giovedì 29 agosto 2024

L’institution index a livello globale

 E’ diminuito dell’8,01% tra il 2013 ed il 2022 per i paesi considerati.

L'Institution Index è un indicatore composito che valuta la qualità e l'efficacia del quadro istituzionale di un paese, comprendendo una vasta gamma di elementi che contribuiscono alla stabilità, trasparenza ed efficienza delle istituzioni pubbliche. Questo indice misura quanto bene le istituzioni supportano lo sviluppo economico, la governance e il benessere sociale, valutando fattori come l'efficacia del governo, la qualità della regolamentazione, lo stato di diritto e il controllo della corruzione. Un punteggio elevato nell'Institution Index riflette un ambiente legale e normativo solido, in cui lo stato di diritto è rispettato, la corruzione è minimizzata e i servizi pubblici sono erogati in modo efficace. Un tale contesto favorisce la fiducia delle imprese, incoraggia gli investimenti e supporta una crescita economica sostenibile. Al contrario, un punteggio basso indica debolezze in queste aree, che possono ostacolare le performance economiche, ridurre la fiducia degli investitori e aggravare le disuguaglianze sociali. L'Institution Index considera anche la protezione dei diritti di proprietà, l'indipendenza della magistratura e l'efficienza delle operazioni governative, tutti elementi cruciali per mantenere un ambiente economico sano. Inoltre, l'indice valuta il grado di inclusività e responsabilità nella governance, assicurando che le istituzioni siano reattive ai bisogni di tutti i cittadini e capaci di adattarsi alle condizioni in evoluzione. Questo indice è fondamentale per i responsabili politici, gli investitori e le organizzazioni internazionali, poiché fornisce una panoramica completa della salute istituzionale di un paese, guidando decisioni strategiche e investimenti. Evidenziando punti di forza e aree di miglioramento, l'Institution Index serve come uno strumento chiave per migliorare la qualità istituzionale, promuovere una buona governance e, in ultima analisi, stimolare il progresso economico e sociale. I dati sono disponibili per il periodo 2013-2022.

L’institution index nel 2022.  L'Innovation Index del 2022 offre una panoramica significativa della capacità innovativa dei paesi a livello globale, evidenziando notevoli differenze tra le nazioni. Al vertice della classifica si posiziona Singapore, con un punteggio di 95,9, riflettendo il suo forte impegno nella costruzione di un ecosistema favorevole all'innovazione, sostenuto da politiche governative mirate, un ambiente imprenditoriale favorevole e investimenti sostanziali in ricerca e sviluppo. La Svizzera segue con un punteggio di 89,2, consolidando la sua posizione di leader globale nell'innovazione, grazie a un sistema educativo eccellente, istituzioni solide e una forte collaborazione tra pubblico e privato. La Norvegia e i Paesi Bassi, rispettivamente con punteggi di 87,1 e 86,9, dimostrano l'importanza di una governance stabile e di investimenti mirati in ricerca e tecnologia per mantenere alti livelli di innovazione. Paesi come il Lussemburgo e gli Emirati Arabi Uniti, con punteggi di 84,6 e 83,5, sono esempi di nazioni che, nonostante le dimensioni ridotte, riescono a competere a livello globale grazie a politiche orientate all'innovazione e all'attrazione di talenti internazionali. Un'analisi più approfondita della classifica rivela che le economie avanzate continuano a dominare le prime posizioni, grazie a infrastrutture ben sviluppate, istituzioni forti e un elevato livello di capitale umano. Tuttavia, paesi come la Nuova Zelanda (83,3) e l'Estonia (82,2) mostrano che anche le nazioni più piccole possono eccellere nell'innovazione se supportate da politiche efficaci e da un impegno costante verso la modernizzazione tecnologica. Gli Stati Uniti, con un punteggio di 80,9, restano un attore chiave nell'innovazione globale, nonostante un leggero calo rispetto agli anni precedenti. Questo può essere attribuito a sfide interne come la crescente disuguaglianza e la frammentazione politica, che possono influenzare la capacità del paese di mantenere il suo vantaggio competitivo. In Europa, paesi come la Germania (76,5), la Francia (77) e la Svezia (76,5) continuano a essere leader nell'innovazione, grazie a una forte tradizione industriale, investimenti in ricerca e sviluppo, e politiche pubbliche favorevoli. Tuttavia, il loro punteggio relativamente inferiore rispetto a quello di altre economie avanzate suggerisce che potrebbero dover affrontare sfide legate alla burocrazia e alla necessità di modernizzare ulteriormente le loro infrastrutture tecnologiche. Il Regno Unito, con un punteggio di 74,5, pur rimanendo una forza significativa nell'innovazione, mostra segni di stagnazione, probabilmente influenzata dalle incertezze economiche legate alla Brexit. L'Asia mostra una varietà di risultati, con Singapore e Hong Kong che si distinguono come hub globali dell'innovazione, grazie a una combinazione di politiche proattive, infrastrutture avanzate e una forte connessione con i mercati globali. La Corea del Sud, con un punteggio di 70,5, è un esempio di come gli investimenti sostenuti in tecnologia e istruzione possano portare a un alto livello di innovazione, anche se ci sono segnali che indicano la necessità di diversificare ulteriormente il proprio approccio per mantenere la crescita. La Cina, con un punteggio di 64,8, continua a emergere come una potenza innovativa globale, anche se la sua posizione relativamente più bassa rispetto a paesi occidentali indica che ha ancora strada da fare per colmare il divario in termini di qualità e sostenibilità dell'innovazione. Tra i paesi emergenti, Mauritius (74,7) e Brunei (74,5) sono esempi interessanti di come le piccole economie possano sfruttare strategie mirate per migliorare significativamente le loro capacità innovative. L'India, con un punteggio di 60,1, mostra progressi significativi, ma resta ancora dietro rispetto alle altre economie BRICS, il che suggerisce la necessità di affrontare sfide strutturali come la burocrazia, la corruzione e la mancanza di infrastrutture. L'Africa mostra una grande varietà nei punteggi, con paesi come il Rwanda (68,8) che dimostrano notevoli progressi grazie a politiche innovative e a una governance efficace, mentre altri paesi, come il Niger (52) e la Mauritania (51,6), rimangono significativamente indietro, evidenziando le difficoltà che molte nazioni africane devono affrontare nel costruire ecosistemi di innovazione robusti. L'America Latina e i Caraibi presentano una situazione simile, con paesi come il Cile (66,5) e l'Uruguay (69,4) che mostrano buoni risultati grazie a politiche stabili e un focus sull'istruzione e l'innovazione tecnologica, mentre altre nazioni come l'Argentina (47,6) e il Brasile (46,7) faticano a mantenere il passo, spesso a causa di instabilità economiche e politiche che ostacolano lo sviluppo dell'innovazione. Il Messico, con un punteggio di 48,2, pur essendo una delle economie più grandi della regione, mostra un margine di miglioramento significativo, dovendo affrontare sfide legate alla sicurezza, alla corruzione e alla necessità di modernizzare le sue infrastrutture tecnologiche. Guardando ai paesi in fondo alla classifica, come lo Yemen (17,5), l'Iran (31,1), e lo Zimbabwe (33,3), emerge chiaramente come conflitti, instabilità politica e sanzioni economiche possano avere un impatto devastante sulla capacità di innovare. Questi paesi affrontano gravi carenze in termini di infrastrutture, capitale umano e governance, che rendono estremamente difficile creare un ambiente favorevole all'innovazione. In questi casi, l'assistenza internazionale e le riforme interne sostanziali sono necessarie per avviare un percorso di recupero e miglioramento. Un aspetto interessante che emerge dall'analisi di questi dati è la correlazione tra il livello di sviluppo economico e la posizione nell'Innovation Index. I paesi con economie avanzate e ben consolidate tendono a ottenere punteggi più elevati, il che suggerisce che un forte capitale umano, istituzioni stabili e infrastrutture avanzate sono fattori chiave per il successo nell'innovazione. Tuttavia, ci sono eccezioni significative, come Mauritius e il Rwanda, che dimostrano che anche le economie emergenti possono raggiungere alti livelli di innovazione se sono supportate da politiche governative efficaci e da una chiara visione strategica. In conclusione, l'Innovation Index del 2022 evidenzia una forte disparità nella capacità innovativa tra i diversi paesi, riflettendo non solo le differenze nel livello di sviluppo economico, ma anche l'efficacia delle politiche pubbliche, la qualità delle istituzioni e la disponibilità di risorse umane e tecnologiche. Mentre alcune nazioni continuano a consolidare la loro posizione di leader nell'innovazione, altre devono affrontare sfide significative per migliorare il loro ecosistema innovativo. Per i paesi che si trovano in posizioni inferiori nella classifica, il percorso verso l'innovazione richiederà non solo investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche riforme strutturali, miglioramenti nella governance e un impegno costante per costruire un ambiente favorevole alla crescita economica e al progresso tecnologico.

L’institution index tra il 2013 ed il 2022. I dati relativi all'Institution Index tra il 2013 e il 2022 evidenziano variazioni significative in diversi paesi, sia in termini di miglioramenti che di deterioramenti. Un'analisi dettagliata dei dati mostra che alcune nazioni hanno compiuto progressi notevoli, mentre altre hanno subito un declino sostanziale, riflettendo una varietà di fattori economici, politici e sociali.

