giovedì 22 agosto 2024

Il valore del design industriale in rapporto al PIL a livello globale

 

È diminuito tra il 2016 ed il 2022 in media per un valore pari a -9,86% per i paesi analizzati

Misura l'incidenza dei design industriali registrati in un paese in relazione alla dimensione della sua economia, espressa in termini di prodotto interno lordo (PIL) aggiustato per la parità di potere d'acquisto. Questo indicatore consente di valutare quanto un paese investe e sviluppa nell'ambito dei design industriali rispetto alla sua capacità economica complessiva. In altre parole, non si limita a contare il numero totale di design industriali, ma li pondera in base alla grandezza economica del paese, offrendo così una misura più comparabile a livello internazionale. Questa variabile è particolarmente utile per comprendere l'intensità dell'innovazione e della creatività industriale di un paese rispetto alla sua ricchezza economica. Un valore elevato di questo indicatore suggerisce che il paese ha un'alta concentrazione di attività creativa e di design industriale in rapporto alla sua economia, mentre un valore basso potrebbe indicare una minor focalizzazione o capacità in questo settore. È un indicatore utilizzato per analizzare la competitività e la capacità innovativa di un paese nel contesto globale, offrendo spunti sulle politiche di sviluppo industriale e creatività. I dati analizzati fanno riferimento al periodo tra il 2016 ed il 2022.

Il valore del design industriale in rapporto al PIL a livello globale nel 2022.  In cima alla lista, Cina, Corea del Sud e Turchia si distinguono con un valore pari a 100, il che suggerisce che questi paesi sono leader nella produzione di design industriali rispetto alla loro economia. La Cina, in particolare, con il suo vasto mercato e la crescente capacità industriale, ha saputo integrare il design industriale come un elemento chiave del suo sviluppo economico. La Corea del Sud e la Turchia, pur essendo economie più piccole rispetto alla Cina, dimostrano un'alta intensità creativa, riflettendo investimenti significativi nell'innovazione e nella proprietà intellettuale. Seguono paesi come la Mongolia e l'Italia, con valori rispettivamente di 94,1 e 86,5. La presenza dell'Italia tra i primi posti è indicativa del suo ruolo storico e attuale nel design, soprattutto nel settore della moda, dell'arredamento e dell'industria automobilistica. La Mongolia, invece, rappresenta una sorpresa, suggerendo che nonostante la sua economia più piccola, il paese ha fatto progressi significativi nel settore del design industriale, forse attraverso strategie mirate di sviluppo e internazionalizzazione delle sue produzioni. Germania e Francia, con valori rispettivamente di 72,9 e 70,6, si collocano tra le economie avanzate che mantengono una solida performance nel campo del design industriale, sostenuta dalla loro forte base manifatturiera e dalla tradizione nell'ingegneria e nelle arti applicate. La presenza del Marocco con un valore di 62,7 evidenzia l'emergere di nuovi centri creativi in paesi che storicamente non erano considerati protagonisti nel campo del design industriale. Paesi come Malta, il Regno Unito e la Spagna, con valori che variano da 61,1 a 51,8, mostrano anch'essi una buona performance, riflettendo economie diversificate e l'importanza del design industriale nei loro settori produttivi. La posizione del Regno Unito è particolarmente interessante, data la sua storia di innovazione e design, soprattutto nei settori della tecnologia e del consumo. Nel segmento medio della classifica, paesi come la Moldova, la Giamaica, e il Portogallo, con valori compresi tra 48,3 e 42,7, indicano che anche le economie più piccole possono avere un impatto significativo nel design industriale, sebbene con risorse limitate. Questi paesi probabilmente fanno leva su nicchie di mercato specifiche e su una strategia di specializzazione per competere a livello internazionale. Man mano che si scende nella classifica, si osserva che le economie più sviluppate, come Giappone e Stati Uniti, hanno valori relativamente bassi, rispettivamente di 25,5 e 6,3. Questo potrebbe riflettere una saturazione del mercato o una diversa strategia di innovazione che non si concentra strettamente sul design industriale. In particolare, il Giappone, noto per la sua eccellenza tecnologica, potrebbe avere un approccio più integrato dove il design è solo una componente di un ecosistema innovativo più ampio. Infine, nelle posizioni più basse, troviamo paesi come il Brunei, il Guatemala, e la Repubblica Dominicana, con valori molto bassi, a partire da 0,2 fino a 0,1. Questi valori indicano una presenza marginale nel campo del design industriale, probabilmente a causa di economie meno sviluppate, infrastrutture limitate, o una mancanza di investimenti nel settore creativo e nella proprietà intellettuale.

