È cresciuta in media del 5,26% tra il 2004 ed il 2019
L’Istat calcola la propensione alla
brevettazione. La propensione alla brevettazione è definita come: Numero totale
di domande di brevetto presentate all’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) per
milione di abitanti. I dati fanno riferimento alle regioni italiane.
- · Regioni più innovative:
la regione con la più alta propensione alla brevettazione è l'Emilia-Romagna,
seguita da Lombardia e Veneto. Questo potrebbe suggerire un'economia regionale
forte e diversificata, con un settore della ricerca e dello sviluppo (R&D)
attivo.
- · Regioni con
propensione media: regioni come Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e
Piemonte hanno valori elevati, ma non ai livelli delle prime tre. Toscana e
Marche si trovano in una fascia media.
- · Regioni meno
innovative: al fondo della lista, troviamo la Basilicata, seguita da Sardegna e
Calabria. Questi valori più bassi possono riflettere economie regionali meno
incentrate sulla R&D o altri fattori come la dimensione dell'economia, la
disponibilità di finanziamenti per la R&D, o la presenza di università e
istituti di ricerca.
Andamento
della propensione alla brevettazione tra il 2004 ed il 2019 nelle regioni
italiane. L’analisi della propensione alla brevettazione tra il
2004 ed il 2019 mette in evidenza i seguenti andamenti ovvero:
- ·
Cambiamenti significativi nel
Trentino-Alto Adige: ha visto il più significativo aumento percentuale della
propensione alla brevettazione, più del 135%. Ciò potrebbe indicare un
rinnovato focus sull'innovazione e sullo sviluppo tecnologico, o la presenza di
politiche regionali che supportano la ricerca e lo sviluppo;
- ·
Crescita nel Molise e in Calabria: hanno
avuto enormi incrementi in termini percentuali, anche se i valori assoluti
erano relativamente piccoli nel 2004, suggerendo una base iniziale molto bassa
da cui sono cresciuti;
- ·
Calo in Piemonte e Valle d'Aosta: Piemonte
e la Valle d'Aosta hanno registrato notevoli cali sia in termini assoluti che
percentuali, il che potrebbe sollevare questioni sulla dinamica economica o
sulla capacità di queste regioni di mantenere livelli elevati di attività
brevettuale;
- ·
Emilia-Romagna e Lombardia: pur avendo
avuto un aumento in termini assoluti, la Lombardia ha visto una piccola
diminuzione percentuale. Al contrario, l'Emilia-Romagna ha mostrato una
crescita sia in termini assoluti che percentuali, consolidando la sua posizione
come regione altamente innovativa.
- ·
Variazioni minori in alcune regioni :
Friuli-Venezia Giulia e Veneto hanno avuto variazioni positive ma relativamente
piccole, indicando una crescita costante ma non rapida.
- ·
Decrementi in molte regioni: molti
territori hanno sperimentato un decremento nella propensione alla
brevettazione, sia in termini assoluti che percentuali. Questo potrebbe essere
il risultato di una varietà di fattori, inclusi cambiamenti nella politica
economica, la priorità data all'innovazione o semplicemente una normalizzazione
dopo periodi di attività intensa.
Le variazioni nella
propensione alla brevettazione potrebbero avere implicazioni significative per
la competitività regionale, l'occupazione nel settore R&D e il benessere
economico generale.
Andamento
della propensione alla brevettazione nelle macro-regioni italiane tra il 2004
ed il 2019. Possiamo notare i seguenti andamenti della
brevettazione nelle macro-regioni italiane:
- · Nord-est:
questa macro-regione mostra un forte incremento della propensione alla
brevettazione. Questo potrebbe essere indicativo di un ambiente economico in
crescita, un'elevata attività di R&D, e un robusto supporto per
l'innovazione. Il Nord-est potrebbe aver beneficiato di politiche a favore
dell'innovazione o di cluster industriali specializzati in settori ad alta
tecnologia.
- · Nord-ovest:
la significativa diminuzione sia in termini assoluti che percentuali potrebbe
riflettere un cambiamento strutturale nell'economia regionale, come la
ristrutturazione di industrie tradizionali, il declino di settori specifici, o
una minore enfasi sull'innovazione e la ricerca e sviluppo.
- · Mezzogiorno
e Centro: l'incremento osservato in queste regioni potrebbe suggerire un
positivo cambiamento verso attività più innovative. In particolare,
l'incremento significativo nel Mezzogiorno potrebbe essere il risultato di
incentivi statali, investimenti in istruzione superiore e ricerca o di una
crescente attività imprenditoriale.
