giovedì 22 agosto 2024

L’utilizzo delle tecnologie informatiche a livello globale

 

E’ cresciuto del 118,89% tra il 2013 ed il 2022 in media per i paesi analizzati

 

L'uso delle ICT (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) si riferisce all'impiego di tecnologie digitali, strumenti e sistemi che permettono agli utenti di accedere, memorizzare, trasmettere e manipolare informazioni. Questo comprende l'utilizzo di computer, smartphone, internet, applicazioni software e altri dispositivi e piattaforme digitali per una vasta gamma di scopi, come la comunicazione, l'elaborazione dei dati, l'istruzione, le operazioni aziendali e l'intrattenimento. In un contesto più ampio, l'uso delle ICT include attività come la navigazione su internet, la comunicazione tramite email e messaggistica, l'uso di applicazioni software per compiti come l'elaborazione di testi e la creazione di presentazioni, le transazioni online come il commercio elettronico e il banking, l'impegno sui social media, l'uso del cloud computing per l'archiviazione e la collaborazione dei dati, nonché l'utilizzo di strumenti per il lavoro a distanza e l'apprendimento digitale. L'uso delle ICT è fondamentale nelle società moderne poiché migliora l'efficienza, la connettività e l'accesso alle informazioni in vari settori, tra cui l'istruzione, il business, la sanità e il governo. I dati disponibili fanno riferimento al periodo tra i l 2013 ed il 2022.

