E’
cresciuto tra il 2013 ed il 2022 in media del 61,29% per i paesi considerati
L’accesso alle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (ICT Access) è un indicatore che misura
la disponibilità e l'uso delle tecnologie digitali fondamentali per la
comunicazione, l'informazione e l'innovazione. Questa variabile tiene conto di
diversi fattori che includono l'accesso a internet, la diffusione di
dispositivi mobili, la penetrazione delle linee fisse e mobili, la
disponibilità di computer e altri dispositivi digitali, oltre all'accessibilità
economica e alla qualità delle infrastrutture di rete. ICT Access è considerato
un elemento cruciale per valutare lo sviluppo tecnologico e digitale di un
paese, in quanto rappresenta la base per l'adozione di tecnologie avanzate,
l'inclusione digitale e la partecipazione economica e sociale. Un alto livello
di accesso ICT è spesso associato a un ecosistema digitale robusto, dove
cittadini e imprese possono facilmente accedere a servizi online, partecipare a
reti globali di conoscenza e innovazione e sfruttare le opportunità offerte
dalla digitalizzazione in settori come l’educazione, la sanità e l’economia. D'altra
parte, un accesso limitato alle ICT riflette la presenza di barriere
economiche, infrastrutturali e sociali che impediscono la piena partecipazione
alla società digitale. Questo divario, noto come digital divide, può avere
impatti significativi sulla crescita economica, sull'inclusione sociale e
sull'accesso alle opportunità globali. Misurare e migliorare l'accesso alle ICT
è quindi un obiettivo chiave per i governi e le organizzazioni internazionali,
al fine di promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile.
Accesso alle
tecnologie ICT nel 2022. L’accesso alle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione (ICT) rappresenta un elemento cruciale per lo sviluppo
economico, sociale e culturale di un paese. L’analisi dei dati relativi al 2022
mostra una notevole disparità tra nazioni in termini di accesso alle ICT,
riflettendo profonde differenze a livello di sviluppo economico,
infrastrutture, investimenti e politiche governative. Al vertice della
classifica troviamo Singapore, con un accesso alle ICT del 99,6%, seguita dagli
Emirati Arabi Uniti e Hong Kong con il 98,2%. Questi paesi hanno investito
massicciamente nelle infrastrutture digitali, sviluppando ecosistemi
tecnologici altamente avanzati e offrendo ai cittadini accesso quasi universale
a internet, dispositivi digitali e servizi online. La loro posizione geografica
strategica come hub finanziari e commerciali ha ulteriormente incentivato lo
sviluppo di reti ICT avanzate, rendendo queste nazioni leader mondiali
nell’adozione tecnologica. Altri paesi europei come Cipro, Lussemburgo e Islanda
seguono con percentuali superiori al 97%, dimostrando come un ambiente politico
stabile, investimenti a lungo termine e una popolazione relativamente ridotta
possano facilitare un accesso capillare alle tecnologie digitali. In generale,
le nazioni europee dominano le prime posizioni della classifica, riflettendo il
forte impegno dell’Unione Europea nel promuovere l’inclusione digitale e
ridurre il digital divide tra le diverse regioni. Anche i paesi del Medio
Oriente come l’Arabia Saudita, Kuwait e Qatar registrano alti livelli di
accesso ICT, grazie a politiche governative mirate a diversificare l’economia e
ridurre la dipendenza dal petrolio, con un’attenzione crescente verso la
digitalizzazione e l’innovazione tecnologica. L’Asia orientale vede la presenza
di nazioni come Corea del Sud e Giappone, che si distinguono per l’elevata
qualità delle loro infrastrutture digitali, sviluppate attraverso decenni di
investimenti pubblici e privati. La Corea del Sud, in particolare, è nota per
avere una delle connessioni internet più veloci e diffuse al mondo, con un
accesso ICT al 95%, risultato di politiche educative che promuovono la
competenza digitale sin dalle scuole primarie e di un ecosistema tecnologico
dinamico e in continua espansione. Spostandoci verso l’Europa dell’Est e l’Asia
centrale, troviamo paesi come Armenia, Georgia e Kazakhstan con tassi di
accesso compresi tra il 90% e il 93%, dimostrando i progressi compiuti in
regioni che, fino a qualche decennio fa, erano notevolmente indietro in termini
di digitalizzazione. In questi casi, la collaborazione internazionale, spesso
con il supporto di organizzazioni come la Banca Mondiale, ha giocato un ruolo
cruciale nel modernizzare le infrastrutture ICT e migliorare l’accesso della
popolazione a internet e alle tecnologie digitali. Tuttavia, nonostante questi
successi, esistono ancora disparità significative all’interno delle stesse
regioni. In Europa meridionale, ad esempio, paesi come l’Italia, con un accesso
ICT dell’88,1%, restano leggermente indietro rispetto alla media europea.
