Tra
il 2005 ed il 2021 è diminuita del 52,29%
L’Eurostat calcola la
percentuale della popolazione che non è in grado di mantenere la casa
adeguatamente calda. I dati per questo indicatore vengono raccolti nell’ambito
delle statistiche dell’Unione Europea sul reddito e sulle condizioni di vita
per monitorare lo sviluppo della povertà e dell’inclusione sociale in Europe.
La raccolta dei dati si basa su sondaggi.
Ranking dei paesi per
valore della popolazione priva di adeguato riscaldamento domestico in Europa
nel 2021. La Bulgaria nel 2021 è stata al primo posto della
classifica per percentuale della popolazione priva di adeguato riscaldamento domestico
con un valore pari a 23,7%, seguita dalla Lituania con un valore di 22,5%, e da
Cipro con un ammontare di 19,4%. A metà classifica vi sono la Lettonia con un
valore di 4,9%, seguita dal Belgio con 3,5% e dalla Germania con un valore di
3,3%. Chiudono la classifica l’Austria, Slovenia e Svezia con un valore pari a 1,7%,
seguite dalla Finlandia con un valore di 1,3%. Nel 2021 in media il 7,3% della
popolazione europea ha avuto delle difficoltà economiche che le hanno impedito
di tenere l’abitazione sufficiente calda.
Ranking dei paesi europei
per valore della variazione percentuale del valore della popolazione priva di adeguato
riscaldamento domestico in Europa tra il 2005 ed il 2021.
Il Lussemburgo è al primo posto con una crescita della percentuale della popolazione
priva delle risorse per riscaldare adeguatamente l’abitazione domestica pari ad
un valore di 177,78%, seguita dalla Spagna con un valore di 51,06% e dalla
Svezia con un ammontare di 21,43%. A metà classifica vi sono la Lituania con
-35,34%, seguita da Malta con -38,1%, e Cipro con -42,43%. Chiudono la
classifica la Repubblica Ceca con -76,34%, seguita dalla Lettonia con -83,56%, e
dalla Polonia con un valore pari a 90,48%. Tra il 2005 ed il 2021 il valore della
percentuale della popolazione priva di adeguato riscaldamento domestico in
Europa è diminuito da un valore del 15,36% fino ad un valore di 7,32% ovvero
pari ad un valore di -8,03 unità pari a -52,29%.
Clusterizzazione con algoritmo
k-Means. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati
mostrano la presenza dei seguenti clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Cipro, Portogallo, Lituania, Grecia;
- ·
Cluster 2: Germania, Austria, Slovenia,
Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Danimarca,
Irlanda, Slovacchia, Lussemburgo, Belgio, Spagna, Ungheria, Malta, Italia, Polonia,
Lettonia.
Dal punto di vista della
mediana risulta che il valore di C1 è pari ad un ammontare di 19,4 mentre il
valore di C2 è pari ad un ammontare di 3,2 unità. Ne deriva il seguente
ordinamento C1>C2.
Network analysis con la distanza
euclidea. Di seguito viene presentata una cluster analysis con
l’utilizzo della distanza euclidea. Viene ad essere individuata una unica
struttura a network complessa ovvero:
- ·
Il Lussemburgo ha una connessione con la
Svezia per un ammontare di 0,24 unità;
- ·
La Svezia ha una connessione con i Paesi
Bassi per un ammontare di 0,24 unità, con l’Estonia per un ammontare di 0,26
unità e con l’Islanda per un valore di 0,15 unità;
- ·
L’Estonia ha una connessione con la Svezia
per un ammontare di 0,26 unità, con i Paesi Bassi per un valore di 0,22 unità,
con l’Austria per un ammontare di 0,26 unità;
- ·
L’Austria ha una connessione con l’Estonia
per un ammontare di 0,26 unità, e con i Paesi Bassi per un ammontare di 0,26
unità;
- ·
I Pasi Bassi hanno una connessione con la
Svezia per pari ad un ammontare di 0,24 unità, con l’Estonia per un valore di
0,22 unità, con l’Austria per un valore di 0,26 unità, e con l’Islanda per un
ammontare di 0,25 unità;
- ·
L’Islanda ha una connessione con la Svezia
per un valore di 0,15 unità e con i Paesi Bassi pari ad un valore di 0,25
unità.
La presenza di relazioni
all’interno della network analysis non implica relazioni di tipo causa-effetto.
Si tratta al contrario di una analisi orientata ad offrire una idea di come
potrebbero diffondersi gli effetti da un paese all’altro. Per esempio, se la
percentuale della popolazione priva della capacità di garantire un adeguato
riscaldamento all’abitazione dovesse aumentare in Austria allora aumenterebbe
anche in Estonia e nei Paesi Bassi. Tali valori stanno quindi a rappresentare la
presenza di connessioni tra gli andamenti di serie storica dei paesi
analizzati.
Conclusioni.
La percentuale della popolazione che nei paesi europei ha difficoltà a
riscaldare adeguatamente la propria abitazione è diminuita del 52% tra il 2005
ed il 2021. Si tratta di andamento assai positivo che mette in evidenza un
miglioramento complessivo della condizione socio-economica della famiglie.
Tuttavia, la serie storica analizzata non prende in considerazione né il
periodo 2021-2022 né il 2022-2023, ovvero due esercizi nei quali l’aumento del
prezzo del gas dovuto alla guerra Russo-Ucraina potrebbe aver generato una crescita
della percentuale della popolazione con difficoltà a riscaldare adeguatamente
la propria abitazione. Infatti, la crescita del prezzo del gas potrebbe annullare
anche la crescita del reddito pro-capite. Infine, l’andamento
significativamente inflattivo delle economie europee nel post Covid potrebbe ulteriormente
peggiorare la situazione soprattutto delle famiglie povere tra il 2022 ed il
2023. In ogni caso nel 2021 il 7,3% della popolazione europea ha avuto delle
difficoltà a riscaldare la propria abitazione mettendo in evidenza una
condizione diffusa di povertà ed indigenza che potrebbe essere ancora più
preoccupante in caso di manifestazione di una recessione economica.
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