giovedì 15 agosto 2024

L’Accesso all’ICT a Livello Globale

 

E’ cresciuto tra il 2013 ed il 2022 in media del 61,29% per i paesi considerati

L’accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT Access) è un indicatore che misura la disponibilità e l'uso delle tecnologie digitali fondamentali per la comunicazione, l'informazione e l'innovazione. Questa variabile tiene conto di diversi fattori che includono l'accesso a internet, la diffusione di dispositivi mobili, la penetrazione delle linee fisse e mobili, la disponibilità di computer e altri dispositivi digitali, oltre all'accessibilità economica e alla qualità delle infrastrutture di rete. ICT Access è considerato un elemento cruciale per valutare lo sviluppo tecnologico e digitale di un paese, in quanto rappresenta la base per l'adozione di tecnologie avanzate, l'inclusione digitale e la partecipazione economica e sociale. Un alto livello di accesso ICT è spesso associato a un ecosistema digitale robusto, dove cittadini e imprese possono facilmente accedere a servizi online, partecipare a reti globali di conoscenza e innovazione e sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione in settori come l’educazione, la sanità e l’economia. D'altra parte, un accesso limitato alle ICT riflette la presenza di barriere economiche, infrastrutturali e sociali che impediscono la piena partecipazione alla società digitale. Questo divario, noto come digital divide, può avere impatti significativi sulla crescita economica, sull'inclusione sociale e sull'accesso alle opportunità globali. Misurare e migliorare l'accesso alle ICT è quindi un obiettivo chiave per i governi e le organizzazioni internazionali, al fine di promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

