È
cresciuta dell’11,7% tra il 2012 ed il 2022 in media
L’Istat calcola la
preoccupazione per i cambiamenti climatici nelle regioni italiane. La variabile
è definita come la percentuale di consumi di energia elettrica coperti da fonti
rinnovabili sul totale dei consumi interni lordi. L'indicatore è ottenuto come
rapporto tra la produzione lorda elettrica da FER effettiva (non normalizzata)
e il Consumo Interno Lordo di energia elettrica (pari alla produzione lorda di
energia elettrica al lordo della produzione da apporti di pompaggio più il
saldo scambi con l'estero o tra le regioni). I dati fanno riferimento alle
regioni italiane tra il 2012 ed il 2022.
Ranking
delle regioni italiane per valore della preoccupazione per i cambiamenti
climatici nelle regioni italiane nel 2022. Nel 2022, le regioni
italiane hanno manifestato varie gradazioni di preoccupazione per i cambiamenti
climatici, riflettendo diverse sensibilità e consapevolezze ambientali. Di
seguito, presento un'analisi delle regioni per valori della preoccupazione per
i cambiamenti climatici. La regione del
Veneto ha mostrato il livello più elevato di preoccupazione per i cambiamenti
climatici nel 2021, attestandosi al 75,9%. La Toscana si posiziona al secondo
posto con una percentuale significativa del 73,4%, confermando un notevole
impegno ambientale. Le Marche seguono da vicino con un tasso di preoccupazione
del 72,8%, evidenziando una sensibilità ambientale rilevante tra i residenti. Il
Lazio si colloca al quarto posto con una percentuale di preoccupazione del
72,4%, mantenendo un interesse sostenuto per le questioni climatiche. Il
Piemonte occupa la quinta posizione, con il 71,9% della popolazione esprimendo
preoccupazione per i cambiamenti climatici. Va notato che Calabria ha riportato
il livello più basso di preoccupazione con il 62%, rappresentando un'eccezione
tra le regioni italiane. La varietà di posizioni rispecchia l'eterogeneità di
approcci e priorità nel contesto della consapevolezza ambientale.
Variazione
della preoccupazione per i cambiamenti climatici nelle regioni italiane tra il
2012 ed il 2022. Nel
corso della decade tra il 2012 e il 2022, le regioni italiane hanno manifestato
variazioni significative nella preoccupazione per i cambiamenti climatici. La
preoccupazione per i cambiamenti climatici è generalmente aumentata in tutte le
regioni analizzate durante questo periodo. Regioni come Umbria (+19,2%),
Piemonte (+17,9%), Toscana (+16,7%), e Lombardia (+16,4%) hanno registrato
incrementi sostanziali nella preoccupazione, indicando un crescente interesse e
consapevolezza ambientale. Altre regioni come Valle d'Aosta, Liguria, Veneto,
Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche hanno evidenziato variazioni
positive, ma in misura leggermente più moderata rispetto alle precedenti. Al
contrario, la Calabria ha mostrato una variazione negativa del -9,1%,
rappresentando l'unica regione con una diminuzione della preoccupazione per i
cambiamenti climatici. Questi dati sottolineano l'importanza crescente che la
tematica ambientale sta assumendo nelle percezioni della popolazione italiana,
con un impegno sempre maggiore nel riconoscimento e nell'affrontare le sfide
legate ai cambiamenti climatici.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means. L’analisi di clusterizzazione con
algoritmo k-Means mostra la presenza di tre clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Piemonte, Liguria, Lombardia,
Lazio, Molise, Sicilia;
- ·
Cluster 2: Valle d’Aosta, Campania,
Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna;
- ·
Cluster 3: Trentino Alto Adige, Emilia
Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo.
Possiamo notare che le regioni meridionali tendono ad avere un valore più basso di preoccupazione per la condizione ambientale. Le uniche regioni che hanno livelli elevati di preoccupazione per la condizione ambientale sono Molise e Abruzzo.