- · Isole:
la forte crescita percentuale indica che le isole stanno migliorando la loro
posizione nel panorama dell'innovazione italiano, sebbene la loro base di partenza
fosse probabilmente bassa. Questo suggerisce che ci potrebbe essere stato un
impegno concentrato per promuovere l'innovazione in queste aree.
La propensione alla brevettazione è spesso correlata agli investimenti nella ricerca e sviluppo. Regioni con maggiori investimenti tendono a generare più brevetti, stimolando l'innovazione e, potenzialmente, la crescita economica. Gli incrementi o decrementi potrebbero essere influenzati dalle politiche pubbliche, come sussidi all'innovazione, infrastrutture di ricerca, e collaborazioni tra università e industria. Alcune regioni potrebbero specializzarsi in settori ad alta tecnologia che generano molti brevetti, mentre altre potrebbero essere più orientate verso settori con minore enfasi sull'innovazione formale. I cambiamenti nella propensione alla brevettazione possono anche essere influenzati da fattori esterni come crisi economiche, cambiamenti normativi, o shock di mercato che non sono immediatamente evidenti dai dati. In sintesi, l'analisi della propensione alla brevettazione fornisce uno spaccato interessante dell'innovazione regionale in Italia, ma per comprendere pienamente queste dinamiche sarebbe utile incrociare questi dati con altre metriche economiche, qualitative e policy-driven. Questo potrebbe includere dati sulla produzione scientifica, sull'impiego nelle attività di R&D, sull'educazione e formazione tecnica, e sull'attrattività di investimenti esteri diretti nel settore tecnologico.
Modello
econometrico per la stima della propensione alla brevettazione nelle regioni
italiane. Di seguito presentiamo un modello per la stima della
propensione alla brevettazione nelle regioni italiane. I dati sono analizzati
con i seguenti modelli: Pooled OLS, Panel Data con Effetti Fissi, Panel Data
con Effetti Variabili. Nello specifico abbiamo stimato la seguente equazione
ovvero:
Con i=20 e t=2004-2022.
Esiste una relazione
positiva tra il valore di PB e le seguenti variabili:
- ·
IR:
la relazione positiva tra PB e IR in un contesto aziendale o economico si
riferisce al fenomeno per cui un aumento degli sforzi e degli investimenti in
ricerca e sviluppo (R&D) tende a corrispondere a un aumento nel numero di
brevetti generati. Le aziende che investono significativamente in R&D sono
spesso alla ricerca di innovazioni tecnologiche o di processo che possano
essere protette tramite brevetti. L'investimento in R&D è un prerequisito
per la generazione di nuove conoscenze tecniche che possono portare a
invenzioni brevettabili. I brevetti sono una forma di proprietà intellettuale
che dà all'inventore il diritto esclusivo di sfruttare un'invenzione per un
periodo limitato. L'ottenimento di brevetti è quindi un mezzo cruciale per le
aziende per proteggere e capitalizzare gli investimenti in innovazione. Più
un'azienda è innovativa (spesso misurata dall'intensità della sua attività di
R&D), maggiore è la sua propensione a brevettare per salvaguardare le sue
invenzioni. I brevetti possono anche servire come un segnale forte al mercato e
agli investitori riguardo al valore tecnologico e al potenziale competitivo di
un'azienda. Aziende con un elevato numero di brevetti possono essere percepite
come più innovative e tecnologicamente avanzate, attrarre investimenti e
stabilire barriere all'ingresso per i concorrenti. Esiste un effetto di
feedback positivo: l'ottenimento di brevetti può generare entrate tramite
licenze o può proteggere mercati esclusivi, rendendo disponibili ulteriori
risorse per R&D. Questo, a sua volta, può portare a più innovazione e a un
maggiore numero di brevetti. La forza della relazione tra propensione alla
brevettazione e intensità di ricerca può variare significativamente tra settori
diversi. Settori ad alta tecnologia come farmaceutico, biotecnologico, e
tecnologia dell'informazione tendono a mostrare una correlazione molto più
forte rispetto a settori meno intensivi in R&D. Tuttavia occorre anche
considerare che non tutti i brevetti sono uguali in termini di valore
commerciale o innovazione ed in questo caso l'intensità di R&D non sempre
si traduce in brevetti di alta qualità. Inoltre in alcuni casi, le aziende possono
scegliere di proteggere le loro innovazioni attraverso segreti commerciali o
altre forme di protezione della proprietà intellettuale. Complessivamente, la
relazione positiva tra propensione alla brevettazione e intensità di ricerca
evidenzia l'importanza degli investimenti in R&D per la generazione di
innovazioni protette da brevetti, essenziali per il successo competitivo e la
crescita a lungo termine delle aziende.
