Tra
il 2015 ed il 2020 sono cresciute del 10,22%
L’Istat calcola la
numerosità delle organizzazioni non profit. Le organizzazioni no profit sono
definite come la quota di organizzazioni non profit per 10.000 abitanti. I dati
fanno riferimento al periodo tra il 2015 ed il 2020 nelle regioni italiane.
Ranking
delle regioni per valore delle organizzazioni no profit nelle regioni italiane
nel 2020. La Valle d’Aosta è al primo posto per valore delle
organizzazioni no profit con un valore pari a 115,00 unità, seguito dal
Trentino Alto Adige con un valore di 114,80 unità, e dal Friuli Venezia Giulia
con 91,20 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte con un ammontare di
70,40 unità, seguito dal Molise con un valore di 69,10 e dalla Basilicata con
un ammontare di 68,60 unità. Chiudono la classifica la Puglia con un valore di
48,90 unità, seguito dalla Sicilia con un valore di 47,00 unità e dalla
Campania con un valore di 39,60 unità.
Ranking
delle regioni per valore della variazione percentuale delle organizzazioni no
profit nelle regioni italiane tra il 2015 ed il 2020.
La Calabria è al primo posto per un valore della variazione percentuale delle
organizzazioni no profit tra il 2015 ed il 2020 con un ammontare paria 24,55% pari
ad una variazione da 44 unità fino a 54,8 unità. Segue il Molise con un valore
pari a 20,8% corrispondente ad una variazione da 57,2 unità fino ad un valore
di 69,1 unità pari ad un ammontare di 11,9 unità. Al terzo posto c’è la
Campania con un valore pari a 19,64% pari ad una variazione da 33,1 unità nel
2015 fino a 39,6 unità nel 2020. A metà classifica troviamo la Lombardia con un
ammontare di 9,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 52,7
unità fino ad un valore di 57,9 ovvero pari ad una variazione di 5,2 unità.
Segue la Liguria con una variazione pari ad un ammontare di 9,58%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 66,8 unità fino ad un
valore di 73,2 unità corrispondente ad un valore di 9,58%. Di seguito la Valle d’Aosta
con un ammontare di 9,32% corrispondente ad una variazione da un ammontare di
105 unità fino ad un valore di 115 unità corrispondente ad una variazione di
9,8 unità. Chiudono la classifica il Veneto con una variazione pari ad un
ammontare di 4,12% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 60,7
unità fino ad un valore di 63,2 unità pari ad un ammontare di 2,5 unità.
Seguono le Marche con una variazione pari a 2,96% corrispondente ad un
ammontare di 74,2 fino ad un valore di 76,4 ovvero pari a 2,2 unità. Chiude la
classifica l’Emilia Romagna con una variazione pari ad un ammontare di 2,64%
corrispondente ad una variazione da un ammontare di 60,5 unità fino ad un
valore di 62,1 unità.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di
seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-means ottimizzato con
il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:
- ·
Cluster
1:
Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia, Basilicata, Molise,
Calabria, Piemonte, Sardegna, Puglia, Sicilia, Liguria, Campania, Toscana,
Marche, Umbria.
- ·
Cluster
2:
Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia.
Dal punto di vista dei
clusters possiamo notare il seguente ordinamento ovvero C2>C1. Le regioni
nelle quali ci sono maggiori organizzazioni no profit sono la Valle d’Aosta, il
Trentino Alto Adige ed il Friuli Venezia Giulia. Le altre regioni presentano invece
livelli medio-bassi di presenza di organizzazioni no profit. Tuttavia, poiché
il cluster 1 comprende un novero troppo grande di organizzazioni no profit è
possibile proporre un’ulteriore classificazione ponendo k=3 e ottimizzando con
il coefficiente di Silhouette. Ponendo k=3 è possibile verificare se
eventualmente si verifica una suddivisione delle regioni che possa in un
qualche modo ricalcare la dimensione delle macro-regioni italiane.Possiamo così
individuare una struttura di tre clusters composta come di seguito ovvero:
- ·
Cluster 1: Valle d’Aosta, Trentino Alto
Adige, Friuli Venezia Giulia;
- ·
Cluster 2: Puglia, Sicilia, Calabria,
Campania, Lombardia, Lazio;
- · Cluster 3: Liguria, Piemonte, Sardegna,
Toscana, Marche, Basilicata, Molise, Veneto, Umbria, Abruzzo, Emilia Romagna.
In questo caso è
possibile verificare la presenza del seguente ordinamento dei clusters ovvero:
C1>C3>C2. Le regioni leader sono sempre Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige
e Friuli Venezia Giulia. Tuttavia secondo posto vi sono le regioni del cluster
3 che mette insieme regioni molto eterogenee sia dal punto di vista economico
che geografico. Infine l’ultimo cluster per numerosità delle organizzazioni no
profit è costituto dal cluster 2 composto essenzialmente da 4 regioni
meridionali sommate alla Lombardia ed al Lazio. Poiché la variabile analizzata
prende in considerazione il numero delle organizzazioni no profit per 10.000
abitanti è assai probabile che le regioni con scarsa popolazione siano
maggiormente favorite rispetto alle regioni popolose. Per esempio la Valle d’Aosta
con circa 130 mila abitanti è nel cluster di testa mentre la Lombardia con
circa 10 milioni di abitanti è nell’ultimo cluster. Questa potrebbe essere
anche la motivazione della presenza del Molise e della Basilicata nel terzo
cluster invece che nel secondo, al pari delle altre regioni meridionali. Tuttavia
al netto di questa distinzione possiamo notare che generalmente le regioni
meridionali tendono a performare peggio rispetto alle regioni del Centro Nord,
con l’eccezione di Lazio e Lombardia.
Conclusioni.
La numerosità delle organizzazioni no profit è cresciuta tra il 2015 ed il 2020
passando da un ammontare di 63,77 unità ogni 10.000 abitanti fino ad un valore
di 70,29 unità ogni 10.000 abitanti ovvero una variazione pari al 10,22%.
Possiamo notare che tale crescita è avvenuta soprattutto nelle regioni
meridionali ovvero nel Sud Italia con un valore di +18,29%, nel Mezzogiorno con
un valore di +16,28%, nelle Isole con un ammontare di 12,95%. La crescita
percentuale è stata inferiore nelle macro regioni centro-settentrionali che
tuttavia hanno dei livelli in valore assoluto maggiori rispetto alle
macro-regioni meridionali in tutto il periodo considerato. Infatti il valore
assoluto delle organizzazioni no profit nel mezzogiorno è inferiore del 23,14%
rispetto al Nord-Ovest, del -28,99% rispetto alle regioni del Centro, del
-26,74% rispetto al Nord e del -31,21% rispetto al Nord-Est.
Nessun commento:
Posta un commento