lunedì 1 aprile 2024

Le Importazioni di Prodotti Agricoli a Livello Mondiale tra il 2010 ed il 2020

 

Sono aumentate in media del 13,99% per i paesi considerati

 

Il dataset Atlas dell’Università di Harvard[1] prende in considerazione una serie di variabili relative alle importazioni ed alle esportazioni per macro e micro settori. Di seguito analizziamo il valore delle importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale tra il 2010 ed il 2020 con un focus sulla questione italiana. I dati sono espressi in dollari.

Ranking dei paesi per valore delle importazioni di prodotti agricoli in valore assoluto a livello mondiale nel 2020. Gli Stati Uniti sono al primo posto per valore delle importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale con un valore pari a 222,16 miliardi di dollari, seguiti dalla Cina con un valore di 214,5 miliardi di dollari, dalla Germania con 125,94 miliardi di dollari, dal Regno Unito con un valore di 84,5 miliardi di dollari, dai Paesi Bassi con un valore di 84,45 miliardi di dollari, dalla Francia con 82,8 miliardi di dollari. Seguono il Giappone con 81,9 miliardi di dollari, seguito dall’Italia con 64,1 miliardi di dollari, dal Canada con un valore di 52,2 miliardi di dollari, e dalla Spagna con un valore di 48,4 miliardi di dollari.

A metà classifica vi sono una seri di paesi che hanno un livello di esportazioni molto simile ovvero: Cuba con 1,28 miliardi di dollari, Laos con 1,25 miliardi di dollari, Djibouti  con 1,25, Nicaragua con 1,22 miliardi di dollari, Tanzania con 1,23 miliardi di dollari, Togo con 1,21 miliardi di dollari, Paraguay con 1,16 miliardi di dollari, Giamaica con 1,16 miliardi di dollari, Albania con 1,14 miliardi di dollari, Guinea con 1,14 miliardi di dollari e Moldova con 1,1 miliardi di dollari di importazione di prodotti alimentari.

Chiudono la classifica una serie di piccoli stati che hanno un valore delle importazioni di prodotti agricoli trascurabile come per esempio Saint Helena con 7,9 milioni di dollari, Tuvalu con 6,6 milioni di dollari, Norfolk Island con 5,6 milioni di dollari, Saint Barthélemy con 4,5 milioni di dollari, Niue con 3,8 milioni di dollari, Città del Vaticano con 3,2 milioni di dollari, Christmas Islands con 1,98 milioni di dollari, Tokelau con 1,2 milioni di dollari, Cocos Islands con 386 mila dollari, Pitcairn con 375 mila dollari e Western Sahara con 102 mila dollari.

Possiamo notare che generalmente il valore delle importazioni tende a crescere con la popolazione. Tuttavia vi sono alcuni paesi come il Messico, l’India, l’Indonesia che nonostante abbiano un valore della popolazione molto elevato hanno comunque un valore delle importazioni ridotto. Per esempio l’India che ha circa 1,4 miliardi di abitanti importa 25,7 miliardi di dollari di prodotti agricoli ovvero pari a circa il 29% delle importazioni dei Paesi Bassi che è un paese di 17,5 milioni di abitanti. Tale condizione lascia intendere che esistono ampi margini per una crescita del mercato agricolo a livello mondiale. Vi saranno infatti paesi di nuovo sviluppo, come appunto l’India, il Messico e l’Indonesia, che insieme sommano circa 1,8 miliardi di persone, che potrebbero essere interessati da fenomeni crescenti di importazione di prodotti agricoli aprendo nuove prospettive per le imprese italiane che sono interessate ad esportare in quei paesi.

