La
presenza delle donne nella rappresentanza politica locale è cresciuta del
68,48% tra il 2012 ed il 2022.
L’Istat calcola il valore
delle donne e della rappresentanza politica locale nelle regioni italiane. La
variabile rappresenta la percentuale di donne elette nei consigli regionali sul
totale degli eletti. I dati fanno riferimento alle regioni italiane nel periodo
2012-2022.
Ranking
delle regioni italiane per valore delle donne e rappresentanza politica locale
nelle regioni italiane nel 2022. L’Umbria è al primo
posto per valore delle donne nella rappresentanza politica con un valore pari a
38,1, seguita dal Veneto con un valore pari a 35,3 unità e dalla Toscana con un
ammontare di 35,00 unità. A metà classifica vi sono la Lombardia con un valore
di 24,7 unità, seguita dalla Sicilia con un valore di 21,4 unità e dalla
Liguria con un valore di 19,4 unità. Chiudono la classifica la Sardegna con un
valore di 13,3 unità, seguita dalla Valle d’Aosta con 11,4 unità e dalla
Basilicata con un ammontare di 4,8 unità.
Ranking
delle regioni italiane per valore della variazione percentuale delle donne
nella rappresentanza politica nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2022.
Il Molise è al primo posto per valore delle donne nella rappresentanza politica
nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2022 con un valore pari a +766,67%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 3,3 unità fino ad un valore
di 28,6 unità. Segue il Veneto con una variazione pari ad un ammontare di
426,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,7 unità fino ad
un valore di 35,3 unità. La Puglia è al terzo posto con un valore di 218,6%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,3 unità fino ad un valore
di 13,7 unità. A metà classifica vi sono il Lazio con un valore pari a 68,82%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 18,6 unità fino ad un
valore di 31,4 unità. Segue l’Emilia Romagna con un valore di 50,94%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 21,2 unità fino ad un
valore di 32 unità. Basilicata con una variazione pari ad un ammontare di
+45,45% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 3,3 unità fino ad
un valore di 4,8 unità. Chiudono la classifica la Valle d’Aosta con un valore
pari -20,28% corrispondente ad una riduzione da un ammontare di 14,3 unità fino
ad un valore di 11,4. Segue il Piemonte con un valore pari a -32,62%
corrispondente ad una variazione da 23,3 fino a 15,7 unità. La Campania all’ultimo
posto con un valore pari a -33,19% corrispondente ad una variazione da un
ammontare di 23,5 unità fino ad un valore di 15,7 unità. Complessivamente il
valore delle donne nella rappresentanza locale nelle regioni italiane è
cresciuto del 68,48% tra il 2012 ed il 2022.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette.
Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato
con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:
- ·
Cluster
1:
Sardegna, Abruzzo, Puglia, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia;
- ·
Cluster
2:
Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Lombardia,
Veneto, Campania, Piemonte, Molise, Sicilia.
Considerando il valore
medio dei clusters possiamo notare il seguente ordinamento ovvero: C2>C1.
Tuttavia, guardando alla composizione dei cluster è possibile verificare che
sia il Cluster 2 che il Cluster 1 sono essenzialmente costituiti da regionali
assolutamente eterogenee dal punto di vista geografico, economico, sociale. Per
tanto, al fine di ottenere una clusterizzazione più efficace nell’individuazione
dei gruppi tra le regioni, poniamo un valore di k=3. Otteniamo pertanto la
seguente struttura dei clusters ovvero:
- ·
Cluster
1:
Sardegna, Abruzzo, Puglia
- ·
Cluster
2:
Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Piemonte, Campania,
Umbria;
- · Cluster
3:
Sicilia, Lombardia, Molise, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Valle d’Aosta.
Dal punto di vista della
media dei clusters possiamo individuare il seguente ordinamento ovvero:
C2>C1>C3. Possiamo notare che l’eterogeneità dei clusters persiste pure
passando da un valore di k=2 fino ad un valore di k=3. Pertanto dobbiamo concludere
che il fatto che vi siano talune regioni che hanno un valore elevato di
presenza di donne nella rappresentanza locale non può essere connesso a fattori
geografici, o di reddito pro-capite. Si tratta di un dato che attiene invece
alle dinamiche sociali e politiche interne alle regioni. Per esempio se
consideriamo il cluster con il valore più elevato di donne nella rappresentanza
locale, ovvero le regioni del cluster 2, possiamo notare regioni del Nord, del
Centro Italia e del Sud Italia. Le regioni del cluster 2 sono anche molto
eterogenee dal punto di vista del reddito pro-capite e dal punto di vista della
dotazione di capitale umano. Pertanto non è possibile offrire delle motivazioni
esogene rispetto alla capacità di talune regioni di eccellere nell’incremento
delle donne nella rappresentanza politica locale.
Macro-regioni
italiane. La partecipazione delle donne nella rappresentanza
locale è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022.
Nello specifico tale valore è cresciuto nel Nord-Est per un valore pari a
107,75%, nel Sud Italia per un valore di 102,53%, nel Centro per un ammontare
di 92,4%, nel Nord per un ammontare di 68,12%, nel Mezzogiorno per un ammontare
di 65,35%, nelle Isole per un ammontare di 31,11%, nel Nord-Ovest per un ammontare
di 30,2%.
Conclusioni.
La presenza delle donne elette nelle istituzioni della rappresentanza politica
regionale è cresciuta in tutte le macro-regioni italiane tra il 2012 ed il
2022. Tuttavia, non in tutte le regioni italiane. Infatti, tale valore è
diminuito in Valle d’Aosta, in Piemonte ed in Campania. Tuttavia, nonostante
questa crescita in termini assoluti e percentuali possiamo notare che tale
valore rimane comunque molto ridotto. Se consideriamo per esempio il 2022
possiamo notare che in media nelle regioni italiane, le donne elette al
consiglio regionale sono state 22 su 100. La regione con il massimo numero di
donne elette nel consiglio regionale è l’Umbria con un valore del 38%. Ne
deriva pertanto che si è molto lontani dall’avere un valore che possa anche
solo avvicinarsi al 50%. Ovvero le donne sono strutturalmente sottorappresentate
nei consigli regionali in tutte le regioni italiane. Per incrementare il numero
delle donne elette e fare in modo che vi sia una vera parità, potrebbe essere
necessario introdurre delle nuove norme che considerino valida l’elezione del
consiglio regionale solo al raggiungimento di un numero pari tra uomini e donne
tra i consiglieri eletti.
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