privato è cresciuto da un ammontare di 297,53 unità fino ad un valore di 305,45 unità pari ad un ammontare di 7,92 unità pari ad un valore di 2,66%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore delle pubblicazioni scientifiche realizzate in collaborazione tra il pubblico ed il privato è cresciuto da un ammontare di 305,45 unità fino ad un valore di 209,58 unità ovvero pari ad un ammontare di 4,13 unità pari ad un valore di 1,35%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore delle pubblicazioni scientifiche realizzate in collaborazione tra il pubblico e privato è cresciuto da un ammontare di 309,58 unità fino ad un valore di 320,82 unità ovvero pari ad una variazione di 11,24 unità pari ad una variazione di 3,63%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore delle pubblicazioni scientifiche realizzate in collaborazione tra il pubblico ed il privato è cresciuto da un ammontare di 320,82 unità fino ad un valore di 323,04 unità ovvero pari ad un ammontare di 2,22 unità pari ad un valore di 0,69%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore della pubblicazioni scientifiche realizzate in collaborazione tra il pubblico ed il privato è cresciuto da un ammontare di 323,04 unità fino ad un valore di 323,92 unità ovvero pari ad una variazione di 0,88 unità pari ad un valore di 0,27%. Tra il 2020 ed il 2021 il valore delle pubblicazioni scientifiche in Svizzera è cresciuto da un ammontare di 323,92 unità fino ad un valore di 329,14 unità pari ad una variazione di 5,21 unità pari ad un ammontare di 1,61%.

Islanda. Il valore delle collaborazioni scientifiche tra pubblico e privato in Islanda è stato pari ad un valore di 329,14 unità nel 2014, un valore che è rimasto costante fino al 2021.

Conclusioni. Le collaborazioni tra pubblico e privato orientate alle pubblicazioni scientifiche sono cresciute in media tra il 2014 ed il 2021 con un valore pari al 24,44%. La crescita delle pubblicazioni scientifiche realizzate in collaborazione tra il pubblico ed il privato è un elemento essenziale per fare crescere il know-how a livello paese. La ricerca e sviluppo ed anche l’innovazione tecnologica richiedono una significativa collaborazione tra istituzioni diverse, siano esse pubbliche e private. Infatti, la collaborazione tra istituzioni ed aziende, tra ricercatori pubblici e privati, soprattutto se avviene in un contesto internazionale, consente di incrementare il valore aggiunto degli outputs connessi all’economia della conoscenza.














domenica 20 febbraio 2022

Le PMI collaborative nell’innovazione in Europa


Il valore delle PMI collaborative nel senso dell’innovazione tecnologica in Europa è cresciuto di un ammontare medio pari a 42,56% tra il 2014 ed il 2021.

 

L’European Innovation Scoreboard-EIS calcola il valore delle piccole e medie imprese innovative che collaborano con altre PMI o istituzioni in percentuale del totale delle piccole e medie imprese. Per collaborazione si intende l’aver attivato degli accordi di cooperazione avente ad oggetto delle attività di innovazione tecnologica. Tale indicatore è rilevante in quanto spesso le attività di innovazione tecnologica soprattutto nell’ambito dell’Innovation Comunication Technology-ICT richiedono degli investimenti nella cooperazione per poter condividere risorse, conoscenze rivolte alla realizzazione di prodotti e servizi innovativi. 

Ranking dei paesi europei per valore della cooperazione nell’innovazione tra PMI nel 2021. Al primo posto per valore della cooperazione nell’innovazione tra le PMI vi sono Cipro, l’Estonia, la Finlandia, e la Norvegia con un valore pari a 347,83.  Al secondo posto vi è il Belgio con un valore pari a 332,09. Al terzo posto il Regno Unito con un ammontare pari a 295,54. A metà classifica vi sono la Lituania con un ammontare pari a 162,40, seguita dalla Francia con un valore pari a 161,66 e il Lussemburgo con un ammontare pari a 154,75 unità. Chiudono la classifica la Bulgaria con un ammontare pari a 40,13, la Romania con un valore pari a 19,68 e l’Ucraina con un ammontare praei a 6,60 unità.

Ranking dei paesi europei per valore della variazione percentuale della cooperazione nell’innovazione delle PMI tra il 2014 ed il 2021. La Norvegia è al primo posto per valore della variazione percentuale della cooperazione nell’innovazione delle PMI con un valore pari a 292,3 pari ad un valore assoluto di 259,17, seguita dall’Italia con un valore di 266,26% pari ad una variazione assoluta di 126,68 e dalla Bulgaria con un ammontare pari a 172,92% pari ad un valore di 25,43 unità. A metà classifica vi sono la Germania dove il valore della cooperazione nell’innovazione tra le PMI è cresciuto del 33,94% pari ad un ammontare di 46,28 unità, la Slovacchia dove il medesimo valore è cresciuto di un ammontare di 26,81% pari ad un valore di 19,55 unità, e la Svezia con un ammontare di 23,27% pari ad un ammontare di 35,25 unità. Chiudono la classifica la Danimarca con un valore pari a -1,85% pari ad un ammontare di -3,19 unità, seguita dalla Slovenia con un ammontare pari a -8,05% pari ad un ammontare di 14,23 unità e la Macedonia del Nord con un valore pari a -15,58% pari ad un valore di 12,08 unità.

Cipro. Il valore delle imprese cooperative nel senso dell’innovazione a Cipro è cresciuto tra il 2014 ed il 2021 da un ammontare pari a 185,71 fino ad un valore di 347,83 ovvero pari ad una variazione di 162,12 pari ad un ammontare di 87,30%. Tra il 2014 ed il 2016 il valore delle imprese cooperative nell’innovazione in Estonia è diminuito da un ammontare pari a 185,71 fino ad un valore di 138,15 ovvero pari ad una variazione di -47,56 unità pari ad una variazione di -25,61%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore delle PMI cooperative nell’innovazione è diminuito da un valore di 138,15 fino ad un valore di 105,06 ovvero pari ad una variazione di -33,09 unità pari ad una variazione di -23,95%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore delle PMI innovative nella cooperazione è rimasto costante ad un valore di 105,06 per poi crescere nel 2021 ad un ammontare di 347,83 ovvero di un valore pari a 242,77 unità pari ad una variazione di 231,09%.


