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La fiducia nel sistema giudiziario italiano
cresce del 7% tra il 2011 e il 2023.
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Abruzzo e Marche registrano i maggiori
incrementi, superando il 17% di aumento della fiducia complessiva.
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Nel 2023 oltre metà delle regioni italiane
raggiunge o supera cinque punti di fiducia nella giustizia.
L’analisi della
fiducia nel sistema giudiziario in Italia tra il 2011 e il 2023 evidenzia un
quadro complesso ma, nel complesso, positivo, con una tendenza moderatamente
crescente e una sostanziale stabilità territoriale. A differenza di quanto
accade con la fiducia nel Parlamento, il livello di fiducia nella giustizia
parte da valori già medio-alti e non conosce flessioni drammatiche, ma
piuttosto un andamento oscillante, con leggere cadute nei momenti di maggiore
crisi politica o istituzionale, seguite da fasi di ripresa. Questo andamento
suggerisce che la fiducia nel sistema giudiziario sia più resistente alle
turbolenze politiche, riflettendo una percezione della magistratura come
pilastro stabile dello Stato, anche se talvolta percepito come distante o inefficiente.
Nel 2011, anno
iniziale della serie, i valori di fiducia sono generalmente compresi tra 4,2 e
4,9, con una media nazionale intorno a 4,5. I livelli più alti si registrano
nelle regioni meridionali, come Sicilia, Calabria e Sardegna, tutte sopra il
4,8, mentre valori leggermente inferiori si osservano in Veneto e Lombardia,
intorno al 4,2–4,4. Tale distribuzione suggerisce una minore differenziazione
territoriale rispetto ad altri indicatori di fiducia istituzionale: la
giustizia appare un riferimento condiviso, con variazioni che dipendono più da
percezioni culturali e da esperienze locali che da fattori economici o
politici.
Tra il 2012 e il
2015 si osserva una lieve flessione generalizzata. In questo quadriennio, la
fiducia cala in quasi tutte le regioni, raggiungendo i livelli più bassi nel
2015, quando molte aree si collocano tra 3,8 e 4,1. È un periodo in cui si
susseguono scandali legati alla corruzione politica e alla lentezza dei
processi, fattori che probabilmente hanno contribuito a erodere la percezione
di efficacia della giustizia. L’Italia, in quegli anni, è spesso al centro
dell’attenzione europea per la lentezza del sistema giudiziario e per i limiti
nella lotta alla corruzione, e questo si riflette in una fiducia popolare più
fragile. Alcune regioni come il Veneto e l’Umbria toccano i valori più bassi
della serie (rispettivamente 3,4 e 3,4 nel 2015), segno di una temporanea
disillusione verso le istituzioni giudiziarie.
Il 2016 segna
però un primo punto di svolta. Pur con andamenti regionali differenziati,
inizia un lento recupero della fiducia. Le riforme introdotte in quegli anni,
volte a semplificare i procedimenti civili e penali e a rafforzare la
trasparenza del sistema, contribuiscono a migliorare la percezione della
giustizia. In molte regioni si registrano segnali di ripresa: in Piemonte la
fiducia risale a 4,2, in Emilia-Romagna e Toscana a 4,1, mentre in Campania
raggiunge 5, il valore più alto dell’intero campione in quell’anno. La maggiore
stabilità politica e il rafforzamento del dibattito sulla legalità, anche
mediaticamente, sembrano aver sostenuto un clima di maggiore fiducia nelle
istituzioni giudiziarie.
Dal 2017 al 2019
la tendenza positiva si consolida. Tutte le regioni mostrano una crescita
costante, con valori che tornano sopra la soglia di 4,5 quasi ovunque. Il 2019
rappresenta un anno di fiducia relativamente elevata: regioni come
Trentino-Alto Adige, Toscana, Campania e Basilicata raggiungono o superano 4,8,
mentre Puglia tocca quota 5. È un segnale importante, poiché testimonia un
recupero di credibilità della giustizia in un contesto politico frammentato, ma
caratterizzato da una crescente domanda di trasparenza e legalità da parte dei
cittadini. In questa fase, la fiducia nel sistema giudiziario sembra anche legata
al ruolo crescente delle procure e al dibattito sulle inchieste di interesse
nazionale, che rafforzano la percezione di una magistratura autonoma e
incisiva.
Il 2020, segnato
dalla pandemia da Covid-19, rappresenta un momento cruciale anche per la fiducia
nella giustizia. L’emergenza sanitaria e le misure straordinarie introdotte dal
governo hanno determinato una maggiore attenzione verso il funzionamento delle
istituzioni, inclusa la magistratura. Nonostante le difficoltà operative dovute
al blocco dei tribunali e ai ritardi nei procedimenti, i cittadini sembrano
riconoscere al sistema giudiziario un ruolo di garanzia e continuità. In quasi
tutte le regioni, infatti, la fiducia cresce ulteriormente: in Lombardia sale a
4,6, in Piemonte e in Emilia-Romagna a 4,8, in Campania e Calabria raggiunge 5
e oltre. È interessante notare come questa crescita non derivi da un
miglioramento percepito dell’efficienza, ma piuttosto da un rafforzamento
simbolico della fiducia nelle istituzioni statali in un momento di forte
incertezza collettiva.