 

Tra i paesi con i maggiori miglioramenti, spicca l'Indonesia, che ha visto un aumento di 17,9 punti, pari a un miglioramento del 48,12%. Questo risultato suggerisce un rafforzamento significativo delle istituzioni, probabilmente dovuto a riforme strutturali e a una crescente stabilità politica ed economica. La Cina e il Vietnam mostrano anch'essi progressi rilevanti, con aumenti rispettivamente di 16,5 punti (34,16%) e 14 punti (30,04%). Questi incrementi sono indicativi delle trasformazioni profonde che questi paesi hanno attraversato negli ultimi anni, con un focus sulla modernizzazione delle istituzioni e sull'integrazione nell'economia globale. Paesi come l'Uzbekistan e l'Azerbaigian, con incrementi rispettivamente di 11,9 e 10,2 punti, mostrano anch'essi un miglioramento nella qualità delle istituzioni, spesso associato a sforzi per migliorare la governance e ridurre la corruzione. Anche in Africa, nazioni come il Ruanda e la Costa d'Avorio hanno mostrato progressi significativi, rispettivamente del 15,82% e del 18,44%, dimostrando come investimenti mirati e riforme governative possano portare a un rafforzamento delle istituzioni anche in contesti con risorse limitate. Allo stesso tempo, alcuni paesi con istituzioni già forti hanno continuato a migliorare, anche se a un ritmo più lento. Gli Emirati Arabi Uniti, Singapore e la Svizzera hanno registrato aumenti minori, ma significativi, rispettivamente del 10,45%, 4,01% e 2,18%, consolidando ulteriormente la loro posizione come leader globali in termini di qualità istituzionale. D'altra parte, la situazione è molto diversa per i paesi che hanno registrato un declino nell'Institution Index. Tra questi, lo Yemen ha subito il peggior calo, con una diminuzione di 19,8 punti, pari a un declino del 53,08%. Questo drastico deterioramento è senza dubbio collegato al conflitto prolungato, alla destabilizzazione politica e alla crisi umanitaria che hanno devastato il paese negli ultimi anni. Paesi come la Bielorussia e il Mozambico hanno anch'essi registrato significative riduzioni dei loro punteggi, rispettivamente del 36,11% e del 35,01%, riflettendo la crescente repressione politica e l'instabilità economica. In Europa, nazioni come la Slovacchia, la Polonia e la Croazia hanno visto diminuzioni preoccupanti, con cali rispettivamente del 28,29%, 24,33% e 23,88%. Questi paesi, che una volta erano visti come modelli di transizione democratica e sviluppo economico post-comunista, stanno ora affrontando sfide legate al deterioramento dello stato di diritto, all'aumento della corruzione e a una crescente instabilità politica. Anche paesi tradizionalmente stabili come la Finlandia, la Danimarca, e l'Irlanda hanno subito riduzioni significative nei loro punteggi dell'Institution Index, con cali rispettivamente del 13,43%, 13,12%, e 13,82%. Questi dati indicano che anche nelle economie avanzate possono emergere sfide legate alla governance, alla trasparenza e alla fiducia nelle istituzioni. Tra le nazioni occidentali, gli Stati Uniti hanno registrato un calo significativo di 5,1 punti, pari a un 5,93%. Questo calo può essere attribuito a una serie di fattori, tra cui la polarizzazione politica, le crisi di governance, e le crescenti disuguaglianze che hanno caratterizzato il decennio scorso. Paesi come il Regno Unito, che ha visto un calo del 15,72%, e la Germania, con un calo del 7,27%, mostrano anch'essi segni di stress istituzionale, probabilmente legati a incertezze politiche e alla crescente complessità delle sfide economiche e sociali. In Asia, il Giappone ha visto un declino di 7,7 punti (9,22%), indicando che anche le economie avanzate dell'Estremo Oriente non sono immuni dalle difficoltà istituzionali, forse legate alla stagnazione economica e alle questioni demografiche. La Corea del Sud, con un calo del 7,24%, riflette anch'essa tensioni simili, nonostante i suoi impressionanti progressi tecnologici e industriali. In sintesi, i dati dell'Institution Index tra il 2013 e il 2022 mostrano una vasta gamma di esperienze tra i diversi paesi, con alcuni che hanno fatto progressi significativi nel migliorare la qualità delle loro istituzioni, mentre altri hanno visto un deterioramento sostanziale. I miglioramenti più evidenti si sono verificati in paesi in via di sviluppo che hanno investito in riforme strutturali e rafforzamento della governance, mentre i peggioramenti più gravi sono stati osservati in paesi colpiti da conflitti, instabilità politica e regressioni democratiche. Tuttavia, anche molte economie avanzate hanno sperimentato un calo della qualità istituzionale, suggerendo che la governance e la fiducia nelle istituzioni sono sfide globali che richiedono attenzione costante e adattamenti politici. Questi risultati sottolineano l'importanza delle istituzioni solide per il progresso economico e sociale e mostrano come i cambiamenti politici, economici e sociali possano avere un impatto profondo e duraturo sulla qualità della governance.

Politiche economiche per incrementare il valore dell’institution index. Incrementare il valore dell’Institution Index richiede un approccio economico integrato che abbracci una serie di politiche mirate al rafforzamento delle istituzioni, alla promozione della trasparenza, all’efficienza della governance, e alla lotta alla corruzione. Una delle politiche fondamentali per migliorare il valore dell’Institution Index è l'investimento nella capacità amministrativa delle istituzioni pubbliche. Questo significa potenziare la formazione e la professionalizzazione della forza lavoro pubblica, assicurando che i dipendenti pubblici siano adeguatamente qualificati e motivati a operare con integrità e competenza. La creazione di programmi di formazione continua e lo sviluppo di una cultura della meritocrazia all'interno delle amministrazioni pubbliche possono contribuire a migliorare l'efficacia del governo e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Parallelamente, è essenziale promuovere la trasparenza in tutti i livelli di governo. Questo può essere ottenuto attraverso l'implementazione di sistemi di monitoraggio e valutazione delle performance, che rendano conto ai cittadini delle azioni del governo e delle istituzioni. La digitalizzazione dei servizi pubblici gioca un ruolo cruciale in questo contesto, permettendo una maggiore accessibilità e trasparenza nelle operazioni governative. Attraverso piattaforme digitali, i cittadini possono avere accesso diretto alle informazioni governative, partecipare ai processi decisionali e segnalare inefficienze o abusi. L’uso delle tecnologie digitali per la trasparenza e la partecipazione non solo aumenta la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma riduce anche le opportunità di corruzione. Combattere la corruzione è infatti un altro pilastro fondamentale per l’incremento dell’Institution Index. La corruzione erode la fiducia nelle istituzioni e ostacola lo sviluppo economico, pertanto è essenziale adottare misure rigorose per prevenirla e sanzionarla. I governi possono implementare normative più severe contro la corruzione, istituire organismi di controllo indipendenti e garantire che le leggi siano applicate in modo imparziale. È altresì importante promuovere una cultura dell’etica pubblica, incoraggiando la trasparenza e l'integrità in tutti i settori della società. I media indipendenti e la società civile devono essere coinvolti come partner strategici nella lotta alla corruzione, svolgendo un ruolo di vigilanza e sensibilizzazione. La giustizia è un'altra area critica su cui concentrarsi per migliorare l'Institution Index. Un sistema giudiziario indipendente, efficiente e accessibile è fondamentale per garantire lo stato di diritto, che è alla base di qualsiasi economia sana. Riformare il sistema giudiziario per renderlo più rapido e meno oneroso, investendo in infrastrutture giudiziarie e nella formazione dei magistrati, può contribuire a migliorare la qualità delle istituzioni. Un sistema giudiziario efficace dissuade le pratiche illecite e garantisce che i contratti siano rispettati, il che è essenziale per un ambiente imprenditoriale favorevole. Inoltre, l'adozione di politiche economiche volte a migliorare il contesto regolamentare può significativamente incrementare il valore dell’Institution Index. Regolamenti chiari, coerenti e stabili riducono l'incertezza per le imprese e favoriscono gli investimenti, sia locali che esteri. I governi devono lavorare per semplificare le normative, eliminare le leggi obsolete e rendere i processi amministrativi più snelli e prevedibili. In questo modo, si riduce il rischio di discrezionalità da parte dei funzionari pubblici, che spesso è terreno fertile per la corruzione. Un contesto regolamentare efficiente promuove la competitività e favorisce l'innovazione, elementi chiave per uno sviluppo economico sostenibile. Anche il decentramento amministrativo può giocare un ruolo importante nel rafforzamento delle istituzioni. Delegare maggiori poteri alle amministrazioni locali e regionali può avvicinare le decisioni politiche ai cittadini, rendendo il governo più responsabile e reattivo alle esigenze locali. Tuttavia, il decentramento deve essere accompagnato da una chiara definizione delle responsabilità e da adeguate risorse finanziarie e umane per evitare inefficienze e diseguaglianze tra le diverse aree del paese. Un'adeguata gestione delle risorse pubbliche è cruciale per garantire la sostenibilità delle politiche istituzionali. I governi devono adottare pratiche di gestione finanziaria rigorose, che includano la pianificazione a lungo termine, il controllo delle spese pubbliche e la lotta all'evasione fiscale. Una politica fiscale equa e trasparente è essenziale per generare le entrate necessarie a finanziare i servizi pubblici e gli investimenti in infrastrutture, che a loro volta rafforzano la qualità delle istituzioni. La partecipazione pubblica è un altro elemento cruciale per migliorare l’Institution Index. Coinvolgere i cittadini nel processo decisionale, attraverso consultazioni pubbliche e altri strumenti di partecipazione diretta, può migliorare la legittimità delle decisioni politiche e rafforzare la fiducia nelle istituzioni. La partecipazione attiva dei cittadini contribuisce a garantire che le politiche riflettano le reali esigenze della popolazione e siano quindi più efficaci. È anche importante promuovere l'inclusività nelle politiche pubbliche, assicurando che tutti i gruppi sociali, compresi quelli più vulnerabili, abbiano voce in capitolo e possano beneficiare delle decisioni governative. In tale contesto, l'educazione gioca un ruolo fondamentale. Investire nell'educazione civica e nella formazione dei cittadini sui loro diritti e doveri è essenziale per costruire una società più consapevole e partecipe. Un popolo informato è più incline a partecipare attivamente alla vita pubblica e a chiedere conto ai propri rappresentanti, contribuendo così al miglioramento delle istituzioni. Un’altra area critica è il rafforzamento dello stato di diritto, che richiede non solo un sistema giudiziario efficiente, ma anche il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Proteggere i diritti di proprietà, garantire la libertà di espressione e promuovere l'uguaglianza di fronte alla legge sono elementi indispensabili per creare un contesto istituzionale stabile e prevedibile, che attragga investimenti e stimoli la crescita economica. Infine, l'integrazione economica internazionale può contribuire a migliorare l’Institution Index. La partecipazione attiva ai mercati globali e la cooperazione con organizzazioni internazionali possono portare a una maggiore adozione di buone pratiche e standard internazionali nelle politiche nazionali. L'apertura al commercio e agli investimenti esteri può inoltre incentivare i governi a migliorare le istituzioni per attrarre e mantenere capitali stranieri, che sono spesso sensibili alla qualità del contesto istituzionale. In sintesi, per incrementare il valore dell’Institution Index, è necessario adottare un insieme coerente di politiche economiche che promuovano la trasparenza, l'efficienza, la legalità e la partecipazione. Solo attraverso un impegno costante e integrato si possono costruire istituzioni solide, capaci di sostenere lo sviluppo economico e sociale a lungo termine, garantendo al contempo la fiducia dei cittadini e degli investitori.

Conclusioni. In media il valore dell’institution index è diminuito tra il 2013 ed il 2022 di un ammontare pari a -8,01% per i paesi considerati. Vi sono dei paesi nei quali il valore dell’institution index è cresciuto significativamente tra il 2013 ed il 2023 ovvero: Indonesia con +48,12%, Zimbabwe con +37,60%, China con +34,16%, Vietnam con +30,04%; Uzbekistan con +26,21%. Vi sono anche dei paesi nei quali il valore dell’institution index è diminuito ovvero: Repubblica Slovacca con -28,29%, Nicaragua con -28,49%, Mozambico con -35,01%, Bielorussia con -36,11%, Yemen con -53,08%.