Estonia.
Il valore delle PMI cooperative nell’innovazione in Estonia è cresciuto tra il 2014 ed il 2021 da un ammontare pari a 192,28 fino ad un valore di 347,83 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 155,55 unità pari ad un valore di 80,90%. Tra il 2014 ed il 2016 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione in Estonia è rimasto costante ad un valore di 192,28 unità. Tra il 2016 ed il 2017 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è diminuito da un ammontare pari a 192,28 unità fino ad un valore di 126,08 unità ovvero pari ad una variazione di -66,21 % pari ad un ammontare di -34,43. Tra il 2017 ed il 2018 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è rimasto costante ad un valore di 126,08 unità. Tra il 2018 ed i 2019 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è cresciuto da un ammontare di 126,08 unità fino ad un valore di 308,42 unità ovvero pari ad una variazione di 182,35 unità pari ad un valore di 144,63%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore delle imprese collaborative nell’innovazione è rimasto costante ad un valore di 308,42 per poi crescere tra il 2020 ed il 2021 da un valore di 308,42 fino ad un valore di 347,83 ovvero una variazione di 39,42 unità pari ad una variazione del 12,78%.

Finlandia. Il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è cresciuto tra il 2014 ed il 2021 da un ammontare pari a 172,57 unità fino ad un valore di 347,83 unità ovvero pari ad una variazione di 175,26 unità pari ad una variazione di 101,56%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è cresciuto da un ammontare pari a 172,57 fino ad un valore di 205,42 unità ovvero pari ad una variazione di 32,85 unità pari ad una variazione di 19,03%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione in Finlandia è rimasto costante ad un ammontare di 205,42 per poi crescere tra il 2018 ed il 2019 da un ammontare pari a 205,42 fino ad un valore di 265,49 ovvero pari ad una variazione di 60,08 unità pari una variazione del 29,25%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è rimasto costante ad un valore di 265,49 unità per poi crescere tra il 2020 ed il 2021 da un ammontare di 265,49 unità fino ad un valore di 347,83 unità ovvero pari ad una variazione di 82,34 unità pari ad un valore di 31,01%. +

Conclusioni. Il valore delle PMI collaborative nell’innovazione è cresciuto di un ammontare medio pari ad un valore del 42,56% tra il 2014 ed il 2021. La collaborazione tra le piccole e medie imprese è necessaria per garantire un sistema produttivo che sia attivamente rivolto alla produzione di nuovi prodotti e servizi. E’ chiaro tuttavia che la cooperazione richiede anche un modello manageriale dell’innovazione che sia aperto ed una cultura dell’innovazione diffusa. Per esempio l’idea di open innovation, la condivisione di hub, spazi comuni di innovazione, la partecipazione a programmi di innovazione condivisi, sono elementi che richiedono un orientamento alla cooperazione nell’innovazione che deve essere presente sia nell’interno della struttura gestionale dell’impresa che anche nel contesto nel quale l’impresa opera. Inoltre occorre anche considerare che la collaborazione tra imprese nell’innovazione può anche mettere le basi per future operazioni di Merger and Acquisition che potrebbero consentire alle PMI di diventare imprese di grandi dimensioni con impatti considerevoli in termini di generazione di valore aggiunto.

Reference: A. Costantiello, L. Laureti, A. Leogrande, L’Economia dell’Innovazione Tecnologica in Europa. Metriche, Modelli e Politiche nel Periodo 2000-2019, Edizioni Accademiche Italiane 1, 208, 2021.

 








La Durata dei Procedimenti Civili nelle Regioni Italiane

 

È diminuita in media del 10,98% tra il 2012 ed il 2019


L’Istat-BES calcola la durata dei procedimenti civili nelle regioni italiane. I dati fanno riferimento alla durata media effettiva in giorni dei procedimenti definiti presso i tribunali ordinari. I dati sono prodotti dal Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi-Direzione Generale di Statistica ed Analisi Organizzativa. I dati fanno riferimento al periodo 2012-2019.

Ranking delle regioni per valore della durata dei procedimenti civili nelle regioni italiane nel 2019. La Basilicata è al primo posto per la durata dei procedimenti civili nel 2019 con un valore pari a 760 giorni, seguita dalla Calabria con una durata di 755 giorni, e dalla Puglia con un valore di 637 giorni. A metà classifica vi sono il Molise con un valore di 422 giorni, la Toscana con un valore di 375 giorni, e l’Abruzzo con un valore di 341 giorni. Chiudono la classifica Friuli-Venezia Giulia con un valore di 193 giorni, Trentino-Alto Adige con un valore di 171 giorni e Valle d’Aosta con un valore di 136 giorni. Nel 2019 il valore medio della durata dei procedimenti civili è stato pari ad un valore di 398 giorni nelle regioni italiane.

Ranking delle regioni per variazione percentuale della durata dei procedimenti civili tra il 2012 ed il 2019. Il Trentino-Alto Adige è al primo posto valore della variazione percentuale della durata dei procedimenti civili tra il 2012 ed il 2019 con un valore pari a 13,25% pari ad una variazione di 20 unità, seguito al secondo posto con un valore di 6,39% pari ad una variazione di 29 unità, seguito dalla Lombardia con una variazione di 4,47% pari ad una variazione di 11 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte con un variazione pari a -4,41% pari ad una variazione di 9 unità, seguita dalla Toscana con una variazione di -4,82% pari ad una variazione di -19 unità, seguito dalla Sardegna con una variazione di -5,2% pari ad una variazione di -27 unità.

