Sono
aumentate in media del 13,99% per i paesi considerati
Il dataset Atlas
dell’Università di Harvard[1] prende in considerazione una
serie di variabili relative alle importazioni ed alle esportazioni per macro e
micro settori. Di seguito analizziamo il valore delle importazioni di prodotti
agricoli a livello mondiale tra il 2010 ed il 2020 con un focus sulla questione
italiana. I dati sono espressi in dollari.
Ranking
dei paesi per valore delle importazioni di prodotti agricoli in valore assoluto
a livello mondiale nel 2020. Gli Stati Uniti sono al primo posto per
valore delle importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale con un valore
pari a 222,16 miliardi di dollari, seguiti dalla Cina con un valore di 214,5
miliardi di dollari, dalla Germania con 125,94 miliardi di dollari, dal Regno
Unito con un valore di 84,5 miliardi di dollari, dai Paesi Bassi con un valore
di 84,45 miliardi di dollari, dalla Francia con 82,8 miliardi di dollari.
Seguono il Giappone con 81,9 miliardi di dollari, seguito dall’Italia con 64,1
miliardi di dollari, dal Canada con un valore di 52,2 miliardi di dollari, e
dalla Spagna con un valore di 48,4 miliardi di dollari.
A metà classifica
vi sono una seri di paesi che hanno un livello di esportazioni molto simile
ovvero: Cuba con 1,28 miliardi di dollari, Laos con 1,25 miliardi di dollari,
Djibouti con 1,25, Nicaragua con 1,22
miliardi di dollari, Tanzania con 1,23 miliardi di dollari, Togo con 1,21
miliardi di dollari, Paraguay con 1,16 miliardi di dollari, Giamaica con 1,16
miliardi di dollari, Albania con 1,14 miliardi di dollari, Guinea con 1,14
miliardi di dollari e Moldova con 1,1 miliardi di dollari di importazione di
prodotti alimentari.
Chiudono la
classifica una serie di piccoli stati che hanno un valore delle importazioni di
prodotti agricoli trascurabile come per esempio Saint Helena con 7,9 milioni di
dollari, Tuvalu con 6,6 milioni di dollari, Norfolk Island con 5,6 milioni di
dollari, Saint Barthélemy con 4,5 milioni di dollari, Niue con 3,8 milioni di
dollari, Città del Vaticano con 3,2 milioni di dollari, Christmas Islands con
1,98 milioni di dollari, Tokelau con 1,2 milioni di dollari, Cocos Islands con
386 mila dollari, Pitcairn con 375 mila dollari e Western Sahara con 102 mila
dollari.
Possiamo notare
che generalmente il valore delle importazioni tende a crescere con la
popolazione. Tuttavia vi sono alcuni paesi come il Messico, l’India,
l’Indonesia che nonostante abbiano un valore della popolazione molto elevato
hanno comunque un valore delle importazioni ridotto. Per esempio l’India che ha
circa 1,4 miliardi di abitanti importa 25,7 miliardi di dollari di prodotti
agricoli ovvero pari a circa il 29% delle importazioni dei Paesi Bassi che è un
paese di 17,5 milioni di abitanti. Tale condizione lascia intendere che
esistono ampi margini per una crescita del mercato agricolo a livello mondiale.
Vi saranno infatti paesi di nuovo sviluppo, come appunto l’India, il Messico e
l’Indonesia, che insieme sommano circa 1,8 miliardi di persone, che potrebbero
essere interessati da fenomeni crescenti di importazione di prodotti agricoli
aprendo nuove prospettive per le imprese italiane che sono interessate ad
esportare in quei paesi.