Negli anni
successivi, dal 2021 al 2023, la fiducia rimane stabile su livelli medio-alti,
con valori compresi tra 4,7 e 5,1 nella maggior parte delle regioni. Si tratta
di una fase di consolidamento, in cui la magistratura continua a essere vista
come un’istituzione solida, anche se non immune da critiche. Nel 2023, i dati
mostrano un’Italia sostanzialmente uniforme: quasi tutte le regioni superano o
si avvicinano ai 5 punti di fiducia. Le punte massime si registrano in Marche,
Umbria, Lazio, Campania e Puglia, tutte con valori pari o superiori a 5. Le
variazioni assolute rispetto al 2011, pur contenute, confermano la tendenza
positiva: la media nazionale cresce di circa 0,3–0,4 punti, pari a un aumento
percentuale compreso tra il 6 e il 10%.
Le regioni con
l’aumento più consistente sono Abruzzo (+0,7, pari al 17,5%), Marche (+0,7,
pari al 16,3%), Campania e Puglia (+0,5, intorno al 10%). Si tratta di aree
che, pur partendo da livelli già medio-alti, mostrano un miglioramento significativo,
segno di un rafforzamento della fiducia nelle istituzioni giuridiche locali e
centrali. Questi incrementi possono essere collegati sia al miglioramento delle
infrastrutture giudiziarie e digitali sia al maggiore impegno nel contrasto
alla criminalità organizzata e alla corruzione, temi particolarmente rilevanti
nel Mezzogiorno.
Al contrario,
alcune regioni mostrano una crescita quasi nulla o addirittura una lieve
stabilità. La Toscana, ad esempio, registra nel 2023 lo stesso valore del 2011,
pari a 4,8, segno di una fiducia costante ma non in espansione. Anche Valle
d’Aosta e Sicilia mostrano incrementi minimi, rispettivamente del 2,2% e del
2,1%. In questi casi, il dato potrebbe essere interpretato come espressione di
una stabilità positiva, ma anche come segnale di un certo distacco critico nei
confronti di un sistema giudiziario percepito come poco innovativo o distante
dalle esigenze dei cittadini.
La distribuzione
territoriale della fiducia nel 2023 evidenzia inoltre una sostanziale convergenza
tra Nord e Sud. Mentre in passato il Mezzogiorno mostrava livelli di fiducia
più alti, negli ultimi anni la distanza si è ridotta, con regioni
settentrionali come Lombardia, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige che
raggiungono valori prossimi o identici a quelli meridionali. Questo dato
riflette una crescente omogeneità nella percezione della giustizia,
probabilmente favorita dall’introduzione di procedure digitali, dalla
diffusione di pratiche più uniformi e da un maggior equilibrio nel trattamento
dei casi giudiziari sul territorio nazionale.
Un elemento
interessante è la correlazione tra fiducia nella giustizia e fiducia generale
nelle istituzioni. Le regioni che mostrano un miglioramento nella fiducia
parlamentare negli stessi anni, come Lazio, Campania e Puglia, tendono a
registrare incrementi anche nel sistema giudiziario. Ciò suggerisce che la
percezione della magistratura non è isolata, ma fa parte di un quadro più ampio
di rinnovata fiducia verso lo Stato. Tuttavia, la giustizia gode di un credito
più stabile e meno soggetto agli umori politici, come dimostra la minore
ampiezza delle variazioni rispetto ad altri ambiti istituzionali.
Nel lungo
periodo, il dato complessivo mostra una fiducia nel sistema giudiziario che
rimane elevata e resistente, con una crescita media nazionale di circa il 7%.
Questo andamento può essere letto come un segnale di maturità democratica: i
cittadini italiani, pur critici verso l’efficienza e la rapidità del sistema,
riconoscono la centralità della giustizia come garanzia di equilibrio e di
tutela dei diritti. La magistratura, spesso al centro di dibattiti pubblici e
conflitti politici, conserva una reputazione di integrità che, pur non esente
da controversie, sembra consolidarsi nel tempo.
In conclusione,
tra il 2011 e il 2023 la fiducia nel sistema giudiziario italiano mostra una
dinamica di crescita lenta ma costante, senza picchi né cadute significative.
Le differenze regionali si sono ridotte, la media nazionale si è stabilizzata
su livelli alti e la percezione della giustizia come istituzione affidabile si
è rafforzata. L’aumento più marcato nel Centro-Sud riflette un legame più
stretto con lo Stato come garante di legalità e protezione, mentre la stabilità
nel Nord testimonia una fiducia consolidata. La sfida futura sarà quella di
trasformare questa fiducia simbolica in fiducia operativa, migliorando la
velocità, l’accessibilità e la trasparenza della giustizia, affinché la
percezione positiva diventi anche esperienza concreta di equità ed efficienza.
Fonte: ISTAT
Link: www.istat.it
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