Israele,
Slovacchia e Turchia guidano la classifica per tasso di crescita del PIL nel
2023
L’OCSE calcola il tasso
di crescita del PIL fino al 2023. L’analisi dei dati mette in evidenza la
diversità delle reazioni dei paesi all’avverso scenario macroeconomico
costituito dalle conseguenze economiche del Covid19, sommate all’inflazione ed
alla crisi energetica connessa alla guerra russo-ucraina.
Ranking dei paesi OCSE
per valore del tasso di crescita del PIL nel 2023.
Israele è al primo posto per tasso di crescita del PIL nel 2023 con un valore
di 3,35% a parimerito con la Slovacchia, seguiti entrambi dalla Turchia con un
ammontare di 3,01% e dall’Islanda con un ammontare di 2,75%. A metà classifica
vi sono la Repubblica Ceca e la Nuova Zelanda entrambi con un ammontare di 2,02%,
seguiti dal Giappone con un ammontare di 1,83% e dall’Estonia con un ammontare
di 1,79%. Chiudono la classifica la Finlandia con un ammontare di 0,6%, seguita
dal Cile con un ammontare di 0,11% e dal Regno Unito con un ammontare di 0,02%.
Il tasso di crescita medio dei paesi OCSE per il 2023 è previsto ad un ammontare
di 1,88%. La media della crescita dei paesi OCSE per il 2023 risulta essere
inferiore rispetto al tasso di crescita dell’India previsto per il 2023 al
6,24%, della Cina con +4,92%, dell’Indonesia con un valore pari a +4,7% e dell’Argentina
con un valore pari a +1,89. Al contrario Sudafrica, Brasile e Russia hanno un
tasso di crescita del PIL previsto per il 2023 inferiore rispetto al corrispondente
valore della media dei paesi OCSE. In modo particolare il PIL previsto per il Sudafrica
nel 2023 è pari a 1,34%, per il Brasile pari a 1,24%, e per la Russia pari ad
un valore di -4,14%.
Ranking dei paesi per valore della variazione percentuale del Pil tra il 2014 ed il 2023. L’Italia è al primo posto per valore della crescita percentuale della variazione del PIL tra il 2014 ed il previsionale del 2023 con un ammontare pari a 1542,86% pari a 1,08 unità, seguita dal Giappone con un valore pari a 510,00% pari a 1,53 unità e dalla Grecia con un valore di 427,08% pari ad un ammontare di 2,05 unità. A metà classifica vi sono la Corea del Sud con un ammontare pari a -20,94% pari a -0,67 unità, seguita dal Lussemburgo con un ammontare pari a -20,99% pari ad un valore di -0,55 unità, seguita dalla Germania con un valore pari a -22,27% pari ad un ammontare di -0,49 unità. Chiudono la classifica il Cile con un ammontare di -93,64% pari ad un valore di -1,62 unità, seguito dal Regno Unito con un ammontare di -99,33% pari a -2,97 unità, e dalla Finlandia con un valore pari a -262,16% pari ad un ammontare di -0,97 unità. In media la variazione percentuale per i paesi OCSE del tasso di crescita del PIL tra il 2014 ed il 2023 è pari ad un valore di 42,77%. Tra i paesi non OCSE che comunque vengono riportati nelle statistiche OCSE l’unico paese per il quale è prevista una variazione percentuale positiva tra il 2014 ed il 2023 è il Brasile per il quale è previsto un valore pari a +137,42%. Gli altri paesi non-OCSE di interesse sono caratterizzati da variazioni percentuali negative del tasso di crescita del PIL tra il 2014 ed il 2023 ovvero: Sudafrica -5,3%, Indonesia -6,12%, India -15,79%, Cina -33,7%, Argentina -175,40%, Russia -673%.
Clusterizzazione con algoritmo k-Means. Di seguito viene proposta una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Occorre considerare che ad una prima analisi il valore della clusterizzazione risulta essere significativamente polarizzato con un cluster costituito esclusivamente dall’Irlanda ed un altro cluster costituito dai restanti paesi OCSE. Tale condizione evidentemente manifesta il fatto che l’Irlanda dal punto di vista della crescita del PIL rappresenta un outlier. Infatti, il tasso di crescita del PIL è stato molto elevato tra il 2014 ed il 2023. Considerando la media della crescita del PIL irlandese tra il 2014 ed il 2022 risulta che il valore è pari a +9,3% contro una media dei paesi OCSE pari a 2,21%. Inoltre, guardando alla serie storica del PIL irlandese è possibile notare che nel 2015 tale valore ha raggiunto il massimo assoluto dell’intero dataset OCSE con un valore pari a 25,8%.Per tali motivazioni si è quindi scelto di eliminare l’Irlanda dalla serie storica, in modo da avere una clusterizzazione più efficiente. Pertanto, a seguito dell’applicazione della clusterizzazione al dataset al netto dell’Irlanda è stato possibile ottenere i seguenti clusters ovvero:
- ·
Cluster 1:
Polonia, Israele, Nuova Zelanda, Ungheria, Estonia, Lituania, Turchia,
Slovenia, Costa Rica, Lussemburgo, Corea del Sud, Islanda, Lettonia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Colombia;
- ·
Cluster 2:
Italia, Austria, Francia, Belgio, Giappone, Grecia, Germania, Messico, Canada,
Regno Unito, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna, Finlandia, Svizzera, Norvegia,
Stati Uniti, Cile, Danimarca, Australia, Svezia.
Ne deriva che il tasso di crescita tende ad essere più elevato nei paesi del Cluster 1-C1 rispetto ai paesi del Cluster 2-C2. Infatti, la mediana del Cluster 1-C1 è pari ad un ammontare di 2,28%, mentre il valore della mediana per i paesi del Cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 1,37%.
Conclusioni.
Le previsioni dell’OCSE per il 2023 per quanto indichino in media un valore
pari a 1,88% non possono essere considerate positivamente. Infatti, il valore
di 1,88% è il più basso di tutto periodo 2014-2023 con eccezione dell’anno del Covid
ovvero il 2020 nel quale esercizio il valore medio del tasso di crescita del
PIL OCSE è stato pari a -4,19%. Tuttavia occorre anche considerare che molti
paesi OCSE riescono ad ottenere degli alti tasi di crescita del PIL sfruttando
la competizione fiscale come nel caso dell’Irlanda, del Lussemburgo. Occorre a
tal proposito introdurre delle norme e delle istituzioni che siano in grado di
calcolare l’impatto della competizione fiscale nella performance economica dei
paesi ed introdurre delle compensazioni monetarie per i paesi che subiscono la
concorrenza fiscale. Infatti i paesi che subiscono la concorrenza fiscale non
solo perdono parte del gettito fiscale. A volte perdono anche le imprese che
preferiscono spostare i propri centri direzionali nei paesi che praticano
condizioni fiscali di favore.
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