lunedì 31 ottobre 2022

Le Previsioni delle Importazioni nel 2023 nei Paesi OCSE

 

Il Covid 19 ha fatto segnare -8,99% delle importazioni nei paesi OCSE tra il 2019 ed il 2020

L’OCSE calcola il valore delle previsioni delle importazioni nel 2023. Il dato è calcolato utilizzando il valore del dollaro nel 2015.

Ranking dei paesi per valore assoluto delle importazioni nel 2023. Gli Stati Uniti sono al primo posto per valore delle importazioni con un ammontare pari $ 3.662.843.053.096,00, seguiti dalla Germania con un valore pari a $ 1.698.413.441.985,00 e dal Regno Unito con un valore pari a $ 1.006.297.445.189,00. A metà classifica vi sono la Svezia con un ammontare di $ 259.492.303.288,00, seguita dall’Austria con un valore di $ 254.580.196.699,00 e dalla Danimarca con un ammontare di $ 187.406.444.779,00. Chiudono la classifica Costa Rica con un ammontare di 26.094.710.910 dollari, seguita dalla Lettonia con un ammontare di 24.978.518.624 dollari e dall’Islanda con un valore pari a 10.690.108.125 dollari. Il valore medio delle importazioni per i paesi OCSE nel 2023 è previsto pari ad un ammontare di 429 miliardi di dollari. Confrontando tale valore con i paesi non OCSE risulta che Cina e India hanno dei valori superiori alla media europea con un ammontare rispettivamente pari a $ 2.737.953.093.647,00 e $ 816.508.733.612,00. Tuttavia, vi sono dei paesi OCSE che hanno dei valori delle importazioni inferiori rispetto alla media OCSE ovvero: Brasile con un ammontare di $ 269.922.523.815,00, seguito da Indonesia con un valore pari a $ 244.069.013.396,00, dal Sudafrica con un valore pari a $ 106.526.942.095,00 e dall’Argentina con un ammontare di $ 80.856.490.705,00. Secondo le previsioni dell’OCSE nel 2023 il valore totale delle importazioni dei paesi OCSE è pari ad un valore di $ 16.326.861.103.367,00 ovvero pari ad un ammontare di 62,49% del valore complessivo delle importazioni totali ovvero pari ad un valore di $ 26.125.897.237.817,00.

Ranking dei paesi per variazione percentuale del valore delle importazioni tra il 2014 ed il 2023. L’Irlanda è al primo posto per valore della variazione percentuale delle importazioni tra il 2014 ed il 2023 con un ammontare pari a 143,23% pari ad un ammontare di 290.979.291.940 dollari, seguita dalla Polonia con un valore di 74,65% pari ad un ammontare di 154.564.848.042 dollari e dalla Grecia con un ammontare di 67,95% pari ad un ammontare di 40.874.786.649 dollari. A metà classifica ci sono la Repubblica Ceca con un ammontare di 37,53% pari ad un ammontare di 49.284.566.490 dollari, seguita dalla Nuova Zelanda con un ammontare di 37,37% pari ad un ammontare di 17.201.102.152 dollari e dall’Italia con un valore pari a 36,23% pari ad un ammontare di 166.893.480.843 dollari. Chiudono la classifica il Canada con un ammontare pari a 12,89% pari ad un ammontare di 68.421.600.463 dollari, seguito dal Giappone con un ammontare di 11,08% pari ad un ammontare di 88.269.369.784 dollari e dalla Norvegia con un ammontare di 9,58% pari ad un valore di 11.640.196.909 dollari. In media il valore delle importazioni tra il 2014 ed il 2023 è cresciuto di un ammontare pari al 42% ovvero di un valore pari a 108.377.272.327 dollari. Confrontando il valore delle importazioni medie dei paesi OCSE tra il 2014 ed il 2023 dal punto di vista del valore percentuale risulta che l’India è l’unico paese, tra quelli non-OCSE che comunque vengono osservati dall’OCSE, ad avere un tasso di crescita superiore rispetto alla media OCSE, con un valore percentuale pari a 60,63% equivalente a 308.195.732.766 dollari. Gli altri paesi non-OCSE osservati dall’OCSE hanno tutti valori inferiori alla media OCSE ovvero: China con +40,30% pari a 786.431.475.628 dollari, Indonesia con +27,68% pari a 52.908.205.380 dollari, Argentina con 11,73% pari a 8.489.979.508 dollari, Sudafrica con +10,92% pari a 10.486.539.950 dollari e Brasile con -9,12% pari a -27.074.993.032 dollari. Ne deriva che i paesi OCSE sono cresciuti significativamente nel valore delle importazioni rispetto ai paesi non-OCSE, India a parte, come era peraltro assai prevedibile considerando il confronto tra redditi pro-capite.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Come evidente dall’analisi risulta che il numero ottimale di clusters è pari a 4. I 4 clusters sono costituiti come di seguito ovvero:

  • ·  Cluster 1: Australia, Polonia, Brasile, Turchia, Svezia, Austria, Indonesia, Danimarca,  Repubblica Ceca, Islanda, Costa Rica, Lettonia, Estonia, Norvegia, Lituania, Slovenia, Ungheria, Nuova Zelanda, Lussemburgo, Israele, Argentina, Colombia, Sudafrica, Grecia, Finlandia, Cile, Portogallo, Slovacchia;
  • ·         Cluster 2: Stati Uniti, Cina.
  • ·         Cluster 3: Regno Unito, Germania, Giappone, Francia;
  • ·       Cluster 4: Italia, Canada, Messico, Corea del Sud, Paesi Bassi, India, Spagna, Belgio, Svizzera, Irlanda.

