È
diminuito tra il 2016 ed il 2022 in media per un valore pari a -9,86% per i
paesi analizzati
Misura l'incidenza dei
design industriali registrati in un paese in relazione alla dimensione della
sua economia, espressa in termini di prodotto interno lordo (PIL) aggiustato
per la parità di potere d'acquisto. Questo indicatore consente di valutare quanto
un paese investe e sviluppa nell'ambito dei design industriali rispetto alla
sua capacità economica complessiva. In altre parole, non si limita a contare il
numero totale di design industriali, ma li pondera in base alla grandezza
economica del paese, offrendo così una misura più comparabile a livello
internazionale. Questa variabile è particolarmente utile per comprendere
l'intensità dell'innovazione e della creatività industriale di un paese
rispetto alla sua ricchezza economica. Un valore elevato di questo indicatore
suggerisce che il paese ha un'alta concentrazione di attività creativa e di
design industriale in rapporto alla sua economia, mentre un valore basso
potrebbe indicare una minor focalizzazione o capacità in questo settore. È un
indicatore utilizzato per analizzare la competitività e la capacità innovativa
di un paese nel contesto globale, offrendo spunti sulle politiche di sviluppo
industriale e creatività. I dati analizzati fanno riferimento al periodo tra il
2016 ed il 2022.
Il
valore del design industriale in rapporto al PIL a livello globale nel 2022. In cima alla lista, Cina, Corea del Sud e
Turchia si distinguono con un valore pari a 100, il che suggerisce che questi
paesi sono leader nella produzione di design industriali rispetto alla loro
economia. La Cina, in particolare, con il suo vasto mercato e la crescente
capacità industriale, ha saputo integrare il design industriale come un
elemento chiave del suo sviluppo economico. La Corea del Sud e la Turchia, pur
essendo economie più piccole rispetto alla Cina, dimostrano un'alta intensità
creativa, riflettendo investimenti significativi nell'innovazione e nella
proprietà intellettuale. Seguono paesi come la Mongolia e l'Italia, con valori
rispettivamente di 94,1 e 86,5. La presenza dell'Italia tra i primi posti è
indicativa del suo ruolo storico e attuale nel design, soprattutto nel settore
della moda, dell'arredamento e dell'industria automobilistica. La Mongolia,
invece, rappresenta una sorpresa, suggerendo che nonostante la sua economia più
piccola, il paese ha fatto progressi significativi nel settore del design
industriale, forse attraverso strategie mirate di sviluppo e internazionalizzazione
delle sue produzioni. Germania e Francia, con valori rispettivamente di 72,9 e
70,6, si collocano tra le economie avanzate che mantengono una solida
performance nel campo del design industriale, sostenuta dalla loro forte base
manifatturiera e dalla tradizione nell'ingegneria e nelle arti applicate. La
presenza del Marocco con un valore di 62,7 evidenzia l'emergere di nuovi centri
creativi in paesi che storicamente non erano considerati protagonisti nel campo
del design industriale. Paesi come Malta, il Regno Unito e la Spagna, con
valori che variano da 61,1 a 51,8, mostrano anch'essi una buona performance,
riflettendo economie diversificate e l'importanza del design industriale nei
loro settori produttivi. La posizione del Regno Unito è particolarmente
interessante, data la sua storia di innovazione e design, soprattutto nei
settori della tecnologia e del consumo. Nel segmento medio della classifica,
paesi come la Moldova, la Giamaica, e il Portogallo, con valori compresi tra
48,3 e 42,7, indicano che anche le economie più piccole possono avere un
impatto significativo nel design industriale, sebbene con risorse limitate.
Questi paesi probabilmente fanno leva su nicchie di mercato specifiche e su una
strategia di specializzazione per competere a livello internazionale. Man mano
che si scende nella classifica, si osserva che le economie più sviluppate, come
Giappone e Stati Uniti, hanno valori relativamente bassi, rispettivamente di
25,5 e 6,3. Questo potrebbe riflettere una saturazione del mercato o una
diversa strategia di innovazione che non si concentra strettamente sul design
industriale. In particolare, il Giappone, noto per la sua eccellenza
tecnologica, potrebbe avere un approccio più integrato dove il design è solo
una componente di un ecosistema innovativo più ampio. Infine, nelle posizioni
più basse, troviamo paesi come il Brunei, il Guatemala, e la Repubblica
Dominicana, con valori molto bassi, a partire da 0,2 fino a 0,1. Questi valori
indicano una presenza marginale nel campo del design industriale, probabilmente
a causa di economie meno sviluppate, infrastrutture limitate, o una mancanza di
investimenti nel settore creativo e nella proprietà intellettuale.