Nord. Il numero di giorni di durata dei procedimenti civili nel Nord Italia è cresciuto tra il 2012 ed il 2019 da un ammontare di 272 giorni fino ad un valore di 257 giorni ovvero pari ad una riduzione di 15 giorni pari ad un valore di -5,51%. Tra il 2012 ed il 2013 il valore della durata dei procedimenti civili nel Nord Italia è diminuito da un ammontare di 272 giorni fino ad un valore di 262 giorni ovvero una riduzione di 10 giorni pari ad una variazione di -3,68%. Tra il 2013 ed il 2014 il valore della durata dei procedimenti civili nel Nord Italia è cresciuto da un ammontare di 262 fino ad un valore di 271 giorni ovvero una variazione di 9 giorni pari ad un ammontare di 3,44%. Tra il 2014 ed il 2015 il valore della durata dei procedimenti civili nel Nord Italia è cresciuto da un ammontare di 271 fino ad un valore di 283 giorni ovvero pari ad una variazione di 12 giorni pari ad un ammontare di 4,43%. Tra il 2015 ed il 2016 il valore dei procedimenti civili nel Nord Italia è cresciuto da un ammontare di 271 giorni fino ad un valore di 283 giorni ovvero pari ad una variazione di 12 unità pari ad un ammontare di 4,43%. Tra il 2015 ed il 2016 il valore della durata dei procedimenti civili è diminuito da un ammontare di 283 giorni fino ad un valore di 269 giorni ovvero pari ad una variazione di -14,00 giorni pari a -4,95%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore della durata dei procedimenti civili è diminuito da un ammontare di 269 giorni fino ad un valore di 263 giorni ovvero pari ad una variazione di -6,00 unità pari ad un ammontare di -2,23%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore della durata dei procedimenti civili nel Nord Italia è cresciuto da un ammontare di 263 giorni fino ad un valore di 270 giorni ovvero pari ad una variazione di 7 unità pari ad un valore di 2,66%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore della durata dei procedimenti civili nel Nord Italia è diminuito da un ammontare di 270 giorni fino ad un valore di 257 giorni pari a un ammontare di -13,00 giorni pari a -4,81%.

Centro. La durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è cresciuta da un ammontare di 422 nel 2012 fino ad un ammontare di 404 nel 2019 ovvero una variazione pari ad un ammontare di -18 giorni pari ad un ammontare di -4,27%. Tra il 2012 ed il 2013 la durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è diminuita da un ammontare di 422 giorni fino ad un valore di 412 giorni ovvero pari ad una variazione di -10,00 giorni pari ad un ammontare di -2,37%. Tra il 2013 ed il 2014 la durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è cresciuto da un ammontare di 412,00 giorni fino ad un valore di 413 giorni ovvero pari ad una variazione di 19,00 giorni pari ad un ammontare di 4,61%. Tra il 2014 ed il 2015 la durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è cresciuto da un ammontare di 431,00 giorni fino ad un valore di 436 giorni ovvero pari ad una variazione di 5,00 giorni pari ad un ammontare di 1,16%. Tra il 2015 ed il 2016 il valore della durata dei procedimenti civili è diminuito da un ammontare di 436 giorni fino ad un valore di 424 giorni ovvero pari ad una variazione di -12,00 giorni equivalente ad un ammontare di -2,75%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore della durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è diminuita da un ammontare di 424 giorni fino ad un valore di 411 giorni ovvero pari ad un valore di -13,00 giorni pari ad una variazione di -3,07%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore della durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è diminuita da un ammontare di 411,00 giorni fino ad un valore di 407 giorni ovvero pari ad una variazione di -4,00 unità pari ad un valore di -0,97%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore della durata dei procedimenti civili nel Centro Italia è diminuita da un ammontare di 407 giorni fino ad un valore di 404 giorni ovvero pari ad una variazione di -3,00 giorni pari ad un ammontare di -0,74%.

Mezzogiorno. Il valore della durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è diminuito da un ammontare pari a 697 giorni nel 2012 fino ad un valore di 583 giorni nel 2019 ovvero una riduzione di -114 giorni pari ad un ammontare di -16,36%. Tra il 2012 ed il 2013 la durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è aumentata da un valore di 697 giorni fino ad un valore di 704 giorni ovvero pari ad una variazione di 7 giorni pari ad un ammontare di 1,00%. Tra il 2013 ed il 2014 la durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è cresciuta da un ammontare di 704 giorni fino ad un valore di 756,00 giorni ovvero pari ad una variazione di 52 giorni pari ad un ammontare di 7,39%. Tra il 2014 ed il 2015 la durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è diminuita da un ammontare di 765 giorni fino ad un valore di 733 giorni ovvero pari ad una variazione di -23,00 unità pari ad una variazione di -3,04%. Tra il 2015 ed il 2016 il valore della durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è diminuito da un ammontare di 733 giorni fino ad un valore di 696 giorni ovvero una riduzione di -37 giorni pari ad un ammontare di -5,05%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore della durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è diminuita da un valore di 696 giorni fino ad un valore di 632 giorni ovvero pari ad un valore di -64 giorni pari ad una variazione di -9,20%. Tra il 2017 ed il 2018 la durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è diminuita da un ammontare di 632 giorni fino ad un valore di 592 giorni ovvero pari ad un ammontare di -40,00 giorni pari ad un ammontare di -6,33 unità. Tra il 2018 ed il 2019 la durata dei procedimenti civili nel Mezzogiorno è diminuita da un ammontare di 592 giorni fino ad un valore di 583 giorni ovvero pari ad un valore di -9,00 giorni pari ad una variazione id -1,52%.