Considerando il valore della mediana dei singoli clusters risulta che il valore mediano del cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di $ 3.200.398.073.371,50, il valore mediano del cluster 3-C3 è pari ad un ammontare di $ 950.910.320.754,50, il valore mediano del cluster 4-C4 è pari ad un ammontare di $ 567.987.922.084,50, il valore mediano del cluster 1-C1 è pari ad un ammontare di $  108.685.971.718,00.

Conclusioni. Se consideriamo i paesi OCSE possiamo verificare che il valore delle importazioni di beni e servizi è cresciuto sempre tra il 2013 ed il 2022 ed è previsto in crescita anche per il 2023. Tuttavia, tale valore ha subito un andamento negativo tra il 2019 ed il 2020, ovvero in occasione del Covid19, quando le importazioni per la prima volta sono diminuite da 14.761.524.306.352 dollari fino a 13.433.767.645.560 dollari ovvero pari ad una variazione pari a -1.327.756.660.792 dollari pari ad un valore di -8,99%. Tuttavia, nel 2021 il valore delle importazioni a livello globale era di nuovo cresciuto quasi fino a raggiungere il livello del 2019. Infine, tale valore è previsto in crescita anche nel periodo tra il 2022 ed il 2023 nei paesi OCSE per un ammontare pari a 3,50% pari ad un ammontare di 552 miliardi di dollari. Occorre considerare che anche i paesi di nuovo sviluppo come Cina e India soprattutto stanno aumentando le loro importazioni segno che il commercio internazionale viene rafforzato grazie alle interrelazioni ed interdipendenze produttive globali.









domenica 23 ottobre 2022

Le Previsioni del Commercio Internazionale nei Paesi OCSE nel 2023

 

Il valore del commercio internazionale di beni e servizi è previsto raggiunga la cifra di 16 trilioni di dollari nei paesi OCSE nel 2023

L’OCSE calcola il valore dei beni e servizi. Tale valore è definito come il valore delle transazioni in beni e servizi tra residenti e non residenti. Il valore analizzato è calcolato in milioni di dollari a prezzi costanti del 2015.

Ranking dei paesi OCSE per valore del commercio di beni e servizi nel 2023. Al primo posto vi sono gli Stati Uniti con un valore del commercio di beni e servizi nel 2023 previsto per un valore pari a 3.015.822.540.172,85, seguiti dalla Germania con un valore pari a 1.769.785.559.939,11 dollari, e dal Regno Unito per un valore pari a 913.216.442.077,82 dollari. A metà classifica vi sono la Svezia con un valore pari a 271.091.437.974,71 dollari, seguita dall’Austria con un valore pari a 262.826.101.603,14 dollari e dalla Danimarca con un ammontare di 199.836.814.307,47 dollari. Chiudono la classifica il Costa Rica con un ammontare di 26.273.497.505,28 dollari, la Lettonia per un valore pari a 23.034.202.833,89 dollari, e l’Islanda con un valore pari a 10.482.400.433,25 dollari. Il valore medio del commercio internazionale di beni e servizi per i paesi OCSE è pari ad un ammontare di 419.675.967.165,62 dollari. Tra i paesi non-OCSE che sono comunque attenzionati dell’OCSE risulta che India e Cina hanno un valore del commercio internazionale di beni e servizi superiore al valore medio dei paesi OCSE con un ammontare rispettivamente pari ad un valore di 3.272.920.432.849,53 dollari, e 704.767.047.776,75 dollari. Invece al di sotto del valore medio dei paesi OCSE vi sono l’Indonesia con un ammontare di 268.118.258.357,16 dollari, seguita dal Brasile con un valore pari a 265.195.534.014,35 dollari, dal Sudafrica con un valore pari a 104.137.630.737,52 dollari e dall’Argentina con un ammontare di 81.739.290.924,84.

Ranking dei paesi OCSE per valore della variazione percentuale del commercio internazionale di beni e servizi tra il 2014 ed il 2023. L’Irlanda è al primo posto per valore della variazione percentuale del commercio internazionale di beni e servizi tra il 2014 ed il 2023 con un valore pari a 160,12% pari ad un ammontare di 368.596.119.051,08 dollari, seguita dalla Polonia per un valore di 73,02% pari ad un valore di 154.827.867.886,27 dollari, e dall’Estonia con un valore pari a 63,08% pari ad un ammontare di 11.092.521.015,99 dollari. A metà classifica vi sono la Svezia con un ammontare pari a 35,31% pari ad un ammontare di 70.737.774.024,38 dollari, seguita dalla Colombia con un ammontare di 35,14% pari ad un ammontare di 19.859.531.871,91 dollari e dalla Slovenia con un valore pari a 33,83% pari ad un valore di 25.280.529.148,59 dollari. Chiudono la classifica il Giappone con un valore pari a 14,77% pari ad un ammontare di 114.348.491.900,93 dollari, seguito dalla Norvegia per un valore pari a 14,34% con un valore pari 18.750.964.358,91 dollari e dal Canada con un ammontare di 11,67% pari ad un valore di 58.965.654.746,21 dollari. L’OCSE targetizza anche alcuni paesi non-OCSE tra i quali ve ne sono alcuni che hanno certamente una prestazione assai migliore della media dei paesi OCSE. Infatti, il valore medio della variazione percentuale del commercio internazionale dei paesi OCSE tra il 2014 ed il 2023 è pari ad un valore di 38,83% pari ad un valore di 95.930.210.328,86 dollari. La Cina è al primo posto per valore della variazione percentuale del commercio internazionale tra il 2014 ed il 2023 con un ammontare pari a 49,89% pari ad un valore di 1 trilione di dollari, seguita dall’India con un ammontare pari a 46,45% pari ad un valore di 223,5 miliardi di dollari, e dall’Indonesia con una variazione pari ad un ammontare di 42,05% pari ad un ammontare di 79,3 miliardi di dollari. Al di sotto invece della media OCSE vi sono l’Argentina con una variazione percentuale del commercio internazionale pari ad un valore di 13,05% pari ad un valore di 10 miliardi di dollari, seguita dal Sudafrica con un valore pari a 9,82% pari ad un ammontare di 9,3 miliardi di dollari, e dal Brasile con un valore pari a 2,95% pari ad un ammontare di 7,59 miliardi di dollari.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di seguito viene ad essere realizzata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Nello specifico vengono individuati tre diversi clusters come di seguito:

  • ·  Cluster 1: Polonia, Australia, Turchia, Svezia, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Islanda, Norvegia, Lettonia, Costa Rica, Estonia, Lituania, Slovenia, Ungheria, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Colombia, Israele, Grecia, Finlandia, Cile, Portogallo, Slovacchia;
  • ·       Cluster 2: Stati Uniti, Germania;
  • ·     Cluster 3: Paesi Bassi, Corea del Sud, Italia, Francia, Canada, Giappone, Regno Unito, Messico, Svizzera, Spagna, Irlanda, Belgio.

Se calcoliamo il valore della mediana dei singoli clusters è possibile verifica che i paesi del cluster 2-C2 hanno un valore mediano del commercio internazionale di beni e servizi pari ad un valore di 2,3 trilioni di dollari, i paesi del cluster 3 un valore pari a 621,5 miliardi di dollari ed i paesi del cluster 1 un valore pari a 105,3 miliardi di dollari. Dal punto di vista strettamente politico è possibile verificare che USA e Germania dominano di fatto il commercio internazionale nei paesi OCSE, seguiti dalle maggiori economie europee sommate a Canada, Giappone, Corea del Sud e Messico. Infine, i piccoli paesi europei ed i paesi del Nord Europa insieme con Israele. Tuttavia, occorre considerare che vi sono dei paesi che performano molto bene considerando soprattutto le loro dimensioni e tra questi certamente spiccano i Paesi Bassi, la Svizzera, l’Irlanda ed il Belgio che pure avendo una popolazione inferiore ai 10 milioni di abitanti riescono comunque a competere con paesi come UK, Francia, Italia e Giappone che sono molto più popolosi. Un dato che mostra quanto l’intelligenza della politica economica applicata ai sistemi fiscali con orientamento internazionalista possa costituire un elemento in grado di sostenere una crescita economica e produrre un benessere della popolazione che supera le possibilità dei fattori produttivi nazionali.

Conclusioni. In sintesi, possiamo notare che l’andamento del commercio internazionale di beni e servizi è stato sempre crescente tra il 2014 ed il 2023. Tuttavia, ha subito una battuta d’arresto tra il 2019 ed il 2020 in occasione del covid 19. Infatti, tra il 2019 ed il 2020 il valore del commercio internazionale è diminuito da un ammontare di 14.738.047.332.862,20 dollari fino ad un valore di 13.365.500.197.988,60 dollari pari ad un ammontare di -1.372.547.134.873,62 dollari pari ad un valore di -9,31%. In seguito, il livello del commercio internazionale ha ricominciato a salire ed è previsto che cresca ancora tra il 2022 ed il 2023 da un ammontare di 15.401.879.622.519,50 dollari fino ad un valore di 15.947.686.752.293,50 dollari ovvero pari ad un valore di 545.807.129.773,98 dollari pari ad un valore di 3,54%. Inoltre, se consideriamo solo i paesi OCSE risulta che nel 2023 è previsto che il commercio internazionale raggiunga la quota di 16 trilioni di dollari dei quali circa il 18,91% verranno transati dagli USA e l’11,1% dalla Germania. USA, Germania, Regno Unito, Giappone, Francia e Corea del Sud insieme movimenteranno nel 2023 il 51,72% del commercio internazionale dei paesi OCSE.














sabato 22 ottobre 2022

Le Previsioni per il 2023 del Debito Pubblico Rispetto al PIL nei Paesi OCSE

 

Il Covid ha fatto segnare un +18% nel valore medio del debito pubblico in percentuale del PIL


L’OCSE calcola il valore delle passività finanziarie pubbliche in percentuale del PIL nei paesi OCSE. I dati hanno un andamento previsionale. La serie storica, infatti, copre i periodo tra il 2014 ed il 2023. Sono stati considerati soltanto i paesi aventi serie storica completa. La Norvegia, avente serie storica con missing data, è stata esclusa dall’analisi.

Ranking dei paesi OCSE per valore del debito pubblico in percentuale del PIL nel 2023. Il Giappone è al primo posto per valore del debito pubblico in percentuale del PIL nel 2023 con un valore pari a 244,72%, seguito dalla Grecia con un valore pari a 202,76%, seguita dall’Italia con un valore paria 172,36%. A metà classifica vi sono l’Islanda con un ammontare pari a 81,85%, seguita dalla Slovacchia con un ammontare pari a 78,20%, e dalla Germania con un valore pari a 78,10%. Chiudono la classifica la Svizzera con un ammontare pari a 40,57%, seguita dal Lussemburgo con un ammontare pari a 34,60%, e dall’Estonia con un valore pari a 23,70%. In media il valore dell’indebitamento pubblico in percentuale del PIL nei paesi OCSE è stato pari ad un valore di 93,92%.

