giovedì 18 gennaio 2024

La Soddisfazione per la Propria Vita nelle Regioni Italiane

 

Tra il 2010 ed il 2022 è cresciuta in media del 5,05%

 

L’Istat calcola il valore della soddisfazione per la propria vita nelle regioni italiane. La variabile è rappresentata dalla percentuale di persone di 14 anni e più che hanno espresso un punteggio di soddisfazione per la vita tra 8 e 10 sul totale delle persone di 14 anni e più.

Ranking delle regioni italiane per valore della soddisfazione per la propria vita nel 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore della soddisfazione per la propria vita nel 2022 con un ammontare pari d 61,8 unità. Seguito dalla Valle d’Aosta con un ammontare di 52,6 unità, e dalla Sardegna con  un ammontare di 50,8 unità. A metà classifica vi sono il Molise con un ammontare di 46,9 unità, seguito dalla Calabria con un valore di 46,8 unità, e dal Friuli Venezia Giulia con un valore di 46,5 unità. Chiudono le classifiche la Puglia con 42,6, seguito dall’Abruzzo con un ammontare di 41,8 unità e dalla Campania con un valore di 35,7 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale della soddisfazione per la propria vita tra il 2010 ed il 2022. Il Lazio è al primo posto per valore della variazione percentuale della soddisfazione per la propria vita tra il 2010 ed il 2022 con un valore pari a 24,39% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 36,90 unità fino ad un valore di 45,90 unità. Segue la Sardegna con una variazione di 17,59% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 43,20 unità fino ad un valore di 50,80 unità. Al terzo posto vi è l’Umbria con un valore pari a +14,45% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 43,60 unità fino ad un valore di 49,90 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte con un valore pari a +6,56% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 45,70 unità fino ad un valore di 48,70 unità. Segue la Basilicata con  una variazione pari a +4,44% corrispondente da una variazione da un ammontare di 42,80 unità fino ad un valore di 44,70 unità. Segue l’Emilia Romagna con un valore pari a +3,62% corrispondente da una variazione da un ammontare di 47,00 unità fino ad un valore di 48,70 unità. Agli ultimi posti la Toscana con una variazione pari a -0,67% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 44,50 unità fino ad un valore di 44,20 unità. Segue il Trentino Alto Adige con -1,75% e Valle d’Aosta con un valore pari a -5,90%. Considerando il valore medio della soddisfazione per la propria vita nelle regioni italiane possiamo notare che tale valore è cresciuto del 5,05% tra il 2010 ed il 2022.

La soddisfazione per la propria vita nelle macro-regioni italiane. La soddisfazione per la propria vita è cresciuta nelle macro-regioni italiane con un valore pari a +2,71% nel Nord, pari a 3,13% nel Nord-Ovest, pari a +1,66% nel Nord-Est, pari a 12,62% nel Centro, pari a 9,00% nel Mezzogiorno, pari a 8,00% nel Sud e 11,48% nelle Isole. Possiamo notare che la soddisfazione per la propria vita è cresciuta di più nelle regioni centro-meridionali rispetto alle regioni centro-settentrionali.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati i seguenti clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta;
  • ·       Cluster 2: Sicilia, Campania, Puglia, Lazio, Basilicata;
  • ·       Cluster 3: Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Marche, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sardegna, Liguria, Umbria, Toscana, Calabria, Molise.

Dal punto di vista dell’ordinamento dei clusters possiamo notare la seguente struttura ovvero: C1>C3>C2. Il primo cluster, ovvero il C1, è costituito da due sole regioni del Nord. Al secondo posto vi sono le regioni del Cluster 3 che mette insieme regioni del Centro, del Sud Italia e del Nord Italia. Ed infine il cluster 2 composto da alcune regioni meridionale e dal Lazio. Da tale analisi risulta pertanto che la soddisfazione per la propria vita tende ad essere elevata nelle regioni del Centro-Nord rispetto alle regioni meridionali.

Conclusione. Il valore della soddisfazione per la vita è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane tra il 2010 ed il 2022. Tuttavia vi sono alcune regioni nelle quali il valore della soddisfazione per la vita è diminuito come per esempio: Liguria con -0,43%, Friuli Venezia Giulia con -0,64%, Toscana con -0,67%, Trentino Alto Adige con -1,75%, Valle d’Aosta con -5,90%. Ovvero la soddisfazione per la propria vita è diminuita soprattutto nelle regioni del Centro-Nord. Tuttavia, il Sud Italia è la parte del paese che ha minore livello di soddisfazione per la propria vita. Infatti il livello di soddisfazione per la vita nel Sud è inferiore del 18% rispetto al Nord, al Nord-Ovest ed al Nord-Est, dell’11,00% rispetto al Centro e del 4,5% rispetto al Mezzogiorno. Esiste comunque una distinzione all’interno del Sud Italia e Isole. Infatti, mentre il valore della soddisfazione per la propria vita nel Sud è pari a 40,5, il medesimo valore per le Isole è pari a 46,6. Pertanto, la popolazione residente nelle Isole risulta essere molto più soddisfatta per la propria vita rispetto alle altre regioni del Sud Italia. Il valore della soddisfazione per la propria vita nelle Isole è anche superiore rispetto alla macroregione del Centro Italia. Pertanto, possiamo notare che il valore della soddisfazione per la propria vita tende a crescere con il reddito pro-capite con l’unica eccezione delle Isole. Tali dati sono anche in contrapposizione rispetto ad una visione del Sud Italia come di un luogo nel quale si vive bene e c’è equilibrio nella vita. Nel Sud Italia solo il 40% della popolazione dichiara di essere soddisfatta dalla propria vita contro il 49,4% del Nord Ovest. Se consideriamo la media della soddisfazione per la vita nel 2022 notiamo un valore pari a 47%, ovvero inferiore rispetto alla metà della popolazione. Ne deriva pertanto che la maggior parte della popolazione tende ad essere insoddisfatta per la condizione della propria vita. Le uniche regioni nelle quali più della metà della popolazione dichiara di essere soddisfatta sono Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Sardegna e Lombardia. Ne deriva che l’economia italiana sembra essere molto debole sia nel senso del PIL che nel senso del benessere percepito dalla popolazione.