Fonte: Global Innovation Index

Link:  https://www.wipo.int/portal/en/index.html




L’Innovation Output Sub-Index a Livello Globale

 

E’ diminuito tra il 2013 ed il 2022 del 29,17%

L'Innovation Output Sub-Index è un indicatore fondamentale che misura l'efficacia dei processi innovativi all'interno di un'economia, concentrandosi sui risultati tangibili della capacità innovativa di un paese o di una regione. Questo indice si basa su una serie di parametri che valutano il numero e la qualità delle innovazioni prodotte, come brevetti, pubblicazioni scientifiche, nuovi prodotti e servizi, e la loro commercializzazione. Inoltre, tiene conto dell'impatto di queste innovazioni sul mercato, valutando la loro diffusione e adozione sia a livello nazionale che internazionale. L'Innovation Output Sub-Index riflette non solo la capacità di generare nuove idee, ma anche l'abilità di tradurle in soluzioni pratiche che possano contribuire alla crescita economica e al miglioramento del benessere sociale. Un valore elevato di questo indice indica che un paese è efficace nel trasformare le risorse e gli investimenti in ricerca e sviluppo in risultati concreti che possono essere misurati, come l'aumento della competitività delle imprese e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Pertanto, questo indicatore è essenziale per comprendere non solo il potenziale innovativo di un'economia, ma anche il suo impatto reale e misurabile sullo sviluppo economico e sociale. La sua analisi fornisce preziose informazioni ai responsabili politici, agli investitori e alle aziende per prendere decisioni strategiche che possano migliorare ulteriormente la capacità di innovazione e la crescita economica di lungo termine. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2013 ed il 2022.

Innovation Output Sub-Index nel 2022.  L'Innovation Output Sub-Index è un indicatore cruciale che misura l'efficacia con cui i paesi trasformano le loro capacità innovative in risultati concreti, come brevetti, pubblicazioni scientifiche, nuovi prodotti e servizi. L'indice fornisce una panoramica dettagliata di quanto i paesi siano capaci di tradurre idee innovative in output tangibili che possono contribuire alla crescita economica e al benessere sociale. I dati relativi al 2022 mostrano una significativa disparità tra i paesi in termini di risultati dell'innovazione, riflettendo diverse capacità economiche, investimenti in ricerca e sviluppo, e la presenza di infrastrutture adeguate per sostenere l'innovazione. Al vertice della classifica troviamo la Svizzera, con un punteggio di 61,7, che rappresenta un'eccellenza globale nella capacità di convertire innovazione in risultati tangibili. La Svizzera ha un sistema di innovazione ben sviluppato, supportato da un forte ecosistema di ricerca e sviluppo, una stretta collaborazione tra il settore pubblico e privato, e un ambiente normativo favorevole. Questo le consente di mantenere una posizione di leadership nel panorama globale dell'innovazione. Seguono Svezia (56,8) e Regno Unito (55,8), entrambi noti per le loro robusti infrastrutture di ricerca e una cultura che promuove la collaborazione tra industria e accademia. La Corea del Sud (54,9) e gli Stati Uniti (54,6) completano il gruppo dei primi cinque, grazie ai loro avanzati settori tecnologici e agli investimenti significativi in ricerca e sviluppo, che consentono loro di mantenere alti livelli di output innovativo. I Paesi Bassi (53,7) e la Germania (53,5) mostrano risultati simili, sottolineando l'importanza delle economie avanzate nell'Europa occidentale nella produzione di innovazione. Questi paesi hanno economie fortemente industrializzate con una lunga tradizione di ricerca scientifica e tecnologica. La Cina (53,1) è un caso particolare, in quanto rappresenta l'unica grande economia emergente a comparire nella parte alta della classifica. Questo risultato è il frutto di un imponente piano governativo di investimenti in innovazione e ricerca, volto a spingere il paese verso una posizione di leader tecnologico globale. La Finlandia (49,3) e la Danimarca (49,1) mostrano che anche paesi di dimensioni più piccole possono eccellere nell'output innovativo grazie a un'attenzione mirata all'educazione, alla ricerca e a politiche governative favorevoli. La Francia (49) segue da vicino, beneficiando della sua forte tradizione in scienze e tecnologia, supportata da un sistema educativo di alto livello e da istituzioni di ricerca di prestigio. Il Giappone (45,8), nonostante sia una delle economie più avanzate al mondo, mostra un punteggio inferiore rispetto ad altri paesi sviluppati, suggerendo che potrebbe affrontare sfide specifiche nel tradurre le sue capacità tecnologiche in output innovativi concreti. Malta (45,4) e Singapore (43,9) si distinguono come esempi di piccole economie che hanno sfruttato efficacemente le loro risorse limitate per creare ecosistemi innovativi di successo. L'Italia (43,3) e Israele (43,2) mostrano risultati comparabili, con Israele che si distingue per il suo dinamico settore delle startup e l'alta concentrazione di attività di ricerca e sviluppo, mentre l'Italia beneficia di una forte tradizione in vari settori industriali. Scendendo nella classifica, troviamo paesi come l'Islanda (43), il Lussemburgo (42,1) e l'Irlanda (41,3), tutti caratterizzati da economie relativamente piccole ma altamente sviluppate e capaci di mantenere buoni livelli di output innovativo. Cipro (41,1) e l'Austria (40,7) confermano che anche i paesi con risorse limitate possono raggiungere risultati significativi in termini di innovazione attraverso politiche mirate e investimenti strategici. In posizione più bassa troviamo paesi come l'Estonia (39,7), il Canada (39), e il Belgio (38,5), che, pur essendo nazioni sviluppate, mostrano che vi è margine di miglioramento per incrementare l'output innovativo. Paesi come Hong Kong (38,2) e la Spagna (37,4) seguono da vicino, indicando che pur avendo buone infrastrutture tecnologiche, potrebbero necessitare di ulteriori sforzi per aumentare la loro capacità di tradurre l'innovazione in risultati concreti. La Repubblica Ceca (37,3), Nuova Zelanda (37,2), e Bulgaria (36,9) sono esempi di paesi con economie emergenti che mostrano un crescente impegno nell'innovazione, ma che devono ancora superare sfide significative per migliorare la loro posizione. La Norvegia (36,9) e il Portogallo (35,7) dimostrano che anche paesi avanzati potrebbero dover affrontare ostacoli strutturali che limitano l'output innovativo. Paesi come l'Australia (35) e la Turchia (34,5) mostrano che, nonostante gli sforzi, c'è ancora molto da fare per aumentare la loro capacità di innovare efficacemente. L'Ungheria (32,8), la Slovenia (30,9), e la Polonia (30,8) illustrano le sfide comuni ai paesi dell'Europa orientale, che spesso faticano a colmare il divario con i paesi dell'Europa occidentale in termini di output innovativo. Paesi asiatici come la Malesia (29,4), l'Iran (29,2), e l'India (29,1) sono esempi di economie in rapida crescita che stanno facendo progressi nell'innovazione, ma che ancora affrontano ostacoli significativi nel tradurre questi progressi in output misurabili. La Croazia (28,5) e il Vietnam (28,4) rappresentano paesi in transizione che stanno cercando di incrementare il loro potenziale innovativo attraverso riforme e investimenti mirati. Nella parte bassa della classifica troviamo paesi come la Lettonia (28,3), la Romania (27,7), e la Thailandia (27,6), che pur avendo mostrato progressi, devono ancora superare numerosi ostacoli per migliorare la loro posizione. La Repubblica Slovacca (27,5), la Moldavia (26,9), e la Lituania (26,6) sono esempi di paesi che, sebbene abbiano un buon potenziale, necessitano di politiche più incisive per migliorare l'output innovativo. Paesi come l'Ucraina (26,4), la Grecia (26,1), e la Federazione Russa (26) si trovano in una posizione di svantaggio, spesso a causa di problemi economici o politici che ostacolano la capacità di innovare efficacemente. Nazioni in via di sviluppo come le Filippine (25,7), gli Emirati Arabi Uniti (24,8), e il Brasile (24,7) mostrano che ci sono ancora molti sforzi da compiere per tradurre le loro potenzialità innovative in output tangibili. Paesi come il Messico (24,5), il Marocco (24,4), e il Cile (24,3) si trovano nella parte inferiore della classifica, indicando che le loro economie devono ancora sviluppare infrastrutture e sistemi di supporto che possano facilitare un miglior output innovativo. Altri paesi come la Serbia (23,7), la Tunisia (22,8), e la Giamaica (22,5) mostrano che vi è un significativo margine di miglioramento per colmare il divario con i paesi più avanzati. Nella parte più bassa della classifica troviamo paesi con gravi carenze nelle infrastrutture e nelle risorse necessarie per sostenere l'innovazione. Tra questi figurano nazioni come l'Argentina (21,6), la Bielorussia (21,4), la Mongolia (21,3), l'Arabia Saudita (20,3), e Kuwait (20,2). Questi paesi spesso affrontano sfide strutturali che limitano la loro capacità di innovare e di tradurre l'innovazione in risultati concreti. Ancora più in basso nella classifica ci sono paesi come il Pakistan (19,5), il Kenya (17,4), e il Ghana (13,8), che devono affrontare sfide estremamente difficili legate alla povertà, alla mancanza di infrastrutture e a instabilità politica, che ostacolano gravemente la capacità di innovare. I punteggi più bassi sono associati a paesi come il Niger (5,3), la Guinea (3,2), e il Burundi (2,5), che si trovano in una posizione di estrema debolezza economica e tecnologica, con pochissime risorse dedicate all'innovazione e un output quasi inesistente. In sintesi, l'Innovation Output Sub-Index 2022 evidenzia le significative differenze tra i paesi in termini di capacità di generare output innovativi. I risultati riflettono non solo il livello di sviluppo economico e tecnologico, ma anche l'efficacia delle politiche governative e l'investimento in infrastrutture e risorse umane. Mentre alcuni paesi sono leader mondiali nell'innovazione, altri devono affrontare sfide significative per migliorare il loro potenziale innovativo e tradurlo in risultati concreti che possano contribuire alla crescita economica e al benessere sociale.