La
preoccupazione per i cambiamenti climatici nelle macro-regioni italiane. A livello nazionale, la preoccupazione per i
cambiamenti climatici sembra essere aumentata nel 2016, seguita da un livello
più o meno costante negli anni successivi. Nel complesso, l'Italia mostra una
preoccupazione sostenuta per questo problema. Ci sono variazioni nelle
percentuali di preoccupazione tra le diverse regioni e macroregioni. Ad
esempio, le regioni del Nord sembrano mostrare livelli più elevati di
preoccupazione rispetto al Mezzogiorno e alle Isole. Nel 2019 si nota un picco
di preoccupazione in molte regioni, seguito da un generale mantenimento di
livelli elevati nei due anni successivi (2020-2021). Nel 2019, il Nord-est
sembra essere la regione più preoccupata per i cambiamenti climatici, seguita
da Nord e Centro. Le regioni del Nord sembrano mostrare un andamento più
stabile nel tempo, mentre il Mezzogiorno e le Isole possono avere oscillazioni
più significative.
Stima del valore della preoccupazione per i cambiamenti climatici. In modo particolare abbiamo stimato la seguente equazione ovvero:
Dove i=20 e t=[2012;2022].
La preoccupazione per i
cambiamenti climatici è positivamente connessa con le seguenti variabili
ovvero:
·
Coste marine balneabili-CMB: L'interconnessione
tra la crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici e la preservazione
delle coste marine balneabili è evidente attraverso diversi meccanismi.
L'aumento della consapevolezza e dell'ansia riguardo agli impatti ambientali,
in particolare legati ai cambiamenti climatici, si riflette positivamente nelle
pratiche e nelle decisioni legate alle zone costiere destinate alle attività
balneari. Chi manifesta una forte preoccupazione per i cambiamenti climatici
solitamente dimostra una maggiore sensibilità agli impatti ambientali. Questa
consapevolezza spinge all'adozione di comportamenti responsabili durante le
attività balneari, promuovendo una gestione sostenibile delle risorse naturali
e contribuendo a preservare la qualità delle acque marine. La partecipazione
attiva a iniziative di conservazione, come la pulizia delle spiagge o la tutela
della biodiversità marina, diventa un modo tangibile per tradurre la
preoccupazione ambientale in azioni concrete. Inoltre, coloro che si sentono
coinvolti nella causa ambientale sono più inclini a sostenere politiche di
gestione costiera sostenibile, contribuendo alla creazione di regolamentazioni
e normative a tutela delle aree marine. La sostenibilità diventa un principio
guida nelle pratiche balneari di chi è preoccupato per i cambiamenti climatici.
Questo si traduce in comportamenti responsabili, come la corretta gestione dei
rifiuti, la riduzione dell'impatto ambientale e il supporto a strutture
turistiche che adottano pratiche rispettose dell'ambiente. In ultima analisi,
la preoccupazione crescente per i cambiamenti climatici crea una sinergia
positiva con la conservazione delle coste marine balneabili. Questa relazione
favorisce un approccio più consapevole, responsabile e sostenibile nelle
attività umane lungo le coste, contribuendo così alla preservazione di questi
ecosistemi cruciali per il benessere ambientale e la fruizione delle
generazioni future.
·
Consumo materiale interno-CMI: in
situazioni particolari e contesti locali, emerge una relazione positiva tra la
preoccupazione per i cambiamenti climatici e il consumo di materiale interno
nelle regioni italiane. Questo potrebbe essere dovuto allo sviluppo di settori
eco-sostenibili, iniziative di produzione circolare, educazione ambientale
focalizzata sulla produzione locale, progetti di sviluppo sostenibile e al
supporto a imprese locali che adottano pratiche sostenibili. Tuttavia,
globalmente, la tendenza rimane quella di una diminuzione del consumo di
materiali in risposta alla crescente consapevolezza ambientale.
·
Preoccupazione per la perdita di
biodiversità-PPB: La crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici è
strettamente correlata alla crescente attenzione alla perdita di biodiversità
in un discorso ambientale più ampio. Questa connessione si basa su diversi
elementi chiave che emergono nei dibattiti e nelle conversazioni sulle sfide
ambientali. Innanzitutto, la consapevolezza condivisa dell'origine antropica di
entrambi i problemi fornisce una base solida per la connessione tra i
cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Le attività umane, come
l'uso sostenibile delle risorse e la riduzione delle emissioni, sono spesso
citate come soluzioni comuni a entrambe le problematiche. La comprensione della
similitudine negli impatti sugli ecosistemi è un punto cruciale del discorso.