L’utilizzo delle tecnologie informatiche a livello globale nel 2022. In cima alla classifica, Islanda, Danimarca e Svizzera emergono come i leader globali nell'adozione delle tecnologie informatiche, con percentuali rispettivamente di 89,1%, 88,5% e 88,2%. Questi Paesi, noti per il loro alto standard di vita e il loro impegno verso l'innovazione tecnologica, beneficiano di infrastrutture digitali avanzate e di un'educazione che prepara i cittadini a un uso consapevole ed efficace delle tecnologie. La forte penetrazione delle tecnologie digitali in questi Paesi può essere attribuita a una combinazione di politiche governative favorevoli, investimenti nel settore ICT (Information and Communication Technology), e una cultura che abbraccia l'innovazione. A seguire, la Corea del Sud, il Regno Unito e la Svezia mantengono anch'essi alti livelli di adozione tecnologica, con punteggi che oscillano tra l'87,4% e l'86,5%. La Corea del Sud, in particolare, è nota per la sua rete internet ultra-veloce e per l'ampia diffusione di smartphone, che facilitano l'accesso a una vasta gamma di servizi digitali. Il Regno Unito e la Svezia, d'altra parte, si distinguono per la loro forte economia digitale, dove la tecnologia gioca un ruolo chiave nello sviluppo economico e nella creazione di posti di lavoro. Passando alla fascia intermedia della classifica, troviamo Paesi come la Francia (85,1%), Malta (84,3%) e gli Stati Uniti (84%). La posizione degli Stati Uniti potrebbe sorprendere, considerando il ruolo predominante del Paese nel settore tecnologico globale. Tuttavia, la percentuale riflette la disparità nell'accesso alla tecnologia tra le diverse regioni e fasce di popolazione. In molti casi, l'accesso alle tecnologie avanzate è concentrato in aree urbane o tra le fasce di popolazione più abbienti, lasciando indietro le aree rurali e le comunità più svantaggiate. Altri Paesi, come Hong Kong (83%) e l'Arabia Saudita (82,9%), mostrano una forte penetrazione delle tecnologie, sebbene con contesti molto diversi. Hong Kong, come hub finanziario e commerciale globale, ha sviluppato una robusta infrastruttura digitale che supporta le sue attività economiche. L'Arabia Saudita, invece, riflette l'effetto delle recenti politiche governative mirate alla diversificazione economica e alla riduzione della dipendenza dal petrolio, con un'enfasi crescente sull'innovazione e sull'adozione tecnologica. La presenza di Paesi come Estonia (82,2%) e Lituania (80,4%) nella parte alta della classifica evidenzia come anche le nazioni più piccole, con risorse limitate, possano ottenere risultati significativi attraverso politiche mirate e investimenti strategici. L'Estonia, per esempio, è un pioniere nell'adozione del governo digitale e nella creazione di una società basata sulla tecnologia, con servizi pubblici digitalizzati e un'infrastruttura di e-residency che attira imprenditori da tutto il mondo. In fondo alla classifica, si osservano situazioni preoccupanti in Paesi come Yemen (11,5%), Myanmar (0%) e Niger (13%), dove l'adozione delle tecnologie informatiche è estremamente bassa. Questi dati riflettono le difficoltà economiche e politiche che questi Paesi affrontano, comprese le guerre civili, la povertà diffusa e l'instabilità politica, che impediscono lo sviluppo delle infrastrutture necessarie per supportare la diffusione delle tecnologie digitali. La mancanza di accesso alla tecnologia in questi contesti può aggravare ulteriormente le disuguaglianze economiche e sociali, creando un divario digitale che è difficile da colmare. Un altro aspetto importante da considerare è il caso di Myanmar, che mostra un tasso di adozione dello 0%. Questa cifra può essere interpretata alla luce delle recenti turbolenze politiche e delle restrizioni governative sull'accesso a Internet e alla tecnologia. Le condizioni autoritarie e le repressioni sui mezzi di comunicazione digitale hanno drasticamente limitato la possibilità per i cittadini di accedere a risorse tecnologiche, rendendo il Paese un caso estremo di esclusione digitale. Un altro gruppo di Paesi, tra cui Brasile (62,9%), Argentina (62,2%) e India (45%), si posizionano nella metà inferiore della classifica. Nonostante questi Paesi abbiano economie emergenti e un notevole potenziale di crescita nel settore tecnologico, la disparità nell'accesso alla tecnologia, specialmente nelle aree rurali, rimane una sfida significativa. In Brasile, ad esempio, l'urbanizzazione rapida e la disuguaglianza economica hanno creato una situazione in cui l'accesso alla tecnologia è molto variabile, con le zone rurali che rimangono indietro rispetto alle aree urbane. In India, nonostante i progressi nella digitalizzazione attraverso iniziative governative come Digital India, l'accesso alle tecnologie informatiche è ancora limitato a causa di fattori come l'infrastruttura insufficiente e l'analfabetismo digitale. I dati mostrano anche che in Paesi come Nigeria (31,3%), Kenya (32,6%) e Uganda (26,4%), l'adozione della tecnologia è ancora relativamente bassa. Tuttavia, è importante notare che questi Paesi stanno facendo progressi, seppur lenti, grazie a iniziative che mirano a migliorare l'accesso alle tecnologie e a educare la popolazione sull'uso delle stesse. In molti casi, l'adozione di tecnologie mobili sta aiutando a superare alcune delle barriere esistenti, permettendo un accesso più ampio ai servizi digitali, anche in aree remote. L'analisi complessiva di questi dati sottolinea l'importanza di politiche pubbliche mirate e di investimenti nelle infrastrutture tecnologiche per promuovere l'adozione delle tecnologie informatiche. Paesi che investono in educazione digitale, accesso alla rete e innovazione tecnologica tendono a mostrare livelli più alti di adozione, che a loro volta supportano lo sviluppo economico e sociale. Tuttavia, la disparità tra i Paesi e all'interno di essi indica che c'è ancora molto lavoro da fare per garantire che i benefici della rivoluzione digitale siano distribuiti equamente in tutto il mondo. L'accesso alle tecnologie informatiche non è solo una questione di sviluppo economico, ma anche di inclusione sociale e di equità, e richiede un impegno continuo da parte di governi, aziende e comunità.