 

 


 



martedì 16 gennaio 2024

La Durata dei Procedimenti Civili nelle Regioni Italiane

 

È diminuita in media del 4,23%

 

L’Istat calcola la durata dei procedimenti civili nelle regioni italiane. L’indicatore è calcolato come durata media effettiva in giorni dei procedimenti definiti presso i tribunali ordinari ovvero settore civile-area Sicid al netto dell’attività del Giudice tutelare, dell’Accertamento Tecnico Preventivo in materia di previdenza e dal 2017 della Verbalizzazione di dichiarazione giurata. I dati fanno riferimento alle regioni italiane nel periodo tra il 2012 ed il 2022.

Ranking delle regioni italiane per valore della durata dei procedimenti civili nelle regioni italiane nel 2022. La Basilicata è al primo posto per valore della durata dei procedimenti civili per un valore pari a 861 unità, segue la Calabria con un valore di 751 unità e la Campania con un valore di 627 unità. A metà classifica il Molise con un valore di 425 unità, seguita dalla Lazio con un valore di 421 unità, e dalla Toscana con un ammontare di 385 unità. Chiudono la classifica il Trentino Alto Adige con un valore di 232 unità, seguito dal Piemonte con 218 unità e dal Friuli Venezia Giulia con un ammontare di 216 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale del valore della durata dei procedimenti civili tra il 2012 ed il 2022. La Valle d’Aosta è al primo posto per valore della durata dei procedimenti civili tra il 2012 ed il 2022 con un valore pari a 169,07% corrispondente ad una variazione di 194 a 522 unità. Segue il Trentino Alto Adige con un valore pari al 53,64% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 151 unità fino a 262 unità, e il Piemonte con una variazione pari ad un ammontare di 6,86% corrispondente ad una variazione da un valore di 204 fino a 218 unità. A metà classifica vi sono il Molise con un valore pari a -2,52% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 436 unità fino a 425 unità, seguita dall’Umbria con una variazione pari a -2,86% corrispondente ad una variazione da 454 fino a 441 unità e dalla Basilicata con una variazione pari a -3,26% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 890 unità fino a 861 unità. Chiudono la classifica la Liguria con un valore pari a -23,50% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 349 unità fino a 267 unità, seguita dall’Emilia Romagna con una variazione di -25,00%  e dalla Puglia con una variazione pari a -31,45%. Il valore medio della durata dei procedimenti civili tra il 2012 ed il 2022 è diminuito de 4,23% nelle regioni italiane.

Macro-regioni italiane. Il valore della durata dei procedimenti civili nelle macro-regioni italiane è diminuito nel Nord con un valore pari a -5,88%, nel Nord-Est con un valore pari a -16,67%, nel Centro Italia con un valore pari a -4,74%, nel Mezzogiorno con un valore pari a -12,34% e nel Sud con un valore pari a -12,50%. Vi sono tuttavia delle aree delle aree del paese nelle quali il valore della durata dei procedimenti civili è cresciuta ed in modo particolare nel Nord-Ovest con un valore pari a +2,85% e nelle Isole con un valore pari a 2,09%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:

·       Cluster 1: Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Marche, Valle d’Aosta, Toscana, Abruzzo, Lazio, Umbria, Molise Sardegna;

·       Cluster 2: Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia.

Dal punto di vista dei clusters possiamo notare il seguente ordinamento ovvero: C2>C1. Possiamo notare che le regioni che compongono il cluster 2 sono essenzialmente regioni meridionali. Tuttavia le regioni del Cluster 2 non esauriscono il novero complessivo delle regioni meridionali. Vi sono infatti anche delle regioni meridionali che partecipano del Cluster 1 ovvero Molise, Sardegna, ed Abruzzo. Viene quindi prospettata una significativa distinzione tra alcune regioni del Sud Italia e le rimanenti regioni italiane.

Conclusioni. La durata dei procedimenti giudiziari è manifesta una generale tendenza alla riduzione in tutte le regioni e macro-regioni italiane nel periodo di osservazione ovvero tra il 2012 ed il 2022. In media tra le regioni italiane il valore della durata dei procedimenti è diminuita del 4,23%. Tuttavia, vi sono anche delle eccezioni, ovvero regioni e macro-regioni nelle quali il valore della durata dei procedimenti giudiziari è cresciuta. Tali regioni sono: Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Sardegna. Tra le macro-regioni che hanno sperimentato una crescita del valore della durata dei procedimenti giudiziari vi sono Nord-Ovest e Isole. Tuttavia, possiamo verificare che la durata dei procedimenti giudiziari nel Sud Italia tende ad essere superiore rispetto al Centro Italia del 54,7%, rispetto al Nord-Est del 139,23%, nel Nord del 142,96%, nel Nord-Ovest del 145,84%, Possiamo quindi notare la presenza di un significativo divario tra Nord-Sud nel senso della durata dei procedimenti giudiziari. Il divario è tale che in media un procedimento giudiziario nel Sud Italia dura circa 1,7 anni mentre nel Nord-Ovest circa 0,7 anni. È da rilevare che l’efficienza del sistema giudiziario viene in genere considerata una caratteristica necessaria per lo sviluppo e crescita economica. Gli investitori sono attratti dalle opportunità di business che è possibile cogliere all’interno di sistemi giuridici e giudiziari che siano in grado di tutelare e riconoscere i diritti di proprietà privata e le libertà economiche e politiche. Pertanto, per un investitore estero, il fatto di sapere che in caso di contenzioso dovrà attendere per il giudizio più del doppio nel Sud Italia rispetto al Nord-Ovest, può essere un rilevante disincentivo all’investimento. Pertanto se lo Stato ha intenzione di incrementare l’attrattività dell’economia italiana soprattutto per gli investitori esteri allora dovrebbe migliorare significativamente l’intervento a favore di un sistema giudiziario che sia più veloce nella risoluzione delle controversie per offrire certezza del diritto agli operatori internazionali.