Il valore del design industriale in rapporto al PIL a livello globale tra il 2016 ed il 2022. Cominciando con i paesi che hanno mostrato la maggiore crescita, Mauritius emerge come un caso straordinario, con un aumento del 790,9% nel suo indice di design industriale rispetto al PIL. Questo suggerisce che Mauritius ha investito significativamente nello sviluppo del design industriale, forse attraverso politiche governative mirate, incentivi all'innovazione o un aumento della capacità produttiva nel settore manifatturiero. Questa crescita potrebbe essere indicativa di un'economia in trasformazione che sta cercando di diversificarsi oltre i settori tradizionali come il turismo e l'agricoltura. Un altro caso notevole è quello dello Yemen, che ha visto un incremento del 637,5%. Nonostante le difficoltà socio-economiche e politiche che il paese ha affrontato negli ultimi anni, questo dato potrebbe riflettere una resilienza nelle industrie creative o un aumento dell'attività industriale legata al design in settori specifici. Tuttavia, data la situazione complessa del paese, questo aumento potrebbe essere temporaneo o limitato a poche industrie. Zambia e Giordania hanno registrato rispettivamente un aumento del 391,7% e del 320%. Questi incrementi significativi potrebbero indicare un’espansione nelle capacità di design industriale, magari attraverso investimenti in formazione, accesso a nuove tecnologie, o partnership internazionali che hanno permesso a questi paesi di migliorare la loro competitività in questo settore. L’Arabia Saudita, con un aumento del 233,3%, può essere vista come un esempio di come le economie basate sulle risorse naturali stiano cercando di diversificarsi investendo in settori creativi e tecnologici. Un caso interessante è la Giamaica, che ha visto un aumento del 191,9%. Questo risultato potrebbe essere legato a un maggiore riconoscimento globale del design giamaicano, specialmente in settori come la moda e l'artigianato, che combinano tradizione e innovazione. Il turismo culturale potrebbe aver giocato un ruolo in questa crescita, attirando attenzione e investimenti verso prodotti di design locali. Passando alle economie sviluppate, la Francia ha registrato un aumento del 58,3%, il che è significativo per un paese con una lunga tradizione nel design. Questo aumento potrebbe riflettere una continua innovazione nel settore, sostenuta da politiche culturali forti, investimenti nel settore dell'istruzione e una solida base industriale. Tuttavia, la crescita in paesi come Francia e Olanda (34,2%) è inferiore rispetto ad alcune economie emergenti, suggerendo che mentre queste economie mature continuano a crescere, potrebbero non essere in grado di competere con la rapidità di sviluppo osservata in paesi con mercati in espansione. D'altra parte, il declino significativo di paesi come la Moldavia (-48,5%) e l'Ucraina (-50,3%) è probabilmente attribuibile alle crisi politiche ed economiche che hanno colpito queste nazioni. Questi paesi hanno visto un deterioramento delle infrastrutture e delle capacità industriali, che si riflette in un calo nella produzione di design industriali. L’instabilità ha probabilmente ridotto l’attrattiva per gli investimenti e reso difficile sostenere le industrie creative e manifatturiere. Il caso dell'Italia, che ha registrato un calo del 13,5%, è preoccupante considerando la sua storica reputazione nel campo del design. Questo declino potrebbe essere legato a una serie di fattori, tra cui una concorrenza globale crescente, difficoltà economiche interne e forse un ritardo nell'adattamento alle nuove tecnologie digitali e alle nuove tendenze del design. È importante notare che l'Italia non è l'unica nazione sviluppata a vedere un calo; paesi come la Finlandia (-12,8%) e la Svezia (-15,7%) hanno anche subito riduzioni significative. Questi cali potrebbero suggerire una saturazione nei mercati del design o una rilocalizzazione delle attività di design in paesi con costi più bassi. Un altro esempio significativo è la Germania, che ha visto una diminuzione del 25,3%. La Germania, nota per la sua eccellenza ingegneristica e il design industriale, potrebbe stare affrontando una concorrenza crescente da parte di paesi emergenti, nonostante continui ad essere un leader globale in innovazione tecnologica. Il calo potrebbe riflettere anche una fase di transizione in cui le vecchie industrie stanno cercando di reinventarsi in un contesto globale sempre più digitalizzato. L'estremo declino osservato in paesi come la Guinea (-61,9%) e la Nuova Zelanda (-71,3%) è allarmante e potrebbe indicare una perdita significativa della capacità di innovazione e produzione industriale. Questo declino potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, tra cui la fuga di cervelli, la mancanza di investimenti nel settore dell'istruzione e della formazione, o l'incapacità di competere con i mercati globali. La drastica riduzione in paesi come la Macedonia del Nord (-67,0%) e la Costa d'Avorio (-73,7%) potrebbe essere legata a problemi strutturali interni, come l'instabilità politica, la carenza di infrastrutture adeguate o una dipendenza eccessiva da settori economici tradizionali a scapito dell'innovazione.