Matrice di correlazione. Attraverso l’analisi della matrice di correlazione dei valori della durata dei giorni dei procedimenti civili è possibile verificare che in genere le regioni italiane presentano un grado di correlazione positiva. Tuttavia, vi sono delle eccezioni. Di seguito viene quindi indicato l’ordinamento delle regioni italiane che presentano un grado di correlazione negativa con altre regioni ovvero:

  • ·         Trentino-Alto Adige: presenta un grado di correlazione negativa con l’Emilia-Romagna -0,8, il Friuli-Venezia Giulia con un ammontare di -0,79, l’Abruzzo con un valore di -0,67, Lazio con un valore di -0,54, Puglia con un valore di -0,49, Campania con un valore di -0,327, Basilicata con un valore di -0,27, Sardegna con un valore di -0,23, Marche con un valore di -0,1781, Sicilia con un valore di -0,06, e Toscana con un ammontare di -0,0495 unità;
  • ·         Lombardia: presenta un grado di correlazione negativa con l’Emilia-Romagna -0,5653, il Friuli-Venezia Giulia con un ammontare di -0,5242, la Puglia con un valore di -0,50, l’Abruzzo con un valore di -0,48 unità, il Lazio con un valore di -0,44, Basilicata con un ammontare di -0,3334, Campania con un variazione di -0,3316, Sicilia con un variazione di -0,1891, e Sardegna con un valore di -0,0304.
  • ·         Liguria: presenta una correlazione negativa con il Trentino-Alto Adige con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,583, Calabria con una variazione del coefficiente di correlazione pari a -0,39, Veneto con una variazione del coefficiente di correlazione pari a -0,30, Umbria con una variazione del coefficiente di correlazione pari a -0,19, e Molise con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,14;
  • ·         Piemonte: è correlato negativamente con la Liguria con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,102 unità, con il Friuli-Venezia Giulia con un valore del coefficiente di correlazione pari ad un ammontare di -0,1631, con l’Emilia-Romagna con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,1578, e dal Lazio con un valore del coefficiente di correlazione pari ad un ammontare di -0,1746;
  • ·         Friuli-Venezia Giulia: presenta una correlazione negativa con l’Umbria con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,38, con il Molise con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,3257, e con la Calabria con un valore del coefficiente di correlazione pari ad un ammontare di -0,4099;
  • ·         Valle d’Aosta: presenta una correlazione negativa con il Trentino-Alto Adige con un ammontare di -0,583, e con l’Umbria con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,1206;
  • ·         Emilia-Romagna: presenta una correlazione negativa con il Molise con un valore del coefficiente di correlazione pari a -0,0601, e con la Calabria con un ammontare di -0,3944 unità;
  • ·         Lazio: presenta una correlazione negativa con il Molise con un ammontare pari a -0,1698 e con la Calabria con un ammontare di -0,2522 unità;
  • ·         Toscana: presenta una correlazione negativa con il Lazio con un ammontare pari a -0,0204 unità.

L’analisi della matrice di correlazione mette in risalto che le regioni che maggiormente presentano correlazione negative con altre regioni in termini di durata dei giorni dei procedimenti civili sono anche le regioni che hanno una durata dei processi più bassa. Infatti mentre la media della durata dei procedimenti civili in generale per le regioni italiane nel 2019 è stata pari ad un valore di 398,1 giorni, la durata dei procedimenti civili nelle regioni che presentano correlazioni negative è pari a 254 giorni ovvero risultano essere più efficienti del 35% con una riduzione dei giorni dei procedimenti civili pari ad un ammontare di 143,21 giorni.

Conclusioni. La durata dei procedimenti civili nelle regioni italiane è diminuita in media da un ammontare di -49,10 unità ovvero di un valore di -10,98% tra il 2012 ed il 2019. Tuttavia, persistono delle significative differenze tra il Nord, il Centro ed il Mezzogiorno d’Italia. Nel Nord la durata dei procedimenti civili nel 2019 è stata pari ad un valore di 257 giorni, nel Centro pari ad un valore di 404 giorni e nel Mezzogiorno pari a 583 giorni. Un procedimento civile nel Centro Italia dura circa 147 giorni in più rispetto al Nord ovvero con una crescita del 57,19% della durata. Un procedimento civile nel Mezzogiorno dura 326 giorni in più del Nord ovvero una crescita di 126,85%.

 

 









 




giovedì 17 febbraio 2022

Le Donne Elette nei Consigli Regionali in Italia

 

Sono aumentare del 71,85% tra il 2012 ed il 2020

 

L’Istat nell’ambito dell’ISTAT-BES considera la variabile “Donne e rappresentanza politica a livello locale”. Si tratta di una variabile che prende in considerazione la percentuale delle donne elette nei Consigli regionali sul totale degli eletti.

 

Ranking delle regioni italiane per valore delle donne e rappresentanza politica a livello locale nel 2020. L’Umbria è al primo posto per valore delle donne elette nel consiglio regionale nel 2020 con un ammontare pari a 38,1%, seguita dal Veneto con un valore pari a 35,3% e dalla Toscana con un ammontare pari a 35%. A metà classifica vi sono la Lombardia con un ammontare pari a 24,7%, seguita dalla Sicilia con un valore pari a 21,4% e dalla Liguria con un ammontare pari a 19,4%. Chiudono la classifica la Valle d’Aosta con un ammontare pari a 11,4%, seguita dalla Calabria con un ammontare di 9,7% e dalla Basilicata con un valore pari a 4,8%. In media la percentuale delle donne elette nei consigli regionali nel 2020 è stata pari ad un valore di 21,76%.