 

 


 



lunedì 15 gennaio 2024

Donne e Rappresentanza Politica Locale nelle Regioni Italiane

 

La presenza delle donne nella rappresentanza politica locale è cresciuta del 68,48% tra il 2012 ed il 2022.

L’Istat calcola il valore delle donne e della rappresentanza politica locale nelle regioni italiane. La variabile rappresenta la percentuale di donne elette nei consigli regionali sul totale degli eletti. I dati fanno riferimento alle regioni italiane nel periodo 2012-2022.

Ranking delle regioni italiane per valore delle donne e rappresentanza politica locale nelle regioni italiane nel 2022. L’Umbria è al primo posto per valore delle donne nella rappresentanza politica con un valore pari a 38,1, seguita dal Veneto con un valore pari a 35,3 unità e dalla Toscana con un ammontare di 35,00 unità. A metà classifica vi sono la Lombardia con un valore di 24,7 unità, seguita dalla Sicilia con un valore di 21,4 unità e dalla Liguria con un valore di 19,4 unità. Chiudono la classifica la Sardegna con un valore di 13,3 unità, seguita dalla Valle d’Aosta con 11,4 unità e dalla Basilicata con un ammontare di 4,8 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale delle donne nella rappresentanza politica nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2022. Il Molise è al primo posto per valore delle donne nella rappresentanza politica nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2022 con un valore pari a +766,67% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 3,3 unità fino ad un valore di 28,6 unità. Segue il Veneto con una variazione pari ad un ammontare di 426,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,7 unità fino ad un valore di 35,3 unità. La Puglia è al terzo posto con un valore di 218,6% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,3 unità fino ad un valore di 13,7 unità. A metà classifica vi sono il Lazio con un valore pari a 68,82% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 18,6 unità fino ad un valore di 31,4 unità. Segue l’Emilia Romagna con un valore di 50,94% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 21,2 unità fino ad un valore di 32 unità. Basilicata con una variazione pari ad un ammontare di +45,45% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 3,3 unità fino ad un valore di 4,8 unità. Chiudono la classifica la Valle d’Aosta con un valore pari -20,28% corrispondente ad una riduzione da un ammontare di 14,3 unità fino ad un valore di 11,4. Segue il Piemonte con un valore pari a -32,62% corrispondente ad una variazione da 23,3 fino a 15,7 unità. La Campania all’ultimo posto con un valore pari a -33,19% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 23,5 unità fino ad un valore di 15,7 unità. Complessivamente il valore delle donne nella rappresentanza locale nelle regioni italiane è cresciuto del 68,48% tra il 2012 ed il 2022.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Sardegna, Abruzzo, Puglia, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia;
  • ·       Cluster 2: Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lombardia, Veneto, Campania, Piemonte, Molise, Sicilia.

Considerando il valore medio dei clusters possiamo notare il seguente ordinamento ovvero: C2>C1. Tuttavia, guardando alla composizione dei cluster è possibile verificare che sia il Cluster 2 che il Cluster 1 sono essenzialmente costituiti da regionali assolutamente eterogenee dal punto di vista geografico, economico, sociale. Per tanto, al fine di ottenere una clusterizzazione più efficace nell’individuazione dei gruppi tra le regioni, poniamo un valore di k=3. Otteniamo pertanto la seguente struttura dei clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Sardegna, Abruzzo, Puglia
  • ·       Cluster 2: Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Piemonte, Campania, Umbria;
  • ·  Cluster 3: Sicilia, Lombardia, Molise, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle d’Aosta.

Dal punto di vista della media dei clusters possiamo individuare il seguente ordinamento ovvero: C2>C1>C3. Possiamo notare che l’eterogeneità dei clusters persiste pure passando da un valore di k=2 fino ad un valore di k=3. Pertanto dobbiamo concludere che il fatto che vi siano talune regioni che hanno un valore elevato di presenza di donne nella rappresentanza locale non può essere connesso a fattori geografici, o di reddito pro-capite. Si tratta di un dato che attiene invece alle dinamiche sociali e politiche interne alle regioni. Per esempio se consideriamo il cluster con il valore più elevato di donne nella rappresentanza locale, ovvero le regioni del cluster 2, possiamo notare regioni del Nord, del Centro Italia e del Sud Italia. Le regioni del cluster 2 sono anche molto eterogenee dal punto di vista del reddito pro-capite e dal punto di vista della dotazione di capitale umano. Pertanto non è possibile offrire delle motivazioni esogene rispetto alla capacità di talune regioni di eccellere nell’incremento delle donne nella rappresentanza politica locale.