Innovation Output Sub-Index tra il 2013 ed il 2022. L'Innovation Output Sub-Index rappresenta una misura essenziale della capacità dei paesi di tradurre l'innovazione in risultati tangibili, come prodotti tecnologici, brevetti, e altre forme di progresso economico. L'analisi dei dati tra il 2013 e il 2022 mostra un panorama variegato, con paesi che hanno migliorato significativamente le loro performance e altri che hanno visto un calo preoccupante nei loro risultati. Partiamo dai paesi che hanno mostrato i miglioramenti più significativi. L'Iran, con un aumento assoluto di 7 punti e una crescita percentuale del 31,53%, emerge come uno dei paesi con il maggior progresso in termini di output innovativo. Questa crescita potrebbe essere attribuita agli sforzi del paese di potenziare il settore tecnologico e scientifico, nonostante le sfide economiche e politiche che affronta. La Corea del Sud ha continuato a consolidare la sua posizione come uno dei leader mondiali nell'innovazione, con un incremento di 10,4 punti, pari al 23,37%. Questo risultato riflette gli ingenti investimenti del paese in ricerca e sviluppo, l'educazione tecnologica avanzata e il sostegno governativo alle industrie high-tech. Anche la Cina ha registrato una crescita notevole, con un aumento di 9 punti e un miglioramento del 20,41% nel suo punteggio. Questo progresso è coerente con la strategia cinese di diventare un leader mondiale in settori chiave come l'intelligenza artificiale, le energie rinnovabili e le tecnologie avanzate. Altri paesi che hanno visto una crescita significativa includono il Giappone (+4,2 punti), gli Stati Uniti (+3,2 punti), e la Francia (+2,4 punti). Sebbene questi paesi partissero già da posizioni forti, i loro miglioramenti indicano un ulteriore rafforzamento della capacità di tradurre l'innovazione in risultati concreti. Tuttavia, non tutti i paesi hanno visto una crescita; molti, infatti, hanno subito un calo nel loro punteggio, indicando una diminuzione della loro capacità di produrre innovazione. Il caso della Svizzera è particolarmente degno di nota: nonostante sia storicamente uno dei paesi più innovativi al mondo, ha visto un calo di 5 punti nel suo punteggio, pari a una diminuzione del 7,5%. Questo potrebbe suggerire che la Svizzera sta affrontando sfide nel mantenere il suo ruolo di leadership in un contesto globale sempre più competitivo. Paesi come i Paesi Bassi (-4,4 punti), il Belgio (-7 punti), e la Danimarca (-1,3 punti) hanno tutti registrato cali significativi, nonostante la loro posizione storicamente forte nel panorama dell'innovazione globale. Questo calo potrebbe essere dovuto a vari fattori, tra cui cambiamenti nelle politiche governative, diminuzione degli investimenti in ricerca e sviluppo, o semplicemente un aumento della concorrenza globale. Un altro caso interessante è quello di Israele, che ha visto un calo di 8,9 punti, pari al 17,08%. Israele è noto per il suo vibrante ecosistema di startup e per l'innovazione tecnologica, quindi questo calo potrebbe riflettere sfide specifiche o un rallentamento nella traduzione dell'innovazione in output tangibili. Anche la Nuova Zelanda ha subito un calo significativo (-9 punti, -19,48%), che potrebbe indicare un rallentamento nella capacità del paese di sfruttare l'innovazione per produrre risultati economici concreti. Questo trend è osservabile anche in altri paesi avanzati come il Canada (-11,4 punti, -22,62%) e la Norvegia (-11 punti, -22,96%). Il caso di Hong Kong è particolarmente significativo, con un calo di 10 punti, pari a una diminuzione del 20,75%. Questo calo potrebbe essere legato alle turbolenze politiche e alla crescente influenza della Cina, che potrebbero aver ostacolato la capacità della regione di mantenere il suo status come hub di innovazione. Paesi emergenti come l'India e il Brasile hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 20,49% e del 22,33%, evidenziando le difficoltà nel mantenere il passo con le economie più avanzate in termini di output innovativo. La diminuzione di questi punteggi potrebbe essere legata a fattori quali la mancanza di investimenti sostenuti, problemi strutturali o instabilità politica. Le diminuzioni più drastiche sono state osservate in paesi come la Moldavia (-15,7 punti, -36,85%), l'Argentina (-15 punti, -40,98%) e il Kuwait (-20,4 punti, -50,25%). Questi paesi hanno affrontato difficoltà significative nel mantenere o migliorare la loro capacità innovativa, il che potrebbe essere attribuito a un mix di problemi economici, politici e sociali. Paesi come il Venezuela e lo Yemen hanno visto i peggiori cali percentuali, con lo Yemen che ha subito una diminuzione del 43,92% e il Venezuela che è sceso ancora di più, riflettendo crisi economiche e politiche profonde che hanno gravemente ostacolato la capacità di innovare.

 

Politiche Economiche.  Per incrementare il valore dell'Innovation Output Index, i governi devono adottare un approccio multidimensionale che includa una combinazione di politiche economiche, riforme strutturali, investimenti mirati e incentivi per stimolare l'innovazione in modo efficace e sostenibile. Una delle prime aree da affrontare è il potenziamento del sistema educativo, in particolare nei settori STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Un'istruzione di alta qualità forma una forza lavoro competente e creativa, capace di affrontare le sfide del futuro. I governi dovrebbero investire in programmi educativi che favoriscano non solo la formazione teorica, ma anche l'applicazione pratica delle conoscenze, promuovendo la ricerca e l'innovazione già a livello scolastico e universitario. Questo potrebbe includere partnership tra istituzioni educative e industrie, stage e programmi di ricerca congiunta, oltre a investimenti nelle infrastrutture scolastiche e universitarie per garantire accesso a strumenti e tecnologie all'avanguardia. Parallelamente, è cruciale migliorare l'ecosistema della ricerca e sviluppo (R&S) attraverso incentivi fiscali e finanziamenti diretti. I governi dovrebbero creare incentivi fiscali per le aziende che investono in R&S, offrendo crediti d'imposta, agevolazioni e altre forme di supporto finanziario. Inoltre, devono assicurare un adeguato finanziamento pubblico per la ricerca, soprattutto in aree strategiche che possono avere un impatto significativo sull'economia. Questo potrebbe includere il finanziamento di istituti di ricerca, laboratori, e iniziative tecnologiche nazionali, con l'obiettivo di stimolare l'innovazione e favorire la nascita di nuove tecnologie. I governi potrebbero anche promuovere la creazione di cluster tecnologici e parchi scientifici, dove aziende, università e centri di ricerca possano collaborare strettamente, condividere risorse e sviluppare nuove idee. Un altro aspetto fondamentale è la promozione della collaborazione tra settore pubblico e privato. Le politiche economiche dovrebbero incentivare le partnership pubblico-private, favorendo la condivisione delle conoscenze e delle risorse. Questo può essere realizzato attraverso programmi congiunti di R&S, ma anche tramite la creazione di piattaforme di innovazione aperta, dove le aziende possono collaborare con start-up, università e istituti di ricerca. In questo contesto, il governo può svolgere un ruolo di facilitatore, mettendo in contatto diverse realtà e sostenendo progetti di innovazione di particolare rilevanza. È importante anche sviluppare meccanismi di protezione della proprietà intellettuale che siano efficaci, per assicurare che le aziende e i ricercatori siano incentivati a innovare sapendo che le loro invenzioni saranno adeguatamente tutelate. Un sistema robusto di brevetti e diritti d'autore è essenziale per garantire che gli investimenti in innovazione producano un ritorno economico per gli innovatori. Un altro punto cruciale è l'accesso ai finanziamenti per l'innovazione. Le politiche economiche devono facilitare l'accesso delle imprese, soprattutto le PMI (piccole e medie imprese) e le start-up, al capitale di rischio e ai finanziamenti necessari per sviluppare e commercializzare nuove tecnologie. Questo potrebbe includere la creazione di fondi pubblici di venture capital, garanzie statali sui prestiti per l'innovazione e altre forme di sostegno finanziario. Il governo potrebbe anche incentivare gli investimenti privati nell'innovazione, attraverso sgravi fiscali per gli investitori in start-up e imprese innovative. Inoltre, è essenziale sviluppare mercati finanziari che favoriscano l'innovazione, facilitando l'accesso delle imprese innovative a fonti di capitale attraverso la borsa o altre forme di finanziamento. Il contesto normativo gioca un ruolo altrettanto importante. Le politiche economiche dovrebbero concentrarsi sulla creazione di un ambiente normativo che sia favorevole all'innovazione, riducendo la burocrazia e semplificando i processi per le imprese innovative. Questo include la revisione delle normative esistenti per eliminare gli ostacoli che possono rallentare l'innovazione, come regole obsolete o eccessivamente restrittive. Inoltre, i governi dovrebbero promuovere la digitalizzazione e l'adozione di tecnologie avanzate in tutti i settori dell'economia, attraverso normative che incentivino l'uso di nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale, la blockchain e l'Internet delle cose. L'introduzione di regolamentazioni flessibili e aggiornate che permettano alle imprese di sperimentare nuove tecnologie senza dover affrontare barriere normative significative è fondamentale per stimolare l'innovazione. Un altro elemento chiave è la promozione dell'internazionalizzazione dell'innovazione. I governi dovrebbero facilitare l'accesso delle imprese innovative ai mercati internazionali, attraverso accordi commerciali, partecipazione a programmi di ricerca e innovazione internazionali, e sostegno all'esportazione di tecnologie innovative. Le politiche economiche dovrebbero promuovere l'integrazione delle imprese locali nelle catene del valore globali, facilitando la cooperazione con partner internazionali e l'accesso a nuove tecnologie e competenze. In questo contesto, il ruolo delle ambasciate e degli enti governativi all'estero può essere cruciale per identificare opportunità di mercato e creare collegamenti tra le imprese nazionali e partner stranieri. Le politiche economiche devono anche affrontare il tema della sostenibilità e dell'innovazione verde. In un mondo sempre più consapevole dei problemi ambientali, le politiche dovrebbero incentivare l'innovazione che mira a ridurre l'impatto ambientale delle attività economiche. Questo potrebbe includere incentivi per le imprese che sviluppano tecnologie pulite, investimenti in energie rinnovabili, e supporto per progetti di economia circolare. L'innovazione sostenibile non solo contribuisce a migliorare il valore dell'Innovation Output Index, ma rafforza anche la resilienza economica a lungo termine, preparando l'economia a un futuro in cui le considerazioni ambientali saranno sempre più rilevanti. Infine, è fondamentale promuovere una cultura dell'innovazione a tutti i livelli della società. I governi devono lavorare per creare un ambiente in cui l'innovazione sia valorizzata e sostenuta, attraverso campagne di sensibilizzazione, premi per l'innovazione, e programmi che stimolino la creatività e l'imprenditorialità. La promozione di una cultura dell'innovazione passa anche attraverso il sostegno alle start-up e agli imprenditori, facilitando l'accesso alle risorse e creando un ecosistema favorevole all'innovazione. Le città e le regioni possono svolgere un ruolo importante in questo contesto, diventando hub di innovazione attraverso politiche locali mirate che supportano le iniziative innovative e creano spazi per l'incontro e la collaborazione tra innovatori. In conclusione, incrementare il valore dell'Innovation Output Index richiede una strategia integrata che coinvolga diversi settori e livelli di governo. Le politiche economiche devono essere orientate non solo a stimolare l'innovazione, ma anche a creare le condizioni necessarie affinché questa possa tradursi in risultati concreti e sostenibili. Investire nell'educazione, incentivare la ricerca e sviluppo, migliorare l'accesso ai finanziamenti, e promuovere un ambiente normativo e culturale favorevole sono tutti elementi cruciali per aumentare la capacità di un paese di generare innovazione e tradurla in output economici e sociali che possano essere misurati e apprezzati a livello globale.