Ranking delle regioni per valore della variazione assoluta delle donne elette ai consigli regionali tra il 2012 ed il 2021. Il Veneto è al primo posto per valore della variazione assoluta delle donne elette al consiglio regionale tra il 2012 ed il 2021 con un ammontare pari ad 28,60 equivalente ad un ammontare di 426,87%, seguito dal Molise con un ammontare pari a 25,30 unità pari a 766,67% e dall’Umbria con un valore pari a 22,00 unità pari ad un ammontare di 136,65%. A metà classifica vi sono la Calabria con una variazione pari ad un valore di 9,60 unità, seguito dalla Puglia con un valore pari a 9,40 unità e dal Friuli-Venezia Giulia con un ammontare pari a 9,20 unità. Chiudono la classifica la Valle d’Aosta con un ammontare di -2,90 unità pari a -20,28%, seguito dal Piemonte con un ammontare di -7,60 unità pari a -32,62% e dalla Campania con una variazione di -7,80 unità equivalente ad un ammontare di -33,19%. In media il valore delle donne elette nei consigli regionali è cresciuto di un ammontare di 9,10 unità nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2021.

Nord. Il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Nord è cresciuto tra i l 2012 ed il 2020 da un ammontare pari a 13,8 unità fino ad un valore di 23,2 nel 2020 ovvero pari ad una variazione di 9,40 unità pari ad un ammontare di 68,12%. Tra il 2012 ed il 2013 il valore delle donne elette nei consigli regionali è cresciuto da un ammontare di 13,8 unità fino ad un valore di 18,1 unità pari ad un ammontare di 4,30 unità pari ad un valore di 31,16%. Tra il 2013 ed il 2014 la percentuale delle donne elette nei consigli regionali nel Nord è cresciuto da un ammontare di 18,1 unità fino ad un valore di 20 unità ovvero una variazione di 1,90 unità pari ad un ammontare di 10,50%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore della percentuale delle donne elette nei consigli regionali nel Nord è cresciuto da un ammontare di 20,00 unità fino ad un valore di 22,2% ovvero pari ad una variazione di 2,20 unità pari ad un ammontare di 11,00%. Tra il 2015 ed il 2017 la percentuale delle donne elette nei consigli regionali nel Nord è rimasto costante ad un ammontare di 22,2% per poi crescere fino ad un ammontare di 23,9% ovvero pari ad una variazione di 1,70 unità pari ad un valore di 7,66%. Tra il 2018 ed il 2019 la percentuale delle donne elette nei consigli regionali nel Nord è diminuita da un ammontare di 23,9% fino ad un valore di 22,8% ovvero pari ad una riduzione di -1,10 unità pari ad un valore di -4,60%. Nel passaggio tra il 2019 ed il 2020 la percentuale delle donne elette nel consiglio regionali è cresciuto da un ammontare di 22,8% fino ad un valore di 23,2% ovvero pari ad una riduzione di 0,40 unità pari ad un valore di 1,75%.

Centro. Il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Centro è cresciuto tra il 2012 ed il 2020 da un ammontare di 17,1% fino ad un valore di 32,9% ovvero pari ad una variazione di 15,80 unità pari ad una variazione di 92,40%. Tra il 2012 ed il 2013 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Centro Italia è cresciuto da un ammontare di 17,1 unità fino ad un valore di 17,8 unità ovvero pari ad una variazione di 0,70 unità pari ad un ammontare di 4,09%. Tra il 2013 ed il 2014 il valore delle donne elette nei consigli regionali è rimasto constante ad un ammontare di 17,8% per poi crescere al 22% nel 2015 ovvero pari ad una variazione di 4,40 unità pari ad una variazione di 24,72%. Tra il 2015 ed il 2017 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Centro è rimasto costante ad un ammontare di 22,2%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore delle donne elette nei consigli regionali è cresciuto da un ammontare di 22,2% fino ad un valore di 25,7% ovvero pari ad una variazione di 3,50 unità pari ad una variazione di 15,77%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Centro Italia è cresciuto da un ammontare di 25,7 unità fino ad una variazione di 28,5 unità ovvero pari ad una variazione di 2,80 unità pari ad una variazione di 10,89%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Centro Italia è cresciuto da un ammontare di 28,5 unità fino ad una variazione di 32,9 unità pari ad una variazione di 4,40 unità pari ad una variazione di 15,44%.

Mezzogiorno. Il valore delle donne elette nei consigli regionali del Mezzogiorno è cresciuto tra il 2012 ed il 2020 da un ammontare pari a 10,1 unità fino ad un valore di 15,8 unità ovvero una variazione di 5,70 unità pari ad una variazione di 56,44%. Tra il 2012 ed il 2013 la percentuale delle donne elette nei consigli regionali è cresciuto da un ammontare di 10,1 unità fino ad una variazione di 10,7 unità ovvero pari ad una variazione di 0,60 unità pari ad una variazione di 5,94%. Tra il 2013 ed il 2014 il valore delle donne elette nei consigli regionali è rimasto costante ad un ammontare di 10,7 unità. Tra il 2014 ed il 2015 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Mezzogiorno è cresciuto da un ammontare di 10,7 unità fino ad un valore di 11,8 unità ovvero pari ad una variazione di 1,10 unità pari ad un ammontare di 10,28%. Tra il 2015 ed il 2016 il valore delle donne elette nei consigli regionali è rimasto costante ad un ammontare di 11,8%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Mezzogiorno è cresciuto da un ammontare di 11,8 unità fino ad un variazione di 12,5 unità ovvero pari ad un ammontare di 0,70 unità pari ad una variazione di 5,93%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Mezzogiorno è cresciuto da un ammontare di 12,5 unità fino ad una variazione di 13,4 unità ovvero pari ad una variazione di 0,90 unità pari ad una variazione di 7,20%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore delle donne elette nei consigli regionali nel Mezzogiorno è cresciuto da un ammontare di 13,4 unità fino ad una variazione di 15,8 unità ovvero pari ad una variazione di 2,40 unità pari ad un ammontare di 17,91%. Tra il 2019 ed il 2020 l’ammontare delle donne elette nei consigli regionali è rimasto constate ad un valore di 15,8.