Macro-regioni italiane. La partecipazione delle donne nella rappresentanza locale è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022. Nello specifico tale valore è cresciuto nel Nord-Est per un valore pari a 107,75%, nel Sud Italia per un valore di 102,53%, nel Centro per un ammontare di 92,4%, nel Nord per un ammontare di 68,12%, nel Mezzogiorno per un ammontare di 65,35%, nelle Isole per un ammontare di 31,11%, nel Nord-Ovest per un ammontare di 30,2%.

Conclusioni. La presenza delle donne elette nelle istituzioni della rappresentanza politica regionale è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022. Tuttavia, non in tutte le regioni italiane. Infatti, tale valore è diminuito in Valle d’Aosta, in Piemonte ed in Campania. Tuttavia, nonostante questa crescita in termini assoluti e percentuali possiamo notare che tale valore rimane comunque molto ridotto. Se consideriamo per esempio il 2022 possiamo notare che in media nelle regioni italiane, le donne elette al consiglio regionale sono state 22 su 100. La regione con il massimo numero di donne elette nel consiglio regionale è l’Umbria con un valore del 38%. Ne deriva pertanto che si è molto lontani dall’avere un valore che possa anche solo avvicinarsi al 50%. Ovvero le donne sono strutturalmente sottorappresentate nei consigli regionali in tutte le regioni italiane. Per incrementare il numero delle donne elette e fare in modo che vi sia una vera parità, potrebbe essere necessario introdurre delle nuove norme che considerino valida l’elezione del consiglio regionale solo al raggiungimento di un numero pari tra uomini e donne tra i consiglieri eletti.





domenica 14 gennaio 2024

La Fiducia nelle Forze dell’Ordine nelle Regioni Italiane

 


È cresciuta in media del 2,4% tra il 2012 ed il 2022 nelle regioni italiane

L’Istat calcola la fiducia nelle forze dell’ordine. La variabile è calcolata come il punteggio medio di fiducia nelle Forze dell’ordine e nei Vigili del fuoco (in una scala da 0 a 10) espresso dalle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento alle regioni italiane nel periodo 2012-2022.

Ranking delle regioni italiane per valore della fiducia nelle forze dell’ordine nel 2022. Il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e l’Umbria sono al primo posto per valore della fiducia nelle forze dell’ordine nel 2022 con un valore pari a 7,7 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte, la Lombardia ed il Lazio con un valore di 7,5 unità. Chiudono la classifica la Puglia e la Calabria con un valore pari a 7,2 unità e la Campania con un valore pari a 7 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale della fiducia nelle forze dell’ordine tra il 2012 ed il 2022. La Calabria è al primo posto per valore della variazione percentuale della fiducia nelle forze dell’ordine con un valore pari a 5,88% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,8 unità fino ad un valore di 7,2 unità. Segue il Lazio con un valore pari a 5,63% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 7,1 unità fino ad un valore di 7,5 unità. Al terzo posto l’Umbria con una variazione pari ad un ammontare di 5,48% pari ad una variazione da 7,3 unità fino a 7,7 unità. A metà classifica vi sono la Sicilia con +2,74% corrispondente ad una variazione da 7,3 unità fino a 7,5 unità ovvero pari a +0,2 unità. Seguono la Liguria ed il Veneto ciascuna delle quali ha fatto segnare un valore di 2,7% corrispondente ad una variazione da 7,4 unità fino ad un valore di 7,6 unità ovvero pari a 0,2 unità. Chiudono la classifica il Friuli Venezia Giulia e le Marche con una variazione pari a 0,00%, seguiti dall’Abruzzo con un valore pari a -1,33%. In media la fiducia nelle forze dell’ordine è cresciuta del 2,4% nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2022.

La fiducia nelle forze dell’ordine nelle macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022. La fiducia nelle forze dell’ordine è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022. La fiducia nelle forze dell’ordine è cresciuta soprattutto nel Centro Italia con un valore pari a +4,17%, nel Sud con un valore pari a +2,86%, nel Mezzogiorno con +2,82%, nelle Isole con +2,74%, nel Nord-Est con +2,7%, nel Nord e nel Nord-Ovest con +1,35%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mettono in evidenza la presenza di due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sicilia.
  • ·       Cluster 2: Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Lombardia, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sardegna, Umbria, Lazio, Marche.

Dal punto di vita dell’ordinamento dei clusters è possibile notare che il valore medio del cluster 2-C2 risulta essere più elevato del valore medio del cluster 1-C1. Ne deriva che C2>C1. Le regioni costituenti il C2 sono essenzialmente regioni del Centro-Nord Italia, con le uniche eccezioni della Sardegna e dell’Abruzzo. Le regioni del C1 sono invece essenzialmente regioni meridionali. Pertanto possiamo notare in generale un livello di fiducia nelle forze dell’ordine che risulta essere più basso nelle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali, con l’eccezione di Sardegna e Abruzzo. Tuttavia, poiché il Cluster 2 è composto da circa 14 regioni, pari a circa il 70% dei dati disponibili, allora riteniamo necessario passare ad un livello di k>2 per quanto sub-ottimale nel senso del coefficiente di Silhouette. Infatti il livello ottimale della clusterizzazione è k=2. Tuttavia a causa della sovrabbondanza di regioni all’interno del cluster 2, poniamo un livello di k=3, pure sapendo che questo valore di k è subottimale nel senso del coefficiente di Silhouette. Pertanto possiamo notare che ponendo k=3 abbiamo:

  • ·       Cluster 1: Basilicata, Campania, Calabria, Molise;
  • ·       Cluster 2: Friuli Venezia Giulia, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Abruzzo, Umbria, Valle d’Aosta;
  • ·       Cluster 3: Sicilia, Lazio, Puglia, Marche, Sardegna.