L’utilizzo delle tecnologie informatiche a livello globale tra il 2013 ed il 2022. Tra i Paesi che hanno registrato i più grandi progressi in termini di adozione delle tecnologie informatiche troviamo Etiopia, Camerun e Bangladesh, che hanno visto aumentare i loro indici rispettivamente di 29,2%, 36,3% e 37,3% tra il 2013 e il 2022, con variazioni percentuali impressionanti del 3650%, 3025% e 2869,2%. Questi numeri straordinari riflettono una fase iniziale di sviluppo tecnologico molto bassa, con un accesso limitato alle tecnologie digitali nel 2013, che ha permesso tassi di crescita estremamente elevati una volta che le infrastrutture tecnologiche e le politiche governative hanno iniziato a incentivare l'adozione su larga scala. In questi Paesi, l'implementazione di tecnologie mobili e l'accesso a internet a basso costo hanno giocato un ruolo cruciale nel favorire la crescita. L'Etiopia, ad esempio, ha beneficiato di un'espansione significativa delle sue infrastrutture digitali, facilitata da un crescente investimento pubblico e privato. Analogamente, anche Paesi come Mozambico, Zambia e Niger hanno mostrato notevoli incrementi, con variazioni percentuali rispettivamente del 2362,5%, 2209,1% e 2066,7%. Nonostante queste percentuali di crescita impressionanti, i livelli assoluti di adozione rimangono relativamente bassi, sottolineando il fatto che, sebbene ci siano stati progressi significativi, questi Paesi devono ancora colmare un ampio divario digitale rispetto alle nazioni più sviluppate. La crescita in questi contesti può essere attribuita a un aumento dell'accessibilità delle tecnologie mobili e a iniziative educative che hanno migliorato la consapevolezza e le competenze digitali tra la popolazione. Paesi come Nigeria, Nepal e Guinea hanno anch'essi registrato notevoli progressi, con variazioni percentuali superiori al 1000%. La Nigeria, in particolare, ha visto una crescita del 1741,2%, riflettendo l'espansione della penetrazione internet e dell'uso di dispositivi mobili in una delle economie più grandi dell'Africa. Tuttavia, questa crescita esponenziale nasconde una realtà complessa: il divario digitale all'interno del Paese è ancora ampio, con ampie fasce della popolazione rurale che rimangono escluse dai benefici della digitalizzazione. Il panorama dell'adozione tecnologica varia notevolmente nei Paesi a reddito medio. Uzbekistan e Cambogia hanno registrato una crescita significativa, rispettivamente del 873,4% e 732,3%, grazie a politiche governative che hanno promosso l'espansione delle reti digitali e l'accesso ai dispositivi mobili. In queste nazioni, la tecnologia è diventata un elemento chiave per lo sviluppo economico e sociale, con un crescente numero di persone che utilizza strumenti digitali per l'educazione, l'accesso ai servizi finanziari e la comunicazione. In Asia, Paesi come India, Indonesia e Vietnam hanno visto anch'essi notevoli incrementi nell'adozione tecnologica, con l'India che ha registrato una crescita del 703,6% e l'Indonesia del 425,5%. Questi Paesi, caratterizzati da grandi popolazioni e rapidi tassi di urbanizzazione, hanno visto l'esplosione dell'uso delle tecnologie mobili come mezzo principale per accedere a internet. In India, l'iniziativa "Digital India" ha contribuito a espandere l'accesso alle tecnologie digitali, sebbene permangano ancora significative sfide legate alla disuguaglianza nell'accesso. In Africa, Paesi come Ghana, Burkina Faso e Rwanda hanno mostrato forti tassi di crescita nell'adozione delle tecnologie, con il Ghana che ha visto un incremento del 1465,6%. Questi risultati riflettono gli sforzi concertati per espandere le infrastrutture di telecomunicazione e per rendere più accessibili i servizi digitali. Tuttavia, la sostenibilità di questa crescita dipende dalla capacità di affrontare problemi strutturali come la povertà, l'istruzione e l'accesso all'elettricità, che rimangono ostacoli significativi in molte regioni. In Europa e nelle Americhe, i tassi di crescita sono stati generalmente più moderati, ma non meno significativi. Paesi come la Lettonia, l'Albania e la Repubblica Dominicana hanno registrato variazioni assolute notevoli, con la Lettonia che ha visto un incremento di 49,7 punti percentuali. Questi Paesi hanno beneficiato di politiche europee di coesione digitale e di investimenti nel miglioramento delle loro infrastrutture tecnologiche. In America Latina, il Paraguay e il Brasile hanno mostrato una crescita significativa, con un incremento rispettivamente del 298,4% e del 180,8%, riflettendo un'espansione della connettività digitale e l'aumento della domanda di servizi online. Nei Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, come l'Oman, la Giordania e l'Iran, la crescita è stata anch'essa robusta, con incrementi superiori al 150%. Questi Paesi hanno beneficiato di programmi governativi volti a modernizzare le infrastrutture digitali e a promuovere l'educazione tecnologica, nonché di un giovane demograficamente significativo che ha rapidamente adottato le nuove tecnologie. In fondo alla classifica, tuttavia, troviamo nazioni sviluppate come la Svizzera, Hong Kong e il Lussemburgo, che hanno registrato variazioni percentuali più basse, rispettivamente del 12,5%, 1,6% e 6,3%. Questo dato è tutt'altro che sorprendente: in questi Paesi, l'adozione delle tecnologie informatiche era già molto alta nel 2013, lasciando poco spazio per ulteriori aumenti significativi. Qui, le innovazioni tecnologiche si concentrano più sulla qualità e sulla sofisticazione dei servizi digitali piuttosto che sull'estensione dell'accesso di base. Paesi come il Regno Unito, la Svezia e la Danimarca hanno anch'essi mostrato tassi di crescita moderati, con variazioni percentuali inferiori al 30%. Anche in questi casi, si tratta di nazioni che già godevano di un'ampia diffusione delle tecnologie digitali nel 2013, e la loro crescita si riflette più in un perfezionamento delle capacità esistenti che in un'espansione radicale dell'accesso. Questi Paesi continuano a guidare l'innovazione nel campo delle tecnologie avanzate e delle applicazioni digitali, contribuendo allo sviluppo di nuovi standard globali. Infine, è interessante notare che anche gli Stati Uniti e il Giappone, leader globali nel settore tecnologico, hanno visto incrementi moderati, rispettivamente del 56,1% e del 32,9%. Questo suggerisce che, nonostante il loro avanzato ecosistema tecnologico, la crescita in questi Paesi è stata limitata da fattori saturi di mercato e dalla necessità di risolvere questioni come la sicurezza informatica e la regolamentazione del settore digitale. In conclusione, i dati rivelano un panorama globale altamente diversificato nell'adozione delle tecnologie informatiche, con alcuni Paesi che registrano tassi di crescita esponenziali, mentre altri mostrano una crescita più contenuta a causa di già alti livelli di adozione. La sfida per i prossimi anni sarà quella di colmare il divario digitale esistente, garantendo che i benefici delle tecnologie informatiche siano accessibili a tutte le popolazioni, indipendentemente dal loro contesto geografico o socioeconomico. Le politiche pubbliche, l'istruzione e gli investimenti in infrastrutture digitali continueranno a giocare un ruolo cruciale in questo processo di globalizzazione tecnologica.