Conclusioni. Il valore dell’innovation output index è diminuito tra il 2013 ed il 2022 del 29,17% in media per i paesi considerati. Tuttavia, vi sono dei paesi nei quali il valore dell’innovation output index è cresciuto significativamente tra il 2013 ed il 2022 ovvero: Iran con +31,53%; Corea del Sud con +23,37%, China con +20,41%, Giappone con +10,10%, Stati Uniti con 6,23%. Tuttavia vi son anche dei paesi nei quali il valore di tale variabile è diminuito in modo rilevante ovvero Uganda con -78,36%, Mali -78,43%, Guinea Brunei con -87,97%, Brunei Darussalam con -88,93%, Benin -91,67%.

 


martedì 27 agosto 2024

I legami di innovazione a livello globale

 

Sono diminuiti in media dell’1,09% tra il 2013 ed il 2022 per i paesi considerati

La variabile "innovation linkages" si riferisce al grado di connessione e collaborazione tra diversi attori del sistema di innovazione di un paese o di una regione. Questa variabile misura quanto efficacemente le imprese, le università, i centri di ricerca, e altre istituzioni lavorano insieme per sviluppare, diffondere e applicare nuove idee e tecnologie. Le linkages dell'innovazione sono fondamentali perché promuovono lo scambio di conoscenze, risorse e competenze, che sono essenziali per stimolare l'innovazione e migliorare la competitività economica. Le innovation linkages includono varie forme di collaborazione, come partnership pubblico-private, consorzi di ricerca, reti di imprese, e programmi di trasferimento tecnologico. Questi collegamenti possono avvenire a livello nazionale, regionale o internazionale e coinvolgono non solo il settore privato e quello pubblico, ma anche organizzazioni non governative e altre entità della società civile. Un alto livello di innovation linkages indica un ecosistema innovativo ben integrato, dove i diversi attori sono in grado di collaborare efficacemente, condividere informazioni e risorse, e lavorare verso obiettivi comuni di sviluppo tecnologico e innovativo. Al contrario, un basso livello di innovation linkages suggerisce un sistema frammentato, dove le interazioni tra i vari attori sono limitate, ostacolando così il flusso di idee e l'adozione di nuove tecnologie. Questa variabile è spesso utilizzata come indicatore del potenziale di un paese per sviluppare e commercializzare innovazioni. Un sistema con forti innovation linkages è più propenso a produrre innovazioni di successo e a sostenere la crescita economica a lungo termine, poiché facilita la condivisione di rischi, costi e competenze tra i partecipanti del sistema innovativo.

I legami di innovazione a livello globale nel 2022.  L’analisi dei dati relativi ai legami di innovazione nel 2022 mostra una significativa variazione tra i paesi in termini di capacità di creare e mantenere collegamenti efficaci tra i diversi attori del sistema innovativo. In cima alla classifica troviamo Israele, con un punteggio di 78,4, nettamente superiore a quello di qualsiasi altro paese. Questo risultato non sorprende, considerando l'elevato livello di collaborazione tra settore pubblico, università, centri di ricerca e industria che caratterizza il paese. Israele è rinomato per il suo ecosistema di innovazione altamente connesso, alimentato da una cultura imprenditoriale robusta e da un forte supporto governativo, che insieme promuovono una fitta rete di partnership che si estendono anche a livello internazionale. La Svezia, con un punteggio di 68,3, e la Finlandia, con 66,4, seguono a distanza, ma dimostrano comunque un'elevata capacità di collegamento nel loro sistema di innovazione. Entrambi i paesi nordici hanno storicamente investito in infrastrutture per la ricerca e in politiche di educazione avanzate, che facilitano la collaborazione tra enti pubblici e privati. Questi paesi beneficiano di una governance stabile e di un elevato livello di fiducia sociale, elementi che facilitano la cooperazione e l'innovazione condivisa. Gli Stati Uniti, con un punteggio di 66, sono un altro esempio di un paese con forti legami di innovazione. La combinazione di università di eccellenza, un settore privato dinamico e una disponibilità di capitale di rischio fa degli Stati Uniti un leader nell'innovazione globale. Tuttavia, rispetto ad altri paesi in cima alla classifica, come Israele, la dimensione e la complessità del sistema statunitense possono rappresentare una sfida per mantenere un livello uniforme di connessioni in tutto il paese. La Svizzera, con un punteggio di 64,3, riflette la sua lunga tradizione di eccellenza scientifica e la forte cooperazione tra settore pubblico e privato. Le sue istituzioni accademiche e di ricerca sono tra le migliori al mondo, e l'interazione con l'industria è facilitata da un ambiente regolatorio favorevole e da una cultura imprenditoriale ben radicata. Il Canada e l'Islanda, entrambi con un punteggio di 59,8, rappresentano paesi con ecosistemi innovativi solidi, sebbene non al livello delle nazioni leader. In Canada, la collaborazione tra università e industrie, soprattutto nei settori delle tecnologie emergenti e delle scienze della vita, è una delle forze trainanti dei suoi legami di innovazione. L'Islanda, nonostante le sue dimensioni ridotte, ha sviluppato una rete di innovazione ben connessa, specialmente nei settori dell'energia e della tecnologia, facilitata da politiche governative che promuovono la ricerca e lo sviluppo. Nel gruppo dei paesi con punteggi moderati troviamo l'Austria, il Belgio e Singapore, con punteggi rispettivamente di 57,5, 55,9 e 54,3. Questi paesi mostrano un buon livello di collegamento nel loro sistema innovativo, anche se ci sono margini di miglioramento. Ad esempio, Singapore, pur essendo un hub tecnologico e finanziario globale, potrebbe beneficiare di una maggiore integrazione tra le sue eccellenti infrastrutture di ricerca e l'industria, per rafforzare ulteriormente i suoi legami di innovazione. Passando a paesi come il Regno Unito (52) e la Germania (52,2), che hanno punteggi leggermente superiori a 50, notiamo che, nonostante le loro forti tradizioni di ricerca e sviluppo, esistono sfide nel mantenere una coesione uniforme tra i vari settori dell'innovazione. In particolare, il Regno Unito, con la sua recente uscita dall'Unione Europea, potrebbe dover affrontare nuove sfide nel mantenere i suoi legami di innovazione a livello internazionale. La Germania, nonostante la sua potente industria manifatturiera, potrebbe necessitare di ulteriori sforzi per integrare meglio le sue piccole e medie imprese nel sistema innovativo nazionale. L'Italia, con un punteggio di 39,9, si colloca nella parte inferiore della classifica, suggerendo che ci sono notevoli difficoltà nel creare e mantenere efficaci legami di innovazione. Il sistema italiano, sebbene ricco di eccellenze in settori specifici, soffre di una frammentazione che impedisce una collaborazione efficace su vasta scala. La burocrazia, la mancanza di investimenti continui in R&S, e una certa rigidità del mercato del lavoro sono fattori che ostacolano il potenziale innovativo del paese. La Cina, con un punteggio di 36,8, pur avendo fatto grandi progressi in molte aree dell'innovazione, mostra ancora debolezze nei suoi legami di innovazione. Nonostante i massicci investimenti governativi in ricerca e sviluppo, esiste una distanza tra il settore pubblico e privato che limita l'efficacia complessiva del sistema innovativo cinese. Scendendo nella classifica, troviamo paesi come il Brasile, l'India e la Russia, con punteggi rispettivamente di 24,7, 28,7 e 22,1. Questi paesi emergenti affrontano sfide significative nel rafforzare i loro legami di innovazione. Sebbene abbiano un grande potenziale in termini di popolazione e risorse naturali, la mancanza di infrastrutture avanzate, problemi di governance e limitati investimenti in ricerca limitano la capacità di creare connessioni forti tra i vari attori del sistema innovativo. In fondo alla classifica troviamo paesi come lo Yemen (14,3), l'Iraq (0,3) e il Niger (1,4), che riflettono situazioni di estrema difficoltà economica e politica, che rendono quasi impossibile lo sviluppo di un sistema di innovazione coeso. In questi paesi, la mancanza di stabilità politica, infrastrutture, e capitale umano qualificato limita drasticamente la possibilità di sviluppare collegamenti innovativi efficaci.