Dal punto di vista dell’ordinamento dei clusters risulta la seguente struttura ovvero: C2>C3>C1. Ovvero le regioni che hanno il grado maggiore di fiducia nei confronti delle forze dell’ordine sono le regioni del Centro-Nord Italia. Il secondo cluster per valore medio della fiducia nei confronti delle forze dell’ordine è rappresentato dal cluster 3 composto da regioni un mix di regioni del Centro e del Sud. Infine il Cluster 1 composto dalle rimanenti regioni del Sud Italia. L’unica regione del Sud Italia ad avere dei livelli elevati in termini di fiducia nelle forze dell’ordine è l’Abruzzo che infatti partecipa del Cluster 2. Possiamo notare che nel passaggio dalla clusterizzazione con k=2 alla clusterizzazione con k=3 appare più evidente la distanza tra regioni del Centro-Nord e regioni del Centro-Sud. Tuttavia, permane un significativo aggregato di regioni che sono assolutamente convergenti nel manifestare dei livelli elevati di fiducia nei confronti delle forze dell’ordine, che nel caso di k=3 è dato dal Cluster 2.  Infine assai particolare il caso dell’Abruzzo. L’Abruzzo infatti è l’unica regione del Sud Italia a permanere nel cluster dominante pure aumentando il valore di k da k=2 a k=3.

Conclusioni. Dall’analisi condotta è possibile individuare le seguenti proposizioni ovvero:

  • ·       Il valore della fiducia nei confronti delle forze dell’ordine è cresciuto in tutte le regioni italiane tra il 2012 ed il 2022;
  • ·       Il valore della fiducia nei confronti delle forze dell’ordine è cresciuto nelle macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022;
  • ·       Le regioni del Centro-Nord tendono ad avere un livello di fiducia nelle forze dell’ordine superiore rispetto al corrispondente valore delle regioni del Centro-Sud;
  • ·       L’Abruzzo è l’unica regione meridionale ad avere un livello di fiducia nelle forze dell’ordine in linea con le regioni settentrionali.

In sintesi possiamo notare che la fiducia nei confronti delle forze dell’ordine tende ad essere molto più elevato della fiducia nei confronti dei partiti, della fiducia nei confronti del sistema giudiziario, della fiducia nei confronti del parlamento ed anche della fiducia generalizzata ovvero della fiducia nei confronti degli altri. Le forze dell’ordine pertanto hanno un ruolo molto rilevante nel creare un senso di fiducia della popolazione nei confronti delle istituzioni. In base ai dati dell’Istat è possibile affermare che le forze dell’ordine sono l’unica istituzione-ordinamento dello Stato ad avere un elevato apprezzamento dalla popolazione. Pertanto la credibilità dello Stato è strettamente legata all’efficienza ed all’operatività delle forze dell’ordine a livello regionale.

 

 


 

 



sabato 13 gennaio 2024

La Fiducia nei Partiti nelle Regioni Italiane

 

Tra il 2011 ed il 2022 è cresciuta in media del 24,62%

 

L’Istat calcola il valore della fiducia nei partiti nelle regioni italiane. I dati fanno riferimento al punteggio medio di fiducia nei partiti (in una scala da 0 a 10) espresso dalle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento alle regioni italiane nel periodo tra il 2011 ed il 2022.

La fiducia nei partiti nei partiti e nelle regioni italiane nel 2022. La Campania e la Puglia sono al primo posto per valore della fiducia nei partiti nelle regioni italiane con un valore di 3,7 unità. Segue il Lazio al terzo posto con un valore di 3,6 unità. A metà classifica vi sono la Calabria con un valore di 3,4 unità, seguita dal Trentino Alto Adige e dal Molise con un valore pari a 3,3 unità. Chiudono la classifica l’Umbria con un valore di 3,1 unità, seguita dalla Valle d’Aosta con un valore di 3 unità e dalla Sardegna con un valore di 2,8 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale della fiducia nei partiti tra il 2011 ed il 2022. L’Abruzzo è al primo posto per variazione percentuale della fiducia nei partiti tra il 2011 ed il 2022 corrispondente ad un valore di +41,67% pari ad una variazione da 2,4 unità fino a 3,4 unità. Segue l’Emilia Romagna con un valore di +40,00% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 2,5 fino ad un valore di 3,5. Al terzo posto la Puglia con un valore di +37,04% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 2,7 unità fino ad un valore di 3,7 unità. A metà classifica vi è la Campania con un valore pari a +27,59% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 2,9 unità fino ad un valore di 3,7 unità. Segue la Sardegna con un ammontare pari a 27,27% corrispondente ad una variazione da 2,2 unità fino ad un valore di 2,8 unità. Di seguito la Toscana con una variazione pari a +25,93% corrispondente ad una variazione da 2,7 unità fino a 3,4 unità. Tra le ultime regioni vi è la Liguria con un valore pari a +13,33% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 3,00 fino a 3,40 unità. Segue l’Umbria con un valore di +10,71% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 2,8 unità fino ad un valore di 3,1 unità. La Valle d’Aosta chiude la classifica con un valore pari a +7,14% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 2,8 unità fino ad un valore di 3 unità. Considerando il valore medio, possiamo verificare che il valore della fiducia nei partiti è cresciuto di un ammontare pari a 24,62% tra il 2011 ed il 2022.