Occorre inoltre
svolgere alcune riflessioni sui valori delle importazioni di prodotti agricoli
ad Hong Kong, in Belgio e Paesi Bassi. Infatti si tratta di paesi che hanno una
popolazione ridotta, rispettivamente Hong Kong di 7,4 milioni di abitanti,
Belgio con 11,59 milioni di abitanti e Paesi Bassi pari a 17,5 milioni di
abitanti. Se sommiamo il valore delle importazioni di prodotti agricoli di
questi piccoli paesi otteniamo un valore di 163.567.947.778,00 dollari che è
superiore addirittura alle importazioni della Germania che ha una popolazione
di circa 83,2 milioni di abitanti. È ovvio pertanto che paesi come Hong Kong,
Belgio e Paesi Bassi importano dei prodotti non tanto per soddisfare le
esigenze alimentari della popolazione, quanto piuttosto per soddisfare la
domanda di forniture dell’industria agro-alimentare e del sistema commerciale,
trasportistico e logistico. Tale valore deve essere quindi considerato come
significativo di una efficienza produttiva dell’industria agroalimentare o
della capacità logistica e commerciale di quei paesi, i quali, riescono ad
ottenere livelli di importazione elevati per generare inputs per il sistema
industriale, commerciale e logistico-trasportistico. Un esempio per l’Italia
che se vuole crescere nel sistema agricolo mondiale deve anche incrementare le
importazioni se queste servono ad incrementare gli inputs dell’industria alimentare
o per migliorare il posizionamento del paese nel contesto commerciale,
logistico e trasportistico internazionale. Con l’ulteriore considerazione che
produzione agricola, trasformazione agricola, e sistema
trasportistico-logistico e commerciale devono cooperare per creare valore
aggiunto intorno alle produzioni italiane.
Ranking
dei paesi per valore della variazione del valore assoluto delle importazioni di
prodotti agricoli tra il 2010 ed il 2020. Il valore delle importazioni di prodotti
agricoli è cresciuto in molti paesi a livello mondiale tra il 2010 ed il 2020.
Di seguito mettiamo in evidenza i primi 10 paesi per valore assoluto della
crescita delle importazioni di prodotti agricoli.
La Cina è al primo
posto per variazione assoluta delle importazioni di prodotti agricoli tra il
2010 ed il 2020 con una variazione da 88,9 miliardi USD fino a 214,5 miliardi
USD pari ad una crescita di 125,5 miliardi di USD pari a 141,11%. Seguono gli
Usa con una crescita del valore assoluto delle importazioni di prodotti
agricoli tra il 2010 ed il 2020 pari a +84,61 miliardi di USD corrispondente a
61,5%, la Germania con + 19,97 miliardi di dollari pari al +17,2%, il Vietnam
con +19,08 miliardi di USD pari a +145,88%, i Paesi Bassi con una variazione
pari a +17,68 miliardi di dollari pari a +26,48%, la Corea del Sud con una
variazione pari a +14,46 miliardi di dollari pari a 53,45%, la Polonia con
+13,67 miliardi di dollari pari a 63,6%, il Regno Unito con +10,1 miliardi di
dollari pari a 13,57%, la Tailandia con +9,3 miliardi di dollari pari a
+80,66%, il Giappone con +7,9 miliardi di dollari pari a +10,74%.
Possiamo notare
che sono circa 175 i paesi nei quali si è verificata una crescita del valore
delle importazioni di prodotti agricoli tra il 2010 ed il 2020 con una
variazione complessiva pari a 536.199.388.175,00 €. Tuttavia il 50% di tale
variazione calcolata secondo l’indice di concentrazione di Hirschman è prodotta
da 5 soli paesi ovvero Cina con il 23,42% della variazione complessiva, USA con
15,77%, Germania con 3,72%, Vietnam con 3,55% e Paesi Bassi con 3,29%. Pertanto
per quanto siano 175 i paesi con andamento crescente delle importazioni di
prodotti agricoli si verifica che 5 paesi riescono a transare il 50% di tale
variazione, ed un paese, la Cina, vale per il 23% dell’intera crescita delle
importazioni a livello mondiale tra il 2010 ed il 2020.