I legami di innovazione a livello globale tra il 2013 ed il 2022.  L'analisi dei dati relativi ai legami di innovazione tra il 2013 e il 2022 mostra un panorama estremamente variegato, con alcuni paesi che hanno fatto progressi significativi e altri che hanno subito un drastico calo delle loro capacità di innovazione. Tra i paesi con il maggior miglioramento assoluto, la Guinea si distingue con un aumento di 15,6 punti, che rappresenta una crescita del 110,64%. Questo progresso è notevole, soprattutto considerando che la Guinea parte da una base relativamente bassa, ma è riuscita a più che raddoppiare il suo punteggio, indicando un forte sviluppo delle infrastrutture di innovazione e un miglioramento significativo nella collaborazione tra gli attori del sistema innovativo. Un altro paese che ha registrato una crescita significativa è l'Uzbekistan, con un aumento di 12,6 punti e una variazione percentuale del 104,13%. Questo miglioramento riflette l'impegno del paese nel potenziare le sue capacità di innovazione, probabilmente attraverso riforme economiche e un aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo. Allo stesso modo, l'Albania ha visto un aumento del 103,81%, evidenziando un'accelerazione delle attività di innovazione e una crescente integrazione tra i diversi attori del settore. La Bulgaria, con un incremento del 77,39%, e l'Islanda, con il 67,51%, dimostrano come i paesi con già una buona base di partenza possano continuare a migliorare significativamente i loro legami di innovazione. L'Islanda, in particolare, ha compiuto progressi rilevanti nonostante le sue piccole dimensioni, probabilmente grazie a politiche mirate a promuovere la collaborazione tra imprese, istituti di ricerca e il settore pubblico. D'altro canto, l'analisi rivela anche tendenze preoccupanti in diversi paesi che hanno subito un calo significativo nei loro punteggi di innovazione. Il caso più estremo è quello del Qatar, che ha visto una diminuzione di ben 53 punti, corrispondente a un calo del 65,43%. Questo drammatico declino suggerisce un forte indebolimento delle reti di innovazione nel paese, forse dovuto a fattori come instabilità economica, riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo, o una ridotta cooperazione internazionale. Un simile andamento si osserva in altri paesi come Panama e Burkina Faso, che hanno registrato cali rispettivamente del 62,40% e del 60,43%. Questi dati indicano una significativa erosione delle capacità di innovazione, che potrebbe essere collegata a crisi economiche, politiche instabili o disinvestimenti in settori chiave. Anche paesi come la Giordania e la Macedonia del Nord mostrano cali preoccupanti, con riduzioni rispettivamente del 31,20% e del 56,71%. Questi dati suggeriscono che questi paesi potrebbero aver incontrato difficoltà nel mantenere e sviluppare le loro reti di innovazione, forse a causa di una mancanza di continuità nelle politiche di supporto all'innovazione o di instabilità socio-politica che ha minato la collaborazione tra gli attori del sistema. L'Italia, pur avendo registrato un modesto incremento del 18,75%, si trova in una posizione intermedia. Questo suggerisce che, nonostante i progressi, il paese continua a confrontarsi con sfide strutturali che limitano la piena realizzazione del suo potenziale innovativo. La crescita è positiva, ma non sufficiente per tenere il passo con i paesi più dinamici. Paesi come la Cina, che ha aumentato i suoi legami di innovazione del 31,90%, e la Svezia, con un incremento del 37,15%, dimostrano che investimenti consistenti in ricerca e sviluppo e un forte impegno verso la collaborazione internazionale possono portare a miglioramenti sostanziali. La Cina, in particolare, sta beneficiando di un'enorme spinta verso l'innovazione, supportata da politiche governative favorevoli e da un mercato interno in rapida espansione che facilita la creazione di reti di innovazione sempre più forti. In generale, i dati mostrano una netta divisione tra paesi che hanno saputo capitalizzare su politiche efficaci di promozione dell'innovazione e altri che invece hanno visto un deterioramento delle loro capacità in questo settore. I paesi che hanno registrato le migliori performance tendono ad essere quelli che hanno messo in atto politiche stabili e coerenti nel tempo, investendo in educazione, infrastrutture tecnologiche e favorendo la cooperazione tra il settore pubblico e privato. Al contrario, i paesi che hanno subito i maggiori cali nei punteggi dell'innovazione sono spesso quelli caratterizzati da instabilità economica o politica, o che hanno subito contrazioni significative nei finanziamenti destinati alla ricerca e allo sviluppo. Il caso del Qatar è emblematico, mostrando come un paese che aveva raggiunto un alto livello di collegamenti innovativi possa rapidamente perdere terreno se non riesce a sostenere e adattare il proprio ecosistema innovativo alle mutevoli condizioni economiche globali. Questo sottolinea l'importanza di politiche economiche che siano non solo ambiziose, ma anche resilienti e capaci di adattarsi alle sfide emergenti. Anche l'Unione degli Emirati Arabi, con una diminuzione del 16,70%, rappresenta un esempio di come il successo nell'innovazione richieda non solo risorse, ma anche un sistema flessibile e sostenibile che possa adattarsi a nuove esigenze. Questo calo potrebbe essere un campanello d'allarme per altri paesi che stanno investendo massicciamente in infrastrutture senza però sviluppare un ecosistema di innovazione altrettanto solido e integrato.

Politiche economiche per promuovere i legami di innovazione. Le politiche economiche per promuovere i legami di innovazione devono essere attentamente progettate per rafforzare l'integrazione e la collaborazione tra i vari attori del sistema innovativo, tra cui imprese, università, centri di ricerca, istituzioni governative e organizzazioni della società civile. Un elemento cruciale è l'investimento nel capitale umano, che richiede non solo un'educazione di alta qualità, ma anche la promozione di competenze specifiche legate all'innovazione e alla capacità di lavorare in team multidisciplinari. Questo può essere realizzato attraverso programmi di formazione continua e incentivi per la ricerca, volti a stimolare lo sviluppo di competenze avanzate nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), nonché in ambiti come la gestione dell'innovazione, la proprietà intellettuale e l'imprenditorialità. In parallelo, è fondamentale rafforzare i meccanismi di trasferimento tecnologico tra università e imprese, facilitando il passaggio di conoscenze e tecnologie dal mondo accademico al settore produttivo. Ciò può essere realizzato attraverso la creazione di uffici di trasferimento tecnologico nelle università e di incentivi fiscali per le imprese che collaborano con istituti di ricerca. Questi uffici possono fungere da intermediari, aiutando a tradurre i risultati della ricerca accademica in applicazioni commerciali concrete, e facilitando così la creazione di nuovi prodotti e servizi innovativi. Un'altra area critica è lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche avanzate, come laboratori di ricerca congiunti e parchi tecnologici, che offrono spazi e risorse condivise per la collaborazione tra ricercatori, ingegneri e imprenditori. Questi hub dell'innovazione non solo forniscono l'accesso a tecnologie all'avanguardia, ma favoriscono anche un ambiente in cui idee e competenze possono essere scambiate liberamente, promuovendo così la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. È essenziale che questi spazi siano accessibili a un'ampia gamma di attori, comprese le piccole e medie imprese (PMI), che spesso hanno risorse limitate per investire autonomamente in infrastrutture di ricerca e sviluppo. Incentivi finanziari, come sovvenzioni e agevolazioni fiscali, possono essere utilizzati per incoraggiare le PMI a partecipare attivamente a reti di innovazione, collaborando con università e grandi imprese in progetti di ricerca congiunti. Il ruolo del governo è cruciale anche nel promuovere un quadro normativo e regolamentare che supporti l'innovazione e la collaborazione. Questo include la semplificazione delle procedure burocratiche per la creazione di imprese innovative e la riduzione delle barriere legali che ostacolano la cooperazione tra pubblico e privato. Le riforme normative dovrebbero mirare a creare un ambiente più favorevole per la condivisione delle conoscenze e l'adozione di nuove tecnologie, garantendo al contempo la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Inoltre, è fondamentale sviluppare politiche di sostegno che favoriscano la mobilità dei ricercatori e dei professionisti tra università, centri di ricerca e imprese, facilitando così lo scambio di idee e competenze. La creazione di programmi di scambio e borse di studio per ricercatori e imprenditori può stimolare il trasferimento di conoscenze e il networking, contribuendo a rafforzare i legami di innovazione a livello nazionale e internazionale. Parallelamente, le politiche economiche dovrebbero incentivare la creazione di cluster industriali e reti di imprese, in cui aziende operanti in settori simili o complementari possano collaborare su progetti di innovazione. Questi cluster possono favorire la specializzazione tecnologica e l'efficienza produttiva, aumentando la competitività a livello globale. I governi possono supportare questi sforzi attraverso la fornitura di infrastrutture condivise, come centri di ricerca e sviluppo e laboratori attrezzati, oltre a offrire programmi di finanziamento specifici per le aziende che partecipano a progetti collaborativi. Inoltre, la promozione dell'internazionalizzazione delle reti di innovazione è fondamentale per integrare i mercati locali nei flussi globali di conoscenza e tecnologia. La partecipazione a reti internazionali di ricerca e sviluppo, l'accesso a mercati esteri e la collaborazione con partner internazionali possono espandere le opportunità di innovazione e migliorare la competitività delle imprese nazionali. Un'altra componente essenziale delle politiche per promuovere i legami di innovazione è il sostegno alla cultura dell'imprenditorialità e dell'innovazione aperta. Questo implica non solo la promozione di iniziative imprenditoriali, ma anche la creazione di un ambiente in cui le idee possano essere condivise e sviluppate in modo collaborativo. I governi possono incentivare l'innovazione aperta attraverso piattaforme digitali che facilitano la condivisione di idee, progetti e risorse tra diversi attori, compresi cittadini, università, imprese e istituzioni pubbliche. Queste piattaforme possono fungere da catalizzatori per l'innovazione, permettendo a un ampio spettro di partecipanti di contribuire con competenze e idee innovative, creando così un ecosistema di innovazione più inclusivo e dinamico. Inoltre, programmi di formazione imprenditoriale e acceleratori di startup possono aiutare i nuovi imprenditori a sviluppare competenze cruciali per l'innovazione, dalla gestione aziendale alla raccolta di capitali, promuovendo così una nuova generazione di leader dell'innovazione. Le politiche economiche dovrebbero anche focalizzarsi sull'inclusione di settori tradizionali e della società civile nei processi di innovazione. L'innovazione non deve essere limitata ai settori tecnologici avanzati, ma deve permeare tutti gli ambiti dell'economia e della società. Coinvolgere agricoltura, manifattura, servizi e comunità locali nei progetti di innovazione può generare soluzioni più sostenibili e resilienti. I programmi di sviluppo regionale, che integrano le specificità locali con le opportunità offerte dalla collaborazione internazionale, possono contribuire a creare legami di innovazione che rispondano ai bisogni reali delle comunità, riducendo al contempo le disparità territoriali. Questo approccio inclusivo all'innovazione può essere supportato attraverso incentivi specifici per progetti che coinvolgono partnership tra imprese, organizzazioni non governative e comunità locali, promuovendo così uno sviluppo economico più equilibrato e sostenibile. Infine, la sostenibilità ambientale deve essere un driver centrale nelle politiche economiche volte a promuovere i legami di innovazione. Le sfide legate al cambiamento climatico e alla gestione delle risorse naturali offrono opportunità significative per sviluppare nuove tecnologie e pratiche sostenibili. I governi possono incentivare l'innovazione sostenibile attraverso agevolazioni fiscali, finanziamenti per la ricerca in energie rinnovabili e tecnologie verdi, e normative che incoraggino la riduzione delle emissioni e l'efficienza energetica. Inoltre, la promozione di città intelligenti e l'adozione di tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse urbane possono creare nuovi legami di innovazione tra settore pubblico, privato e comunità locali, contribuendo a un futuro più sostenibile e innovativo. La transizione verso un'economia verde non solo migliora i legami di innovazione, ma può anche rafforzare la competitività globale di un paese, posizionandolo come leader nelle tecnologie del futuro.

Conclusioni. Il valore dei legami di innovazione in media è diminuito per i paesi considerati tra i l 2013 ed il 2022 di un ammontare pari a 1,09%. Vi sono dei paesi nei quali il valore degli innovation linkages è cresciuto significativamente tra il 2013 ed il 2022 come per esempio la Guinea con +110,64%, Uzbekistan con +104,13%, Albania con +103,81%, Bulgaria con +77,39%, Iceland con +67,51%. Vi sono tuttavia anche dei paesi nei quali il valore dei legami di innovazione è diminuito significativamente come per esempio il Guatemala con -57,49%, il Mozambico on -58,71%, il Burkina Faso con -60,43%, Panama con -62,40%, Qatar con -65,43%.