Conclusione. In sintesi la percentuale delle donne elette nei consigli regionali nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2020 è cresciuto da un ammontare di 12,6 fino ad un ammontare di 21,76 ovvero pari ad una variazione di 9,1 unità pari ad una variazione del 71,85%. Tuttavia, nonostante vi sono alcune regioni nelle quali la percentuale delle donne elette nei consigli regionali è diminuita tra il 2012 al 2020 ovvero Valle d’Aosta, Piemonte e Campania. Il centro Italia è la macro-regione italiana con la percentuale massima di donne elette nei consigli regionali nel 2020 con un valore pari a 32,9, mentre nel Nord tale valore è pari a 23,2 unità e nel Sud è pari a 15,8. Nonostante la percentuale delle donne elette nei consigli regionali sia cresciuta tale valore è comunque sempre inferiore al 50%. Ne deriva che nel migliore dei casi le donne presenti nei consigli regionali sono circa il 30%. Occorre quindi modificare le metodologie di costruzione delle liste elettorali per evitare che le donne vengano candidate soltanto per rispettare i limiti delle “quote rosa”. Infatti quello che è rilevante non è soltanto il fatto che le donne costituiscano il 50% delle liste elettorali. Al contrario è molto più rilevante che le donne costituiscano il 50% degli eletti nei consigli regionali. Pertanto è necessario rivedere le leggi elettorali per fare in modo che gli organi decisionali regionali siano costituiti al 50% da donne e uomini.

















 

I Legami dell’Innovazione in Europa

 

Tra il 2014 ed il 2021 sono cresciuti del 22,79%

 

L’European Innovation Scoreboard-EIS analizza la variabile “Linkages” in grado di offrire una rappresentazione del valore delle relazioni che le imprese, i ricercatori ed i lavoratori sviluppano nel mercato ed anche a livello internazionale per sviluppare l’innovazione tecnologica. In modo particolare la variabile Linkages è composta da tre sotto-variabili ovvero “Percentuale delle Piccole e Medie Imprese Innovative Collaborative”, “Pubblicazioni Scientifiche in Collaborazione tra il Pubblico ed il Privato” e “Mobilità delle Risorse Umane nei Settori Tecnico-Scientifici”. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2014 ed il 2021 e fanno riferimento a 38 paesi dell’Unione Europea.

Ranking dei paesi europei per valore dei linkages nel 2021. L’Islanda è al primo posto per valore degli innovation linkages con un valore pari a 265,96, seguito da Cipro con un valore pari a 247,96 e dall’Estonia con un valore pari a 241,70. A metà classifica vi sono Francia con un valore pari a 152,99 unità, seguita dalla Grecia con un ammontare di 147,10 unità e dal Portogallo con un valore pari a 138,07 unità. Chiudono la classifica la Bosnia con un valore pari a 32,75, seguita dalla Romania con un ammontare pari a 21,54 e dall’Ucraina con un valore pari a 13,68 unità.

Ranking dei paesi europei per variazione percentuale del valore dell’innovation linkages tra il 2014 ed il 2021. L’Ucraina è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’innovation linkages tra il 2014 ed il 2021 con un ammontare pari a 441,46% pari ad un valore di 10,65 unità, seguito dalla Bosnia con un valore di 217,03% pari ad un valore di 18,33%, seguito dalla Macedonia del Nord con un valore pari a 189,58% pari ad un ammontare di 37,43 unità. A metà classifica vi sono la Romania con un ammontare pari a 132,39% pari ad un valore di 6,41 unità, seguito dalla Germania con un valore di 126,61% pari ad un ammontare di 49,79 unità e dalla Spagna con un valore pari a 120,84% pari ad un ammontare di 28,13 unità. Chiudono la classifica l’Olanda con un valore di 94,28% pari ad un ammontare di 8,32 unità, seguita dalla Danimarca con un ammontare di 91,78% pari ad un valore di 3,98 unità e dal Montenegro con un valore pari a 90,73% pari ad un ammontare di 0,46 unità.

Islanda. Il valore degli innovation linkages in Islanda è aumentato tra il 2014 ed il 2021 da un ammontare pari a 251,57 fino ad un valore di 265,96 ovvero pari ad un ammontare di 14,39 unità pari ad un valore di 5,72%. Tra il 2014 ed il 2017 il valore degli innovation linkages in Islanda è rimasto costante ad un ammontare di 251,57 unità. Tra il 2017 ed il 2018 il valore degli innovation linkages in Islanda è aumentato da un ammontare di 251,57 unità fino ad un valore di 275,44 unità ovvero pari ad un valore di 23,87 unità pari ad un ammontare di 9,49%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore degli innovation linkages in Islanda è aumentato da un ammontare di 275,44 unità fino ad un valore di 284,03 unità ovvero pari ad un ammontare di 8,59 unità pari ad un valore di 3,12%. Tra il 2ì019 ed il 2020 il valore degli innovation linkages in Islanda è diminuito da un ammontare di 284,03 unità fino ad un valore di 277,80 unità ovvero pari ad una variazione di -6,23 unità pari ad un ammontare di -2,19%. Tra il 2020 ed il 2021 il valore degli innovation linkages in Islanda è diminuito da un ammontare di 277,80 unità fino ad un valore di 265,96 unità ovvero pari ad una variazione di -11,84 unità pari ad un valore di -4,26%.