Ranking dei paesi OCSE per variazione percentuale del valore dell’indebitamento pubblico in percentuale del PIL tra il 2014 ed il 2023. L’Estonia è al primo posto per valore della variazione percentuale del valore del debito pubblico in percentuale del PIL pari ad un valore di 71,29% ovvero pari ad un valore di 9,87 unità, seguita dall’Australia con un valore pari a 65,52% pari ad un ammontare di 25,69 unità, e dalla Finlandia con un valore pari a 29,77% pari ad un ammontare di 21,15 unità. A metà classifica vi sono l’Italia con un valore pari a 9,07% pari ad un ammontare di 14,33 unità, seguita dalla Grecia con un valore pari a 8,58% pari ad un ammontare di 16,02 unità, e dall’Islanda con un valore pari a 7,51% pari ad un ammontare di 5,72 unità. Chiudono la classifica la Svezia con un ammontare pari a -23,1% pari ad un ammontare di -13,24 unità, seguita dalla Danimarca con un valore pari a -28,33% pari ad un ammontare di -16,75 unità, pari ad un ammontare di Irlanda con un valore pari a -51,06% pari ad un ammontare di 62,69 unità. In media tra il 2014 ed il 2023 è prevista una variazione pari ad un ammontare di 7,35% pari ad un valore di 3,578 unità.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di seguito viene ad essere realizzata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. L’analisi mostra che il numero ottimale di clusters è pari a 3. I clusters vengono così ad essere individuati ovvero:

  • ·         Cluster 1: Repubblica Ceca, Lettonia, Danimarca, Corea del Sud, Svezia, Svizzera, Nuova Zelanda, Australia, Lussemburgo, Israele, Islanda, Estonia, Polonia, Slovacchia, Paesi bassi, Germania, Finlandia, Irlanda;
  • ·         Cluster 2: Grecia, Giappone, Italia;
  • ·         Cluster 3: Regno Unito, Spagna, Francia, Belgio, Stati Uniti, Austria, Canada, Portogallo, Slovenia, Ungheria.

Considerando il valore della mediana dei clusters è possibile individuare i seguenti elementi ovvero: Cluster 2-C2 pari ad un ammontare 202,76 unità, Cluster 3-C3 pari ad un ammontare di 127,12 unità, Cluster 1-C1 pari ad un ammontare di 60,54. Ne deriva sostanzialmente che i paesi del Nord Europa con l’aggiunta di Nuova Zelanda, Australia e Israele, hanno dei valore del debito pubblico in percentuale del PIL che è pari a circa la metà dei paesi del Cluster 3 e circa 3 volte il valore mediano dei paesi del cluster 2.

Network analysis con distanza di Manhattan. Di seguito viene analizzata una network analysis con l’utilizzo della distanza di Manhattan. Sono state individuate 4 strutture a network complesse e 3 strutture a network semplificate.

Esiste una struttura a network complessa tra Regno Unito, Spagna e Francia. In modo particolare:

  • ·         Il Regno Unito ha una connessione con la Spagna per un valore pari a 0,16 unità, e con la Francia per un valore pari ad un ammontare di 0,23 unità;
  • ·         La Francia ha una connessione con il Regno Unito pari ad un ammontare di 0,23 unità, e con la Spagna per un valore pari a 0,24 unità;
  • ·         La Spagna ha una connessione con il Regno Unito pari ad un valore di 0,16 unità, e con la Francia pari ad un ammontare di 0,24 unità.

Esiste una struttura a network complessa tra Svezia, Danimarca e Lettonia. In modo particolare:

  • ·         La Svezia ha una connessione con la Danimarca pari ad un ammontare di 0,12 unità;
  • ·         La Danimarca ha una connessione con la Svezia pari ad un ammontare di 0,12 unità, e con la Lettonia pari ad un valore di 0,27 unità;
  • ·         La Lettonia ha una connessione con la Danimarca per un valore pari a 0,27 unità.

Esiste una connessione tra Israele, Polonia e Paesi Bassi. In modo particolare:

  • ·         Israele ha una connessione con la Polonia per un valore pari a 0,28 unità;
  • ·         La Polonia ha una connessione con Israele pari ad un valore di 0,28 unità e con i Paesi Bassi pari ad un valore di 0,27 unità;
  • ·         I Paesi Bassi hanno una connessione con la Polonia pari ad un valore di 0,27 unità.

Esiste una struttura a network complessa tra Svizzera, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Repubblica Ceca. In modo particolare:

  • ·         La Svizzera ha una connessione con la Nuova Zelanda per un valore pari a 0,18 unità, e con la Corea del Sud pari ad un valore di 0,18 unità;
  • ·         La Nuova Zelanda ha una connessione con la Svizzera per un valore pari a 0,18 unità e con la Corea del Sud per un valore pari a 0,23 unità;
  • ·         La Corea del Sud ha una connessione con la Svizzera per un valore pari a 0,18 unità, con la Nuova Zelanda per un valore pari a 0,23 unità, e con la Repubblica Ceca per un valore pari a 0,27 unità;
  • ·         La Repubblica Ceca ha una connessione con la Corea del Sud per un valore pari a 0,27 unità.

Inoltre esistono 3 strutture a network semplificate ovvero:

  • ·         La Slovenia e l’Ungheria hanno una connessione per un valore pari a 0,21 unità;
  • ·         La Finlandia e la Germania hanno una connessione per un valore pari a 0,27 unità;
  • ·         La Repubblica Ceca e l’Islanda hanno una connessione per un valore pari a 0,22 unità.