Il
valore del design industriale in rapporto al PIL a livello globale tra il 2016
ed il 2022. Cominciando con i paesi che hanno
mostrato la maggiore crescita, Mauritius emerge come un caso straordinario, con
un aumento del 790,9% nel suo indice di design industriale rispetto al PIL.
Questo suggerisce che Mauritius ha investito significativamente nello sviluppo
del design industriale, forse attraverso politiche governative mirate,
incentivi all'innovazione o un aumento della capacità produttiva nel settore
manifatturiero. Questa crescita potrebbe essere indicativa di un'economia in
trasformazione che sta cercando di diversificarsi oltre i settori tradizionali
come il turismo e l'agricoltura. Un altro caso notevole è quello dello Yemen,
che ha visto un incremento del 637,5%. Nonostante le difficoltà
socio-economiche e politiche che il paese ha affrontato negli ultimi anni,
questo dato potrebbe riflettere una resilienza nelle industrie creative o un
aumento dell'attività industriale legata al design in settori specifici.
Tuttavia, data la situazione complessa del paese, questo aumento potrebbe
essere temporaneo o limitato a poche industrie. Zambia e Giordania hanno
registrato rispettivamente un aumento del 391,7% e del 320%. Questi incrementi
significativi potrebbero indicare un’espansione nelle capacità di design
industriale, magari attraverso investimenti in formazione, accesso a nuove
tecnologie, o partnership internazionali che hanno permesso a questi paesi di
migliorare la loro competitività in questo settore. L’Arabia Saudita, con un
aumento del 233,3%, può essere vista come un esempio di come le economie basate
sulle risorse naturali stiano cercando di diversificarsi investendo in settori
creativi e tecnologici. Un caso interessante è la Giamaica, che ha visto un aumento
del 191,9%. Questo risultato potrebbe essere legato a un maggiore
riconoscimento globale del design giamaicano, specialmente in settori come la
moda e l'artigianato, che combinano tradizione e innovazione. Il turismo
culturale potrebbe aver giocato un ruolo in questa crescita, attirando
attenzione e investimenti verso prodotti di design locali. Passando alle
economie sviluppate, la Francia ha registrato un aumento del 58,3%, il che è
significativo per un paese con una lunga tradizione nel design. Questo aumento
potrebbe riflettere una continua innovazione nel settore, sostenuta da
politiche culturali forti, investimenti nel settore dell'istruzione e una
solida base industriale. Tuttavia, la crescita in paesi come Francia e Olanda
(34,2%) è inferiore rispetto ad alcune economie emergenti, suggerendo che
mentre queste economie mature continuano a crescere, potrebbero non essere in
grado di competere con la rapidità di sviluppo osservata in paesi con mercati
in espansione. D'altra parte, il declino significativo di paesi come la
Moldavia (-48,5%) e l'Ucraina (-50,3%) è probabilmente attribuibile alle crisi
politiche ed economiche che hanno colpito queste nazioni. Questi paesi hanno
visto un deterioramento delle infrastrutture e delle capacità industriali, che
si riflette in un calo nella produzione di design industriali. L’instabilità ha
probabilmente ridotto l’attrattiva per gli investimenti e reso difficile
sostenere le industrie creative e manifatturiere. Il caso dell'Italia, che ha
registrato un calo del 13,5%, è preoccupante considerando la sua storica
reputazione nel campo del design. Questo declino potrebbe essere legato a una
serie di fattori, tra cui una concorrenza globale crescente, difficoltà
economiche interne e forse un ritardo nell'adattamento alle nuove tecnologie
digitali e alle nuove tendenze del design. È importante notare che l'Italia non
è l'unica nazione sviluppata a vedere un calo; paesi come la Finlandia (-12,8%)
e la Svezia (-15,7%) hanno anche subito riduzioni significative. Questi cali
potrebbero suggerire una saturazione nei mercati del design o una
rilocalizzazione delle attività di design in paesi con costi più bassi. Un
altro esempio significativo è la Germania, che ha visto una diminuzione del
25,3%. La Germania, nota per la sua eccellenza ingegneristica e il design
industriale, potrebbe stare affrontando una concorrenza crescente da parte di
paesi emergenti, nonostante continui ad essere un leader globale in innovazione
tecnologica. Il calo potrebbe riflettere anche una fase di transizione in cui
le vecchie industrie stanno cercando di reinventarsi in un contesto globale sempre
più digitalizzato. L'estremo declino osservato in paesi come la Guinea (-61,9%)
e la Nuova Zelanda (-71,3%) è allarmante e potrebbe indicare una perdita
significativa della capacità di innovazione e produzione industriale. Questo
declino potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, tra cui la fuga di
cervelli, la mancanza di investimenti nel settore dell'istruzione e della
formazione, o l'incapacità di competere con i mercati globali. La drastica
riduzione in paesi come la Macedonia del Nord (-67,0%) e la Costa d'Avorio
(-73,7%) potrebbe essere legata a problemi strutturali interni, come
l'instabilità politica, la carenza di infrastrutture adeguate o una dipendenza
eccessiva da settori economici tradizionali a scapito dell'innovazione.
