L’Istat calcola il valore
degli investimenti privati in percentuale del PIL nelle regioni italiane.
Ranking delle regioni per
valore degli investimenti privati in percentuale del PIL. Il
Piemonte è al primo posto per valore degli investimenti privati in percentuali
del PIL con un valore pari a 20,30%, seguito dal Trentino Alto-Adige con un valore
pari a 19,66% e dal Veneto con un valore pari a 18,23%. A metà classifica vi
sono il Friuli-Venezia Giulia con un ammontare pari a 16,94%, seguito dall’Abruzzo
con un valore di 16,77%, e dalla Lombardia con un valore pari a 16,69%. Chiudono
la classifica la Puglia con un valore pari a 14,00%, seguito dalla Sicilia con
un valore pari a 13,12%, e dalla Calabria con un valore pari a 12,08%.
Ranking delle regioni per
valore della variazione percentuale dell’investimento privato in percentuale del
PIL tra il 1995 ed il 2020. Il Trentino Alto Adige è al primo
posto per valore della variazione percentuale dell’investimento privato in
percentuale del PIL tra il 1995 ed il 2020 con un valore pari a 24,79% pari ad
un ammontare di 3,90 unità, seguito dalla Liguria con un valore pari a 18,25%
pari ad un ammontare di 2,68 unità e dall’Abruzzo con una variazione da un ammontare
di 17,05% pari ad un ammontare di 2,44 unità. A metà classifica vi sono il
Veneto con un valore pari a 0,91% pari ad un ammontare di 0,16 unità, seguito dalla
Valle d’Aosta con un ammontare di -4,29% pari a un ammontare di -0,80 unità, seguita
dalle Marche con un valore pari a -8,89% pari ad un ammontare di -1,48 unità e
dalla Toscana con un valore pari a -9,32% pari ad un ammontare di -1,60 unità.
Chiudono la classifica la Sardegna con un valore pari a -18,48% pari ad un ammontare
di -3,39 unità, seguita dalla Campania con un valore pari a -26,18% pari ad un
ammontare di -5,12 unità e dalla Calabria con un valore pari a -33,10% pari ad
un ammontare di -5,98 unità. In media la variazione percentuale degli investimenti
privati in percentuale del PIL tra il 1995 ed il 2020 è diminuito di un valore
pari a -3,41% pari ad un ammontare di -0,79 unità.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette.
Di seguito viene presentata la clusterizzazione con algoritmo k-Means
ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. L’analisi mostra la presenza di
due clusters ovvero:
- ·
Cluster 1:
Liguria, Abruzzo, Lazio, Puglia, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Marche,
Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Toscana;
- ·
Cluster 2:
Piemonte, Basilicata, Emilia-Romagna, Umbria, Veneto;
- ·
Cluster 3:
Campania, Sardegna, Calabria, Molise.
Se consideriamo il valore della clusterizzazione dal punto di vista della mediana risulta il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C2=18,19>C1=16,69>C3=14,17. Da un punto di vista geografico risulta che non c’è una particolare prossimità geografica tra le regioni del Cluster 1, che sono le regioni a maggiore presenza di investimenti privati in percentuale del PIL, con eccezione della relazione tra Emilia Romagna e Veneto. Il Cluster 1 è invece al contrario costituito da regioni che hanno una contiguità geografica. Ed infine il Cluster 3 che cattura alcune delle regioni aventi un valore del reddito pro-capite basso. Particolare interesse suscita la presenza della Basilicata nel Cluster 2-C2 ovvero il cluster di eccellenza, probabilmente a causa degli investimenti privati relativi all’estrazione del petrolio che rapportati ad un PIL sostanzialmente ridotto, danno origine ad un valore dell’indicatore elevato.
Network analysis con la distanza
di Manhattan. Di seguito viene ad essere analizzata una
network analysis con la distanza di Manhattan. Vengono individuate due
strutture a network complesse. Esiste una struttura a network composta dalle
seguenti regioni ovvero:
- ·
Le Marche hanno una connessione con la
Toscana;
- ·
La Toscana ha una connessione con le
Marche e con la Lombardia,
- ·
La Lombardia ha una connessione con la
Toscana e con la Valle d’Aosta e con il Friuli-Venezia Giulia;
- ·
La Valle d’Aosta ha una connessione con la
Lombardia;
- ·
Il Friuli-Venezia Giulia ha una
connessione con la Lombardia e con l’Abruzzo;
- ·
L’Abruzzo ha una connessione con il Friuli-Venezia
Giulia.
Esiste inoltre un’ulteriore struttura a network
complessa costituita dalle seguenti regioni ovvero:
- ·
La Sicilia ha una connessione con la
Puglia;
- ·
La Puglia ha una connessione con la
Sicilia, e con il Lazio;
- ·
Il Lazio ha una connessione con la Puglia.
Tale struttura a network
consente di verificare quelli che sono gli eventuali effetti di propagazione che
possono manifestarsi in caso di crescita degli investimenti privati nelle
regioni. Per esempio se aumentano gli investimenti privati in percentuale del
PIL in Lombardia è assai probabile che tale crescita avvenga anche in Toscana,
Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Ovviamente, tale relazione non è di tipo
causa-effetto ed esprime semplicemente la presenza di una andamento comune nell’evoluzione
delle serie storie che delle regioni analizzate.
Conclusioni.
Il valore degli investimenti privati nelle regioni italiane è diminuito tra il 1995
ed il 2020, in media, di un valore pari a 3,41%. Nello specifico sono proprio
le regioni meridionale quelle nelle quali si è verificata la riduzione più
rilevante degli investimenti privati, ovvero Calabria con -33,10%, Campania
con -26,10% e Sardegna con -18,48% . Ne deriva che le
regioni meridionali hanno subito una riduzione del valore degli
investimenti privati in percentuale del PIL. Tale riduzione appare evidente considerando
la media dell’indicatore per macro-regioni. Tra il 1995 ed il 2020 il valore
degli investimenti privati in percentuale del PIL nel Nord è cresciuto da un ammontare
di 17,28% fino ad un valore di 18,15% ovvero una crescita pari ad un ammontare
di 0,87 unità ovvero pari ad un valore di 5,03%. Nello stesso periodo il corrispondente
valore degli investimenti privati in percentuale del PIL è diminuito del 13,89% nel Sud e
del 5,19% nel Centro Italia. Tale riduzione manifesta un arretramento del Meridione che prospetticamente potrebbe tradursi in una crescita ulteriore del divario
Nord-Sud con un indebolimento complessivo del settore privato che potrebbe
rendere assai più complessa la ripresa economica e la reazione in caso di crisi
economica e finanziaria.
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