Questo risultato può essere attribuito a una combinazione di fattori, tra cui
una burocrazia complessa, investimenti infrastrutturali non sempre efficaci e
una distribuzione disomogenea della connessione internet tra le diverse aree geografiche
del paese, con il sud che soffre maggiormente la mancanza di connessioni ad
alta velocità. Situazione simile si osserva in paesi dell’America Latina come
il Brasile (81,4%) e il Messico (77,2%), dove nonostante il rapido sviluppo
delle infrastrutture digitali, permangono importanti sfide legate
all’accessibilità nelle aree rurali e meno sviluppate. L’Asia meridionale e il
Sud-est asiatico presentano invece una notevole eterogeneità: nazioni come il
Vietnam (90,5%) hanno compiuto progressi significativi nella digitalizzazione,
mentre altre come l’India (70,4%) mostrano un forte divario digitale tra le
diverse regioni del paese, con una gran parte della popolazione rurale ancora
esclusa dall’accesso a servizi ICT di base. Paesi africani come il Marocco
(90,7%) rappresentano esempi positivi di come una gestione strategica delle
risorse e politiche mirate possano portare a un significativo aumento
dell’accesso alle ICT, ma in gran parte del continente, i livelli di accesso
rimangono bassi. Nazioni come il Ghana (72,4%), la Nigeria (56,6%) e l’Etiopia
(36,8%) affrontano enormi sfide infrastrutturali e socioeconomiche che limitano
l’espansione delle reti ICT, lasciando ampie fasce della popolazione senza
connessione o con un accesso limitato e di bassa qualità. In questi contesti,
la mancanza di investimenti, l'instabilità politica e le difficoltà economiche
rappresentano ostacoli significativi al progresso digitale. Il caso estremo è
rappresentato dal Myanmar, con un accesso ICT praticamente inesistente nel
2022, segno di un paese che ha subito gravi crisi politiche e militari che
hanno paralizzato ogni tentativo di sviluppo tecnologico. Nel complesso, i dati
riflettono un panorama globale altamente disomogeneo in cui i paesi con
economie più sviluppate e stabili tendono a dominare le posizioni più alte,
mentre quelli in via di sviluppo o afflitti da instabilità politica restano
indietro. Questa disuguaglianza nell’accesso alle ICT non solo evidenzia le
disparità economiche, ma ha anche profonde implicazioni sul piano sociale,
educativo e lavorativo. In un mondo sempre più interconnesso, l’accesso alle
tecnologie digitali è un elemento chiave per la crescita economica, la
partecipazione democratica e la riduzione della povertà. Pertanto, per i paesi
che si trovano nella parte bassa della classifica, sarà cruciale adottare
politiche di sviluppo inclusivo che mirino a superare le barriere
infrastrutturali ed economiche, con un maggiore focus sugli investimenti in
tecnologie digitali e sulla formazione delle competenze necessarie per
partecipare pienamente all’economia globale digitale.
Accesso
alle tecnologie ICT tra il 2013 ed il 2022. L'analisi dei
dati relativi all'accesso alle ICT tra il 2013 e il 2022 evidenzia tendenze
diversificate in base ai contesti socioeconomici e alle priorità dei diversi
paesi. Nel periodo considerato, alcuni paesi hanno registrato miglioramenti
significativi, spesso collegati a investimenti mirati e politiche che
promuovono l'espansione delle infrastrutture digitali e l'inclusione
tecnologica. Il Bangladesh, ad esempio, ha registrato un aumento del 297,91%,
portando il suo livello di accesso ICT dal 19,1% nel 2013 al 76% nel 2022.