Fonte: Global Innovation Index

Link: https://www.wipo.int/portal/en/index.html




L’Innovation Input Sub-Index a livello mondiale

 

E’ diminuito tra il 2013 ed il 2022 in media del 5,76% per i paesi analizzati

L'Innovation Input Sub-Index è una parte fondamentale dell'Indice Globale dell'Innovazione (Global Innovation Index, GII), che misura la capacità di un paese di generare innovazione. Questo sub-indice si focalizza sugli input, ovvero sulle risorse e sulle condizioni necessarie per favorire l'innovazione. Esso prende in considerazione cinque aspetti principali.  In primo luogo, valuta le istituzioni, che comprendono la qualità delle istituzioni politiche, normative e commerciali, elementi essenziali per creare un ambiente favorevole all'innovazione. Queste includono fattori come la stabilità politica, l'efficacia del governo e il quadro normativo.  In secondo luogo, analizza il capitale umano e la ricerca, misurando l'investimento in istruzione, la qualità del sistema educativo e la disponibilità di ricerca avanzata. Questo aspetto include indicatori quali il tasso di scolarizzazione, la spesa pubblica per l'istruzione e il numero di ricercatori attivi.  Un altro aspetto fondamentale è rappresentato dalle infrastrutture, che valutano la qualità delle infrastrutture fisiche e digitali, indispensabili per l'innovazione. Vengono considerati fattori come l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), la sostenibilità ambientale e la qualità delle infrastrutture di trasporto e logistica.  La sofisticazione del mercato è un ulteriore elemento chiave, che misura la maturità del mercato finanziario, la disponibilità di credito e venture capital, oltre alla facilità di fare affari. Questo aspetto esamina quanto sia semplice per le imprese accedere ai finanziamenti necessari per l'innovazione.  Infine, la sofisticazione aziendale è valutata per comprendere il livello di sofisticazione delle imprese, includendo la capacità di assorbire conoscenze, innovare internamente e collaborare con altre aziende. Questo comprende anche la capacità di attrarre talenti e sfruttare la tecnologia. L'Innovation Input Sub-Index è cruciale perché fornisce una visione complessiva delle condizioni strutturali che supportano l'innovazione. Un punteggio elevato in questo sub-indice indica che un paese è ben preparato per sostenere processi innovativi, sebbene questo non garantisca necessariamente un alto livello di output innovativi. Tuttavia, è un componente essenziale per comprendere quanto un paese sia predisposto a sviluppare e implementare nuove idee e tecnologie.

L'Innovation Input Sub-Index nel 2022.   In cima alla classifica si posiziona Singapore con un punteggio di 70,6, seguita dagli Stati Uniti con 69 e dalla Svizzera con 67,5. Questi paesi sono riconosciuti per le loro istituzioni solide, infrastrutture avanzate, sofisticazione del mercato e aziendale, oltre che per il forte capitale umano e la ricerca. Il loro successo nell'Innovation Input Sub-Index non è sorprendente, considerando l'elevata qualità delle loro istituzioni politiche e normative, il loro investimento consistente in educazione e ricerca, e le loro economie altamente sviluppate. Gli Stati Uniti, al secondo posto, dimostrano un'eccellenza nel supporto alle imprese e nella disponibilità di risorse per la ricerca e sviluppo. Questo riflette il ruolo cruciale del capitale umano altamente qualificato e delle infrastrutture tecnologiche avanzate nel mantenere un ambiente fertile per l'innovazione. La Svizzera, con un punteggio di 67,5, è spesso vista come un modello di efficienza e qualità istituzionale, con una forte tradizione di ricerca e un settore privato che investe pesantemente in innovazione. Seguono paesi come la Svezia (66,3), Hong Kong (65,3), e la Finlandia (64,5), che sono noti per le loro eccellenti strutture educative, politiche di supporto alla ricerca, e sistemi economici che facilitano l'innovazione. La Svezia, in particolare, si distingue per la sua capacità di combinare un elevato standard di vita con un ambiente altamente innovativo, grazie a politiche che promuovono la creatività e l'imprenditorialità. Hong Kong, grazie alla sua posizione come hub finanziario e commerciale, beneficia di un mercato sofisticato che attrae capitali e talenti globali, mentre la Finlandia si distingue per il suo investimento continuo in educazione e ricerca. Il Regno Unito (63,6) e la Danimarca (62,8) sono altri due esempi di paesi che, pur avendo dimensioni relativamente piccole, eccellono nell'Innovation Input Sub-Index. Il Regno Unito, con le sue università di classe mondiale e un ambiente economico favorevole all'innovazione, continua a essere un leader globale in questo ambito. La Danimarca, con il suo forte welfare state e politiche che favoriscono l'equilibrio tra vita lavorativa e personale, crea un ambiente in cui l'innovazione può prosperare, supportata da un alto livello di fiducia nelle istituzioni. Canada (62,5) e Paesi Bassi (62,4) seguono a ruota, con economie altamente sviluppate che offrono un ambiente stabile e favorevole per l'innovazione. Entrambi i paesi vantano un forte sistema educativo, un elevato grado di sofisticazione del mercato, e un solido supporto alle imprese, elementi che si riflettono nei loro alti punteggi nell'Innovation Input Sub-Index. Tra i paesi asiatici, oltre a Singapore e Hong Kong, anche Giappone (61,4) e Corea del Sud (60,6) si distinguono per le loro performance. Il Giappone, noto per le sue innovazioni tecnologiche e la sua industria avanzata, continua a essere un leader globale, anche se il suo punteggio suggerisce che potrebbe esserci spazio per miglioramenti in alcune aree. La Corea del Sud, che ha fatto enormi progressi nell'innovazione negli ultimi decenni, riflette un impegno costante nel miglioramento delle sue infrastrutture e del capitale umano. Tra i paesi europei, Germania (60,9) e Francia (60,9) mantengono posizioni forti, grazie a economie diversificate e a politiche che supportano la ricerca e lo sviluppo. La Germania, con il suo robusto settore manifatturiero e un sistema di formazione professionale molto avanzato, continua a essere una potenza innovativa in Europa. La Francia, con il suo sistema educativo di alta qualità e un'ampia rete di istituti di ricerca, si conferma come uno dei principali attori nell'innovazione a livello globale. Estonia (60,7), un paese relativamente piccolo ma altamente digitalizzato, dimostra che anche le nazioni più piccole possono eccellere nell'innovazione se supportate da politiche intelligenti e da un forte impegno verso la digitalizzazione e l'educazione. Questo posizionamento è particolarmente notevole considerando le dimensioni e le risorse limitate del paese. L'analisi dei paesi con punteggi più bassi evidenzia le sfide significative che devono affrontare. Paesi come Nigeria (25,3), Burkina Faso (25,2), e Yemen (19,2) si trovano in fondo alla classifica, riflettendo una mancanza di infrastrutture, un basso livello di capitale umano qualificato, e istituzioni spesso instabili o inefficaci. Questi fattori rendono difficile per questi paesi creare un ambiente favorevole all'innovazione. La bassa disponibilità di risorse per l'educazione e la ricerca, insieme a mercati poco sviluppati, contribuiscono a limitare la capacità di questi paesi di attrarre investimenti e talenti necessari per lo sviluppo innovativo. L'Italia, con un punteggio di 48,9, si colloca in una posizione intermedia, il che suggerisce che, nonostante un'economia diversificata e un buon livello di capitale umano, il paese potrebbe beneficiare di ulteriori riforme strutturali per migliorare il suo ambiente innovativo. La bassa posizione dell'Italia può essere attribuita a una combinazione di fattori, tra cui la burocrazia, una certa rigidità del mercato del lavoro, e un sistema educativo che potrebbe necessitare di maggiori investimenti, soprattutto in termini di ricerca e sviluppo. L'Asia, oltre ai suoi leader come Singapore e Hong Kong, mostra una grande variabilità, con paesi come l'India (44,1) e la Cina (57,5) che stanno facendo progressi significativi, pur avendo ancora molta strada da fare per raggiungere i livelli dei paesi più sviluppati. La Cina, in particolare, con il suo massiccio investimento in ricerca e sviluppo e una crescente sofisticazione aziendale, sta rapidamente scalando le classifiche, dimostrando il potenziale delle economie emergenti nell'arena globale dell'innovazione. L'Africa, rappresentata da paesi come il Sudafrica (37,5), Kenya (28,1), e Nigeria (25,3), mostra chiaramente le sfide strutturali che devono essere superate per creare un ambiente favorevole all'innovazione. Questi paesi devono affrontare significative difficoltà in termini di infrastrutture, educazione e stabilità istituzionale, che limitano la loro capacità di attrarre investimenti e promuovere l'innovazione. Tuttavia, alcuni paesi africani stanno iniziando a fare progressi, sfruttando le nuove tecnologie e investendo in capitale umano per migliorare le loro performance.

