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Individui Aventi Comportamenti a Rischio nel Consumo di Alcol nelle Regioni Italiane

 

Sono diminuiti del 24,60% tra il 2007 ed il 2020

 

L’ISTAT-BES calcola il valore della variabile “Alcol” definita come proporzione standardizzata di persone di 14 anni e più che presentano almeno un comportamento a rischio nel consumo di alcol sul totale delle persone di 14 anni e più.

  1. Ranking delle regioni italiane per percentuale di individui aventi un comportamento a rischio nel consumo di alcol nel 2020

Nel 2020 il Trentino-Alto Adige è al primo posto per percentuale di individui aventi un comportamento a rischio nel consumo di alcol pari ad un valore di 23,4 unità, seguito dalla Valle d’Aosta con un valore pari a 23, e dal Molise con un valore pari a 22,6 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte e la Basilicata con un valore pari a 17,8 unità, seguiti dalla Liguria con un valore pari a 17,1 unità. Chiudono la classifica il Lazio con un valore pari a 14,2 unità, seguito dalla Campania con un valore pari a 11,6 e dalla Sicilia con un valore pari a 9,6 unità. In media nel 2020 il valore percentuale della popolazione avente un comportamento a rischio nel consumo di alcol è stato pari ad un ammontare di 17,94.

       Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale degli individui aventi un comportamento a rischio nel consumo di alcol tra il 2007 ed il 2020

La Sardegna è al primo posto per variazione percentuale degli individui con comportamenti a rischio nel consumo di alcol con un valore pari a -11,71% pari ad un ammontare di -2,60 unità, seguita dall’Emilia Romagna con un valore di -13,36% pari ad un ammontare di -3,30 unità, e dal Trentino-Alto Adige con una variazione pari ad un ammontare di -13,97% pari ad un valore di -3,80 unità. A metà classifica vi sono l’Abruzzo con un valore pari a -22,82% pari ad un ammontare di -4,70 unità, seguito dal Veneto con una variazione pari ad un ammontare di -24,18% pari ad un ammontare di -6,60 unità e dalla Valle d’Aosta con un valore pari a -24,84% pari ad un valore di –7,60 unità. Chiudono la classifica con un variazione pari a -32,06% pari ad un ammontare di -8,40 unità, seguita dalla Campania con un valore pari a -36,61% pari ad un ammontare di -6,70 unità, e dalle Marche con una variazione pari ad un ammontare di -39,70% pari ad un valore di -10,70 unità.

3.      Macro-regioni italiane

La percentuale di individui aventi comportamenti a rischio nel consumo di alcol è diminuita significativamente nel periodo tra il 2007 ed il 2020 nelle macro-regioni italiane. Nel Nord Italia tale percentuale è diminuita da 25,00 fino a 19,50 ovvero pari a -5,50 unità equivalente al -22,00%. Nel Centro Italia la percentuale degli individui aventi un comportamento a rischio nell’assunzione di alcol è diminuita da un valore di 22,10 nel 2007 fino ad un valore di 15,90% nel 2020 ovvero pari ad un valore di -6,20 unità pari ad un ammontare di -28,05%. Nel Mezzogiorno la percentuale di individui aventi dei comportamenti a rischio nell’assunzione di alcol è diminuita da 18,80% nel 2007 fino ad un valore di 13,70% ovvero pari ad un ammontare di -5,10 unità ovvero pari ad un valore di -27,13%. Complessivamente in Italia la percentuale delle persone aventi comportamenti a rischio nell’assunzione dell’alcol è passata da 22,30% nel 2007 fino ad un valore di 16,80% pari ad una variazione di -5,50 unità ovvero pari a -24,66%.

4.      Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato mediante l’utilizzo del coefficiente di Silhouette

Di seguito viene analizzata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato attraverso l’utilizzo del coefficiente di Silhouette. Di seguito vengono indicati i clusters individuati ovvero:

  • ·         Cluster 1: Campania, Calabria, Sicilia, Lazio, Puglia;
  • ·         Cluster 2: Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Sardegna, Molise, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria, Marche, Abruzzo, Basilicata, Umbria.

Calcolando la mediana dei clusters risulta che il valore mediano del cluster 1-C1 è pari a 14,2 mentre il valore del cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 18,5. Ne deriva che C2=18,5> C1=14,2. Dal punto di vista strettamente geografico risulta che i paesi del centro-Nord Italia tendono ad essere caratterizzati da comportamenti di assunzione di alcol maggiormente rischiosi rispetto alle regioni del sud Italia con eccezione della Basilicata, del Molise, dell’Abruzzo e della Sardegna.

5.      Network Analysis con distanza di Manhattan

Attraverso l’utilizzo della distanza di Manhattan è possibile verificare la presenza di strutture a network tra le regioni italiane. Viene rilevata un’unica struttura a network complessa costituita come indicato di seguito ovvero:

  • ·         Il Veneto ha una connessione con il Piemonte avente un valore del link pari a 0,98;
  • ·         Il Piemonte ha una connessione con il Veneto pari a 0,98 e con l’Emilia-Romagna pari a 0,97;
  • ·         L’Emilia-Romagna ha una connessione con il Piemonte pari a 0,97, con la Sardegna pari a 0,88, con la Lombardia pari a 0,83 e con la Toscana con un link pari a 0,58;
  • ·         La Sardegna ha una connessione con l’Emilia-Romagna con un link pari a 0,88;
  • ·         L’Emilia-Romagna ha una connessione con la Sardegna con un link avente un valore pari a 0,88;
  • ·         La Lombardia ha una connessione con l’Emilia-Romagna pari ad un valore di 0,83 unità e con la Liguria pari ad un valore di 0,9 unità;
  • ·         La Toscana ha una connessione con l’Emilia-Romagna con un valore pari a 0,5 unità.


6.      Conclusioni

L’analisi effettuata mostra la riduzione degli individui che assumono comportamenti a rischio rispetto all’alcol. Una riduzione che è stata verificata in tutte le macro-regioni italiane ed anche in tutte le regioni italiane. Tuttavia, le regioni del Nord tendono ad essere strutturalmente più orientate ad avere dei comportamenti a rischio rispetto all’alcol. Occorre considerare in ogni caso che la riduzione di tale variabile in tutte le regioni mostra che le campagne pubbliche volte a modificare il comportamento degli italiani hanno avuto la capacità di indurre le persone ad assumere delle abitudini di vita assai più salutari negli anni 20 del 2000 rispetto al decennio precedente.  





















 

 

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