Conclusioni. Il valore dell’indebitamento pubblico in percentuale del PIL tra il 2014 ed il 2023 è previsto in crescita di circa il 4,00% ovvero di un ammontare pari a 3,58 unità. Considerando la media dei paesi OCSE risulta che il valore dell’indebitamento pubblico in percentuale del PIL è diminuito significativamente nel periodo tra il 2014 ed il 2019 passando da 89,37% fino ad un valore di 83,15% ovvero una riduzione di 6,2 punti pari al -6,9%. Tuttavia, tra il 2019 ed il 2020 il valore dell’indebitamento pubblico in percentuale del PIL è cresciuto da un ammontare di 83,15% fino ad un valore di 98,84% ovvero di un ammontare pari a 15,6 unità pari ad un valore del 18,86%. Successivamente il valore dell’indebitamento pubblico in percentuale del PIL, considerato sempre come media dei paesi OCSE ha ricominciato a diminuire ed è previsto che tale riduzione sia protratta anche nel 2023.  Il Covid ha quindi avuto un enorme impatto nell’incremento del debito pubblico dei paesi OCSE calcolato in percentuale del PIL. Tuttavia, nelle previsioni dell’OCSE, la crisi energetica attuale e l’inflazione non comporteranno un ulteriore incremento dei debiti pubblici in percentuale del PIL, considerati come valore medio, quanto piuttosto una lieve riduzione pari a -0,58 unità tra il 2022 ed il 2023. 











 







Previsioni dell’Export dei Paesi OCSE nel 2023

 

Tra il 2019 ed il 2020 persi 1,4 trilioni di dollari di export nei paesi OCSE

L’OCSE calcola il valore dell’esportazione dei prodotti e dei servizi. I dati sono espressi in dollari. Il valore dell’esportazioni in questo senso viene espresso in valore assoluto e non in percentuale del PIL.

Ranking dei paesi per valore delle esportazioni di beni e servizi nei paesi OCSE nel 2023. Gli Stati sono al primo posto per valore delle esportazioni di beni e servizi tra i paesi OCSE nelle previsioni del 2023 con un valore pari a 2.368.802.027.248,84 dollari, seguiti dalla Germania con un ammontare pari a 1.841.157.677.893,00 dollari, e dal Giappone con un ammontare pari a 891.723.934.193,39 dollari. A metà classifica vi sono l’Austria con un ammontare pari a 271.072.006.506,69 dollari, seguita dall’Australia con un ammontare pari a 267.790.972.114,70 dollari e della Danimarca con un ammontare pari a 212.267.183.835,63 dollari. Chiudono la classifica Costa Rica con un valore pari a 26.452.284.100,26 dollari, seguita dalla Lettonia con un ammontare di 21.089.887.042,90 dollari e dall’Islanda con un valore pari a 10.274.692.740,81 dollari. Confrontando il valore medio dei paesi OCSE con i paesi non OCSE comunque attenzionati dall’OCSE risulta Cina e India esportano più della media dei paesi OCSE con un valore rispettivamente pari a 3.807.887.772.051,75 dollari e 593.025.361.940,62 dollari. Tuttavia, vi sono dei paesi non-OCSE che hanno un valore delle esportazioni inferiori rispetto alla media OCSE ovvero Indonesia con un ammontare delle esportazioni pari a 292.167.503.317,44 dollari, il Brasile con un valore pari a 260.468.544.212,84 dollari, il Sudafrica con un valore di 101.748.319.379,63 dollari, e Argentina con 82.622.091.143,89 dollari.

Ranking dei paesi per valore della variazione percentuale delle esportazioni di beni e servizi tra il 2014 ed il 2023. L’Irlanda è al primo posto per valore della crescita percentuale delle esportazioni di beni e servizi tra il 2014 ed il 2023 con un valore pari a 173,45% equivalente ad un ammontare di 446.212.946.161,95 dollari, seguita dalla Polonia con un valore pari a 71,45% pari ad un ammontare di 155.090.887.730,85 dollari, e dall’Estonia con un valore pari a 65,22% pari ad un valore di 11.749.490.024,15 dollari. A metà classifica vi sono la Slovacchia con un ammontare di 31,76% pari ad un ammontare di 24.306.631.957,98 dollari, dalla Danimarca con un ammontare di 31% pari a 50.225.555.946,86 dollari, dai Paesi Bassi con un valore pari a 30,45% pari ad un valore di 179.520.723.891,48 dollari. Chiudono la classifica il Regno Unito con un valore pari a 5,87% pari ad un ammontare di 45.507.099.167,38 dollari, seguito dagli Stati Uniti con un valore pari a 4,7% pari ad un ammontare di 106.284.484.345,53 dollari, e dal Cile con un valore pari -0,01% pari ad un ammontare di -4.672.182,70 dollari. Il valore delle esportazioni di beni e servizi in media nei paesi OCSE tra il 2014 ed il 2023 è previsto in crescita pari ad un ammontare di 35,99% pari a 83.483.148.331,21 dollari. La Cina e l’India hanno superato, per tasso di crescita delle esportazioni di beni e servizi in valore percentuale, il valore medio dell’OCSE. In modo particolare la variazione percentuale delle esportazioni di beni e servizi in Cina tra il 2014 ed il 2023 è cresciuta di 57,64% pari ad un ammontare di 1.392.303.393.217,45 dollari, ed il corrispondente valore dell’Indonesia è pari ad un valore di 56,79% pari a 105.827.111.551,51 dollari. Tuttavia, vi sono dei paesi non OCSE, pure attenzionati dall’OCSE, che hanno dei valori della variazione percentuale delle esportazioni di beni e servizi inferiore al valore medio dell’OCSE. In modo particolare la variazione percentuale delle esportazioni di beni e servizi in India è cresciuta di 30,59% pari a 138.901.417.547,73 dollari, seguita dal Brasile con una variazione di 19,37% pari a 42.269.550.830,64 dollari, dall’Argentina con un valore di 16,21% pari a 11.524.475.715,35 dollari e dal Sudafrica con un valore di 8,7% pari a 8.140.071.305,53 dollari.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Nello specifico sono stati individuati i seguenti clusters ovvero:

  • ·         Cluster 1: Polonia, Australia, Turchia, Svezia, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Norvegia, Islanda, Lettonia, Costa Rica, Estonia, Lussemburgo, Ungheria, Lituania, Slovenia, Colombia, Nuova Zelanda, Israele, Cile, Grecia, Finlandia, Portogallo, Slovacchia;
  • ·         Cluster 2: Stati Uniti, Germania;
  • ·         Cluster 3: Paesi Bassi, Corea del Sud, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito, Canada, Svizzera, Irlanda, Messico, Spagna, Belgio.

Analizzando i dati dal punto di vista del valore della mediana risulta che al primo posto vi è il valore del Cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 2.104.979.852.570,92  dollari, seguito dalla Cluster 3-C3 pari ad un ammontare di 682.171.910.037,62  dollari, e dal Cluster 1-C1 ovvero pari ad un valore di 103.816.013.294,10  dollari. Pertanto risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero C2>C3>C1. 

Conclusioni. Il valore delle esportazioni di beni e servizi in media per i paesi OCSE è cresciuto nel periodo tra 25,59% pari ad un ammontare di 83,4 miliardi euro. Tuttavia, il Covid ha avuto un impatto negativo nelle esportazioni. Sommando le esportazioni di beni e servizi tra il 2014 ed il 2021 è evidente una riduzione tra il 2019 ed il 2020 vi è stata una riduzione. Tra il 2019 ed il 2020 il valore delle esportazioni di beni e servizi come somma dei valori dei paesi OCSE è diminuito da 14,7 trilioni di dollari fino a 13,2 trilioni di dollari ovvero una riduzione pari a 1,4 trilioni di dollari pari ad una riduzione di -9,63%. Considerando il valore della concentrazione delle esportazioni previste per il 2023 risulta che gli Stati Uniti totalizzano il 15,2% delle esportazioni OCSE, la Germania l’11,82%, il Giappone 5,72%, la Francia 5,55%, la Corea del Sud pari a 5,4% ed il Regno Unito pari a 5,2%. Tali paesi insieme sommano circa il 49% delle esportazioni di beni e servizi dei paesi OCSE. E’ probabile che le esportazioni continueranno a crescere soprattutto nell’ambito dei paesi europei in connessione alla riduzione del valore dell’euro rispetto al dollaro. 






venerdì 21 ottobre 2022

Previsioni di Crescita del PIL nei Paesi OCSE nel 2023

 

Israele, Slovacchia e Turchia guidano la classifica per tasso di crescita del PIL nel 2023


L’OCSE calcola il tasso di crescita del PIL fino al 2023. L’analisi dei dati mette in evidenza la diversità delle reazioni dei paesi all’avverso scenario macroeconomico costituito dalle conseguenze economiche del Covid19, sommate all’inflazione ed alla crisi energetica connessa alla guerra russo-ucraina.

Ranking dei paesi OCSE per valore del tasso di crescita del PIL nel 2023. Israele è al primo posto per tasso di crescita del PIL nel 2023 con un valore di 3,35% a parimerito con la Slovacchia, seguiti entrambi dalla Turchia con un ammontare di 3,01% e dall’Islanda con un ammontare di 2,75%. A metà classifica vi sono la Repubblica Ceca e la Nuova Zelanda entrambi con un ammontare di 2,02%, seguiti dal Giappone con un ammontare di 1,83% e dall’Estonia con un ammontare di 1,79%. Chiudono la classifica la Finlandia con un ammontare di 0,6%, seguita dal Cile con un ammontare di 0,11% e dal Regno Unito con un ammontare di 0,02%. Il tasso di crescita medio dei paesi OCSE per il 2023 è previsto ad un ammontare di 1,88%. La media della crescita dei paesi OCSE per il 2023 risulta essere inferiore rispetto al tasso di crescita dell’India previsto per il 2023 al 6,24%, della Cina con +4,92%, dell’Indonesia con un valore pari a +4,7% e dell’Argentina con un valore pari a +1,89. Al contrario Sudafrica, Brasile e Russia hanno un tasso di crescita del PIL previsto per il 2023 inferiore rispetto al corrispondente valore della media dei paesi OCSE. In modo particolare il PIL previsto per il Sudafrica nel 2023 è pari a 1,34%, per il Brasile pari a 1,24%, e per la Russia pari ad un valore di -4,14%.