Accesso alle tecnologie ICT nel 2022. L’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) rappresenta un elemento cruciale per lo sviluppo economico, sociale e culturale di un paese. L’analisi dei dati relativi al 2022 mostra una notevole disparità tra nazioni in termini di accesso alle ICT, riflettendo profonde differenze a livello di sviluppo economico, infrastrutture, investimenti e politiche governative. Al vertice della classifica troviamo Singapore, con un accesso alle ICT del 99,6%, seguita dagli Emirati Arabi Uniti e Hong Kong con il 98,2%. Questi paesi hanno investito massicciamente nelle infrastrutture digitali, sviluppando ecosistemi tecnologici altamente avanzati e offrendo ai cittadini accesso quasi universale a internet, dispositivi digitali e servizi online. La loro posizione geografica strategica come hub finanziari e commerciali ha ulteriormente incentivato lo sviluppo di reti ICT avanzate, rendendo queste nazioni leader mondiali nell’adozione tecnologica. Altri paesi europei come Cipro, Lussemburgo e Islanda seguono con percentuali superiori al 97%, dimostrando come un ambiente politico stabile, investimenti a lungo termine e una popolazione relativamente ridotta possano facilitare un accesso capillare alle tecnologie digitali. In generale, le nazioni europee dominano le prime posizioni della classifica, riflettendo il forte impegno dell’Unione Europea nel promuovere l’inclusione digitale e ridurre il digital divide tra le diverse regioni. Anche i paesi del Medio Oriente come l’Arabia Saudita, Kuwait e Qatar registrano alti livelli di accesso ICT, grazie a politiche governative mirate a diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dal petrolio, con un’attenzione crescente verso la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica. L’Asia orientale vede la presenza di nazioni come Corea del Sud e Giappone, che si distinguono per l’elevata qualità delle loro infrastrutture digitali, sviluppate attraverso decenni di investimenti pubblici e privati. La Corea del Sud, in particolare, è nota per avere una delle connessioni internet più veloci e diffuse al mondo, con un accesso ICT al 95%, risultato di politiche educative che promuovono la competenza digitale sin dalle scuole primarie e di un ecosistema tecnologico dinamico e in continua espansione. Spostandoci verso l’Europa dell’Est e l’Asia centrale, troviamo paesi come Armenia, Georgia e Kazakhstan con tassi di accesso compresi tra il 90% e il 93%, dimostrando i progressi compiuti in regioni che, fino a qualche decennio fa, erano notevolmente indietro in termini di digitalizzazione. In questi casi, la collaborazione internazionale, spesso con il supporto di organizzazioni come la Banca Mondiale, ha giocato un ruolo cruciale nel modernizzare le infrastrutture ICT e migliorare l’accesso della popolazione a internet e alle tecnologie digitali. Tuttavia, nonostante questi successi, esistono ancora disparità significative all’interno delle stesse regioni. In Europa meridionale, ad esempio, paesi come l’Italia, con un accesso ICT dell’88,1%, restano leggermente indietro rispetto alla media europea. Questo risultato può essere attribuito a una combinazione di fattori, tra cui una burocrazia complessa, investimenti infrastrutturali non sempre efficaci e una distribuzione disomogenea della connessione internet tra le diverse aree geografiche del paese, con il sud che soffre maggiormente la mancanza di connessioni ad alta velocità. Situazione simile si osserva in paesi dell’America Latina come il Brasile (81,4%) e il Messico (77,2%), dove nonostante il rapido sviluppo delle infrastrutture digitali, permangono importanti sfide legate all’accessibilità nelle aree rurali e meno sviluppate. L’Asia meridionale e il Sud-est asiatico presentano invece una notevole eterogeneità: nazioni come il Vietnam (90,5%) hanno compiuto progressi significativi nella digitalizzazione, mentre altre come l’India (70,4%) mostrano un forte divario digitale tra le diverse regioni del paese, con una gran parte della popolazione rurale ancora esclusa dall’accesso a servizi ICT di base. Paesi africani come il Marocco (90,7%) rappresentano esempi positivi di come una gestione strategica delle risorse e politiche mirate possano portare a un significativo aumento dell’accesso alle ICT, ma in gran parte del continente, i livelli di accesso rimangono bassi. Nazioni come il Ghana (72,4%), la Nigeria (56,6%) e l’Etiopia (36,8%) affrontano enormi sfide infrastrutturali e socioeconomiche che limitano l’espansione delle reti ICT, lasciando ampie fasce della popolazione senza connessione o con un accesso limitato e di bassa qualità. In questi contesti, la mancanza di investimenti, l'instabilità politica e le difficoltà economiche rappresentano ostacoli significativi al progresso digitale. Il caso estremo è rappresentato dal Myanmar, con un accesso ICT praticamente inesistente nel 2022, segno di un paese che ha subito gravi crisi politiche e militari che hanno paralizzato ogni tentativo di sviluppo tecnologico. Nel complesso, i dati riflettono un panorama globale altamente disomogeneo in cui i paesi con economie più sviluppate e stabili tendono a dominare le posizioni più alte, mentre quelli in via di sviluppo o afflitti da instabilità politica restano indietro. Questa disuguaglianza nell’accesso alle ICT non solo evidenzia le disparità economiche, ma ha anche profonde implicazioni sul piano sociale, educativo e lavorativo. In un mondo sempre più interconnesso, l’accesso alle tecnologie digitali è un elemento chiave per la crescita economica, la partecipazione democratica e la riduzione della povertà. Pertanto, per i paesi che si trovano nella parte bassa della classifica, sarà cruciale adottare politiche di sviluppo inclusivo che mirino a superare le barriere infrastrutturali ed economiche, con un maggiore focus sugli investimenti in tecnologie digitali e sulla formazione delle competenze necessarie per partecipare pienamente all’economia globale digitale.

