Tra il 2010 ed il
2021 sono cresciute del 59,33%
L’Eurostat calcola il valore
delle importazioni di beni e servizi. I dati sono disponibili tra il 2010 ed il
2021. I dati sono espressi in milioni di euro.
Ranking dei paesi per valore
delle importazioni di beni e servizi nel 2021. La Germania è al primo posto
per valore delle importazioni con un valore pari a 1.502.370 milioni di euro,
seguita dalla Francia con un valore pari a 785.046 milioni di euro, e dai Paesi
Bassi con un valore pari a 622.743 milioni di euro. A metà classifica ci sono
la Romania con un valore pari a 111.693,90 milioni di euro, dalla Finlandia con
un valore pari a 98.505 milioni di euro, e dal Portogallo con un valore pari a
95.604,50 milioni di euro. Chiudono la classifica l’Albania con un valore pari
a 6.776,70 milioni di euro, dal Kosovo con un valore pari a 5.190,90 milioni di
euro e dal Montenegro con un valore pari a 3.081,90 milioni di euro.
Ranking dei paesi per valore
della variazione percentuale delle importazioni di beni e servizi tra il 2010
ed il 2021. L’Irlanda è al primo posto per valore della variazione
percentuale delle importazioni di beni e servizi per un valore pari a
179,19% pari ad un ammontare di
260.003,40 milioni di euro, seguita dall’Estonia per un valore di 144,50% pari
ad un ammontare di 14,618,30 milioni di euro e dalla Serbia con un valore pari
a 136,73% pari ad un ammontare di 19.182,80 milioni di euro. A metà classifica
vi sono la Repubblica Ceca con un valore pari a 68,45% pari ad un ammontare di
67.540,70 milioni di euro, seguita dalla Danimarca con un valore pari a 66,90%
pari ad un valore di 70.886,20 milioni di euro e dalla Turchia con un valore
pari a 64,28% pari ad un ammontare di 95.868,80 milioni di euro. Chiudono la
classifica la Grecia con un valore pari a 33,96% pari ad un ammontare di
22,379,50 milioni di euro, seguita dalla Norvegia con un valore pari a 29,52%
pari ad un ammontare di 27.230,70 milioni di euro e dall’Italia con una
variazione pari a 24,48% pari ad un ammontare di 106.246,60 milioni di euro.
Ranking dei paesi per livello
delle esportazioni in percentuale delle importazioni tra il 2010 ed il 2021.
La Norvegia è al primo posto per valore delle esportazioni in percentuale delle
importazioni tra il 2010 ed il 2021 con un valore pari a 41,81% pari ad un
ammontare di 49.952 milioni di euro, seguita dall’Irlanda con un valore pari a
41,44% pari ad un ammontare di 167.885,50 milioni di euro, e dalla Svizzera con
un valore pari a 19,99% pari ad un ammontare di 80.480,60 milioni di euro. A
metà classifica vi sono il Belgio con un valore pari a 1,23% pari ad un
ammontare di 5.281,60 milioni di euro, seguito dall’Austria con un valore pari
a 1,05% pari ad un ammontare di 2.348,90 milioni di euro, e dalla Finlandia con
un valore pari a 0,58% pari ad un ammontare di 576 milioni di euro. Chiudono la
classifica l’Albania con un valore pari a -30,26% equivalente ad un avanzo
commerciale di -2.050,80 milioni di euro, seguita dal Montenegro con il 31,31%
pari ad un ammontare di -959,4 milioni di euro, e dal Kosovo con un valore pari
a -48,78% pari ad un ammontare di -2.532,20 milioni di euro.
Clusterizzazione con algoritmo
k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene
presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il
coefficiente di Silhouette. L’analisi mostra la presenza di due clusters come
indicati di seguito ovvero:
- · Cluster 1: Belgio, Spagna, Svizzera, Irlanda, Polonia, Turchia, Svezia, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Norvegia, Montenegro, Ungheria, Kosovo, Albania, Macedonia del Nord, Islanda, Lussemburgo, Bosnia, Finlandia, Cipro, Malta, Romania, Portogallo, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Serbia, Croazia, Lituania, Slovenia, Bulgaria;
- ·
Cluster 2:
France, Germany, Netherlands, Italy.
Dal punto di vista della mediana
risulta che il valore mediano del cluster 2-C2 è pari a 703.894,50 milioni di
euro mentre il valore mediano del cluster 1-C1 sia uguale a 92.637,4 milioni di
euro. Ne deriva pertanto che C2>C1.