Politiche economiche. Per promuovere un incremento dei design industriali registrati per origine, rapportati al PIL in miliardi di dollari a parità di potere d'acquisto (PPP$), è fondamentale implementare una serie di politiche economiche mirate che affrontino le diverse sfide e opportunità del settore. La prima e più importante di queste politiche è l'investimento in istruzione e formazione specializzata. È essenziale creare un ecosistema educativo che non solo formi designer e creativi con competenze tecniche avanzate, ma che integri anche la formazione in imprenditorialità, gestione dei diritti di proprietà intellettuale e capacità di innovazione. Istituzioni accademiche, università e scuole specializzate dovrebbero offrire corsi e programmi che coniughino teoria e pratica, incoraggiando la collaborazione tra studenti e industrie locali. Un'altra dimensione cruciale è il supporto alle start-up e alle piccole e medie imprese (PMI) nel settore del design industriale. Le PMI spesso rappresentano il cuore pulsante dell'innovazione, ma mancano delle risorse necessarie per proteggere e valorizzare adeguatamente i loro design. Politiche economiche che facilitino l'accesso al credito, offrano incentivi fiscali e creino fondi di investimento dedicati possono dare a queste imprese il sostegno necessario per sviluppare e registrare i propri design. In questo contesto, è cruciale anche semplificare le procedure burocratiche per la registrazione dei design industriali, riducendo i costi e i tempi necessari per ottenere protezione legale. La protezione della proprietà intellettuale è un altro pilastro fondamentale. Garantire che i designer e le aziende possano proteggere efficacemente i loro prodotti da imitazioni o appropriazioni indebite è essenziale per incentivare l'innovazione. I governi dovrebbero collaborare con organizzazioni internazionali e regionali per rafforzare i regimi di protezione della proprietà intellettuale, offrendo al contempo assistenza legale e risorse informative per le aziende che desiderano registrare i loro design a livello internazionale. Un ulteriore aspetto da considerare è la promozione di politiche industriali che incentivino la collaborazione tra settori diversi. Il design industriale non è un comparto isolato, ma si intreccia con molte altre industrie come quella manifatturiera, tecnologica e culturale. Favorire partnership tra aziende di settori diversi può generare sinergie che portano a prodotti innovativi e maggiormente competitivi a livello internazionale. Ad esempio, l'integrazione delle tecnologie digitali nel processo di design può aprire nuove frontiere nell'innovazione di prodotto. In questo contesto, è utile promuovere poli di innovazione e cluster industriali, dove aziende di design, manifattura e tecnologia possano collaborare strettamente. Questi hub possono essere facilitati attraverso investimenti pubblici in infrastrutture, incentivi per l'installazione di imprese e la creazione di spazi condivisi dove le idee possano essere scambiate liberamente. Tali cluster, inoltre, dovrebbero essere collegati a reti internazionali per garantire che le imprese locali abbiano accesso alle ultime tendenze e tecnologie globali, favorendo al contempo l'export dei prodotti di design nazionali. La digitalizzazione è un altro elemento chiave. La transizione verso un'economia digitale rappresenta sia una sfida che un'opportunità per il settore del design industriale. È necessario adottare politiche che sostengano la digitalizzazione delle PMI, offrendo incentivi per l'adozione di software avanzati di design, produzione additiva (come la stampa 3D) e altre tecnologie emergenti. Inoltre, piattaforme digitali possono essere sviluppate per facilitare l'accesso ai mercati internazionali, permettendo alle aziende di presentare e vendere i loro design a una platea globale senza i tradizionali limiti geografici. I governi possono anche promuovere l'internazionalizzazione dei design industriali attraverso politiche commerciali mirate. Gli accordi di libero scambio e le partnership economiche internazionali dovrebbero includere capitoli specifici sulla protezione dei design industriali, garantendo che i prodotti di design registrati in un paese siano protetti anche nei mercati esteri. A livello domestico, politiche che incoraggino