Politiche economiche. Incrementare l'utilizzo delle tecnologie informatiche in un paese richiede un approccio multidimensionale che combini investimenti in infrastrutture digitali, incentivi fiscali, politiche educative, supporto all'innovazione e regolamentazioni favorevoli. In primo luogo, è cruciale sviluppare un'infrastruttura digitale robusta e accessibile. Il governo può avviare e sostenere progetti per espandere la copertura della banda larga ad alta velocità, soprattutto nelle aree rurali e svantaggiate, dove l'accesso a internet è spesso limitato. Un'infrastruttura digitale solida non solo facilita l'accesso ai servizi online, ma è anche fondamentale per lo sviluppo di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale (AI) e l'Internet of Things (IoT). Inoltre, il governo può stimolare gli investimenti privati in questo settore attraverso partenariati pubblico-privati (PPP), agevolazioni fiscali per le imprese che investono in infrastrutture digitali e incentivi per l'adozione di tecnologie green e sostenibili. Parallelamente, è necessario un ampio sforzo nell'educazione digitale. Questo può essere fatto introducendo l'insegnamento delle competenze digitali già a livello scolastico, aggiornando i curricula per includere materie come programmazione, cybersecurity e alfabetizzazione digitale. Il potenziamento delle competenze digitali deve estendersi anche alla forza lavoro attraverso programmi di formazione e riqualificazione professionale. L'obiettivo è creare una popolazione non solo capace di utilizzare le tecnologie informatiche, ma anche in grado di contribuire attivamente al loro sviluppo e applicazione in diversi settori economici. In questo contesto, le politiche di lifelong learning (apprendimento continuo) diventano essenziali per mantenere la forza lavoro competitiva e adattabile in un mercato in continua evoluzione. Un'altra componente chiave è il supporto all'innovazione e all'imprenditorialità nel settore tecnologico. Il governo può incentivare la creazione e la crescita di startup tecnologiche attraverso programmi di finanziamento agevolato, incubatori e acceleratori d'impresa, e tramite la semplificazione delle normative per la creazione di nuove imprese. L'accesso al capitale è spesso una barriera per le startup, quindi è essenziale che le politiche pubbliche favoriscano l'accesso a fondi di venture capital, crowdfunding e altre forme di finanziamento innovativo. Inoltre, la promozione di ecosistemi di innovazione, come i distretti tecnologici o i parchi scientifici, può favorire la collaborazione tra aziende, università e istituti di ricerca, accelerando così il trasferimento tecnologico e la commercializzazione delle innovazioni. Un aspetto non meno importante riguarda le politiche fiscali e di incentivazione. Le agevolazioni fiscali per le imprese che investono in tecnologie informatiche e digitalizzazione possono essere un forte stimolo. Ad esempio, il governo può introdurre crediti d'imposta per la ricerca e sviluppo (R&D) nel settore tecnologico, o per le imprese che adottano soluzioni digitali avanzate come l'AI, l'automazione o il cloud computing. Queste politiche possono essere combinate con incentivi per l'acquisto di hardware e software, o per l'adozione di sistemi di cybersecurity avanzati, cruciali per proteggere le infrastrutture digitali e i dati sensibili. Nel contesto della trasformazione digitale, anche le politiche industriali devono adattarsi. La digitalizzazione delle industrie tradizionali, spesso denominata "Industria 4.0", rappresenta una grande opportunità per migliorare la competitività e l'efficienza delle imprese. Il governo può facilitare questo processo offrendo supporto tecnico e finanziario alle piccole e medie imprese (PMI) che intraprendono percorsi di digitalizzazione. Questo può includere, ad esempio, programmi di consulenza, formazione specifica per l'implementazione di tecnologie avanzate, e la creazione di reti