Questo risultato può essere attribuito all'adozione di politiche governative
favorevoli alla digitalizzazione e alla diffusione capillare di reti mobili,
che hanno permesso di estendere l'accesso a un'ampia fascia della popolazione, anche
nelle aree rurali. Analogamente, la Repubblica del Kirghizistan, con una
crescita del 254,2%, ha significativamente ampliato la sua connettività,
beneficiando di iniziative volte a modernizzare le infrastrutture digitali e a
migliorare l'accesso a Internet nelle regioni remote. Anche l'Africa
subsahariana mostra progressi interessanti, con paesi come Zambia (+290,23%),
Ghana (+244,76%) e Kenya (+221,79%) che hanno registrato importanti aumenti. In
questi paesi, la crescente diffusione di reti mobili e l’adozione di soluzioni
innovative per l’accesso a basso costo, come i pagamenti digitali via mobile,
hanno contribuito notevolmente all’espansione dell’accesso ICT. Tuttavia,
nonostante questi incrementi, molti di questi paesi partono da un livello iniziale
molto basso, indicando che, sebbene ci siano stati progressi, il divario
rispetto ai paesi più sviluppati rimane ampio. L'espansione delle reti digitali
in Africa e Asia, pur essendo significativa, evidenzia la necessità di
ulteriori investimenti per garantire una qualità di connessione adeguata e una
distribuzione più equa dell'accesso tra aree urbane e rurali. D'altro canto,
alcuni paesi sviluppati e ad alto reddito, come la Svezia (+10,12%), l'Islanda
(+10,1%) e la Svizzera (+4,84%), hanno mostrato miglioramenti modesti, il che
riflette una saturazione dell'accesso alle ICT, già vicino al 100% nella
maggior parte della popolazione. Questo scenario suggerisce che, in contesti
altamente sviluppati, gli sforzi si stanno ora concentrando più sulla qualità
delle infrastrutture e sull'integrazione delle tecnologie emergenti, piuttosto
che sull'espansione della connettività di base. Al contrario, paesi come Hong
Kong e Singapore, che già partivano da livelli elevati di accesso ICT nel 2013,
hanno comunque registrato miglioramenti significativi, rispettivamente del
6,62% e 18,85%, raggiungendo quasi la copertura totale della popolazione.
Questi aumenti indicano non solo un miglioramento della penetrazione, ma anche
una transizione verso servizi più avanzati e una connettività di qualità
superiore, che comprendono infrastrutture 5G e servizi cloud di ultima
generazione. Guardando all'America Latina, paesi come la Colombia (+104,56%) e
il Perù (+81,91%) hanno compiuto notevoli progressi nell’ampliamento dell’accesso
ICT, con una crescita trainata da politiche di inclusione digitale, programmi
governativi di sostegno e un’espansione delle reti mobili. Tuttavia, il divario
digitale all’interno di queste nazioni rimane significativo, con le aree rurali
ancora in ritardo rispetto ai grandi centri urbani. Anche nazioni come la Cina
(+113,83%) e l'India (+183,87%) si distinguono per l'incremento significativo
nell'accesso ICT, sebbene le dimensioni e la diversità geografica di questi
paesi comportino sfide considerevoli nella distribuzione equa dell'accesso. In
Cina, l’espansione della connettività ha beneficiato di massicci investimenti
nelle infrastrutture digitali, con il governo che ha promosso attivamente
l'inclusione digitale come parte della sua strategia di sviluppo nazionale. In
India, l'aumento dell'accesso ICT è legato principalmente alla crescita
esponenziale dell'uso degli smartphone e alla diffusione di piani dati a basso
costo, che hanno reso possibile l'accesso a Internet per milioni di persone. D'altra
parte, è interessante notare che, sebbene molti paesi emergenti abbiano
mostrato una crescita percentuale significativa, i paesi sviluppati hanno
registrato incrementi più contenuti, ma comunque sostanziali in termini
assoluti. Gli Stati Uniti, con un aumento del 19,33%, e il Regno Unito, con il
13,22%, sono esempi di nazioni dove la saturazione del mercato non ha impedito
ulteriori miglioramenti, in particolare attraverso l'espansione delle reti di
nuova generazione e l'integrazione delle ICT nelle attività economiche
quotidiane. Paesi europei come la Francia (+11,99%) e la Germania (+5,77%)
mostrano tassi di crescita più moderati, riflettendo un focus maggiore sulla
qualità dell’accesso e sulla riduzione delle disparità digitali tra le diverse
regioni. Tuttavia, anche in questi contesti avanzati, persistono differenze
significative tra aree urbane e rurali, che richiedono interventi mirati per
colmare il digital divide. In conclusione, i dati presentati evidenziano come
il periodo dal 2013 al 2022 sia stato caratterizzato da una significativa
espansione dell'accesso alle ICT, in particolare nei paesi a basso e medio
reddito, dove l'inclusione digitale è stata spinta da innovazioni tecnologiche
e politiche governative proattive. Tuttavia, il progresso rimane disomogeneo,
con paesi come il Bangladesh, il Kenya e l'Uzbekistan che hanno fatto passi da
gigante, mentre altri, pur migliorando, mostrano tassi di crescita più limitati
a causa di fattori economici, infrastrutturali e sociali. Nei paesi sviluppati,
la crescita percentuale è stata meno impressionante, ma la penetrazione già
alta e l’attenzione alla qualità del servizio indicano un passaggio a una fase
più matura della digitalizzazione. La sfida globale per il prossimo decennio
sarà quindi non solo espandere ulteriormente l'accesso ICT, ma garantire che
sia equamente distribuito, di alta qualità e capace di supportare l'adozione
delle nuove tecnologie emergenti in modo inclusivo e sostenibile.
