E’
cresciuta del 47% tra in media tra il 2004 ed il 2020
L’Istat calcola il valore
dell’intensità della ricerca. L’intensità della ricerca è definita come la percentuale
di spesa per attività di ricerca e sviluppo intra muros svolte dalle imprese,
istituzioni pubbliche, Università (pubbliche e private) e dal settore non
profit sul Pil. La spesa e il Pil vengono considerati in milioni di euro
correnti. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2004 ed il 2020 per le 20
regioni italiane.
L’intensità
di ricerca nelle regioni italiane nel 2020. L'analisi dei dati
sull'intensità della ricerca nelle diverse regioni italiane offre uno sguardo
approfondito sulla distribuzione e sull'impegno delle singole aree nel campo scientifico
e tecnologico. Questo quadro disomogeneo riflette la complessità del paesaggio
italiano, caratterizzato da varie dinamiche socioeconomiche e strutturali. Innanzitutto,
emerge chiaramente una polarizzazione tra le regioni settentrionali e meridionali,
con il Piemonte e l'Emilia-Romagna che primeggiano come centri di eccellenza
nella ricerca. Questa tendenza potrebbe essere attribuita a una combinazione di
fattori, tra cui la presenza di istituzioni accademiche prestigiose, centri di
ricerca avanzati e una più forte infrastruttura industriale. La Lombardia,
nonostante la sua posizione di leadership nell'economia nazionale, mostra un
livello moderato di intensità di ricerca. Questo suggerisce che la correlazione
tra sviluppo economico e impegno nella ricerca non è sempre lineare, e altri
elementi, come la diversificazione del settore industriale o la focalizzazione
su specifici campi di ricerca, possono influenzare il risultato. Il Sud Italia,
rappresentato da regioni come Calabria e Basilicata, affronta sfide più
evidenti in termini di intensità di ricerca. Le ragioni di questa disparità
possono essere molteplici, includendo la presenza di infrastrutture limitate,
opportunità di lavoro meno incentivanti e una necessità di maggiori
investimenti nell'istruzione e nella ricerca. Le regioni centrali, come il
Lazio e l'Umbria, si collocano a metà della classifica, indicando un
coinvolgimento significativo nella ricerca scientifica. Queste regioni
potrebbero beneficiare di una combinazione di fattori, tra cui la presenza di
centri di eccellenza e una governance efficace nel promuovere l'innovazione. La
lettura dei dati invita a una riflessione sulle opportunità e le sfide che
emergono da questo scenario eterogeneo. Politiche di sviluppo mirate, investimenti
nell'istruzione e nella ricerca, e incentivi per la collaborazione tra il
settore pubblico e privato potrebbero contribuire a ridurre le disparità
regionali e promuovere un ambiente più equilibrato e favorevole alla ricerca su
tutto il territorio nazionale. In conclusione, l'analisi dei dati
sull'intensità della ricerca in Italia apre la strada a un dialogo più ampio
sulla necessità di strategie di sviluppo e politiche mirate, che tengano conto
delle specificità regionali e contribuiscano a consolidare l'Italia come un hub
dinamico e innovativo nel contesto europeo e globale.