Politiche
economiche. Per promuovere un incremento dei design
industriali registrati per origine, rapportati al PIL in miliardi di dollari a
parità di potere d'acquisto (PPP$), è fondamentale implementare una serie di
politiche economiche mirate che affrontino le diverse sfide e opportunità del
settore. La prima e più importante di queste politiche è l'investimento in
istruzione e formazione specializzata. È essenziale creare un ecosistema
educativo che non solo formi designer e creativi con competenze tecniche
avanzate, ma che integri anche la formazione in imprenditorialità, gestione dei
diritti di proprietà intellettuale e capacità di innovazione. Istituzioni
accademiche, università e scuole specializzate dovrebbero offrire corsi e
programmi che coniughino teoria e pratica, incoraggiando la collaborazione tra
studenti e industrie locali. Un'altra dimensione cruciale è il supporto alle
start-up e alle piccole e medie imprese (PMI) nel settore del design
industriale. Le PMI spesso rappresentano il cuore pulsante dell'innovazione, ma
mancano delle risorse necessarie per proteggere e valorizzare adeguatamente i
loro design. Politiche economiche che facilitino l'accesso al credito, offrano
incentivi fiscali e creino fondi di investimento dedicati possono dare a queste
imprese il sostegno necessario per sviluppare e registrare i propri design. In
questo contesto, è cruciale anche semplificare le procedure burocratiche per la
registrazione dei design industriali, riducendo i costi e i tempi necessari per
ottenere protezione legale. La protezione della proprietà intellettuale è un
altro pilastro fondamentale. Garantire che i designer e le aziende possano
proteggere efficacemente i loro prodotti da imitazioni o appropriazioni
indebite è essenziale per incentivare l'innovazione. I governi dovrebbero
collaborare con organizzazioni internazionali e regionali per rafforzare i
regimi di protezione della proprietà intellettuale, offrendo al contempo
assistenza legale e risorse informative per le aziende che desiderano
registrare i loro design a livello internazionale. Un ulteriore aspetto da
considerare è la promozione di politiche industriali che incentivino la
collaborazione tra settori diversi. Il design industriale non è un comparto
isolato, ma si intreccia con molte altre industrie come quella manifatturiera,
tecnologica e culturale. Favorire partnership tra aziende di settori diversi
può generare sinergie che portano a prodotti innovativi e maggiormente
competitivi a livello internazionale. Ad esempio, l'integrazione delle
tecnologie digitali nel processo di design può aprire nuove frontiere
nell'innovazione di prodotto. In questo contesto, è utile promuovere poli di
innovazione e cluster industriali, dove aziende di design, manifattura e
tecnologia possano collaborare strettamente. Questi hub possono essere
facilitati attraverso investimenti pubblici in infrastrutture, incentivi per
l'installazione di imprese e la creazione di spazi condivisi dove le idee
possano essere scambiate liberamente. Tali cluster, inoltre, dovrebbero essere
collegati a reti internazionali per garantire che le imprese locali abbiano
accesso alle ultime tendenze e tecnologie globali, favorendo al contempo
l'export dei prodotti di design nazionali. La digitalizzazione è un altro
elemento chiave. La transizione verso un'economia digitale rappresenta sia una
sfida che un'opportunità per il settore del design industriale. È necessario
adottare politiche che sostengano la digitalizzazione delle PMI, offrendo
incentivi per l'adozione di software avanzati di design, produzione additiva
(come la stampa 3D) e altre tecnologie emergenti. Inoltre, piattaforme digitali
possono essere sviluppate per facilitare l'accesso ai mercati internazionali,
permettendo alle aziende di presentare e vendere i loro design a una platea
globale senza i tradizionali limiti geografici. I governi possono anche
promuovere l'internazionalizzazione dei design industriali attraverso politiche
commerciali mirate. Gli accordi di libero scambio e le partnership economiche
internazionali dovrebbero includere capitoli specifici sulla protezione dei
design industriali, garantendo che i prodotti di design registrati in un paese
siano protetti anche nei mercati esteri. A livello domestico, politiche che
incoraggino l'export e la partecipazione delle aziende a fiere e mostre
internazionali possono aumentare la visibilità dei design locali e creare nuove
opportunità di mercato. In particolare, è importante che i governi sostengano
la partecipazione delle imprese di design alle grandi fiere globali del
settore, offrendo sostegni finanziari e logistici per garantire che anche le
piccole aziende possano presentare le loro innovazioni su piattaforme
internazionali. È inoltre cruciale incentivare la sostenibilità nel design
industriale. Con l'aumento della consapevolezza ambientale, i consumatori e le
industrie stanno orientandosi verso prodotti più sostenibili e rispettosi dell'ambiente.
