Tra
il secondo quadrimestre del 2020 ed il terzo quadrimestre del 2022 è aumentato in
media del 33,00%
L’Eurostat calcola il
valore dell’indice del costo del lavoro. L’indicatore è calcolato nel periodo
compreso tra il secondo quadrimestre del 2020 ed il terzo quadrimestre del
2022. Il costo del lavoro è costituito dalla compensazione dei dipendenti
sommata ai costi per la formazione del personale, alle altre spese come i costi
di assunzione e le tasse sull’occupazione, meno gli eventuali sussidi ricevuti.
L’indicatore è posto pari a 100 nel 2016.
Ranking dei paesi europei
per valore del costo del lavoro nel terzo quadrimestre 2022. La
Bulgaria è al primo posto per valore dell’indice del costo del lavoro nel terzo
quadrimestre del 2022 con un valore pari a 178,3, seguita dall’Islanda con un
valore pari a 160,5, e dalla Polonia con un valore pari a 159,9 unità. A metà
classifica vi sono la repubblica Ceca con un valore pari a 118,8, seguita dalla
Spagna con un valore pari a 117,3, e dalla Croazia con un valore pari a 117,1
unità, Chiudono la classifica l’Ungheria con un ammontare di 93,6 unità,
seguita dalla Romania con un valore pari a 46,3 unità e dalla Lituania con un
valore pari a 21,8 unità.
Ranking dei paesi europei
per valore della variazione percentuale dell’indice del costo del lavoro tra il
secondo quadrimestre del 2020 fino al terzo quadrimestre del 2022.
La Serbia è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’indice
del costo del lavoro tra il secondo quadrimestre del 2020 fino al terzo
quadrimestre del 2022 con una variazione pari ad un ammontare di 1.303% pari ad
un ammontare di 150,30 unità, seguita dall’Irlanda con +326,98% pari ad un ammontare
di 82,40% e da Malta con un valore pari a 164,96% pari ad un ammontare di
306,50 unità. A metà classifica vi sono la Romania con un valore pari a 16,92%
pari ad un ammontare di 6,70 unità, seguita dalla Croazia con un valore pari a
11,42% pari ad un ammontare di 12,00 unità e dall’Islanda con un valore pari a
10,54% pari ad un ammontare di 15,30 unità. Chiudono la classifica l’Italia con
un valore pari a -8,49% pari ad un ammontare di -10,10 unità, seguita dall’Austria
con un valore pari a -9,39% pari ad un ammontare di -12,10% e dall’Ungheria con
un ammontare di -10,34% pari ad un ammontare di -10,80 unità.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di
seguito viene realizzata una clusterizzazione attraverso l’applicazione dell’algoritmo
k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Risultano pertanto i seguenti
clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Malta
- ·
Cluster 2: Francia, Croazia, Belgio,
Lussemburgo, Ungheria, Norvegia, Italia, Spagna, Finlandia, Danimarca, Paesi Basi,
Svezia, Germania, Portogallo, Repubblica Ceca, Austria;
- ·
Cluster 3: Lettonia, Polonia, Islanda,
Bulgaria, Estonia, Slovacchia, Grecia, Slovenia, Serbia, Cipro;
- ·
Cluster 4: Romania, Lituania, Irlanda.
Calcolando il valore
della mediana risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C3=148,2>C1=120,7>C2=111,3>C4=46,3.
Dal punto di vista strettamente geografico risulta che i paesi del Cluster 3,
molti dei quali sono paesi dell’Europa orientale, hanno dei valori elevati in
termini di indice del costo del lavoro anche rispetto ai paesi dell’Europa
Orientale. Tale condizione può apparire paradossale, in quanto generalmente i
paesi dell’Europa dell’Est tendono ad essere paesi nei quali il costo del lavoro
è basso. Tuttavia tale rovesciamento delle aree a maggiore costo del lavoro dall’Europa
occidentale all’Europa orientale è la conseguenza di un mix di fattori come l’inflazione,
la crisi energetica e la guerra in Ucraina. Tali fattori hanno infatti
compresso il costo del lavoro nell’Europa occidentale.