Variazione
dell’intensità di ricerca tra il 2004 ed il 2020 nelle regioni italiane. L'analisi dei dati
sull'intensità di ricerca nelle diverse regioni italiane nel periodo 2004-2020
fornisce una panoramica eloquente delle dinamiche evolutive nel campo
scientifico e tecnologico. Numerose considerazioni emergono da queste cifre,
evidenziando tendenze significative e variazioni sostanziali tra le regioni. Molise
spicca come un caso di notevole crescita, registrando un aumento del 166,67%
nell'intensità di ricerca. Pur partendo da livelli iniziali relativamente
bassi, questo incremento indica uno sforzo tangibile e un impegno crescente nel
promuovere attività di ricerca scientifica nella regione. Veneto e Marche sono
anch'esse in forte crescita, con variazioni percentuali rispettivamente del
115,63% e del 94,34%. Questi dati suggeriscono una chiara volontà di queste
regioni di investire nelle attività di ricerca e sviluppo nel corso degli anni,
indicando una dinamica di crescita sostenuta. Emilia-Romagna emerge come una
delle regioni più dinamiche, con un aumento significativo dell'intensità di
ricerca del 88,39%. Questo potrebbe essere il risultato di investimenti mirati
in infrastrutture di ricerca e di un impegno continuo nell'innovazione
scientifica. La performance delle regioni settentrionali presenta differenze
notevoli. Mentre il Piemonte registra un aumento del 42,94%, la Lombardia
mostra una crescita più moderata del 28,3%. Queste disparità possono essere
influenzate da fattori quali la struttura economica e industriale, la presenza
di istituzioni accademiche e le strategie di investimento in ricerca. Alcune
regioni, come Lazio, Campania e Sicilia, mostrano variazioni percentuali
moderate o leggermente positive. Ciò potrebbe indicare che, nonostante la
presenza di centri di ricerca o istituzioni accademiche, la crescita potrebbe
essere limitata da altri fattori o necessità di strategie di sviluppo più
mirate. Basilicata registra una crescita moderata del 28,3%, indicando un
impegno costante nella promozione della ricerca scientifica. Tuttavia, è
importante sottolineare che le regioni del Sud Italia continuano a affrontare
sfide significative nel ridurre il divario con le regioni settentrionali. In
sintesi, l'analisi delle variazioni dell'intensità di ricerca sottolinea la
complessità del panorama italiano, evidenziando regioni che hanno fatto
progressi sostanziali e altre che potrebbero richiedere strategie di sviluppo
più incisive. L'equità nell'accesso alle opportunità di ricerca su scala
nazionale potrebbe richiedere un approccio coordinato e mirato al fine di
promuovere la crescita sostenibile e l'innovazione in tutto il paese.
Intensità
di ricerca nelle macro-regioni italiane. L'analisi
dell'evoluzione dell'intensità di ricerca nelle diverse macroaree italiane nel
periodo compreso tra il 2004 e il 2020 fornisce un quadro significativo delle
dinamiche regionali in campo scientifico e tecnologico. Questi dati rivelano
tendenze che vanno oltre il semplice incremento numerico, offrendo spunti di riflessione
sullo sviluppo delle attività di ricerca in contesti geografici diversi. Il
Nord emerge come il fulcro principale della ricerca in Italia, mostrando un
aumento dell'1,07 al 1,63, con una variazione percentuale del 52,34%. Questa
regione, comprendente Nord-ovest e Nord-est, ha costantemente mantenuto una
leadership nella promozione dell'innovazione e dello sviluppo scientifico. All'interno
del Nord, il Nord-est spicca per la sua crescita notevole del 90,91%,
sottolineando un impegno considerevole nella promozione della ricerca
scientifica. In parallelo, il Nord-ovest, pur mostrando una crescita più
moderata del 32,50%, contribuisce in modo significativo al panorama nazionale
della ricerca. La macroarea del Centro, con un incremento del 35,43%, dimostra
un impegno crescente nelle attività di ricerca. Questo dato suggerisce che la
regione centrale sta progressivamente consolidando la propria presenza nel
panorama scientifico italiano, anche se con un tasso di crescita inferiore
rispetto al Nord. Il Mezzogiorno e le Isole presentano una crescita più
moderata, con variazioni percentuali rispettivamente del 25,00% e del 12,50%.
Questi dati indicano una consapevolezza dell'importanza della ricerca
scientifica in queste regioni, ma sottolineano la necessità di sforzi mirati
per colmare il divario con le regioni settentrionali. La convergenza tra Nord e
Mezzogiorno, pur rilevante, pone in evidenza la persistenza di disuguaglianze
regionali. Questo fenomeno sottolinea l'importanza di politiche di sviluppo regionale
che puntino a creare un ambiente favorevole alla ricerca scientifica su tutto
il territorio nazionale. In conclusione, l'analisi delle macroaree italiane nel
contesto della ricerca scientifica riflette una realtà complessa e articolata.
