domenica 10 marzo 2024

La Preoccupazione per la Perdita di Biodiversità nelle Regioni Italiane

 

E’ aumentato nelle regioni italiane in media di un valore pari a 48,76%.

L’Istat calcola il valore della preoccupazione per la perdita di biodiversità. La variabile è definita come la percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono l’estinzione di specie vegetali/animali tra le 5 preoccupazioni \ambientali prioritarie. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2012 ed il 2022 per le 20 regioni italiane.

Ranking delle regioni italiane per valore della preoccupazione per la perdita della biodiversità nelle regioni italiane nel 2022. I dati aggiornati del 2022 sulla preoccupazione per la perdita di biodiversità nelle diverse regioni italiane mostrano la situazione attuale della varietà biologica in ciascuna area. La Sardegna presenta la biodiversità più elevata tra le regioni considerate, suggerendo una situazione ambientale particolarmente ricca e diversificata con un valore pari a 28,6. Vi sono regioni che nel 2022 hanno manifestato dei valori al di sopra della media ovvero Lazio (25,7), Lombardia (25,8), Piemonte (25,4), Toscana (25,2), Veneto (24,8), Friuli-Venezia Giulia (25,7). Vi sono inoltre delle regioni che hanno fatto segnare un valore nella media ovvero:  Valle d'Aosta (24,7), Liguria (24,4), Emilia-Romagna (24,3), Marche (24,2), Trentino-Alto Adige (24,3). Tra le regioni al di sotto dei valori della media vi sono Umbria (23,6), Abruzzo (23,8), Calabria (21,7), Campania (21,5), Sicilia (20,7).  Queste regioni mostrano valori di biodiversità inferiori alla media, e potrebbero richiedere una maggiore attenzione alle strategie di conservazione e gestione ambientale. Presentano un valore critico invece le seguenti regioni: Puglia (18,3), Basilicata (19,5), Molise (21,9). Tali regioni presentano valori particolarmente bassi di preoccupazione per la perdita della biodiversità e potrebbero affrontare sfide significative nella conservazione degli ecosistemi locali. Questi dati evidenziano l'importanza di considerare la situazione attuale della biodiversità come parte di un quadro più ampio per la conservazione ambientale. Sono necessarie strategie e azioni mirate per affrontare le sfide specifiche di ciascuna regione e per promuovere una gestione sostenibile delle risorse naturali a livello nazionale.

Variazioni della preoccupazione per la perdita di biodiversità nelle regioni italiane tra il 2012 ed il 2022. I dati suggeriscono un miglioramento significativo della preoccupazione per la perdita di biodiversità in molte regioni italiane durante il periodo considerato. I numeri indicano un aumento della preoccupazione per la perdita della biodiversità in molte regioni durante questo periodo. Regioni come Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia hanno sperimentato aumenti notevoli, indicando un impegno significativo per la conservazione della biodiversità. Questi risultati possono riflettere politiche ambientali efficaci o specifici programmi di conservazione attuati in queste regioni. Regioni come Lazio, Toscana, Umbria e Emilia-Romagna hanno registrato aumenti che superano la media nazionale. Questo può essere attribuito a sforzi sostenuti per la tutela dell'ambiente e ad approcci innovativi nella gestione delle risorse naturali. Alcune regioni, tra cui Lombardia, Piemonte e Veneto, hanno mostrato incrementi moderati ma comunque significativi. Questi risultati possono essere il frutto di politiche di gestione del territorio orientate alla sostenibilità. Valle d'Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Basilicata e Calabria hanno registrato incrementi inferiori alla media. Questi andamenti possono richiedere una maggiore attenzione alle sfide specifiche della biodiversità in queste regioni. Trentino-Alto Adige, Molise e Puglia hanno mostrato una variazione inferiore alla media nazionale. Questi risultati possono richiedere un'analisi più approfondita per comprendere le dinamiche locali che influenzano la biodiversità. Liguria e Sardegna hanno registrato variazioni che suggeriscono una situazione stabile o un aumento leggero. Questi andamenti potrebbero richiedere un monitoraggio continuo per valutare eventuali cambiamenti nel tempo.