Occorre inoltre svolgere alcune riflessioni sui valori delle importazioni di prodotti agricoli ad Hong Kong, in Belgio e Paesi Bassi. Infatti si tratta di paesi che hanno una popolazione ridotta, rispettivamente Hong Kong di 7,4 milioni di abitanti, Belgio con 11,59 milioni di abitanti e Paesi Bassi pari a 17,5 milioni di abitanti. Se sommiamo il valore delle importazioni di prodotti agricoli di questi piccoli paesi otteniamo un valore di 163.567.947.778,00 dollari che è superiore addirittura alle importazioni della Germania che ha una popolazione di circa 83,2 milioni di abitanti. È ovvio pertanto che paesi come Hong Kong, Belgio e Paesi Bassi importano dei prodotti non tanto per soddisfare le esigenze alimentari della popolazione, quanto piuttosto per soddisfare la domanda di forniture dell’industria agro-alimentare e del sistema commerciale, trasportistico e logistico. Tale valore deve essere quindi considerato come significativo di una efficienza produttiva dell’industria agroalimentare o della capacità logistica e commerciale di quei paesi, i quali, riescono ad ottenere livelli di importazione elevati per generare inputs per il sistema industriale, commerciale e logistico-trasportistico. Un esempio per l’Italia che se vuole crescere nel sistema agricolo mondiale deve anche incrementare le importazioni se queste servono ad incrementare gli inputs dell’industria alimentare o per migliorare il posizionamento del paese nel contesto commerciale, logistico e trasportistico internazionale. Con l’ulteriore considerazione che produzione agricola, trasformazione agricola, e sistema trasportistico-logistico e commerciale devono cooperare per creare valore aggiunto intorno alle produzioni italiane.

 

Ranking dei paesi per valore della variazione del valore assoluto delle importazioni di prodotti agricoli tra il 2010 ed il 2020. Il valore delle importazioni di prodotti agricoli è cresciuto in molti paesi a livello mondiale tra il 2010 ed il 2020. Di seguito mettiamo in evidenza i primi 10 paesi per valore assoluto della crescita delle importazioni di prodotti agricoli.

La Cina è al primo posto per variazione assoluta delle importazioni di prodotti agricoli tra il 2010 ed il 2020 con una variazione da 88,9 miliardi USD fino a 214,5 miliardi USD pari ad una crescita di 125,5 miliardi di USD pari a 141,11%. Seguono gli Usa con una crescita del valore assoluto delle importazioni di prodotti agricoli tra il 2010 ed il 2020 pari a +84,61 miliardi di USD corrispondente a 61,5%, la Germania con + 19,97 miliardi di dollari pari al +17,2%, il Vietnam con +19,08 miliardi di USD pari a +145,88%, i Paesi Bassi con una variazione pari a +17,68 miliardi di dollari pari a +26,48%, la Corea del Sud con una variazione pari a +14,46 miliardi di dollari pari a 53,45%, la Polonia con +13,67 miliardi di dollari pari a 63,6%, il Regno Unito con +10,1 miliardi di dollari pari a 13,57%, la Tailandia con +9,3 miliardi di dollari pari a +80,66%, il Giappone con +7,9 miliardi di dollari pari a +10,74%.

Possiamo notare che sono circa 175 i paesi nei quali si è verificata una crescita del valore delle importazioni di prodotti agricoli tra il 2010 ed il 2020 con una variazione complessiva pari a 536.199.388.175,00 €. Tuttavia il 50% di tale variazione calcolata secondo l’indice di concentrazione di Hirschman è prodotta da 5 soli paesi ovvero Cina con il 23,42% della variazione complessiva, USA con 15,77%, Germania con 3,72%, Vietnam con 3,55% e Paesi Bassi con 3,29%. Pertanto per quanto siano 175 i paesi con andamento crescente delle importazioni di prodotti agricoli si verifica che 5 paesi riescono a transare il 50% di tale variazione, ed un paese, la Cina, vale per il 23% dell’intera crescita delle importazioni a livello mondiale tra il 2010 ed il 2020.