Ranking dei paesi per valore della variazione percentuale del Pil tra il 2014 ed il 2023. L’Italia è al primo posto per valore della crescita percentuale della variazione del PIL tra il 2014 ed il previsionale del 2023 con un ammontare pari a 1542,86% pari a 1,08 unità, seguita dal Giappone con un valore pari a 510,00% pari a 1,53 unità e dalla Grecia con un valore di 427,08% pari ad un ammontare di 2,05 unità. A metà classifica vi sono la Corea del Sud con un ammontare pari a -20,94% pari a -0,67 unità, seguita dal Lussemburgo con un ammontare pari a -20,99% pari ad un valore di -0,55 unità, seguita dalla Germania con un valore pari a -22,27% pari ad un ammontare di -0,49 unità. Chiudono la classifica il Cile con un ammontare di -93,64% pari ad un valore di -1,62 unità, seguito dal Regno Unito con un ammontare di -99,33% pari a -2,97 unità, e dalla Finlandia con un valore pari a -262,16% pari ad un ammontare di -0,97 unità. In media la variazione percentuale per i paesi OCSE del tasso di crescita del PIL tra il 2014 ed il 2023 è pari ad un valore di 42,77%. Tra i paesi non OCSE che comunque vengono riportati nelle statistiche OCSE l’unico paese per il quale è prevista una variazione percentuale positiva tra il 2014 ed il 2023 è il Brasile per il quale è previsto un valore pari a +137,42%. Gli altri paesi non-OCSE di interesse sono caratterizzati da variazioni percentuali negative del tasso di crescita del PIL tra il 2014 ed il 2023 ovvero: Sudafrica -5,3%, Indonesia -6,12%, India -15,79%, Cina -33,7%, Argentina -175,40%, Russia -673%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means. Di seguito viene proposta una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Occorre considerare che ad una prima analisi il valore della clusterizzazione risulta essere significativamente polarizzato con un cluster costituito esclusivamente dall’Irlanda ed un altro cluster costituito dai restanti paesi OCSE. Tale condizione evidentemente manifesta il fatto che l’Irlanda dal punto di vista della crescita del PIL rappresenta un outlier. Infatti, il tasso di crescita del PIL è stato molto elevato tra il 2014 ed il 2023. Considerando la media della crescita del PIL irlandese tra il 2014 ed il 2022 risulta che il valore è pari a +9,3% contro una media dei paesi OCSE pari a 2,21%. Inoltre, guardando alla serie storica del PIL irlandese è possibile notare che nel 2015 tale valore ha raggiunto il massimo assoluto dell’intero dataset OCSE con un valore pari a 25,8%.Per tali motivazioni si è quindi scelto di eliminare l’Irlanda dalla serie storica, in modo da avere una clusterizzazione più efficiente. Pertanto, a seguito dell’applicazione della clusterizzazione al dataset al netto dell’Irlanda è stato possibile ottenere i seguenti clusters ovvero:

  • ·         Cluster 1: Polonia, Israele, Nuova Zelanda, Ungheria, Estonia, Lituania, Turchia, Slovenia, Costa Rica, Lussemburgo, Corea del Sud, Islanda, Lettonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Colombia;
  • ·         Cluster 2: Italia, Austria, Francia, Belgio, Giappone, Grecia, Germania, Messico, Canada, Regno Unito, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna, Finlandia, Svizzera, Norvegia, Stati Uniti, Cile, Danimarca, Australia, Svezia.

Ne deriva che il tasso di crescita tende ad essere più elevato nei paesi del Cluster 1-C1 rispetto ai paesi del Cluster 2-C2. Infatti, la mediana del Cluster 1-C1 è pari ad un ammontare di 2,28%, mentre il valore della mediana per i paesi del Cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 1,37%.

Conclusioni. Le previsioni dell’OCSE per il 2023 per quanto indichino in media un valore pari a 1,88% non possono essere considerate positivamente. Infatti, il valore di 1,88% è il più basso di tutto periodo 2014-2023 con eccezione dell’anno del Covid ovvero il 2020 nel quale esercizio il valore medio del tasso di crescita del PIL OCSE è stato pari a -4,19%. Tuttavia occorre anche considerare che molti paesi OCSE riescono ad ottenere degli alti tasi di crescita del PIL sfruttando la competizione fiscale come nel caso dell’Irlanda, del Lussemburgo. Occorre a tal proposito introdurre delle norme e delle istituzioni che siano in grado di calcolare l’impatto della competizione fiscale nella performance economica dei paesi ed introdurre delle compensazioni monetarie per i paesi che subiscono la concorrenza fiscale. Infatti i paesi che subiscono la concorrenza fiscale non solo perdono parte del gettito fiscale. A volte perdono anche le imprese che preferiscono spostare i propri centri direzionali nei paesi che praticano condizioni fiscali di favore.










domenica 16 ottobre 2022

Residenti Nati all’Estero nei Paesi OCSE

 

In Australia 1 residente su 3 è nato all’estero

L’OCSE calcola il valore dei residenti nati all’estero. I dati analizzati fanno riferimento al periodo tra il 2000 ed il 2021. Sono stati considerati solo i paesi OCSE che presentano serie storiche complete.

Ranking dei paesi OCSE per valore dei residenti nati all’estero nel 2021. Gli Stati Uniti sono al primo posto per valore dei residenti nati all’estero nel 2021 con un valore pari a circa 45 milioni di persone, seguiti dall’Australia con un valore pari a 7.530.000 unità, e dalla Spagna con un valore pari a 7.215.000 unità. Chiudono la classifica la Finlandia con un valore pari a 421.000 unità, la Slovenia con un valore di 293.000 unità e l’Islanda con un valore pari a 69.000 unità. Complessivamente nel 2021 il numero dei residenti nati all’estero nei paesi OCSE analizzati è stato pari ad un ammontare di 73.068.000 unità, dei quali circa il 61,9% negli Stati Uniti, il 10,30% in Australia, ed il 9,8% in Spagna. Stati Uniti, Australia e Spagna totalizzano insieme circa l’82,13% dei residenti nati all’estero dei paesi OCSE ovvero un ammontare di circa 60 milioni di abitanti.