Oltre ai paesi che
abbiamo indicato che fanno parte della top ten per valore della crescita delle
importazioni agricole tra il 2010 ed il 2020
in valore assoluto, ve ne sono degli altri che sono molto rilevanti e
che indichiamo di seguito: Filippine + 7,3 miliardi di dollari pari +74,18%,
Romania +5,2 miliardi di dollari pari a +69,37%, Bangladesh con +4,17 miliardi
di dollari pari a +77,5%, Cile con +3,15 miliardi di dollari pari a +57%,
Kazakhstan con +2,6 miliardi di dollari pari a +100,00%, Marocco +2,6 miliardi
di dollari pari a +51,34%, Cambogia +2,5 miliardi di dollari pari a +180,00%,
Myanmar +2,49 miliardi di dollari pari a +187,29%, Colombia +2,48 miliardi di
dollari pari a +50,6%, Lituania con +2,4 miliardi di dollari pari a +66,85%,
Oman con +2,43 miliardi di dollari pari a +98,67%, Lettonia +2,21 miliardi di
dollari pari a +87,88%, Kuwait con +2,07 miliardi di dollari pari a +56,04%,
Perù +1,9 miliardi di dollari pari a +50,28%, Bulgaria con +1,911 miliardi di
dollari pari a +57,72%. Questi paesi possono essere molto rilevanti dal punto
di vista degli esportatori italiani in quanto manifestano una dinamica
crescente in termini assoluti e relativi e quindi possono essere considerati
come dei veri e propri nuovi mercati che si sono aperti nell’ultimo decennio
alle importazioni agricole. Infine
notiamo che vi sono anche 45 paesi nei quali il valore delle importazioni è
diminuito tra il 2010 ed il 2020. Tra i paesi che più hanno perso in termini di
valore delle importazioni agricole tra il 2010 ed il 2020 troviamo la Russia
con -7,2 miliardi di dollari pari a -18,17%, il Venezuela con -5,31 miliardi di
dollari pari a -70,63%, l’Iran con -4,92 miliardi di dollari pari a -40,69%, la
Siria con -2,2 miliardi di dollari pari a -52,41%, la Grecia con -913 milioni
di dollari pari a -9%, Angola con -862
milioni di dollari pari a -28,98%, il Libano con -582 milioni di dollari pari a
-18%, Cuba con -424 milioni di dollari pari a -24,85%, e l’Italia con -212,2
milioni di dollari pari a -0,33%. Come è possibile notare si tratta di paesi
che vivono condizioni di guerra, embargo o isolamento come nel caso di Russia, Venezuela, Iran, Siria,
Angola, Cuba e Libano, oppure paesi sottoposti a crisi economiche-finanziarie
come per esempio la Grecia. Particolare il caso dell’Italia che manifesta una
certa debolezza dell’economia prossima ad un declassamento complessivo.
Conclusioni. Il valore delle
importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale è cresciuto
significativamente tra il 2010 ed il 2020 da un ammontare di 1.832.789.934.652,00 €
fino ad un valore di 2.089.143.433.934,00 €. Tra il 2010 ed il 2014
il valore delle importazioni di prodotti agricoli a livello mondiale è
cresciuto fino ad arrivare ad un ammontare di 2,02 trilioni di dollari.
Successivamente nel 2015 ha raggiunto un valore minimo pari a 1,82 trilioni di
dollari per poi risalire fino al 2020 toccando i 2,89 trilioni di dollari.
Tuttavia, i dati analizzati nel database Atlas non prendono in considerazione
il periodo della pandemia del Covid-19, né la guerra russo-ucraina, né la
guerra israelo-palestinese. È probabile che in relazione a tali fenomeni il
valore complessivo delle importazioni di prodotti agricoli sia diminuito anche
in considerazione della tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina che ha
portato all’imposizione di un insieme di dazi contrapposti tra i due paesi.
L’Italia è certamente uno dei paesi più rilevanti in termini di importazione di
prodotti agricoli anche se il livello delle importazioni dovrebbe crescere
seguendo l’andamento di altri paesi occidentali simili come per esempio i Paesi
Bassi, la Francia, il Regno Unito e la Germania. Invece nel caso dell’Italia
tra il 2010 ed il 2020 si verifica una riduzione delle importazioni anche se
marginale pari a 220 milioni di dollari. Occorre considerare che le
importazioni di prodotti agricoli sono rilevanti non solo per soddisfare i
bisogni alimentare della popolazione quanto anche per offrire degli input
all’industria agro-alimentare e per migliorare il posizionamento del paese dal
punto di vista commerciale, logistico e trasportistico.
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