Mentre il Nord continua a guidare l'innovazione, è incoraggiante notare gli
sforzi di altre regioni nel promuovere attivamente la ricerca. La necessità di
strategie di sviluppo regionale mirate, investimenti equi e collaborazioni tra
settore pubblico e privato emerge come un elemento chiave per garantire un
panorama della ricerca scientifica più equilibrato e sostenibile in Italia.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means. Di seguito viene presentata una
clusterizzazione con algoritmo k-Means. Vengono individuati tre clusters
ovvero:
- ·
Cluster 0: Liguria, Lombardia, Trentino
Alto Adige, Veneto, Toscana, Campania;
- ·
Cluster 1: Valle d’Aosta, Umbria, Marche,
Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna;
- ·
Cluster 2: Piemonte, Friuli Venezia
Giulia, Emilia Romagna, Lazio.
Notiamo che considerando
il valore di tali clusters è possibile creare il seguente ordinamento ovvero C2>C0>C1.
Ne deriva che le regioni del Centro-Nord tendono ad avere dei livelli di
intensità di ricerca assai più elevati rispetto alle regioni meridionali con l’unica
eccezione della Campania. La Campania infatti ha dei livelli di intensità di
ricerca più elevati delle altre regioni meridionali e condivide il cluster con
rilevanti regioni ad alto reddito pro-capite come Lombardia e Veneto.
Modello
econometrico per la stima del valore dell’intensità di ricerca.
Di seguito presento un modello di stima dell’intensità della ricerca nelle
regioni italiane tra il 2004 ed il 2020 alla luce degli indicatori ISTAT-BES
relativi al sistema dell’innovazione e della ricerca. I dati sono stati
analizzati attraverso l’utilizzo di vari modelli econometrici ovvero Panel Data
con Effetti Fissi, Panel Data con Effetti Variabili, Pooled Ordinary Least
Squares, e Weighted Least Squares-WLS. E’ stata stimata la seguente equazione
ovvero:
Dove i=20 e t=[2004;2020].
Esiste una relazione positiva tra l’intensità di
ricerca-IR e:
- ·
Propensione alla brevettazione-PB: la
relazione tra l'intensità di ricerca e l'attività di brevettazione è
strettamente interconnessa, caratterizzata da un rapporto positivo che si
manifesta attraverso diversi aspetti. Quando un'organizzazione dedica risorse
significative alla ricerca e allo sviluppo, ciò spesso conduce a nuove scoperte
e innovazioni. Questi progressi, derivanti da un impegno sostenuto nella
ricerca, diventano spesso oggetto di brevettazione per proteggere i diritti di
proprietà intellettuale associati. Un elemento chiave di questa relazione è la
competitività del mercato. Le imprese, desiderose di mantenere o conquistare un
vantaggio competitivo, utilizzano la brevettazione come strumento strategico.
Proteggendo le innovazioni tramite brevetti, rendono più difficile per i
concorrenti copiare o imitare tali progressi, consolidando così la propria
posizione sul mercato. L'accesso a finanziamenti è un altro aspetto cruciale.
Le organizzazioni impegnate in attività di ricerca intensiva spesso dipendono
da finanziamenti esterni, come investimenti di capitale di rischio o
sovvenzioni governative. In questo contesto, i brevetti possono fungere da
garanzia, dimostrando un impegno tangibile per l'innovazione e fornendo una
base legale per proteggere le nuove tecnologie. La creazione di un portafoglio
di brevetti è una pratica comune tra le aziende orientate alla ricerca.