Variazioni della preoccupazione per la predita della biodiversità nelle macro-regioni italiane tra il 2012 ed il 2022.  L'analisi dei dati sulla preoccupazione per la perdita di biodiversità nelle diverse regioni italiane tra il 2012 e il 2022 mostra alcune tendenze interessanti. Le regioni che hanno sperimentato i maggiori aumenti assoluti sono il Centro, seguito dalle Isole e dal Mezzogiorno. Queste regioni hanno registrato incrementi rispettivamente di 8,9, 9,4 e 8,5. Le regioni del Mezzogiorno e delle Isole mostrano le variazioni percentuali più elevate, con aumenti del 65,89% e 70,68%, rispettivamente. Questo suggerisce che queste aree hanno fatto progressi significativi nella sensibilità per la biodiversità. Il Nord, Nord-ovest e Nord-est hanno registrato aumenti percentuali tra il 43,60% e il 44,89%, indicando sforzi considerevoli ma meno marcati rispetto alle regioni del Centro, Mezzogiorno e Isole. Il Centro ha registrato la variazione percentuale più alta, del 54,60%. Questo potrebbe essere attribuito a politiche ambientali più intense o a una maggiore sensibilizzazione nella regione. Le Isole, sebbene abbiano una variazione percentuale elevata, partivano già da un livello relativamente basso nel 2012. D'altra parte, il Nord-ovest aveva il livello più alto nel 2012, ma la variazione percentuale è leggermente inferiore rispetto ad altre regioni. Nel complesso, l'Italia mostra un impegno significativo per la conservazione della biodiversità, con tutte le regioni che presentano incrementi positivi. Tuttavia, la situazione varia notevolmente da una regione all'altra. Questi dati evidenziano l'importanza di considerare non solo la variazione assoluta ma anche la variazione percentuale, poiché fornisce un quadro più completo della dinamica della sensibilità nei confronti della biodiversità. Inoltre, suggeriscono che il Mezzogiorno e le Isole potrebbero richiedere un'attenzione particolare e sforzi continuativi per mantenere e migliorare la biodiversità nel tempo.

Clusterizzazione con algoritmi k-Means. I dati metto in evidenza la presenza di due clusters ovvero:

  • -        Cluster 1: Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia;
  • -        Cluster 2: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Sardegna.

La sensibilità per le questioni della biodiversità tende ad essere assai più alta nelle regioni settentrionali rispetto alle regioni meridionali. Le uniche due regioni meridionali che hanno dei livelli di sensibilità per le questioni ambientali, tali da partecipare al cluster delle regioni del Centro-Nord Italia, sono Abruzzo e Sardegna.  La percezione della biodiversità e la sensibilità nei confronti delle questioni ambientali possono essere influenzate da diversi fattori socio-economici, culturali e geografici. Le regioni meridionali potrebbero essere più incentrate su sfide economiche immediate, come la disoccupazione o la povertà, rispetto a questioni ambientali. La necessità di affrontare problemi economici urgenti potrebbe portare a una minore attenzione alla biodiversità. Il centro-nord dell'Italia ha spesso una maggiore concentrazione di attività industriali e imprese, con una maggiore consapevolezza delle questioni ambientali. Le regioni meridionali, caratterizzate da una maggiore presenza di attività agricole e settori tradizionali, mostrano una sensibilità ambientale inferiore. Le regioni del centro-nord potrebbero aver implementato programmi educativi più efficaci sulla biodiversità e l'importanza della conservazione ambientale. Una maggiore educazione ambientale può contribuire a una maggiore sensibilizzazione e consapevolezza. Le comunità del sud potrebbero essere più legate a tradizioni agricole o attività tradizionali che potrebbero non promuovere una forte consapevolezza ambientale. I cambiamenti nei modelli di stili di vita possono influire sulla sensibilità alla biodiversità. Differenze culturali e di mentalità possono giocare un ruolo importante. Alcune regioni potrebbero considerare le questioni ambientali meno critiche rispetto ad altre, influenzando la percezione della biodiversità. La storia ambientale delle regioni può influenzare la percezione attuale. Regioni con una storia di minore impatto ambientale potrebbero percepire la biodiversità come meno minacciata. Tuttavia, la sensibilità alla biodiversità è un fenomeno complesso e multidimensionale che può cambiare nel tempo in risposta a molteplici fattori. La promozione della sensibilità ambientale richiede sforzi educativi, coinvolgimento comunitario e politiche ambientali che rispondano alle specificità di ciascuna regione.

Un modello di regressione per la stima della Preoccupazione per la Perdita della Biodiversità-PPB. Di seguito presentiamo un modello di regressione per la stima della preoccupazione per la perdita della biodiversità. A tal fine ho utilizzato per la stima le seguenti variabili ovvero: Trattamento delle Acque Reflue-TAR, Rifiuti Urbani Prodotti-RUP, Impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale-ISCA, Conferimento dei rifiuti urbani in discarica-CRUD. Per la stima sono stati utilizzati i seguenti modelli econometrici ovvero: Panel Data con Effetti Fissi, Panel Data con Effetti Variabili, Pooled Ordinary Least Squares-OLS, Weighted Least Squares-WLS. E’ stata stimata la seguente equazione:


Con i=20 e t =[2012;2022].