La fiducia nei partiti nelle macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Il valore della fiducia nei partiti è cresciuto in tutte le macro-regioni italiane. In modo particolare tale valore è cresciuto del 28,00% nel Nord, del 19,23% nel Nord-Ovest, del 28,00 nel Nord-Est, del 29,63% nel Centro, del 34,62% nel Mezzogiorno, del 33,33% nel Sud e del 34,78% nelle Isole. I dati mostrano che la fiducia nei partiti tende a crescere di più sia in valore assoluto che in valore percentuale nelle macro-regioni meridionali rispetto alle macro-regioni settentrionali.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mostrano la presenza di due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Sicilia, Veneto, Sardegna, Marche, Valle d’Aosta, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Umbria, Piemonte, Basilicata, Lazio, Molise;
  • ·       Cluster 2: Campania, Trentino Alto Adige, Calabria, Liguria, Toscana, Puglia, Emilia Romagna.

Dal punto di vista dell’ordinamento dei clusters risulta che il valore del cluster 2 è superiore rispetto al valore del cluster 1, ovvero C2>C1. Possiamo notare che le regioni del cluster 2 sono molto eterogenee e comprendono regioni meridionali come per esempio la Campania, regioni del centro come la Toscana, e del Nord come il Trentino Alto Adige. Pertanto possiamo notare che le regioni del Cluster 2 sono eterogenee dal punto di vista economico, sociale, culturale e geografico. Tuttavia, tali regioni risultano essere accumunate dall’avere degli elevati livelli di fiducia nei confronti dei partiti. Anche le regioni del Cluster 1, allo stesso modo delle regioni del Cluster 2, sono molto eterogenee. Tuttavia possiamo notare che tra le regioni del cluster 1 vi sono delle regioni che hanno un reddito pro-capite molto elevato come per esempio Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia.

Conclusioni. La fiducia nei partiti è cresciuta in tutte le regioni e macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Nello specifico, la fiducia nei partiti tende ad essere più elevata nelle regioni meridionali rispetto alle regioni del Centro-Nord. Il livello più basso di fiducia nei partiti viene comunque registrato nelle Isole. Tuttavia, per una corretta valutazione dell’indicatore dobbiamo considerare che i valori che vengono attribuiti dalla popolazione sono comunque molto bassi. Infatti, l’indicatore varia idealmente tra 0 e 10. La popolazione nella migliore delle ipotesi ha attribuito un valore della fiducia nei partiti pari ad un ammontare di 3,60 unità, ovvero abbondantemente al di sotto della sufficienza. Ne deriva che la popolazione manifesta un senso di insoddisfazione nei confronti dei partiti nelle varie regioni italiane anche se tale valore risulta essere cresciuto, rimane comunque essenzialmente basso rispetto alla scala di riferimento. La bassa fiducia nei confronti dei partiti da parte della popolazione dipende sicuramente dalla cattiva gestione dei partiti. Infatti il management dei partiti appare oscuro sia quando rivolto alla dimensione della gestione interna sia quando i partiti diventano maggioritari e pertanto vengono investiti dell’amministrazione dello Stato. La mancanza di trasparenza circa le metodologie che portano i partiti a scegliere i candidati delle elezioni e la classe dirigente potrebbe avere un impatto negativo sulla fiducia nei confronti dei partiti da parte dei cittadini. Inoltre, il familismo, il clientelismo e l’affarismo che caratterizzano la gestione dei partiti soprattutto nel caso di vittoria delle elezioni, fa percepire i partiti come dei comitati d’affari  chiusi che non si interessano della popolazione. Ovvero i partiti vengono ancora percepiti essenzialmente come delle caste chiuse da parte della popolazione che infatti esprime una fiducia in un voto 3,6 su 10 nella migliore delle ipotesi, a livello di macro-regione. Dal punto di vista politico è necessario sottolineare il fallimento del Movimento 5 Stelle nel tentativo di combattere la “casta”. Dal punto di vista legislativo è necessario considerare la mancanza di una legge sui partiti che si rende sempre più urgente visto il ruolo che le organizzazioni partitiche svolgono nel mediare tra le istanze dei cittadini e le istituzioni pubbliche.

Infine, dal punto di vista dell’assetto istituzionale occorre rilevare che le democrazie che hanno maggiore stabilità tendono ad avere dei partiti che sono anch’essi stabili. Si pensi alla contrapposizione tra Democratici e Repubblicani in Usa che dura dalla fondazione dello Stato, oppure alla sostanziale struttura a tre partiti in UK, o anche al partito socialdemocratico tedesco che opera dal 1863. In Italia tra i partiti presenti in parlamento il più “anziano” è il PD costituito nel 2007, Il Movimento 5 stelle nel 2009, il partito di maggioranza relativa ovvero Fratelli d’Italia è stato costituito nel 2012, Forza Italia nel 2013 e l’attuale Lega, che non è più Lega Nord, è stata istituita nel 2017. Inoltre a questi partiti si sommano tanti altri partiti e partitini che certamente danno la sensazione di semplici comitati d’affari ed elettorali.

Tuttavia, poiché l’astensionismo è un fenomeno in preoccupante crescita nelle elezioni italiani, sarebbe necessario introdurre una legge sui partiti anche per stabilire delle attività ovvero degli outputs che i partiti dovrebbero produrre nei confronti della popolazione. Infatti, un’altra motivazione che potrebbe sostenere la bassa fiducia degli italiani nei confronti dei partiti consiste nel fatto che i partiti vengono percepiti come organizzazioni inutili che non producono beni o servizi di una qualche utilità.








La Fiducia nel Sistema Giudiziario nelle Regioni Italiane

 

Tra il 2011 ed il 2022 è cresciuta del 5,8%

 

L’Istat calcola la fiducia nel sistema giudiziario nelle regioni italiane. L’indicatore è definito come un punteggio medio di fiducia nel sistema giudiziario (in una scala da 0 a 10) espresso dalle persone di 14 anni e più. Il dato prende in considerazione il periodo tra il 2011 ed il 2022 per le regioni italiane.