Oltre ai paesi che abbiamo indicato che fanno parte della top ten per valore della crescita delle importazioni agricole tra il 2010 ed il 2020  in valore assoluto, ve ne sono degli altri che sono molto rilevanti e che indichiamo di seguito: Filippine + 7,3 miliardi di dollari pari +74,18%, Romania +5,2 miliardi di dollari pari a +69,37%, Bangladesh con +4,17 miliardi di dollari pari a +77,5%, Cile con +3,15 miliardi di dollari pari a +57%, Kazakhstan con +2,6 miliardi di dollari pari a +100,00%, Marocco +2,6 miliardi di dollari pari a +51,34%, Cambogia +2,5 miliardi di dollari pari a +180,00%, Myanmar +2,49 miliardi di dollari pari a +187,29%, Colombia +2,48 miliardi di dollari pari a +50,6%, Lituania con +2,4 miliardi di dollari pari a +66,85%, Oman con +2,43 miliardi di dollari pari a +98,67%, Lettonia +2,21 miliardi di dollari pari a +87,88%, Kuwait con +2,07 miliardi di dollari pari a +56,04%, Perù +1,9 miliardi di dollari pari a +50,28%, Bulgaria con +1,911 miliardi di dollari pari a +57,72%. Questi paesi possono essere molto rilevanti dal punto di vista degli esportatori italiani in quanto manifestano una dinamica crescente in termini assoluti e relativi e quindi possono essere considerati come dei veri e propri nuovi mercati che si sono aperti nell’ultimo decennio alle importazioni agricole.  Infine notiamo che vi sono anche 45 paesi nei quali il valore delle importazioni è diminuito tra il 2010 ed il 2020. Tra i paesi che più hanno perso in termini di valore delle importazioni agricole tra il 2010 ed il 2020 troviamo la Russia con -7,2 miliardi di dollari pari a -18,17%, il Venezuela con -5,31 miliardi di dollari pari a -70,63%, l’Iran con -4,92 miliardi di dollari pari a -40,69%, la Siria con -2,2 miliardi di dollari pari a -52,41%, la Grecia con -913 milioni di dollari pari a -9%,  Angola con -862 milioni di dollari pari a -28,98%, il Libano con -582 milioni di dollari pari a -18%, Cuba con -424 milioni di dollari pari a -24,85%, e l’Italia con -212,2 milioni di dollari pari a -0,33%. Come è possibile notare si tratta di paesi che vivono condizioni di guerra, embargo o isolamento come  nel caso di Russia, Venezuela, Iran, Siria, Angola, Cuba e Libano, oppure paesi sottoposti a crisi economiche-finanziarie come per esempio la Grecia. Particolare il caso dell’Italia che manifesta una certa debolezza dell’economia prossima ad un declassamento complessivo.

 

Conclusioni. Il valore delle importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale è cresciuto significativamente tra il 2010 ed il 2020 da un ammontare di 1.832.789.934.652,00 € fino ad un valore di  2.089.143.433.934,00 €. Tra il 2010 ed il 2014 il valore delle importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale è cresciuto fino ad arrivare ad un ammontare di 2,02 trilioni di dollari. Successivamente nel 2015 ha raggiunto un valore minimo pari a 1,82 trilioni di dollari per poi risalire fino al 2020 toccando i 2,89 trilioni di dollari. Tuttavia, i dati analizzati nel database Atlas non prendono in considerazione il periodo della pandemia del Covid-19, né la guerra russo-ucraina, né la guerra israelo-palestinese. È probabile che in relazione a tali fenomeni il valore complessivo delle importazioni di prodotti agricoli sia diminuito anche in considerazione della tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina che ha portato all’imposizione di un insieme di dazi contrapposti tra i due paesi. L’Italia è certamente uno dei paesi più rilevanti in termini di importazione di prodotti agricoli anche se il livello delle importazioni dovrebbe crescere seguendo l’andamento di altri paesi occidentali simili come per esempio i Paesi Bassi, la Francia, il Regno Unito e la Germania. Invece nel caso dell’Italia tra il 2010 ed il 2020 si verifica una riduzione delle importazioni anche se marginale pari a 220 milioni di dollari. Occorre considerare che le importazioni di prodotti agricoli sono rilevanti non solo per soddisfare i bisogni alimentare della popolazione quanto anche per offrire degli input all’industria agro-alimentare e per migliorare il posizionamento del paese dal punto di vista commerciale, logistico e trasportistico.

 





[1] atlas.cid.harvard.edu

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