Accumulare brevetti significa costruire una solida base di conoscenze protette
legalmente, che può essere sfruttata in diverse direzioni. Tale portafoglio non
solo protegge, ma può anche essere utilizzato come leva per negoziare accordi,
collaborazioni o partnership. La collaborazione è un ulteriore elemento
facilitato dalla brevettazione. Le imprese coinvolte in attività di ricerca
intensiva possono instaurare partnership più agevolmente, basando la
collaborazione su diritti di proprietà intellettuale ben definiti. I brevetti,
in questo contesto, fungono da collante per accordi più stabili e benefici
reciproci. Infine, la possibilità di monetizzare i brevetti è un incentivo
aggiuntivo per le imprese. Oltre alla mera protezione, i brevetti offrono la
prospettiva di generare entrate attraverso la vendita, la concessione in
licenza o la commercializzazione delle tecnologie coperte. Questo elemento di
valore economico contribuisce a giustificare ulteriormente gli investimenti in
ricerca e sviluppo. In sintesi, la positiva relazione tra intensità di ricerca
e brevettazione rispecchia la tendenza delle organizzazioni a proteggere e
sfruttare attivamente i risultati delle loro attività di ricerca attraverso il
sistema di brevetti.
- ·
Innovazione del sistema produttivo-ISP: l'intensità
di ricerca e l'innovazione del sistema produttivo sono due elementi che, quando
interconnessi, creano un binomio virtuoso per lo sviluppo e la crescita delle
imprese. La ricerca intensiva costituisce la base fondamentale da cui sorgono
nuove conoscenze e scoperte, formando il terreno fertile per l'innovazione nel
sistema produttivo. Quando le organizzazioni investono significativamente in
ricerca e sviluppo, ciò non solo genera nuove idee, ma alimenta il processo di
creazione di nuove tecnologie. L'introduzione di queste tecnologie nel sistema
produttivo diventa il motore che guida miglioramenti sostanziali,
dall'ottimizzazione dei processi produttivi all'implementazione di metodologie
avanzate. L'obiettivo principale è spesso l'ottimizzazione dei processi
produttivi stessi. L'adozione di nuove tecnologie e l'innovazione dei flussi di
lavoro contribuiscono a rendere l'intero sistema più efficiente ed efficace.
Inoltre, l'ottimizzazione può tradursi in una riduzione dei costi operativi e
in un aumento della competitività sul mercato. La capacità di adattamento alle
esigenze mutevoli del mercato è un altro aspetto cruciale. La ricerca continua
permette alle imprese di anticipare le tendenze, di comprendere le nuove
richieste dei consumatori e di adattare rapidamente il sistema produttivo di
conseguenza. In un ambiente economico sempre più dinamico, questa flessibilità
è essenziale per mantenere la rilevanza e la competitività sul mercato. Il
collegamento tra ricerca e innovazione nel sistema produttivo è anche evidente
nella differenziazione sul mercato. Le imprese che investono in ricerca e
sviluppo sono in grado di offrire prodotti o servizi unici, distinguendosi dai
concorrenti. Questa differenziazione crea un vantaggio competitivo sostenibile
e contribuisce a costruire una reputazione di innovazione nel settore. Inoltre,
l'attrazione di talenti e risorse qualificate è spesso una conseguenza diretta
di un impegno serio nella ricerca. Le menti brillanti attratte da un ambiente
che promuove l'innovazione diventano il motore trainante per tradurre le idee
della ricerca in soluzioni concrete e miglioramenti tangibili nel sistema
produttivo. In conclusione, la relazione positiva tra l'intensità di ricerca e
l'innovazione del sistema produttivo è evidente nel modo in cui la ricerca crea
le basi per le innovazioni che, a loro volta, plasmano e migliorano il modo in
cui le imprese producono e competono sul mercato. Questo ciclo virtuoso non
solo stimola la crescita aziendale, ma contribuisce anche a sviluppare e
mantenere un'economia prospera e dinamica.