Accesso alle tecnologie ICT tra il 2013 ed il 2022. L'analisi dei dati relativi all'accesso alle ICT tra il 2013 e il 2022 evidenzia tendenze diversificate in base ai contesti socioeconomici e alle priorità dei diversi paesi. Nel periodo considerato, alcuni paesi hanno registrato miglioramenti significativi, spesso collegati a investimenti mirati e politiche che promuovono l'espansione delle infrastrutture digitali e l'inclusione tecnologica. Il Bangladesh, ad esempio, ha registrato un aumento del 297,91%, portando il suo livello di accesso ICT dal 19,1% nel 2013 al 76% nel 2022. Questo risultato può essere attribuito all'adozione di politiche governative favorevoli alla digitalizzazione e alla diffusione capillare di reti mobili, che hanno permesso di estendere l'accesso a un'ampia fascia della popolazione, anche nelle aree rurali. Analogamente, la Repubblica del Kirghizistan, con una crescita del 254,2%, ha significativamente ampliato la sua connettività, beneficiando di iniziative volte a modernizzare le infrastrutture digitali e a migliorare l'accesso a Internet nelle regioni remote. Anche l'Africa subsahariana mostra progressi interessanti, con paesi come Zambia (+290,23%), Ghana (+244,76%) e Kenya (+221,79%) che hanno registrato importanti aumenti. In questi paesi, la crescente diffusione di reti mobili e l’adozione di soluzioni innovative per l’accesso a basso costo, come i pagamenti digitali via mobile, hanno contribuito notevolmente all’espansione dell’accesso ICT. Tuttavia, nonostante questi incrementi, molti di questi paesi partono da un livello iniziale molto basso, indicando che, sebbene ci siano stati progressi, il divario rispetto ai paesi più sviluppati rimane ampio. L'espansione delle reti digitali in Africa e Asia, pur essendo significativa, evidenzia la necessità di ulteriori investimenti per garantire una qualità di connessione adeguata e una distribuzione più equa dell'accesso tra aree urbane e rurali. D'altro canto, alcuni paesi sviluppati e ad alto reddito, come la Svezia (+10,12%), l'Islanda (+10,1%) e la Svizzera (+4,84%), hanno mostrato miglioramenti modesti, il che riflette una saturazione dell'accesso alle ICT, già vicino al 100% nella maggior parte della popolazione. Questo scenario suggerisce che, in contesti altamente sviluppati, gli sforzi si stanno ora concentrando più sulla qualità delle infrastrutture e sull'integrazione delle tecnologie emergenti, piuttosto che sull'espansione della connettività di base. Al contrario, paesi come Hong Kong e Singapore, che già partivano da livelli elevati di accesso ICT nel 2013, hanno comunque registrato miglioramenti significativi, rispettivamente del 6,62% e 18,85%, raggiungendo quasi la copertura totale della popolazione. Questi aumenti indicano non solo un miglioramento della penetrazione, ma anche una transizione verso servizi più avanzati e una connettività di qualità superiore, che comprendono infrastrutture 5G e servizi cloud di ultima generazione. Guardando all'America Latina, paesi come la Colombia (+104,56%) e il Perù (+81,91%) hanno compiuto notevoli progressi nell’ampliamento dell’accesso ICT, con una crescita trainata da politiche di inclusione digitale, programmi governativi di sostegno e un’espansione delle reti mobili. Tuttavia, il divario digitale all’interno di queste nazioni rimane significativo, con le aree rurali ancora in ritardo rispetto ai grandi centri urbani. Anche nazioni come la Cina (+113,83%) e l'India (+183,87%) si distinguono per l'incremento significativo nell'accesso ICT, sebbene le dimensioni e la diversità geografica di questi paesi comportino sfide considerevoli nella distribuzione equa dell'accesso. In Cina, l’espansione della connettività ha beneficiato di massicci investimenti nelle infrastrutture digitali, con il governo che ha promosso attivamente l'inclusione digitale come parte della sua strategia di sviluppo nazionale. In India, l'aumento dell'accesso ICT è legato principalmente alla crescita esponenziale dell'uso degli smartphone e alla diffusione di piani dati a basso costo, che hanno reso possibile l'accesso a Internet per milioni di persone. D'altra parte, è interessante notare che, sebbene molti paesi emergenti abbiano mostrato una crescita percentuale significativa, i paesi sviluppati hanno registrato incrementi più contenuti, ma comunque sostanziali in termini assoluti. Gli Stati Uniti, con un aumento del 19,33%, e il Regno Unito, con il 13,22%, sono esempi di nazioni dove la saturazione del mercato non ha impedito ulteriori miglioramenti, in particolare attraverso l'espansione delle reti di nuova generazione e l'integrazione delle ICT nelle attività economiche quotidiane. Paesi europei come la Francia (+11,99%) e la Germania (+5,77%) mostrano tassi di crescita più moderati, riflettendo un focus maggiore sulla qualità dell’accesso e sulla riduzione delle disparità digitali tra le diverse regioni. Tuttavia, anche in questi contesti avanzati, persistono differenze significative tra aree urbane e rurali, che richiedono interventi mirati per colmare il digital divide. In conclusione, i dati presentati evidenziano come il periodo dal 2013 al 2022 sia stato caratterizzato da una significativa espansione dell'accesso alle ICT, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, dove l'inclusione digitale è stata spinta da innovazioni tecnologiche e politiche governative proattive. Tuttavia, il progresso rimane disomogeneo, con paesi come il Bangladesh, il Kenya e l'Uzbekistan che hanno fatto passi da gigante, mentre altri, pur migliorando, mostrano tassi di crescita più limitati a causa di fattori economici, infrastrutturali e sociali. Nei paesi sviluppati, la crescita percentuale è stata meno impressionante, ma la penetrazione già alta e l’attenzione alla qualità del servizio indicano un passaggio a una fase più matura della digitalizzazione. La sfida globale per il prossimo decennio sarà quindi non solo espandere ulteriormente l'accesso ICT, ma garantire che sia equamente distribuito, di alta qualità e capace di supportare l'adozione delle nuove tecnologie emergenti in modo inclusivo e sostenibile.