Ranking dei paesi OCSE per variazione percentuale dei residenti nati all’estero tra il 2000 ed il 2021. La Spagna è al primo posto per valore della variazione percentuale dei residenti nati all’estero tra il 2000 ed il 2021 con un ammontare pari a 390,00% pari ad un ammontare di 5.742.542 unità, seguito dalla Spagna con un valore pari a 362,25% pari ad un ammontare di 54.073 unità, e dalla Finlandia con un valore pari a 221,08% pari ad un ammontare di 289.880 unità. Chiudono la classifica gli Stati Uniti con un ammontare di 49,55% pari ad un ammontare di 14.999.729 unità, seguiti dalla Slovenia di 36,59% pari ad un ammontare di 78.492 unità e da Israele con un ammontare di -7,56% pari ad un ammontare di -147.000 unità. In media nel periodo considerato per i paesi indicati il valore medio è cresciuto del 66,76% pari ad un ammontare di 2.089.478 unità.

Ranking dei paesi OCSE per valore percentuale dei residenti nati all’estero rispetto alla popolazione. L’Australia è al primo posto per valore del numero dei residenti nati all’estero in percentuale della popolazione con un ammontare pari a circa 29,53%, seguita da Israele con un ammontare pari a 20,76%, e dalla Svezia con un valore pari a 20,27%. Chiudono la classifica la Danimarca con un valore di 10,67%, seguita dalla Finlandia con un valore pari a 7,6% e dall’Ungheria pari a 6,19%. In media nei paesi considerati circa il 16,20% della popolazione residente è nata all’estero.

Network analysis con l’utilizzo della distanza di Manhattan. È possibile applicare la network analysis con l’utilizzo della distanza di Manhattan ai dati presentati. I risultati mostrano la presenza di tre strutture a network semplificate ovvero:  

  • ·         Austria e Svezia hanno una connessione per un valore pari a 0,038;
  • ·         Slovenia e Finlandia hanno una connessione per un valore pari a 0,024 unità;
  • ·         Bulgaria e Danimarca hanno una connessione per un valore pari a 0,0092 unità.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato per il tramite del coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione mediante l’utilizzo dell’algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. L’analisi mostra la presenza di due clusters come indicati di seguito ovvero:

  • ·         Cluster 1: Austria, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Ungheria, Finlandia, Slovenia, Paesi Bassi, Israele, Islanda, Spagna, Australia;
  • ·         Cluster 2: Stati Uniti.

Dal punto di vista della mediana il valore del Cluster 1-C1 è pari ad un ammontare di 1.797.000 unità, mentre il valore del Cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 45-273.000 unità. Ne deriva pertanto il seguente ordinamento dei clusters ovvero C2>C1. Ovviamente il numero dei residenti che sono nati all’estero soprattutto se considerato in percentuale della popolazione residente può essere un indicatore del fatto che un paese o un gruppo di paesi possa essere qualificato come aperto o chiuso rispetto all’immigrazione. Certamente gli Stati Uniti che hanno circa una popolazione di 330 milioni di abitanti possono essere considerati come un paese aperto all’immigrazione. Infatti, i residenti nati all’estero costituiscono circa il 12-13% della popolazione residente. Tuttavia, la presenza di una significativa percentuale di popolazione residente nata all’estero non impedisce agli Stati Uniti di essere una economia leader a livello mondiale, in grado di produrre tecnologia e benessere per i propri cittadini e per la globalizzazione.

Machine Learning and Predictions. Di seguito viene applicata una analisi attraverso l’utilizzo degli algoritmi di machine learning per la predizione del valore futuro dei residenti nati all’estero nei paesi OCSE analizzati. Gli algoritmi sono stati addestrati con l’80% dei dati mentre il restante 20% è stato utilizzato per la predizione vera e propria. La performance degli algoritmi è stata analizzata in base alla capacità di massimizzare l’R-Squared e di minimizzare gli errori statistici. Il risultato è la seguente classifica degli algoritmi ovvero:

  • ·         ANN-Artificial Neural Network con un valore del payoff pari ad un ammontare di 4 unità;
  • ·         Tree Ensemble con un valore del payoff pari ad un ammontare di 8 unità;
  • ·         Gradient Boosted Trees con un valore del payoff pari a 12;
  • ·         Linear Regression con un valore del payoff pari a 16;
  • ·         Simple Tree Regression con un valore del payoff pari a 21;
  • ·         Polynomial Regression con un valore del payoff pari a 23.

Pertanto, attraverso l’utilizzo dell’all’algoritmo maggiormente performante ovvero l’ANN-Artificial Neural Network è possibile predire il seguente andamento per i seguenti paesi ovvero:

  • ·         Danimarca con una variazione aumentativa da un ammontare di 296.924 fino ad un valore di 320.677 ovvero una crescita del 108%;
  • ·         Finlandia con una variazione aumentativa da un ammontare di 131.120 unità fino ad un valore di 262.240 unità ovvero pari ad un aumento del 200%;
  • ·         Israele con una crescita di 189.224 ovvero del 10,53%;
  • ·         Norvegia con una crescita del 44,44% pari a 129.960 unità.

Conclusioni. Come è evidente nei dati il valore dei residenti nati all’estero in percentuale della popolazione residente può cambiare notevolmente, dal 30% quasi dell’Australia, fino al 6,7% dell’Ungheria. La percentuale dei residenti nati all’estero sul totale della popolazione è alta anche in economie performanti dal punto di vista economico e sociale come la Svezia e Israele. Ne deriva che l’idea che i migranti di per sé riducano le capacità di crescita e sviluppo sociale di un sistema economico manca di trovare il conforto dei dati.