- ·
Disponibilità in famiglia di almeno un
computer e della connessione a Internet-DFC: La connessione tra l'intensità di
ricerca e la disponibilità in famiglia di almeno un computer e una connessione
a Internet è un legame profondo che si manifesta in molteplici modi, delineando
il ruolo fondamentale della tecnologia nel facilitare e potenziare le attività
di ricerca. In primo luogo, la presenza di un computer e una connessione a
Internet fornisce agli individui un accesso senza precedenti a un vasto tesoro
di risorse e informazioni. Attraverso la rete, è possibile accedere a biblioteche
virtuali, banche dati scientifiche e pubblicazioni specializzate, aprendo le
porte a un mondo di conoscenza che va oltre i confini fisici delle biblioteche
tradizionali. La partecipazione attiva alla ricerca è ulteriormente
incoraggiata dalla disponibilità di tali risorse tecnologiche. La capacità di
condurre ricerche online, partecipare a comunità virtuali di esperti e
contribuire a progetti di ricerca collaborativa diventa possibile grazie alla
connessione a Internet. Ciò non solo democratizza l'accesso alle opportunità di
ricerca, ma stimola anche una partecipazione più ampia e inclusiva da parte di
individui provenienti da diverse realtà geografiche e demografiche. La
comunicazione scientifica è notevolmente facilitata da un'infrastruttura tecnologica
robusta. La connessione a Internet consente la condivisione immediata di
risultati, idee e progetti tra ricercatori sparsi in tutto il mondo. Forum
online, piattaforme collaborative e social network accademici fungono da ponti
virtuali che collegano menti brillanti, accelerando il flusso di informazioni e
migliorando la collaborazione. Inoltre, la disponibilità di un computer in
famiglia permette l'installazione di strumenti di analisi e software
specializzati essenziali per la ricerca avanzata. Software di modellazione,
applicazioni di simulazione e pacchetti statistici diventano accessibili,
fornendo gli strumenti necessari per affrontare sfide complesse nelle diverse
discipline di ricerca. La tecnologia non solo agevola l'attività di ricerca, ma
supporta anche l'apprendimento continuo. Corsi online, seminari web e risorse
educative digitali diventano accessibili a chiunque, promuovendo
l'aggiornamento costante delle competenze e consentendo ai ricercatori di
rimanere al passo con le nuove scoperte e metodologie. Infine, la presenza di
risorse tecnologiche in famiglia contribuisce a ridurre le disparità
nell'accesso alle opportunità di ricerca. La democratizzazione dell'accesso
alla tecnologia può svolgere un ruolo significativo nell'includere individui
provenienti da diverse fasce della società nella comunità della ricerca,
promuovendo la diversificazione e l'innovazione. In conclusione, la relazione
positiva tra l'intensità di ricerca e la disponibilità di computer e
connessione a Internet in famiglia riflette l'importanza cruciale della
tecnologia nell'agevolare l'accesso, la partecipazione e la collaborazione
nella ricerca scientifica e accademica. Questo legame è essenziale per
promuovere un ambiente di ricerca inclusivo, dinamico e orientato al futuro.
Esiste una relazione negativa tra l’intensità di
ricerca-IR e:
- ·
Utenti regolari di internet: la relazione
negativa tra l'intensità di ricerca e gli utenti regolari di Internet può
rappresentare un interessante punto di riflessione in un'era in cui la
connettività digitale è pervasiva. Sebbene Internet offra un accesso senza
precedenti a una vasta gamma di informazioni, risorse e strumenti di ricerca,
alcuni contesti potrebbero suggerire una dinamica contrastante. Un possibile
scenario potrebbe emergere nel caso in cui gli utenti regolari di Internet si
dedicano principalmente a attività di intrattenimento online o a interazioni
sociali superficiali. In questo contesto, l'ampia varietà di contenuti digitali
potrebbe fungere da distrazione, sottraendo tempo ed energia che potrebbe
altrimenti essere investito in attività di ricerca più approfondita e
concentrate. La ricerca, che richiede un impegno mentale significativo e la
capacità di immergersi in argomenti complessi, potrebbe essere ostacolata
dall'uso eccessivo di Internet per scopi ludici o sociali. La facilità di
accesso a informazioni rapide e frammentate potrebbe condurre a una
superficiale comprensione degli argomenti, contribuendo a una tendenza verso la
ricerca di gratificazione immediata piuttosto che all'approfondimento delle
conoscenze. Inoltre, la dipendenza dai social media potrebbe influenzare
negativamente la propensione alla ricerca approfondita. La costante interazione
su piattaforme sociali potrebbe creare un ambiente in cui la condivisione di
contenuti brevi e immediati prevale sulla dedizione a studi più approfonditi. La
sovrabbondanza di informazioni online potrebbe essere un altro elemento chiave.