Network analysis con l’applicazione
della distanza di Manhattan. Di seguito viene
presentata una network analysis realizzata per il tramite dell’applicazione della
distanza di Manhattan. I dati mostrano la presenza di tre strutture a network
delle quali una è complessa e due sono semplificate.
La struttura a network
complessa è costituita come indicata di seguito:
- ·
La Svezia ha una connessione con la
Norvegia pari ad un ammontare di 0,32 unità;
- ·
La Norvegia ha una connessione con la
Svezia per un ammontare pari ad un valore di 0,32 unità, con la Croazia per un
valore pari a 0,3 unità, con la Spagna per un valore pari a 0,25 unità, con la
Francia per un valore pari a 0,28 unità;
- ·
La Croazia ha una connessione con la
Norvegia per un valore pari a 0,3 unità e con la Francia per un valore pari a
0,26 unità;
- ·
La Spagna ha una connessione con la
Norvegia per un valore pari a 0,25 unità, e con la Francia per un valore pari a
0,36 unità;
- ·
Il Belgio ha una connessione con la
Francia per un valore pari a 0,32 unità;
- ·
La Francia ha una connessione con il
Belgio per un valore pari a 0,32 unità, con la Norvegia per un valore pari a
0,28 unità, con la Croazia per un valore pari a 0,26 unità e con l’Italia per
un valore pari a 0,37 unità;
- ·
L’Italia ha una connessione con la Francia
per un valore pari a 0,37 unità.
La network analysis
mostra anche la presenza di due strutture a network semplificate ovvero:
- ·
La Germania ed il Portogallo hanno una
connessione per un valore pari ad un valore di 0,33 unità;
- ·
Il Lussemburgo e l’Ungheria hanno una
connessione per un valore pari ad un ammontare di 0,35 unità.
L’analisi della network
analysis deve essere considerata come una struttura di connessioni tra i paesi
che non implicano in alcun modo delle relazioni di tipo causa effetto.
Conclusioni.
Complessivamente risulta che il valore dell’indice
del costo del lavoro in media per i paesi europei è aumento tra il secondo quadrimestre
del 2020 ed il terzo quadrimestre del 2022 con una crescita pari al 33,00% pari
ad un ammontare di 29,35 unità. Tuttavia, tale crescita non è avvenuta in tutti
i paesi. Molti paesi hanno infatti avuto una riduzione dell’indice del costo
del lavoro come per esempio: Spagna -0,93%, Norvegia con -1,13%; Francia
-1,87%, Germania -3,88%, Lituania -4,39%, Lussemburgo -4,39%, Italia con
-8,49%, Austria -9,39%, Ungheria -10,34%. Nei paesi più grandi e che hanno
anche maggiore forza lavoro l’indice del costo del lavoro è diminuito. Nei
piccoli paesi europei e nei paesi con forza lavoro ridotta l’indice del costo del
lavoro è aumentato. La motivazione può essere ricondotta all’impatto delle
avversità macro-economiche sul settore dei servizi che è dominante nelle
maggiori economie europee. Tuttavia è difficile dire se la riduzione del costo
del lavoro sia un fatto positivo o meno. Infatti, il costo del lavoro come
viene calcolato dall’Eurostat, è comprensivo anche delle tasse. Pertanto per un
confronto effettivo bisognerebbe considerare una misura dell’indicatore del
costo del lavoro al netto delle tasse in modo tale da poter scomporre la
componente del costo del lavoro tra remunerazione e costo della formazione. Tuttavia,
tra remunerazione, costo della formazione e tasse, sono gli ultimi due elementi
ovvero formazione e tasse, ad avere un peso rilevante, soprattutto nei paesi ad
alta specializzazione, mentre la componente della remunerazione, almeno nei
paesi più grandi d’Europa, risulta essere sempre più incerta ed inadeguata,
ponendo la questione della giustizia reddituale.