Network Analysis con la
distanza di Manhattan. Applicando la network analysis mediante la distanza
di Manhattan è possibile individuare un insieme di strutture sia semplificate
che complesse. Esiste una struttura a network complessa presente tra Lituania,
Bulgaria e Slovenia. In modo particolare:
- · La Lituania ha una connessione con la Slovenia per un valore pari a 0,021 unità e con la Bulgaria per un valore pari a 0,017 unità;
- · La Bulgaria ha una connessione con la Lituania per un valore pari a 0,02 unità e con la Slovenia per un valore pari a 0,017 unità;
- · La Slovenia ha una connessione con la Bulgaria per un valore pari a 0,017 e con la Lituania per un valore pari a 0,021 unità.
Esiste una connessione tra
Kosovo, Montenegro, Albania, Islanda, Macedonia del Nord, Bosnia. In modo
particolare:
- · La Bosnia ha una connessione con la Macedonia del Nord per un valore pari a 0,022 unità, con l’Islanda per un valore pari a 0,017 unità e con l’Albania pari ad un valore di 0,032 unità.
- · La Macedonia del Nord ha una connessione con l’Irlanda per un valore pari a 0,01 unità, con l’Albania per un valore pari a 0,014 unità, con la Bosnia per un valore pari a 0,022 unità e con il Kosovo per un valore pari a 0,031 unità;
- · L’Islanda ha una connessione con la Macedonia del Nord per un valore pari a 0,01 unità, con l’Albania per un valore pari a 0,021 unità, con la Bosnia per un valore pari a 0,017 unità;
- · L’Albania ha una connessione con l’Islanda per un valore pari a 0,021 unità, con la Macedonia del Nord per un valore pari a 0,014 unità con la Bosnia per un valore pari a 0,032, con il Kosovo per un valore pari a 0,019 unità, con il Montenegro per un valore pari a 0,026 unità;
- · Il Kosovo ha una connessione con l’Albania per un valore pari a 0,019 unità, con il Montenegro per un valore pari a 0,007 unità, con la Macedonia del Nord per un valore pari a 0,031 unità;
- · Il Montenegro ha una connessione con il Kosovo per un valore pari a 0,07 unità e con l’Albania per un valore pari a 0,026 unità.
Esiste una struttura a network
complessa costituita da Lettonia, Malta, Estonia, e Cipro. In modo particolare:
- · La Lettonia ha una connessione con Cipro pari ad un valore di 0,026 unità, con Malta per un valore pari a 0,019 unità, con l’Estonia per un valore pari a 0,0063 unità;
- · Malta ha una connessione con la Lettonia per un valore pari a 0,019 unità, con l’Estonia per un valore pari a 0,023 unità e con Cipro per un valore pari a 0,012 unità;
- · Cipro ha una connessione con Malta per un valore pari a 0,012 unità, con l’Estonia pari ad un valore di 0,031 unità e con la Lettonia pari ad un valore di 0,023 unità;
- · L’Estonia ha una connessione con la Lettonia pari ad un ammontare di 0,0063 unità, con Malta pari un valore pari a 0,026 unità e con Cipro pari a 0,031 unità.
Esistono inoltre una struttura a
network semplificate ovvero:
- · Croazia e Serbia hanno una connessione pari ad un valore di 0,019 unità.
Conclusioni. il valore
delle importazioni è cresciuto tra il 2010 ed il 2021 da un ammontare di
205.946,24 milioni di euro fino ad un valore di 129.256,88 milioni di euro
ovvero pari ad una variazione di 76.689,35 milioni di euro pari ad un ammontare
del 59,33%. Tuttavia, tra il 2019 ed il
2020 il valore delle importazioni è diminuito da un ammontare di 194.458,21
milioni di euro fino ad un valore di 175.613,16 milioni di euro ovvero pari ad
un valore di -18.845,05 milioni di euro pari ad un valore di -9,69%. La
crescita delle importazioni potrebbe diminuire nel futuro per un insieme di
fattori tra i quali: riduzione del valore dell’euro, conflitto russo-ucraino,
tensione commerciale tra Europa e Stati Uniti, e techwar sino-americana. Infatti
la svalutazione dell’Euro, dovuta alle continue politiche monetarie espansive post-covid, rendono più
costose le importazioni da USA e UK. Dall’altro lato la tensione con tra USA e
Cina mette anche in difficoltà le importazioni provenienti dall’Asia. Infine
anche le relazioni commerciali tra USA ed Europa sono sottoposte a
significative tensioni politiche con riferimento alle materie prime ed al
settore energetico. Tuttavia la svalutazione dell’euro potrebbe spingere
l’economia europea a riprendere la produzione di beni e servizi e a ridurre le
operazioni di offshoring e friend-shoring con l’obbiettivo di aumentare le
esportazioni. Una possibilità che però potrebbe incontrare le limitazioni delle
imposte alle importazioni che potrebbero indurre il commercio internazionale in
una nuova fase di protezionismo.