La vastità di contenuti disponibili su Internet potrebbe portare a un
sovraccarico informativo, rendendo difficile per gli utenti regolari discernere
tra fonti affidabili e non, e scoraggiandoli dall'approfondire determinati
argomenti. Va sottolineato che la relazione negativa ipotizzata non è
intrinseca a Internet, ma piuttosto è influenzata da come gli individui
scelgono di utilizzare la tecnologia. L'approccio consapevole e mirato all'uso
di Internet può sostenere la ricerca, facilitando l'accesso a risorse,
pubblicazioni scientifiche e strumenti avanzati. In conclusione, la relazione
negativa tra l'intensità di ricerca e gli utenti regolari di Internet potrebbe
essere influenzata da vari fattori comportamentali e di utilizzo. L'equilibrio
tra l'uso consapevole di Internet e l'impegno in attività di ricerca profonda è
un aspetto critico che merita attenzione in un'epoca in cui la tecnologia
digitale può fungere sia da catalizzatore che da ostacolo alla ricerca
approfondita e all'apprendimento avanzato.
Conclusioni.
L’intensità della ricerca è cresciuta in tutte le regioni e macro-regioni
italiane. Persiste tuttavia un rilevante divario tra Sud e Centro-Nord in
termini di intensità della ricerca. Migliorare l'intensità della ricerca nelle
regioni italiane è una sfida che richiede un impegno congiunto e una visione
strategica a lungo termine. In questo contesto, diversi fattori devono essere
presi in considerazione per stimolare un ambiente di ricerca più dinamico e
prospero. In primo luogo, è essenziale aumentare gli investimenti in ricerca e
sviluppo, sia da parte del settore pubblico che privato. L'allocazione di
risorse finanziarie a progetti di ricerca innovativi e la creazione di
incentivi fiscali per le imprese che investono in attività di R&S possono
contribuire a stimolare la crescita del settore. Parallelamente, lo sviluppo di
infrastrutture di ricerca avanzate è cruciale. La creazione di centri di
eccellenza, laboratori specializzati e poli tecnologici può attrarre talenti e
favorire la collaborazione tra istituti accademici, industrie e enti di
ricerca. La promozione di collaborazioni tra università, industria e
istituzioni è fondamentale per garantire la trasferibilità delle conoscenze e
l'applicazione pratica dei risultati di ricerca. Incentivare la formazione di
partnership strategiche può favorire la creazione di un ecosistema di
innovazione più coeso. Un altro aspetto da considerare è il supporto alla
formazione e allo sviluppo delle competenze. Investire nella formazione di
personale qualificato attraverso programmi di dottorato, master e corsi
specializzati è essenziale per garantire la presenza di una forza lavoro
altamente qualificata. La creazione di un ambiente favorevole alle startup e
agli spin-off è anch'essa cruciale. Incentivare la nascita di nuove imprese ad
alta tecnologia attraverso agevolazioni fiscali e finanziamenti agevolati può
favorire la crescita di settori innovativi. La mobilità internazionale dei
ricercatori e degli studenti è un elemento chiave per arricchire il panorama
della ricerca. Promuovere scambi e collaborazioni internazionali può portare a
una maggiore diversità di prospettive e contribuire alla creazione di reti di
ricerca più robuste. Infine, è fondamentale coinvolgere attivamente la comunità
locale nelle attività di ricerca e sensibilizzare sull'importanza della scienza
e dell'innovazione. La partecipazione della società civile può contribuire a
creare un senso di appartenenza e a garantire il supporto a lungo termine per
le attività di ricerca. In sintesi, migliorare l'intensità della ricerca nelle
regioni italiane richiede una combinazione di investimenti mirati,
collaborazioni strategiche, sviluppo delle competenze e coinvolgimento attivo
della comunità. Solo attraverso un approccio integrato e sostenibile si può
costruire un ecosistema di ricerca vibrante e in grado di generare impatti
significativi sulla società e sull'economia.
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