- ·
CCS:
la relazione tra PB e CCS rappresenta un'intersezione interessante di
innovazione tecnologica e di servizio pubblico, che potrebbe non essere
immediatamente evidente ma si svela considerando come l'innovazione digitale
influisce sulla società e sull'economia in generale. I comuni che offrono
servizi per le famiglie interamente online dimostrano un elevato grado di
digitalizzazione e innovazione nel settore pubblico. Questa trasformazione
digitale può riflettere o stimolare un ambiente più ampio favorevole
all'innovazione in vari modi. La presenza di servizi completamente
digitalizzati implica una solida infrastruttura tecnologica. Questo ambiente
tecnologicamente avanzato può facilitare lo sviluppo e l'adozione di nuove
tecnologie, inclusa la creazione di invenzioni brevettabili. La
digitalizzazione dei servizi pubblici può essere indicativa di una cultura
locale più ampia che valorizza e promuove l'innovazione. Tale cultura può
incoraggiare le imprese e gli individui a investire in R&D, portando a un
aumento della propensione alla brevettazione. I servizi online migliorano
l'efficienza e l'accessibilità, risparmiando tempo e risorse sia per gli utenti
che per i fornitori del servizio. Questo può liberare risorse che possono
essere reinvestite in attività innovative, inclusa la ricerca e lo sviluppo di
nuove tecnologie brevettabili. I comuni che implementano servizi online
potrebbero collaborare più strettamente con il settore privato, inclusi startup
e aziende tecnologiche, per sviluppare e implementare queste soluzioni. Queste
partnership possono accelerare il trasferimento tecnologico e la
commercializzazione di invenzioni, aumentando così la propensione alla
brevettazione. Le aree con un forte impegno nella digitalizzazione e nei
servizi pubblici innovativi possono attrarre imprese e talenti, inclusi quelli
orientati alla ricerca e all'innovazione. Questo può creare un circolo virtuoso
che stimola ulteriormente l'innovazione e la brevettazione.
Esiste una relazione
negativa tra il valore di PB e le seguenti variabili:
- ·
ISP:
una relazione negativa tra PB e ISP può
sembrare controintuitiva, dato che spesso si presume che un maggiore numero di
brevetti rifletta un alto livello di innovazione. Tuttavia, ci sono contesti e
dinamiche specifiche in cui un incremento della brevettazione non si traduce
necessariamente in un vero avanzamento dell'innovazione del sistema produttivo.
La propensione alla brevettazione potrebbe essere alta in contesti dove prevale
l'innovazione incrementale, cioè miglioramenti minori o adattamenti di prodotti
o processi esistenti che sono relativamente facili da brevettare. Al contrario,
l'innovazione radicale o rivoluzionaria, che potrebbe avere un impatto più
significativo sul sistema produttivo, potrebbe non essere immediatamente
brevettabile o potrebbe richiedere tempi più lunghi per essere riconosciuta e
protetta legalmente. La propensione alla brevettazione può creare barriere
all'entrata per nuovi concorrenti, limitando così la competizione. In alcuni
settori, ciò può portare a una stagnazione dell'innovazione perché le aziende
dominanti potrebbero non avere incentivi sufficienti per innovare radicalmente,
concentrando invece gli sforzi sul mantenimento dello status quo. Una grande
concentrazione di brevetti nelle mani di pochi può ostacolare l'innovazione
complessiva del sistema produttivo. Questo perché l'accesso alle tecnologie
brevettate diventa più costoso e complicato per le startup e le PMI, che spesso
sono fonti significative di innovazione disruptiva. La quantità di brevetti non
riflette necessariamente la qualità o l'impatto dell'innovazione. Un'alta
propensione alla brevettazione potrebbe risultare in molti brevetti di basso
valore, che non contribuiscono significativamente all'avanzamento tecnologico o
all'efficienza del sistema produttivo. In alcuni ecosistemi innovativi, la
condivisione aperta di conoscenze (es. software open source, ricerca condivisa
tra università e industria) può accelerare l'innovazione più efficacemente
rispetto alla protezione rigorosa tramite brevetti. In questi contesti,
un'eccessiva propensione alla brevettazione potrebbe effettivamente rallentare
l'innovazione. Ci può essere un disallineamento tra ciò che è brevettabile e
ciò che effettivamente spinge l'innovazione nel sistema produttivo. Alcune
delle più importanti innovazioni potrebbero essere metodologie di produzione,
modelli di business o forme di organizzazione che non sono facilmente
brevettabili. Una relazione negativa tra propensione alla brevettazione e
innovazione del sistema produttivo suggerisce che, in determinati contesti,
un'eccessiva enfasi sulla brevettazione può in realtà ostacolare l'innovazione
sostanziale e la dinamicità economica. Questo richiede un equilibrio attento
nella politica della proprietà intellettuale, incentivi all'innovazione che
vanno oltre la semplice brevettazione, e il supporto a un'ampia gamma di
percorsi innovativi.