I dati mostrano la presenza di una relazione positiva tra il valore di PPB ed il valore di

·       Trattamento delle Acque Reflue-TAR: l'analisi dei dati mostra una relazione positiva tra il valore di "Preoccupazione per la perdita di biodiversità" e il valore di "Trattamento delle acque reflue". Questo implica che, in generale, nelle regioni o aree geografiche in cui c'è una maggiore preoccupazione per la perdita di biodiversità, si osserva anche un maggiore impegno nel trattamento delle acque reflue. Una possibile interpretazione di questa relazione potrebbe essere che le comunità o le regioni più sensibili e consapevoli delle questioni legate alla biodiversità sono anche più propense a adottare politiche e pratiche sostenibili per gestire le risorse idriche, come il trattamento delle acque reflue. Questa relazione positiva suggerisce un legame tra la preoccupazione ambientale generale e le azioni specifiche volte a mitigare gli impatti ambientali, in questo caso focalizzati sul trattamento delle acque reflue.

·       Rifiuti urbani prodotti-RUP: l'analisi dei dati suggerisce una relazione positiva tra il valore di "Preoccupazione per la perdita di biodiversità" e il valore di "Rifiuti urbani prodotti". Ciò indica che, in generale, nelle regioni o aree geografiche in cui c'è una maggiore preoccupazione per la perdita di biodiversità, si osserva anche una maggiore produzione di rifiuti urbani. Questa relazione potrebbe essere interpretata in diversi modi. Una possibile spiegazione potrebbe essere che le regioni con una maggiore consapevolezza ambientale e preoccupazione per la biodiversità potrebbero anche essere più attente agli impatti ambientali della produzione di rifiuti urbani. Di conseguenza, potrebbero adottare pratiche di consumo o di gestione dei rifiuti che riflettono la loro sensibilità ambientale.

I dati mostrano la presenza di una relazione negativa tra il valore di PPB ed il valore di

·       Impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale-ISCA: l'analisi dei dati suggerisce una relazione negativa tra il valore di "Preoccupazione per la perdita di biodiversità" e il valore di "Impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale". Ciò indica che nelle regioni o aree geografiche in cui c'è una maggiore preoccupazione per la perdita di biodiversità, si osserva una minore impermeabilizzazione del suolo dovuta a coperture artificiali. Questa relazione potrebbe essere interpretata in vari modi. Una possibile spiegazione potrebbe essere che le regioni più sensibili alla biodiversità potrebbero adottare politiche o pratiche di sviluppo urbano più sostenibili, riducendo l'impatto dell'impermeabilizzazione del suolo. La consapevolezza della perdita di biodiversità potrebbe influenzare le decisioni di pianificazione del territorio, favorendo soluzioni che conservano la natura del suolo e l'habitat naturale. Va notato che la relazione negativa osservata non implica necessariamente una relazione di causa-effetto diretta, e altri fattori potrebbero contribuire a questa correlazione.

·       Conferimento dei rifiuti urbani in discarica-CRUD: la presenza di una relazione negativa tra il valore di "Preoccupazione per la perdita di biodiversità" e il valore di "Conferimento dei rifiuti urbani in discarica" suggerisce che, in generale, nelle regioni o aree geografiche con una maggiore preoccupazione per la perdita di biodiversità, si tende a conferire meno rifiuti urbani in discarica. Questa correlazione può essere interpretata in diversi modi. Una possibile spiegazione potrebbe essere che le regioni più consapevoli della biodiversità adottano pratiche di gestione dei rifiuti più sostenibili, come il riciclo, il compostaggio o altre forme di smaltimento che riducono la dipendenza dalle discariche.

 

Va notato che sia le relazioni negative che quelle positive non implicano una relazione di causa-effetto diretta, e altri fattori possono contribuire a questa correlazione.