l'export e la partecipazione delle aziende a fiere e mostre internazionali possono aumentare la visibilità dei design locali e creare nuove opportunità di mercato. In particolare, è importante che i governi sostengano la partecipazione delle imprese di design alle grandi fiere globali del settore, offrendo sostegni finanziari e logistici per garantire che anche le piccole aziende possano presentare le loro innovazioni su piattaforme internazionali. È inoltre cruciale incentivare la sostenibilità nel design industriale. Con l'aumento della consapevolezza ambientale, i consumatori e le industrie stanno orientandosi verso prodotti più sostenibili e rispettosi dell'ambiente. I governi possono promuovere il design sostenibile attraverso normative che incentivino l'uso di materiali riciclati, la progettazione di prodotti a lunga durata e facilmente riparabili, e la riduzione dell'impatto ambientale complessivo dei processi produttivi. Inoltre, finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili nel design possono contribuire a posizionare un paese come leader nella sostenibilità industriale a livello globale. L'importanza della cultura e del patrimonio nel design industriale non deve essere sottovalutata. Molti paesi hanno un ricco patrimonio culturale che può essere una fonte inesauribile di ispirazione per il design. Politiche che incentivino la valorizzazione delle tradizioni locali e la loro integrazione nel design moderno possono creare prodotti unici e altamente distintivi sul mercato globale. Inoltre, la promozione del design locale attraverso campagne di marketing nazionali e internazionali può rafforzare il brand di un paese come centro di eccellenza creativa, attirando turisti, investitori e talenti. Il supporto alla ricerca e allo sviluppo (R&S) è un altro elemento imprescindibile. Politiche che incentivino gli investimenti in R&S, attraverso crediti d'imposta o sovvenzioni dirette, possono stimolare l'innovazione nel design industriale. Collaborazioni tra istituti di ricerca, università e industria possono generare nuove idee e tecnologie che danno un vantaggio competitivo ai prodotti di design. Inoltre, la creazione di laboratori di ricerca congiunti e l'accesso a infrastrutture avanzate, come i laboratori di prototipazione rapida, possono accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti. Infine, non si può trascurare l'importanza di un contesto politico e economico stabile e favorevole all'innovazione. Le aziende di design industriale operano meglio in un ambiente che garantisce stabilità economica, certezza giuridica e un sistema normativo che supporti l'innovazione. I governi devono garantire che le politiche economiche complessive, incluse quelle fiscali, commerciali e di regolamentazione, creino un ambiente favorevole alla crescita del settore del design industriale. Questo include anche politiche di immigrazione che attraggano talenti globali, favorendo lo scambio di idee e competenze tra designer provenienti da diverse culture e background. In conclusione, per aumentare il numero di design industriali registrati per origine e migliorare il rapporto con il PIL a parità di potere d'acquisto, i governi devono adottare un approccio integrato che coinvolga istruzione, protezione della proprietà intellettuale, supporto alle PMI, internazionalizzazione, sostenibilità e innovazione. Solo attraverso una strategia coordinata e olistica sarà possibile rafforzare la capacità di un paese di competere a livello globale nel settore del design industriale, creando valore economico e culturale duraturo.

Conclusioni. Il valore dei design industriali in percentuale del PIL è diminuito tra il 2016 ed il 2022 in media per un valore pari a -9,86%. Vi sono tuttavia delle nazioni nelle quali il valore del design industriale è cresciuto assai più della media come per esempio Mauritius con +790,90%, Yemen con +637,50%, Zambia con +391,66%, Jordan con +320,0%, Saudi Arabia con +233,33%. Vi sono inoltre delle regioni nelle quali il valore dei design industriali sono diminuite significativamente ovvero: Guatemala con -92,85%, Montenegro con -94,04%, Bolivia, Panama e Tajikistan con -100%.

Fonte: Global Innovation Index

Link: https://www.wipo.int/global_innovation_index/en/

 


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