- ·
OCC:
La relazione negativa tra PB e OCC può essere interpretata in vari modi,
considerando i differenti contesti e meccanismi che influenzano sia
l'innovazione che i settori culturali e creativi. La propensione alla brevettazione è spesso
legata a settori ad alta intensità tecnologica dove le innovazioni sono
chiaramente definibili e quantificabili, come nella farmaceutica o
nell'elettronica. Al contrario, nei settori culturali e creativi (come arte,
moda, design, musica), l'innovazione può essere più soggettiva e basata su
espressioni creative che non sono sempre protette efficacemente dai brevetti. Nel
settore culturale e creativo, altri meccanismi di protezione della proprietà
intellettuale, come i diritti d'autore, sono spesso più pertinenti rispetto ai
brevetti. Questo può portare a una minore propensione alla brevettazione pur
promuovendo l'innovazione e la creatività. I settori culturali e creativi
tendono a valorizzare la collaborazione, le reti e il flusso aperto di idee,
mentre i settori ad alta propensione alla brevettazione possono essere più
competitivi e focalizzati sulla protezione rigida delle innovazioni per
mantenere un vantaggio competitivo. I prodotti culturali e creativi spesso
seguono tendenze e gusti che cambiano rapidamente, rendendo meno attraente la
brevettazione, che è un processo lungo e costoso. In contrasto, nei settori
tecnologici, un brevetto può proteggere un'invenzione che ha un ciclo di vita
più lungo. Gli investimenti in R&D (ricerca e sviluppo) nei settori ad alta
propensione alla brevettazione possono essere incentivati da politiche
governative, mentre i settori culturali e creativi possono dipendere di più da
finanziamenti pubblici, mecenati o entrate autogenerate, influenzando così la
capacità e la propensione a brevettare. L'occupazione culturale e creativa può
essere più orientata verso la generazione di valore sociale, culturale ed
educativo, piuttosto che il puro valore di mercato. Questo orientamento può ridurre
l'incitamento a brevettare, che è spesso visto come un mezzo per massimizzare i
ritorni finanziari. La relazione negativa tra propensione alla brevettazione e
occupazione culturale e creativa riflette differenze fondamentali nei meccanismi
di innovazione, nelle strategie di protezione della proprietà intellettuale,
nei modelli di business e negli obiettivi socioeconomici di questi settori.
- ·
MLI:
la relazione negativa tra PB e MLI può essere esplorata sotto vari aspetti,
considerando come questi due fattori interagiscano all'interno del tessuto
economico e sociale. In contesti ad alta propensione alla brevettazione, le
aziende e le istituzioni potrebbero cercare di limitare la mobilità dei
lavoratori qualificati (inclusi i laureati) per proteggere segreti commerciali
e conoscenze tecniche. Questo potrebbe ridurre l'incentivo o la possibilità per
i laureati di spostarsi. regioni con forti politiche di brevettazione e
incentivi potrebbero essere efficaci nell'attrarre talenti e innovazioni, ma
potrebbero anche creare un ambiente meno dinamico in termini di mobilità dei
lavoratori, dato che gli individui potrebbero percepire minori opportunità di
carriera o sviluppo personale fuori da quel contesto specifico. Una forte
propensione alla brevettazione può favorire un modello di innovazione chiusa,
dove la conoscenza è protetta e condivisa meno liberamente. Questo può limitare
le opportunità di apprendimento e crescita per i laureati, che potrebbero
cercare ambienti più aperti e dinamici. La limitazione della mobilità dei
laureati può ridurre lo scambio di idee e la diversità nelle istituzioni e
nelle aziende, potenzialmente frenando l'innovazione e la creatività. La
relazione tra questi due fenomeni può variare significativamente a seconda del
contesto specifico, come il settore industriale, le politiche governative, le
condizioni del mercato del lavoro, e la cultura aziendale.