Ranking delle regioni italiane per valore della fiducia nel sistema giudiziario nel 2022. La Campania è al primo posto per valore della fiducia nel sistema giudiziario nel 2022 con un valore pari a 5,3 unità, seguita dalla Sicilia con un valore di 5,2 unità e dal Lazio con un valore di 5,1 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte, l’Emilia Romagna e la Toscana con un valore pari a 4,8 unità. Chiudono la classifica la Lombardia ed il Veneto con un valore pari a 4,5 unità e la Valle d’Aosta con un valore pari a 4,2 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale del valore della fiducia nel sistema giudiziario tra il 2011 ed il 2022. L’Abruzzo è al primo posto per valore della variazione percentuale del valore della fiducia nel sistema giudiziario con un valore pari a +20,00% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,00 unità fino ad un valore di 4,80 unità ovvero corrispondente ad una variazione di 0,80 unità. Segue la Basilicata con una variazione corrispondente ad un ammontare del 13,33% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,50 unità fino ad un valore di 5,10 unità ovvero pari ad un ammontare di 0,60 unità. La Campania è al terzo posto con una variazione pari a +12,77% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,70 unità fino ad un valore di 5,30 unità ovvero corrispondente ad una variazione di 0,60 unità. A metà classifica è l’Emilia Romagna con una variazione pari ad un ammontare di 6,67% corrispondente al passaggio da 4,50 unità fino a 4,80 unità ovvero pari ad un ammontare di 0,30 unità.  Segue il Trentino Alto Adige con una variazione pari ad un ammontare di 6,52% corrispondente ad una variazione da 4,60 unità fino a 4,90 unità. Segue la Puglia con una variazione pari a 6,52% corrispondente ad una variazione da 4,60 unità fino a 4,90 unità ovvero pari ad un ammontare di 0,30 unità. A fine classifica vi è il Molise con una variazione pari a 0,00 unità, seguito dalla Sardegna con un valore pari a -4,08% corrispondente ad una variazione da 4,90 unità fino a 4,70 pari ad un ammontare di -0,20 unità. All’ultimo posto la Valle d’Aosta con un valore pari -6,67% corrispondente ad una variazione da 4,50 unità fino a 4,20 unità.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters come indicati di seguito ovvero:

  • ·       Cluster 1: Lombardia, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Abruzzo;
  • ·       Cluster 2: Sicilia, Puglia, Liguria, Campania, Calabria, Trentino Alto Adige, Basilicata, Lazio, Toscana, Sardegna, Piemonte, Molise.

Possiamo notare che il valore della fiducia nel sistema giudiziario tende ad essere più elevata nelle regioni del Cluster 2 rispetto al valore corrispondente delle regioni del Cluster 1. Infatti se ordiniamo i due clusters dal punto di vista della media, allora possiamo notare che il Cluster 2> Cluster 1. Possiamo notare che il Cluster 2 contiene quasi tutte le regioni meridionali con l’eccezione dell’Abruzzo. Ne deriva pertanto che in genere nelle regioni meridionali il valore della fiducia nel sistema giudiziario tende ad essere superiore rispetto al corrispondente valore delle regioni settentrionali. Tuttavia, nel Cluster 2 sono presenti anche regioni non meridionali come per esempio il Lazio, il Piemonte, la Toscana, la Liguria ed il Trentino Alto Adige. Poiché i due clusters risultano essere molto eterogenei dal punto di vista socio-economico e geografico ne deriva che la clusterizzazione non è molto efficiente dal punto di vista del raggruppamento. Ed allora poniamo k=3 per ottenere una rappresentazione maggiormente efficiente. Ottimizzando con il coefficiente di Silhouette ne deriva che:

  • ·       Cluster 1: Lombardia; Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Valle d’Aosta;
  • ·       Cluster 2: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Liguria;
  • ·       Cluster 3: Piemonte, Sardegna, Toscana, Lazio, Molise, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Emilia Romagna.

Considerando il valore della media dei clusters otteniamo il seguente ordinamento ovvero: C2>C3>C1. Possiamo notare che l’ordinamento leader è costituito dal C2 ovvero da 4 regioni meridionali e dalla Liguria. Tali regioni hanno il valore massimo di fiducia nei confronti dell’ordinamento giudiziario. Segue il Cluster 3. Il cluster 3 è molto eterogeneo e mette insieme regioni meridionali, del centro e del nord. Le regioni del cluster 3 sono anche caratterizzate da una eterogeneità significativa nel senso del reddito pro-capite. L’ultimo cluster in base al valore della media della fiducia nel sistema giudiziario è costituito dal cluster 1 composto da un mix di regioni del Centro Nord.

Macro-regioni Italiane. Il valore della fiducia nel sistema giudiziario è cresciuto in tutte le macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Tuttavia tale valore è cresciuto di più nelle macro-regioni meridionali rispetto alle macro-regioni settentrionali. Il valore della fiducia nel sistema giudiziario è cresciuto nel Sud Italia di un valore pari a 10,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,6 unità fino ad un valore di 5,1 unità. Tale valore è cresciuto anche nel Mezzogiorno con +8,51%, nel Nord Italia e nel Nord-Est con un ammontare pari a 6,82%, nel Centro Italia con un valore di 6,52%, nel Nord-Ovest con un valore di +4,55%, e nelle Isole con un valore di 4,17%.