L'Innovation Input Sub-Index tra il 2013 ed il 2022.  In cima alla lista dei miglioramenti si trovano paesi come la Cina, l'India, l'Uzbekistan e l'Indonesia, che hanno registrato notevoli aumenti nei loro punteggi dell'Innovation Input Sub-Index. La Cina, in particolare, ha mostrato un aumento assoluto di 12,3 punti, pari a un incremento del 27,21%. Questo miglioramento può essere attribuito a diversi fattori, tra cui un massiccio investimento in ricerca e sviluppo, politiche governative favorevoli all'innovazione e un'attenzione crescente all'istruzione superiore e alla formazione professionale. L'India, con un aumento del 23,18%, riflette una tendenza simile, sebbene su una scala leggermente inferiore. Questo progresso può essere visto come risultato delle riforme economiche, dell'apertura al mercato globale e degli investimenti nelle tecnologie digitali. Paesi come l'Uzbekistan e l'Indonesia hanno anch'essi mostrato miglioramenti significativi, rispettivamente del 20% e del 17,89%. Questi incrementi possono essere associati a politiche interne mirate a migliorare l'accesso all'istruzione, a potenziare le infrastrutture e a creare un ambiente economico più competitivo. Tuttavia, è importante notare che, nonostante questi progressi, i punteggi assoluti di questi paesi rimangono relativamente bassi rispetto a nazioni più sviluppate, indicando che, sebbene vi sia stato un progresso, c'è ancora molto da fare per raggiungere i leader globali dell'innovazione. Un altro gruppo di paesi, tra cui Vietnam, Pakistan, e Filippine, ha registrato aumenti moderati nell'indice, con incrementi percentuali che vanno dal 10% al 13%. Questi miglioramenti suggeriscono un progresso stabile e costante, sebbene non rivoluzionario, che riflette probabilmente miglioramenti graduali nell'ambiente economico e nelle politiche governative orientate all'innovazione. Un caso interessante è rappresentato dagli Emirati Arabi Uniti, dall'Estonia e da Malta, paesi che hanno già un punteggio relativamente alto e che continuano a migliorare, anche se con incrementi percentuali più modesti. Gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, hanno registrato un aumento del 10%, riflettendo l'impegno continuo del paese a diversificare la propria economia e a investire in settori ad alta tecnologia. L'Estonia, con un incremento dell'8,98%, continua a rafforzare la sua reputazione come leader nell'innovazione digitale e nelle tecnologie dell'informazione. D'altra parte, alcuni dei paesi più sviluppati, come la Francia, la Germania e la Svizzera, hanno mostrato solo lievi miglioramenti, con aumenti percentuali inferiori al 5%. Questo potrebbe suggerire che questi paesi, già leader nell'innovazione, stanno raggiungendo un plateau, dove ulteriori miglioramenti diventano più difficili da ottenere. Tuttavia, la loro posizione relativamente alta nell'indice dimostra che continuano a mantenere un ambiente fortemente favorevole all'innovazione. Al contrario, numerosi paesi hanno registrato un declino nei loro punteggi, indicando difficoltà nel mantenere o migliorare il loro ambiente favorevole all'innovazione. Tra questi paesi, gli Stati Uniti hanno visto una leggera diminuzione del loro punteggio, con un calo dello 0,29%. Questo declino marginale potrebbe riflettere le sfide crescenti che il paese deve affrontare nel mantenere la sua posizione di leader globale nell'innovazione, nonostante i continui investimenti in tecnologia e ricerca. Il Giappone, Singapore e la Corea del Sud, noti per essere potenze tecnologiche, hanno tutti registrato diminuzioni nei loro punteggi, rispettivamente del 2,23%, 2,35% e 2,42%. Questi cali, seppur non drammatici, potrebbero indicare sfide strutturali o saturazione nei loro rispettivi ambienti di innovazione. Ad esempio, il Giappone potrebbe affrontare difficoltà dovute a una popolazione in invecchiamento e a una rigida struttura economica che rende difficile l'adozione di nuove idee. Singapore, d'altro canto, potrebbe affrontare limiti legati alla sua dimensione geografica e alla dipendenza dalle risorse umane altamente qualificate, mentre la Corea del Sud potrebbe essere influenzata da una concorrenza globale sempre più feroce. Un altro gruppo significativo di paesi che hanno subito diminuzioni comprende nazioni europee come i Paesi Bassi, la Finlandia, la Norvegia e la Danimarca. I cali registrati da questi paesi, che vanno dal 2,8% al 5,28%, potrebbero suggerire una riduzione della capacità di mantenere il ritmo dell'innovazione a fronte di crescenti pressioni economiche globali e cambiamenti demografici interni. Ad esempio, la Finlandia, che ha visto un calo del 3,3%, potrebbe trovarsi a dover affrontare sfide legate a un mercato del lavoro in evoluzione e alla necessità di rinnovare il proprio modello economico. Paesi come la Grecia, la Slovenia e la Slovacchia hanno registrato cali più significativi, con diminuzioni che variano dal 5% al 9%. Questi cali possono essere attribuiti a crisi economiche, instabilità politica o mancanza di investimenti sufficienti in infrastrutture innovative. Per esempio, la Grecia ha sofferto per anni a causa della crisi del debito sovrano, che ha limitato la capacità del paese di investire in settori cruciali per l'innovazione. Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda i paesi che hanno registrato i cali più significativi, molti dei quali si trovano in regioni in via di sviluppo o sono caratterizzati da instabilità politica ed economica. Tra questi, l'Irlanda ha visto una diminuzione dell'8,3% nel suo punteggio, un dato sorprendente per un paese che è spesso considerato un hub per le imprese tecnologiche globali. Questo declino potrebbe riflettere sfide interne come l'aumento dei costi di vita e delle difficoltà nell'attrarre talenti internazionali, che potrebbero frenare l'attrattiva del paese come centro per l'innovazione. Un altro gruppo di paesi che ha visto cali allarmanti comprende nazioni africane come l'Uganda, il Mozambico e la Guinea, che hanno subito diminuzioni superiori al 20%. Questi risultati indicano gravi difficoltà strutturali che impediscono a questi paesi di sviluppare un ambiente favorevole all'innovazione. La mancanza di infrastrutture, l'instabilità politica e la povertà diffusa sono fattori che probabilmente contribuiscono a questi declini. Il calo più significativo è stato registrato dal Guatemala, con una diminuzione del 30,4%, suggerendo che il paese sta affrontando sfide profonde che impediscono qualsiasi progresso nell'innovazione.

Politiche economiche per l’innovation input sub index. Le politiche economiche volte a incrementare il valore dell'Innovation Input Sub-Index devono focalizzarsi su una serie di interventi strategici che migliorino le condizioni strutturali, istituzionali e finanziarie di un paese, creando così un ambiente più favorevole all'innovazione. In primo luogo, è fondamentale investire massicciamente nel capitale umano. Ciò significa potenziare il sistema educativo a tutti i livelli, dall'istruzione primaria fino a quella universitaria, con un'enfasi particolare sulle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Tuttavia, non basta semplicemente incrementare il numero di laureati; è necessario garantire che l'istruzione sia di alta qualità, accessibile e strettamente connessa alle esigenze del mercato del lavoro. Questo richiede una riforma continua dei programmi di studio per allineare le competenze degli studenti alle sfide attuali e future del mondo del lavoro, promuovendo al contempo la formazione continua e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Parallelamente, è cruciale sostenere la ricerca scientifica e l'innovazione attraverso un aumento degli investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo (R&S). I governi possono incentivare tali investimenti tramite agevolazioni fiscali, sovvenzioni dirette, e politiche di sostegno per la creazione di partenariati pubblico-privato, favorendo la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese. In questo contesto, è essenziale anche promuovere una cultura dell'innovazione all'interno delle aziende, supportando l'intraprendenza e la creatività dei lavoratori, nonché facilitando l'accesso a tecnologie all'avanguardia e a processi produttivi innovativi. Oltre all'investimento nel capitale umano e nella R&S, un altro elemento cruciale per migliorare l'Innovation Input Sub-Index è la qualità delle infrastrutture, sia fisiche che digitali. Le infrastrutture di trasporto efficienti, i sistemi energetici sostenibili, e una rete di telecomunicazioni avanzata sono tutte componenti essenziali per creare un ambiente che favorisca l'innovazione. In particolare, l'infrastruttura digitale riveste un ruolo sempre più importante. Espandere l'accesso a Internet ad alta velocità e garantire la diffusione capillare delle tecnologie digitali, come la rete 5G e le piattaforme di intelligenza artificiale, può migliorare significativamente la capacità di un paese di attrarre investimenti e talenti, favorendo la crescita delle startup e delle imprese innovative. Le politiche economiche dovrebbero quindi includere piani strategici per l'espansione e il miglioramento delle infrastrutture digitali, includendo anche programmi di alfabetizzazione digitale per assicurare che la popolazione e le imprese siano in grado di sfruttare appieno le nuove tecnologie. Le istituzioni, un altro pilastro dell'Innovation Input Sub-Index, devono essere efficienti, trasparenti e stabili per creare un ambiente che favorisca l'innovazione. La governance efficace, il rispetto dello stato di diritto, e un sistema normativo favorevole agli affari sono elementi che possono incentivare gli investimenti e la creatività imprenditoriale. Le riforme istituzionali dovrebbero mirare a ridurre la burocrazia, semplificare le procedure per avviare un'impresa, e migliorare la trasparenza e la responsabilità delle istituzioni pubbliche. Inoltre, è fondamentale garantire un sistema giudiziario efficace e imparziale, capace di proteggere i diritti di proprietà intellettuale e di far rispettare i contratti, poiché questi sono aspetti critici per attrarre investitori e incentivare l'innovazione.  Un altro fattore chiave è la sofisticazione del mercato, che riguarda la capacità del sistema finanziario di supportare l'innovazione attraverso l'offerta di credito, venture capital e altri strumenti finanziari. Per migliorare questo aspetto, le politiche economiche dovrebbero promuovere un ambiente finanziario dinamico, in cui le banche e gli investitori siano disposti a finanziare progetti innovativi, anche se rischiosi. I governi possono facilitare questo processo attraverso la creazione di fondi di venture capital pubblici, il supporto alle piattaforme di crowdfunding, e l'offerta di garanzie per i prestiti alle startup. Inoltre, la regolamentazione finanziaria dovrebbe essere calibrata in modo da equilibrare la stabilità del sistema con la necessità di supportare l'innovazione. Ad esempio, regolamentazioni più flessibili per le nuove imprese, come quelle del fintech, possono stimolare la competizione e l'innovazione all'interno del settore finanziario. Un'altra area critica è la sofisticazione aziendale, che riguarda la capacità delle imprese di adottare e sviluppare nuove tecnologie, nonché di collaborare con altre imprese e istituzioni per innovare. Le politiche economiche dovrebbero quindi incentivare l'adozione di tecnologie avanzate e promuovere la creazione di reti di collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca. Questo può essere fatto attraverso la creazione di cluster industriali, parchi tecnologici e incubatori di startup, che facilitino l'incontro tra innovatori e investitori, nonché la condivisione di conoscenze e risorse. Le politiche dovrebbero anche incoraggiare l'internazionalizzazione delle imprese, facilitando l'accesso ai mercati globali e promuovendo la partecipazione a reti internazionali di innovazione. Infine, un aspetto spesso trascurato ma cruciale per migliorare l'Innovation Input Sub-Index è la promozione della sostenibilità ambientale come driver di innovazione. Le politiche economiche dovrebbero incentivare l'adozione di pratiche sostenibili, sia nelle aziende che a livello di infrastrutture nazionali. Questo può includere incentivi fiscali per le imprese che investono in tecnologie pulite, la promozione di energie rinnovabili, e lo sviluppo di città intelligenti e sostenibili. La transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio non solo contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici, ma offre anche opportunità significative per l'innovazione in settori come l'energia, i trasporti, e l'edilizia. Inoltre, il legame tra sostenibilità e innovazione è sempre più riconosciuto a livello internazionale, e i paesi che adottano politiche innovative in questo ambito possono non solo migliorare il loro Innovation Input Sub-Index, ma anche posizionarsi come leader globali nella transizione ecologica.

Conclusioni. Il valore dell’innovation input sub index è diminuito tra il 2013 ed il 2022 in media del 5,76% per i paesi analizzati passando da un ammontare di 43,11 unità fino ad un valore di 40,63 unità. Vi sono tuttavia dei paesi che hanno fatto segnare un valore dell’innovation input sub index assai superiore rispetto alla media di periodo ovvero la Cina con +27,21%, l’India con +23,18%, Uzbekistan con +20,00%, Indonesia con +17,89%, Iran Islamic Republic con +12,65%. Vi sono anche dei paesi nei quali il valore dell’innovation input sub index è diminuito significativamente ovvero Trinidad and Tobago con -20,79%, Tobago con -21,14%, Uganda con -22,81%, Mozambique con -26,18%, Guatemala con -30,40%.

Fonte: Global Innovation Index

Link: https://www.wipo.int