Cipro. Il valore degli innovation linkages a Cipro è cresciuto tra il 2014 ed il 2021 da un ammontare pari a 144,42 fino ad un valore di 247,96 ovvero una variazione di 103,53 unità pari ad un valore di 71,69%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore degli innovation linkages è cresciuto da un ammontare di 144,42 unità fino ad un valore di 145,05 unità ovvero pari ad un valore di 0,62 unità pari ad un valore di 0,43%. Tra il 2015 ed il 2016 il valore degli innovation linkages a Cipro è cresciuto da un ammontare di 145,05 unità fino ad un valore di 150,42 unità ovvero pari ad un valore di 5,37 unità pari ad un ammontare di 3,70%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore degli innovation linkages a Cipro è diminuito da un ammontare pari a 150,42 unità fino ad un valore di 138,79 unità ovvero pari ad una variazione di -11,63 unità pari ad un valore di -7,73%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore degli innovation linkages a Cipro è cresciuto da un ammontare di 138,79 fino ad un valore di 155,73 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 16,34 unità pari ad un valore di 11,78%. Tra il 2018 ed il 2019 il valore degli innovation linkages a Cipro è diminuito da un ammontare di 155,13 unità fino ad un valore di 151,73 unità ovvero pari ad una variazione di -3,40 unità pari ad un ammontare di -2,19%. Tra il 2019 ed i l 2020 il valore degli innovation linkages a Cipro è cresciuto da un ammontare da 151,73 unità fino ad un valore di 173,07 unità ovvero pari ad una variazione di 21,34 unità pari ad un ammontare di 14,06%. Tra il 2020 ed il 2021 il valore degli innovation linkages a Cipro è cresciuto da un ammontare di 173,07 unità fino ad un valore di 247,96 unità ovvero pari ad una variazione di 74,89 unità pari ad un valore di 43,27%.

Estonia. Il valore degli innovation linkages in Estonia è cresciuto da un ammontare di 140,03 unità fino ad un valore di 241,70 unità ovvero pari ad una variazione di 101,67 unità pari ad un valore di 72,61% tra il 2014 ed il 2021. Tra il 2014 ed il 2015 il valore degli innovation linkages è diminuito da un ammontare di 140,03 unità fino ad un valore di 137,32 unità ovvero pari ad una variazione di -2,71 unità pari ad un valore di -1,94%: Tra il 2015 ed il 2016 il valore degli innovation linkages in Estonia è cresciuto da un ammontare di 137,32 unità fino ad un valore di 140,13 unità pari ad un valore di 2,81 unità pari ad un ammontare di 2,05%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore degli innovation linkages è diminuito in Estonia da un ammontare di 140,13 unità fino ad un valore di 129,59 unità ovvero pari ad una variazione di -10,54 ovvero pari ad un valore di -7,52%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore degli innovation linkages in Estonia è cresciuto da un ammontare di 129,59 unità fino ad un valore di 134,86 unità ovvero pari ad un valore di 5,27 unità pari ad un valore di 4,06%. Nel passaggio tra il 2018 ed il 2019 il valore degli innovation linkages è cresciuto da un ammontare di 134,86 unità fino ad un valore di 209,01 unità ovvero pari ad una variazione di 74,15 unità pari ad un valore di 54,99%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore degli innovation linkages in Estonia è cresciuto da un ammontare di 209,01 unità fino ad un valore di 227,17 unità ovvero pari ad un valore di 18,16 unità pari ad un ammontare di 8,69%. Tra il 2020 ed il 2021 il valore degli innovation linkages è cresciuto da un ammontare di 227,17 unità fino ad un valore di 241,70 unità pari ad una variazione di 14,53 unità pari ad una variazione di 6,40%.

Conclusioni. Il valore degli innovation linkages è particolarmente rilevante come indicatore in grado di dare una rappresentazione alla capacità delle imprese di intessere delle relazioni tra di loro, con le pubbliche amministrazione ed anche di generare un mercato dinamico per le persone aventi digital skills ed operanti nelle discipline STEM. I paesi che hanno maggiori livelli di innovazioni tendono ad operare come dei sistemi aperti all’innovazione ed hanno anche una elevata capacità di attrarre investimenti nella ricerca e sviluppo. Tali caratteristiche sono tipiche di sistemi economici che hanno puntato sulla qualificazione del capitale umano e che hanno sviluppato la capacità delle imprese di operare creativamente nella produttività crescente. Ne deriva un modello di mercato che non è basato soltanto sulla competizione dura e cruda quanto piuttosto su sistemi di collaborazione che aprono alla possibilità di realizzare la co-opetizione.

Reference: Costantiello, A., Laureti, L., Leogrande, A., & Matarrese, M. (2021). The Innovation Linkages in Europe. Available at SSRN 3983218.






















martedì 15 febbraio 2022

Le Innovazioni di Processo in Europa


Sono cresciute di un valore medio del 22,06% per il 36 paesi considerati tra il 2014 ed il 2021

L’European Innovation Scoreboard della Commissione Europea calcola il valore delle innovazioni di processo in Europa. La variabile è costituita da un rapporto tra il numero di piccole e medie imprese che hanno introdotto almeno un’innovazione di processo espresso in percentuale sul numero totale delle piccole e medie imprese. Le innovazioni di processo possono riguardare per esempio il marketing e l’organizzazione aziendale. I dati fanno riferimento a 36 paesi europei tra il 2014 ed il 2021.

Ranking dei paesi europei per valore dell’innovazione di processo in Europa nel 2021. Il Belgio è al primo posto per valore delle innovazioni di processo in Europa con un valore pari a 210,41, a parimerito con Cipro. Al secondo posto vi è la Grecia con un valore pari a 209,88 seguita dalla Germania con un valore pari a 208,19. A metà classifica vi sono il Montenegro con un valore pari a 140,23, seguito da Malta con un ammontare pari a 131,46 e dall’Olanda con un valore pari a 130,12. Chiudono la classifica il Regno Unito con un valore pari a 14,93, la Polonia con un valore pari a 12,57 e la Romania con un ammontare pari a 0,00.