Politiche
economiche per l’ICT Access. Lo sviluppo dell'accesso alle tecnologie
dell'informazione e della comunicazione (ICT Access) richiede una serie di
politiche economiche integrate che mirano a migliorare le infrastrutture
digitali, aumentare la connettività e ridurre il divario digitale tra diverse
aree geografiche e gruppi sociali. Un primo passo cruciale è l'investimento
nelle infrastrutture di rete, come la banda larga e le reti mobili di nuova
generazione (4G, 5G). I governi possono incentivare gli investimenti privati in
queste infrastrutture attraverso agevolazioni fiscali, sovvenzioni e
partenariati pubblico-privati, garantendo allo stesso tempo un quadro
regolamentare che favorisca la concorrenza e la riduzione dei costi per gli
utenti finali. È essenziale assicurarsi che le aree rurali e remote, spesso
trascurate dagli operatori privati a causa della scarsa redditività, siano
coperte da programmi di connettività sovvenzionati o incentivati dallo Stato. Un’altra
strategia chiave è l’espansione dell’accesso a dispositivi digitali, come
smartphone, tablet e computer, attraverso politiche di sussidio, programmi di
prestito o iniziative di riciclo tecnologico. Questo può includere programmi
che offrono dispositivi a prezzi agevolati per famiglie a basso reddito o
istituzioni scolastiche. Accanto a queste misure, è fondamentale promuovere
l’alfabetizzazione digitale, assicurando che la popolazione abbia le competenze
necessarie per utilizzare efficacemente le tecnologie ICT. Investire in
programmi di formazione e riqualificazione digitale, sia attraverso il sistema
educativo formale che mediante iniziative di apprendimento permanente, è
essenziale per creare una forza lavoro capace di sfruttare al meglio le
opportunità offerte dalla digitalizzazione. I governi possono inoltre adottare
politiche per favorire l'adozione delle ICT nel settore pubblico, rendendo
accessibili online servizi essenziali come la sanità, l’istruzione e
l’amministrazione. Questo non solo stimola la domanda di servizi digitali, ma
crea anche un ambiente favorevole allo sviluppo dell'innovazione tecnologica e
dell'e-government. Infine, promuovere un quadro normativo che protegga la
privacy e la sicurezza digitale è fondamentale per rafforzare la fiducia nelle
ICT e incoraggiare un utilizzo diffuso e consapevole delle tecnologie.
Attraverso un insieme coordinato di queste politiche, un paese può sviluppare
un ecosistema ICT inclusivo e sostenibile, riducendo il digital divide e
favorendo una crescita economica equilibrata e innovativa.
Conclusioni.
Il valore dell’accesso ai sistemi ICT è cresciuto tra il 2013 ed il 2022 in
media del 61,29% per i paesi considerati. Vi sono dei paesi nei quali il valore
dell’accesso ai sistemi ICT è cresciuto significativamente come per esempio
Bangladesh con +297,91%, Zambia con +290,23%, Kyrgyz Republic con +254,20%$,
Ghana con +244,76%, Nepal con +236,9%. Vi sono anche dei paesi nei quali l’accesso
ai sistemi ICT è cresciuto meno della media di periodo ovvero Svezia con
+10,12%, Iceland con +10,1%, Hong Kong con +6,62%, Germany con +5,77%, Svizzera
con +4,84%.
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