- ·
URI:
la relazione negativa tra PB e URI suggerisce che, man mano che aumenta la
percentuale di utenti regolari di internet in una determinata popolazione o
contesto, la propensione a brevettare idee, invenzioni o processi tende a
diminuire, e viceversa. Gli utenti regolari di internet hanno accesso a una
vasta gamma di informazioni e conoscenze, il che può ridurre la necessità di
brevettare, poiché le idee possono risultare già esplorate o meno originali di
quanto si pensasse. Inoltre, l'esposizione a una tale varietà di informazioni
potrebbe portare a una maggiore collaborazione e condivisione di idee piuttosto
che alla loro protezione tramite brevetti. La prevalenza di internet ha anche
promosso culture dell'open source e della condivisione, dove l'accento è posto
sulla libera distribuzione e condivisione di software, idee e conoscenze,
piuttosto che sulla loro protezione attraverso diritti di proprietà
intellettuale. Questo può portare a una minore propensione a brevettare, in
quanto la cultura prevalente incoraggia la condivisione aperta piuttosto che la
protezione esclusiva. L'ambiente digitale si evolve a un ritmo molto veloce,
rendendo talvolta il processo di brevettazione troppo lento per essere
efficace. Quando un prodotto o una tecnologia possono diventare obsoleti in
breve tempo, la protezione tramite brevetto può non essere considerata utile o
economicamente vantaggiosa. La brevettazione può essere un processo costoso e
complesso, che richiede tempo e risorse significative. Per gli utenti regolari
di internet, che possono avere accesso a modi più agili e meno onerosi di
proteggere o condividere le proprie creazioni, la brevettazione potrebbe non
essere l'opzione preferita. Per le startup e le imprese che operano in settori
ad alta tecnologia, una minore propensione alla brevettazione potrebbe avere
implicazioni miste. Da un lato, potrebbe favorire un ambiente più aperto e
collaborativo, accelerando l'innovazione. Dall'altro, potrebbe limitare la
capacità delle imprese di proteggere le proprie innovazioni e ottenere un
vantaggio competitivo.
Conclusioni. La propensione alla brevettazione è cresciuta
nelle regioni italiane tra il 2004 ed il 2019.Le politiche per incrementare la
propensione alla brevettazione possono avere un impatto significativo sullo
sviluppo economico e sull'innovazione di una regione o di un paese. Aumentare il finanziamento pubblico per la
R&D può stimolare la ricerca di base e applicata, portando a più invenzioni
brevettabili. I crediti di imposta per la R&D possono incoraggiare le
imprese a investire in nuovi progetti di ricerca. Le politiche di supporto per
le piccole e medie imprese e per le start-up innovative possono favorire la
nascita di nuovi brevetti. La collaborazione tra università, centri di ricerca
e industrie può accelerare il trasferimento tecnologico e la commercializzazione
delle invenzioni. Promuovere l'istruzione in scienze, tecnologia, ingegneria e
matematica (STEM) per sviluppare le competenze necessarie per l'innovazione. Un
sistema di proprietà intellettuale ben definito e funzionante è fondamentale
per proteggere i brevetti e incentivare l'innovazione. Semplificare il processo
di brevettazione e ridurre i costi associati può incoraggiare più individui e
aziende a brevettare le loro invenzioni. Creare cluster industriali dove le
aziende, le istituzioni di ricerca e le università collaborano può promuovere
l'innovazione. Supportare le reti tra imprese per condividere conoscenze,
risorse e creare sinergie che possono portare all'innovazione. Fornire accesso
al capitale di rischio per finanziare l'innovazione e la commercializzazione
delle invenzioni. Regolamenti che mantengano i mercati aperti e competitivi
possono incoraggiare le imprese ad innovare per mantenere o accrescere la loro
quota di mercato. Politiche specifiche per le esigenze regionali, riconoscendo
che le forze trainanti dell'innovazione possono variare notevolmente da una
regione all'altra. Continuare a monitorare e valutare l'efficacia delle
politiche per permettere aggiustamenti e miglioramenti tempestivi Ascoltare
attivamente il feedback da parte di chi innova per capire gli ostacoli pratici
all'innovazione e al brevetto. Collaborare con altre nazioni per favorire lo
scambio di conoscenze e tecnologie. Le politiche per sviluppare la propensione
alla brevettazione nelle regioni italiane dovrebbero essere integrate in una
strategia più ampia di sviluppo economico che consideri le specificità locali e
che sia sostenibile a lungo termine.
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