Politiche economiche per l’ICT Access. Lo sviluppo dell'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT Access) richiede una serie di politiche economiche integrate che mirano a migliorare le infrastrutture digitali, aumentare la connettività e ridurre il divario digitale tra diverse aree geografiche e gruppi sociali. Un primo passo cruciale è l'investimento nelle infrastrutture di rete, come la banda larga e le reti mobili di nuova generazione (4G, 5G). I governi possono incentivare gli investimenti privati in queste infrastrutture attraverso agevolazioni fiscali, sovvenzioni e partenariati pubblico-privati, garantendo allo stesso tempo un quadro regolamentare che favorisca la concorrenza e la riduzione dei costi per gli utenti finali. È essenziale assicurarsi che le aree rurali e remote, spesso trascurate dagli operatori privati a causa della scarsa redditività, siano coperte da programmi di connettività sovvenzionati o incentivati dallo Stato. Un’altra strategia chiave è l’espansione dell’accesso a dispositivi digitali, come smartphone, tablet e computer, attraverso politiche di sussidio, programmi di prestito o iniziative di riciclo tecnologico. Questo può includere programmi che offrono dispositivi a prezzi agevolati per famiglie a basso reddito o istituzioni scolastiche. Accanto a queste misure, è fondamentale promuovere l’alfabetizzazione digitale, assicurando che la popolazione abbia le competenze necessarie per utilizzare efficacemente le tecnologie ICT. Investire in programmi di formazione e riqualificazione digitale, sia attraverso il sistema educativo formale che mediante iniziative di apprendimento permanente, è essenziale per creare una forza lavoro capace di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione. I governi possono inoltre adottare politiche per favorire l'adozione delle ICT nel settore pubblico, rendendo accessibili online servizi essenziali come la sanità, l’istruzione e l’amministrazione. Questo non solo stimola la domanda di servizi digitali, ma crea anche un ambiente favorevole allo sviluppo dell'innovazione tecnologica e dell'e-government. Infine, promuovere un quadro normativo che protegga la privacy e la sicurezza digitale è fondamentale per rafforzare la fiducia nelle ICT e incoraggiare un utilizzo diffuso e consapevole delle tecnologie. Attraverso un insieme coordinato di queste politiche, un paese può sviluppare un ecosistema ICT inclusivo e sostenibile, riducendo il digital divide e favorendo una crescita economica equilibrata e innovativa.

Conclusioni. Il valore dell’accesso ai sistemi ICT è cresciuto tra il 2013 ed il 2022 in media del 61,29% per i paesi considerati. Vi sono dei paesi nei quali il valore dell’accesso ai sistemi ICT è cresciuto significativamente come per esempio Bangladesh con +297,91%, Zambia con +290,23%, Kyrgyz Republic con +254,20%$, Ghana con +244,76%, Nepal con +236,9%. Vi sono anche dei paesi nei quali l’accesso ai sistemi ICT è cresciuto meno della media di periodo ovvero Svezia con +10,12%, Iceland con +10,1%, Hong Kong con +6,62%, Germany con +5,77%, Svizzera con +4,84%.

 


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