Ranking dei paesi europei per variazione percentuale dell’innovazione di processo tra il 2014 ed il 2021. La Norvegia è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’innovazione di processo tra il 2014 ed il 2021 con un ammontare pari a 264,30 ed un valore pari a 141,02, seguita dalla Lituania con un valore pari a 155,29% pari ad un ammontare di 91,14, e dall’Estonia con un valore pari a 120,10 unità pari ad un ammontare di 120,10 unità. A metà classifica vi sono la Lettonia con un ammontare pari a 27,14% pari ad un ammontare di 11,48 unità, seguita dalla Serbia con un ammontare pari a 22,16% pari ad un valore di 26,42 unità e dalla Macedonia del Nord con un valore pari a 17,62 % pari ad un valore di 14,75 unità. Chiudono la classifica l’Ungheria con un valore pari a -51,09% pari ad un valore di -22,76 unità, seguita dal Regno Unito pari ad un valore di -81,65% pari ad un valore di -66,44 unità e dalla Romania con un ammontare di -100,00% pari ad un valore di -18,18 unità.

Belgio. Il valore dell’innovazione di processo in Belgio è cresciuto tra il 2014 ed il 2021 da un ammontare di 131,25 unità fino ad un valore di 201,41 unità ovvero pari ad una variazione di 79,16 unità pari ad un valore di 60,31%. Tra il 2014 ed il 2015 il valore dell’innovazione di processo in Belgio è rimasto costante ad un valore di 131,25, valore che ha conservato anche nel 2016. Tra il 2016 ed il 2017 il valore dell’innovazione di processo in Belgio è cresciuto da un ammontare di 131,25 unità fino ad un valore di 181,74 unità ovvero pari ad una variazione di 50,48 unità pari ad un ammontare di 38,46%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore dell’innovazione di processo in Belgio è rimasto constante ad un valore di 181,74 unità per poi diminuire nel 2019 ad un valore di 141,94 unità ovvero pari ad una variazione di -39,80 unità pari ad un valore di -21,90%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore dell’innovazione di processo in Belgio è rimasto costante ad un valore di 141,94 per poi crescere nel 2021 ad un valore di 201,41 unità pari ad una crescita di 68,48 unità pari ad un valore di 48,24%.

Cipro. Il valore dell’innovazione di processo a Cipro è cresciuto da un ammontare di 133,10 unità fino ad un valore di 210,41 unità ovvero pari ad una variazione di 77,31 unità ovvero pari ad un valore di 58,09%. Tra il 2014 ed il 2016 il valore dell’innovazione di processo a Cipro è rimasto costante ad un valore di 133,10 unità. Tra il 2016 ed il 2017 il valore dell’innovazione di processo a Cipro è diminuito da un ammontare di 133,10 unità fino ad un valore di 106,38 unità ovvero pari ad una variazione di -26,72 unità ovvero pari ad una variazione di -20,08%. Tra il 2017 ed il 2018 il valore dell’innovazione di processo è rimasto costante ad un valore di 106,38 per poi diminuire ad un valore di 95,29 unità ovvero pari ad un valore di -11,09 unità pari ad un ammontare di 10,42%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore dell’innovazione di processo a Cipro è rimasto costante ad un valore di 95,29 unità per poi crescere nel 2021 ad un valore di 210,41 unità ovvero pari ad una variazione di 115,12 unità ovvero pari ad una variazione di 120,81%.

Grecia. Il valore dell’innovazione di processo in Grecia è cresciuto tra il 2014 ed il 2021 da un  ammontare di 150,25 unità fino ad un valore di 209,88 unità ovvero pari ad una variazione assoluta di 59,63 unità pari ad un valore di 39,69%. Tra il 2014 ed il 2016 il valore dell’innovazione di processo in Grecia è rimasto costante ad un ammontare di 150,25 unità. Tra il 2016 ed il 2017 il valore dell’innovazione di processo in Grecia è diminuito da un ammontare di 150,25 unità fino ad un valore di 140,31 unità ovvero pari ad una variazione di -9,94 unità pari ad una variazione di -6,62%. Tra il 2016 ed il 2017 il valore dell’innovazione di processo è rimasto costante ad un ammontare di 140,31 unità per poi crescere nel 2019 ad un valore di 183,20 ovvero pari ad una variazione di 42,89 unità pari ad un valore di 30,57%. Tra il 2019 ed il 2020 il valore dell’innovazione di processo è rimasto costante ad un valore di 183,20 unità per poi crescere ad un valore di 209,88 unità ovvero pari ad una variazione di 26,68 unità pari ad un valore di 14,56%.

Conclusioni. In sintesi il valore dell’innovazione di processo nei paesi considerati tra il 2014 ed il 2021 è cresciuto del 22,06%. Occorre considerare che anche se dal punto di vista tecnologico l’innovazione di processo è certamente un fatto positivo, dal punto di vista occupazionale il ruolo dell’innovazione di processo è controverso. Infatti mentre è certamente vero che l’innovazione di prodotto genera un impatto positivo sull’occupazione, non è chiaro il ruolo positivo dell’innovazione di processo per l’aumento del numero degli occupati. Infatti è assai probabile che l’innovazione di processo generi disoccupazione nel breve periodo. Le innovazioni di processo sono per esempio costituite dall’automatizzazione di un insieme di attività routinarie che vengono realizzate attraverso dei software, con la robotizzazione o l’intelligenza artificiale e possono comportare significative modificazioni nelle metodologie di organizzazione aziendale. Ne deriva pertanto che se dal punto di vista dell’azienda l’innovazione di processo è certamente in grado di fare risparmiare delle risorse, dal punto di vista dell’occupazione l’innovazione di processo rischia di produrre disoccupazione con effetto netto controverso per il sistema economico complessivo.

Reference: Vivarelli, M., 2007. Innovation and employment: a survey (No. 2621). IZA Discussion Papers.