Predizioni con algoritmi di machine learning. Di seguito prendiamo in considerazione l’applicazione di algoritmi di machine learning per la predizione del valore della fiducia nel sistema giudiziario. Vengono confrontati otto diversi algoritmi di machine learning. Gli algoritmi vengono addestrati con il 70% dei dati disponibili. Il restante 30% viene utilizzato per la predizione vera e propria. Gli algoritmi vengono classificati in base alla loro capacità di massimizzare il valore dell’R-squared e di minimizzare il valore degli errori statistici ovvero Mean Absolute Error-MAE, Mean Squared Error-MSE, Root Mean Squared Error-RMSE. Per la valutazione degli algoritmi vengono realizzate delle classifiche. Il posizionamento degli algoritmi nelle varie classifiche viene sommato fino a determinare un valore del payoff finale. In base a tale valore viene stilata una classifica. Ovviamente il punteggio più basso sarà preferito ad uno più alto, in quanto rappresentativo di un migliore posizionamento nella classifica. È quindi possibile ottenere il seguente ordinamento dei clusters ovvero:

  • ·       Random Forest Regression con un valore del payoff pari a 4;
  • ·       PNN-Probabilistic Neural Network con un valore del payoff pari a 9;
  • ·       Tree Ensemble con un valore del payoff pari a 11;
  • ·       Gradient Boosted Tree con un valore del payoff pari a 18;
  • ·       Simple Regression Tree con un valore del payoff pari a 20;
  • ·       ANN-Artificial Neural Network con un valore del payoff pari a 22;
  • ·       Linear Regression con un valore del payoff pari a 28;
  • ·       Polynomial Regression con un valore del payoff pari a 32.

Pertanto in applicazione del Random Forest Regression ovvero del best predictor è possibile individuare le seguenti predizioni ovvero:

  • ·       Piemonte con una variazione diminutiva pari a -2,23% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,80 unità fino ad un valore di 4,69 unità;
  • ·       Trentino Alto Adige con una variazione diminutiva corrispondente ad una variazione di -0,29 unità pari ad una variazione da 4,90 fino a 4,89;
  • ·       Veneto con una variazione aumentativa da un ammontare di 4,50 unità fino ad un valore di 4,56 ovvero pari ad un ammontare di +1,31%;
  • ·       Emilia Romagna con una variazione diminutiva pari a -2,62% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,80 unità fino ad un valore di 4,67 unità;
  • ·       Lazio con una variazione diminutiva pari a -5,39 unità corrispondente ad una variazione da un ammontare di 5,10 unità fino a 4,83 unità;
  • ·       Calabria con una variazione diminutiva pari a -1,24% corrispondente al passaggio da 5,10 unità fino a 5,04 unità.

In media il valore della fiducia nel sistema giudiziario è diminuita di un ammontare pari a -1,80% corrispondente ad una variazione da 4,87 fino a 4,78 unità.

Conclusioni. La fiducia nel sistema giudiziario è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane. Tuttavia, il valore della fiducia nel sistema giudiziario è rimasta costante in Toscana e Molise tra il 2011 ed il 2022, mentre nello stesso periodo è diminuita del 4,08% in Sardegna e del 6,67% in Valle d’Aosta. In generale possiamo notare, attraverso l’analisi della clusterizzazione, che le regioni meridionali tendono ad avere un livello di fiducia nel sistema giudiziario più elevato rispetto alle regioni settentrionali. In modo particolare le ricche e produttive regioni del Nord-Est, ovvero Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, hanno bassi livelli di fiducia nel sistema giudiziario. Tale condizione è dovuta al fatto che nelle regioni efficienti dal punto di vista economico l’intervento della magistratura potrebbe essere considerato come un intralcio politico all’efficienza delle organizzazioni produttive. Infatti, non è un caso, che sono proprio le regioni del Nord a sostenere i tanti movimenti politici italiani che chiedono un ridimensionamento della magistratura, e considerano il potere giudiziario come profondamente influenzato dalla politica. La stessa idea di un uso politico della magistratura, viene proposto proprio dai movimenti politici che sono maggiormente diffusi nelle regioni del Nord. Tuttavia, il fatto che la fiducia nei confronti della magistratura tenda a diminuire con la crescita del reddito pro-capite potrebbe anche suggerire la necessità di procedimenti più veloci del sistema giudiziario che sono necessari nelle economie che operano ad elevati livelli di efficienza. E’ probabile che una popolazione che presenta maggiore livelli di capitale sociale, capitale umano, capacità imprenditoriale, orientamento etico ed attivismo socio-economico e culturale, possa intendere l’intervento dello Stato come un impedimento rispetto all’azione di coordinamento privatistico-mercatistico ed extra-normativo. Al contrario, regioni con redditi pro-capite bassi, caratterizzate da strutturale sotto-produzione e sotto-occupazione, con una rilevante diffusione di conflitti legali tra la popolazione possono avere necessità di un maggiore intervento della magistratura, e quindi sviluppare un senso di fiducia nei confronti del potere giudiziario. Occorre considerare che la crescita del reddito pro-capite indica anche un maggiore protagonismo della popolazione nell’economia e quindi potrebbe mettere in risalto la capacità dei privati di addivenire a delle risoluzioni delle controversie che siano extra-giudiziali. Tale opzione potrebbe apparire scarsamente praticabile nelle regioni meridionali sia per motivazioni di carattere culturale che per capacità operativa.

In sintesi l’aumento della fiducia nel sistema giudiziario è sicuramente un fatto positivo, in quanto manifesta la presenza di una crescita dell’effettività dell’ordinamento. Tuttavia, la distribuzione di tale fiducia manifesta la presenza di aree del paese, soprattutto quelle settentrionali, che probabilmente sarebbero pronte a sperimentare una nuova dimensione della risoluzione delle controversie che veda sempre di più presente la partecipazione dei privati a fronte di una riduzione del ruolo della magistratura.