La variabilità climatica influisce sulla distribuzione delle specie, mentre la
perdita di habitat e la frammentazione delle terre contribuiscono direttamente
alla diminuzione della diversità biologica. Questo riconoscimento comune
suggerisce la necessità di affrontare le questioni in modo integrato. Il
discorso ambientale riconosce anche che le risposte alle sfide dei cambiamenti
climatici spesso si sovrappongono alle azioni necessarie per preservare la
biodiversità. Concetti come la protezione degli habitat naturali, la promozione
di pratiche agricole sostenibili e la transizione verso fonti energetiche
rinnovabili emergono come strategie condivise. Inoltre, la consapevolezza
dell'interdipendenza degli ecosistemi emerge nei discorsi, sottolineando che la
perdita di biodiversità può indebolire la resilienza degli ecosistemi e
renderli più suscettibili agli impatti dei cambiamenti climatici e viceversa Infine,
in un contesto più ampio, coloro che si preoccupano dei cambiamenti climatici
tendono ad adottare una prospettiva più ampia sulle sfide ambientali. Questa
visione più completa porta a una maggiore preoccupazione per la perdita di
biodiversità, considerandola come parte integrante delle complesse sfide
ambientali globali. In sintesi, la relazione positiva tra la preoccupazione per
i cambiamenti climatici e la preoccupazione per la perdita di biodiversità
emerge in modo discorsivo attraverso la comprensione condivisa delle cause
antropiche, degli impatti simili sugli ecosistemi e delle risposte integrate
necessarie per preservare l'ambiente.
Esiste una relazione
negativa tra la preoccupazione per i cambiamenti climatici e:
·
Impermeabilizzazione del suolo da
copertura artificiale-IPS: La crescente preoccupazione per i cambiamenti
climatici è strettamente connessa a una riduzione dell'impermeabilizzazione del
suolo da copertura artificiale, suggerendo una consapevolezza crescente degli
impatti ambientali e la promozione di pratiche più sostenibili nelle decisioni
urbanistiche. Chi è sensibile a queste questioni tende ad adottare un approccio
più sostenibile nell'ambito urbanistico. Ciò potrebbe manifestarsi attraverso
il sostegno a politiche che limitano l'espansione delle aree impermeabili,
privilegiando soluzioni che favoriscono la permeabilità del suolo e la
conservazione degli spazi verdi urbani. Inoltre, la consapevolezza degli
impatti legati all'acqua, come inondazioni e degrado della qualità dell'acqua,
spinge verso decisioni urbanistiche orientate a minimizzare
l'impermeabilizzazione del suolo. La partecipazione attiva a movimenti
ambientalisti e l'integrazione di principi di sostenibilità nelle decisioni urbanistiche
rappresentano manifestazioni tangibili di questa relazione negativa. In
definitiva, la preoccupazione crescente per i cambiamenti climatici può essere
vista come un catalizzatore per azioni e decisioni urbanistiche più
sostenibili, mirate a ridurre l'impermeabilizzazione del suolo e a promuovere
uno sviluppo urbano più attento all'ambiente.
Conclusioni.
La preoccupazione per i cambiamenti climatici è cresciuta dell’11,7% tra il
2012 ed il 2021 nelle regioni italiane. Tale valore è cresciuto anche nelle
macro-regioni italiane. Tuttavia, persiste una significativa differenza tra
regioni settentrionali che hanno dei livelli medio-alti di preoccupazione per i
cambiamenti climatici e regioni meridionali che hanno livelli medio-bassi. La promozione della preoccupazione e della
consapevolezza ambientale nelle regioni italiane è una sfida cruciale che
richiede un approccio discorsivo attento e motivante. Per affrontare questa
questione, è fondamentale costruire un discorso che stimoli l'impegno
individuale e collettivo verso comportamenti più sostenibili ed inoltre:
- ·
Promuovere l'educazione ambientale come
strumento chiave per aumentare la consapevolezza.
- · Mettere in luce l'importanza di programmi
educativi nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle comunità.
- · Illustrare i benefici tangibili derivanti
da comportamenti sostenibili. Ciò può includere una migliore qualità dell'aria,
una maggiore biodiversità, risparmio energetico e miglioramenti nella salute
pubblica.
- ·
Favorire un approccio di sostenibilità
locale.
- · Evidenziare le iniziative sostenibili già
in corso nelle regioni italiane e come possono essere replicate o ampliate.
- ·
Incentivare la partecipazione attiva delle
comunità locali.
- ·
Discutere la creazione di gruppi di
volontariato, forum online e altre piattaforme che consentano ai cittadini di
contribuire alle decisioni ambientali.
- · Sottolineare l'importanza della
collaborazione tra settori pubblici e privati, istituzioni, organizzazioni non
governative e cittadini.
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