Conclusioni. Il valore della preoccupazione per la perdita della biodiversità è incrementato nelle regioni italiane in media di un valore pari a 48,76%. Tuttavia, esiste una significativa differenza tra le regioni meridionali e le regioni settentrionali in termini di preoccupazione per la perdita della biodiversità. Infatti, le regioni settentrionali tendono ad avere dei livelli di sensibilità per la biodiversità assai più elevati rispetto a quelli delle regioni meridionali. Anche se la sensibilità per la biodiversità è cresciuta significativamente nelle regioni meridionali tra il 2012 ed il 2022.  La promozione della sensibilità verso la biodiversità nelle regioni italiane richiede un approccio integrato che coinvolga politiche economiche, iniziative educative e collaborazione tra settore pubblico e privato.  Innanzitutto, è essenziale considerare incentivi fiscali per incoraggiare pratiche sostenibili. Questi potrebbero includere agevolazioni fiscali per imprese e cittadini che adottano comportamenti eco-sostenibili, promuovendo la gestione responsabile del suolo e la conservazione degli habitat naturali. Un altro approccio strategico potrebbe essere il sostegno finanziario alle imprese che abbracciano politiche aziendali eco-sostenibili. Offrendo finanziamenti agevolati o agevolazioni fiscali, si può incentivare l'adozione di processi produttivi rispettosi dell'ambiente, contribuendo così alla conservazione della biodiversità. Allo stesso tempo, l'allocazione di fondi specifici per progetti di conservazione della biodiversità è cruciale. Questo può coinvolgere organizzazioni non governative, istituti di ricerca e comunità locali, creando un network di attori interessati alla tutela dell'ambiente. Un ruolo significativo nella promozione della sensibilità verso la biodiversità è svolto dai programmi educativi. Investire in iniziative educative che vanno dalle scuole ai workshop comunitari e alle campagne di sensibilizzazione sui media è fondamentale per aumentare la consapevolezza ambientale a tutte le età. Parallelamente, lo sviluppo del turismo sostenibile può essere un motore economico che contribuisce alla valorizzazione della biodiversità locale. Incentivare strutture turistiche rispettose dell'ambiente può creare opportunità economiche sostenibili. Introdurre sistemi di Pagamenti per i Servizi Ecosistemici può essere un altro strumento efficace. Questi sistemi offrono incentivi economici ai proprietari di terre che mantengono o ripristinano gli ecosistemi, riconoscendo il valore intrinseco dei servizi che essi forniscono. Inoltre, certificazioni ambientali possono guidare i consumatori verso scelte più sostenibili, premiando prodotti e servizi che rispettano gli standard ambientali. È fondamentale anche promuovere la collaborazione tra il settore pubblico e privato, creando sinergie tra le varie parti interessate. Incentivare la ricerca e l'innovazione nel settore ambientale è altresì cruciale per sviluppare tecnologie e soluzioni sostenibili. Infine, investire in programmi di riqualificazione urbana sostenibile può ridurre l'impatto ambientale delle aree urbane, fornendo al contempo spazi verdi che supportano la biodiversità. Queste politiche dovrebbero essere adattate alle peculiarità di ciascuna regione, considerando le differenze geografiche, culturali ed economiche.

Tuttavia, è assai probabile che la sensibilità nei confronti della biodiversità continui a crescere, soprattutto nelle regioni meridionali, a causa di un maggiore orientamento della popolazione nei confronti delle questioni della sostenibilità ambientale.

References

Angelo Leogrande. (2022). IT FOR ENVIRONMENTAL SUSTAINABILITY IN EUROPE. International Web Post. https://doi.org/10.5281/zenodo.7023885

Angelo Leogrande. (2023). Years of Life Lost for Exposure to PM2.5 in Europe. International Web Post. https://doi.org/10.5281/zenodo.7799937

Leogrande, Angelo. (2024). Life Satisfaction in the Italian Regions. In International Web Post. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.10530748

Angelo Leogrande. (2022). Environmental Sustainability in Europe. International Web Post. https://doi.org/10.5281/zenodo.6523934

Leogrande, Angelo. (2024). Air Quality in the Italian Regions. In International Web Post. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.10700057

Angelo Leogrande. (2023). The Final Consumption of Energy in Europe. International Web Post. https://doi.org/10.5281/zenodo.7843951

Angelo Leogrande. (2023). Primary Energy Consumption in Europe. International Web Post. https://doi.org/10.5281/zenodo.7838267

Angelo Leogrande. (2023). Energy Productivity in Europe. International Web Post. https://doi.org/10.5281/zenodo.7857187

Leogrande, Angelo. (2024). Dissatisfaction with the Landscape of the Place of Living in the Italian Regions. In International Web Post. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.10694883

Leogrande, Angelo. (2024). The Duration Index of Hot Periods in the Italian Regions. In International Web Post. Zenodo. https://doi.org/10.5281/zenodo.10700869

 







Nessun commento:

Posta un commento