di competenza industriale che possano fungere da centri di eccellenza per la diffusione delle migliori pratiche. Un'altra politica cruciale è la promozione dell'e-government, ossia l'utilizzo delle tecnologie informatiche per migliorare l'efficienza e l'accessibilità dei servizi pubblici. Digitalizzare i servizi governativi non solo rende le operazioni statali più efficienti, ma aumenta anche la familiarità della popolazione con le tecnologie digitali, promuovendo un uso più diffuso di queste tecnologie. L'introduzione di piattaforme digitali per servizi come il pagamento delle tasse, la registrazione delle imprese, o l'accesso ai servizi sanitari, può ridurre significativamente i costi e i tempi per i cittadini e le imprese. Inoltre, un governo digitale ben funzionante può fungere da catalizzatore per l'adozione delle tecnologie da parte del settore privato, creando un ambiente più trasparente e competitivo. Le politiche economiche devono inoltre affrontare le sfide legate alla regolamentazione. Un quadro normativo chiaro e favorevole è essenziale per promuovere l'adozione delle tecnologie informatiche. Questo include la protezione dei dati personali, la regolamentazione delle piattaforme digitali e il supporto alla concorrenza leale nel mercato digitale. La protezione della privacy e la sicurezza informatica sono temi centrali che devono essere affrontati attraverso regolamentazioni rigorose, che bilancino la necessità di innovazione con la tutela dei diritti degli utenti. Allo stesso tempo, il governo deve evitare regolamentazioni eccessivamente restrittive che potrebbero soffocare l'innovazione o limitare l'accesso alle nuove tecnologie. Infine, le politiche economiche per incrementare l'utilizzo delle tecnologie informatiche devono considerare anche la dimensione internazionale. In un mondo sempre più globalizzato, la cooperazione internazionale nel campo della tecnologia e dell'innovazione è fondamentale. I governi devono lavorare insieme per armonizzare gli standard tecnologici, facilitare il commercio digitale e promuovere la collaborazione transfrontaliera in materia di ricerca e sviluppo. Partecipare attivamente alle iniziative internazionali, come quelle promosse dall'Unione Europea, dalle Nazioni Unite o dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), può offrire ai Paesi accesso a risorse, conoscenze e mercati globali, facilitando così l'integrazione delle tecnologie informatiche a livello nazionale. In conclusione, per incrementare l'utilizzo delle tecnologie informatiche è necessario un approccio olistico che combini investimenti infrastrutturali, educazione digitale, incentivi fiscali, supporto all'innovazione, regolamentazioni favorevoli e cooperazione internazionale. Queste politiche devono essere attentamente coordinate e attuate in modo da garantire che tutte le fasce della popolazione abbiano accesso alle opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Solo così sarà possibile creare un ecosistema tecnologico inclusivo, innovativo e resiliente, capace di affrontare le sfide del futuro e di promuovere uno sviluppo economico sostenibile.

Conclusioni. Il valore medio dell’utilizzo dei servizi informatici è cresciuto tra il 2013 ed il 2022 di un valore pari a 118,89% passando da un ammontare di 27,56 fino ad un valore di 60,34. Vi sono tuttavia un insieme di paesi nei quali il valore dell’utilizzo dei servizi ICT è cresciuto significativamente, molto più della media ovvero: Etiopia con +3650,0%, Cameroon con +3025%, Bangladesh con +2869,20%, Mozambico con +2362,50%, Zambia con +2200,10%. Vi sono altri paesi nei quali tale valore risulta essere cresciuto meno della media ovvero la Svizzera con un valore di +12,50%, Germania con +9,30%, Singapore con +8,10%, Lussemburgo con +6,30%, Hong Kong con +1,60%.

 


Fonti: Global Innovation Index

Link: https://www.wipo.int/global_innovation_index/en/

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