I governi possono promuovere il design sostenibile attraverso normative che
incentivino l'uso di materiali riciclati, la progettazione di prodotti a lunga
durata e facilmente riparabili, e la riduzione dell'impatto ambientale
complessivo dei processi produttivi. Inoltre, finanziamenti per la ricerca e lo
sviluppo di nuove tecnologie sostenibili nel design possono contribuire a
posizionare un paese come leader nella sostenibilità industriale a livello
globale. L'importanza della cultura e del patrimonio nel design industriale non
deve essere sottovalutata. Molti paesi hanno un ricco patrimonio culturale che
può essere una fonte inesauribile di ispirazione per il design. Politiche che
incentivino la valorizzazione delle tradizioni locali e la loro integrazione
nel design moderno possono creare prodotti unici e altamente distintivi sul
mercato globale. Inoltre, la promozione del design locale attraverso campagne
di marketing nazionali e internazionali può rafforzare il brand di un paese
come centro di eccellenza creativa, attirando turisti, investitori e talenti.
Il supporto alla ricerca e allo sviluppo (R&S) è un altro elemento
imprescindibile. Politiche che incentivino gli investimenti in R&S,
attraverso crediti d'imposta o sovvenzioni dirette, possono stimolare
l'innovazione nel design industriale. Collaborazioni tra istituti di ricerca,
università e industria possono generare nuove idee e tecnologie che danno un
vantaggio competitivo ai prodotti di design. Inoltre, la creazione di
laboratori di ricerca congiunti e l'accesso a infrastrutture avanzate, come i
laboratori di prototipazione rapida, possono accelerare lo sviluppo di nuovi
prodotti. Infine, non si può trascurare l'importanza di un contesto politico e
economico stabile e favorevole all'innovazione. Le aziende di design
industriale operano meglio in un ambiente che garantisce stabilità economica,
certezza giuridica e un sistema normativo che supporti l'innovazione. I governi
devono garantire che le politiche economiche complessive, incluse quelle
fiscali, commerciali e di regolamentazione, creino un ambiente favorevole alla
crescita del settore del design industriale. Questo include anche politiche di
immigrazione che attraggano talenti globali, favorendo lo scambio di idee e
competenze tra designer provenienti da diverse culture e background. In
conclusione, per aumentare il numero di design industriali registrati per
origine e migliorare il rapporto con il PIL a parità di potere d'acquisto, i
governi devono adottare un approccio integrato che coinvolga istruzione,
protezione della proprietà intellettuale, supporto alle PMI,
internazionalizzazione, sostenibilità e innovazione. Solo attraverso una
strategia coordinata e olistica sarà possibile rafforzare la capacità di un
paese di competere a livello globale nel settore del design industriale,
creando valore economico e culturale duraturo.
Conclusioni. Il valore dei design industriali in percentuale del PIL è diminuito tra il 2016 ed il 2022 in media per un valore pari a -9,86%. Vi sono tuttavia delle nazioni nelle quali il valore del design industriale è cresciuto assai più della media come per esempio Mauritius con +790,90%, Yemen con +637,50%, Zambia con +391,66%, Jordan con +320,0%, Saudi Arabia con +233,33%. Vi sono inoltre delle regioni nelle quali il valore dei design industriali sono diminuite significativamente ovvero: Guatemala con -92,85%, Montenegro con -94,04%, Bolivia, Panama e Tajikistan con -100%.
Fonte:
Global
Innovation Index
Link:
https://www.wipo.int/global_innovation_index/en/
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