E’
cresciuto del 118,89% tra il 2013 ed il 2022 in media per i paesi analizzati
L'uso delle ICT
(Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) si riferisce all'impiego
di tecnologie digitali, strumenti e sistemi che permettono agli utenti di
accedere, memorizzare, trasmettere e manipolare informazioni. Questo comprende
l'utilizzo di computer, smartphone, internet, applicazioni software e altri
dispositivi e piattaforme digitali per una vasta gamma di scopi, come la
comunicazione, l'elaborazione dei dati, l'istruzione, le operazioni aziendali e
l'intrattenimento. In un contesto più ampio, l'uso delle ICT include attività
come la navigazione su internet, la comunicazione tramite email e
messaggistica, l'uso di applicazioni software per compiti come l'elaborazione
di testi e la creazione di presentazioni, le transazioni online come il
commercio elettronico e il banking, l'impegno sui social media, l'uso del cloud
computing per l'archiviazione e la collaborazione dei dati, nonché l'utilizzo
di strumenti per il lavoro a distanza e l'apprendimento digitale. L'uso delle
ICT è fondamentale nelle società moderne poiché migliora l'efficienza, la
connettività e l'accesso alle informazioni in vari settori, tra cui
l'istruzione, il business, la sanità e il governo. I dati disponibili fanno
riferimento al periodo tra i l 2013 ed il 2022.
L’utilizzo
delle tecnologie informatiche a livello globale nel 2022. In
cima alla classifica, Islanda, Danimarca e Svizzera emergono come i leader
globali nell'adozione delle tecnologie informatiche, con percentuali
rispettivamente di 89,1%, 88,5% e 88,2%. Questi Paesi, noti per il loro alto
standard di vita e il loro impegno verso l'innovazione tecnologica, beneficiano
di infrastrutture digitali avanzate e di un'educazione che prepara i cittadini
a un uso consapevole ed efficace delle tecnologie. La forte penetrazione delle
tecnologie digitali in questi Paesi può essere attribuita a una combinazione di
politiche governative favorevoli, investimenti nel settore ICT (Information and
Communication Technology), e una cultura che abbraccia l'innovazione. A
seguire, la Corea del Sud, il Regno Unito e la Svezia mantengono anch'essi alti
livelli di adozione tecnologica, con punteggi che oscillano tra l'87,4% e
l'86,5%. La Corea del Sud, in particolare, è nota per la sua rete internet
ultra-veloce e per l'ampia diffusione di smartphone, che facilitano l'accesso a
una vasta gamma di servizi digitali. Il Regno Unito e la Svezia, d'altra parte,
si distinguono per la loro forte economia digitale, dove la tecnologia gioca un
ruolo chiave nello sviluppo economico e nella creazione di posti di lavoro. Passando
alla fascia intermedia della classifica, troviamo Paesi come la Francia
(85,1%), Malta (84,3%) e gli Stati Uniti (84%). La posizione degli Stati Uniti
potrebbe sorprendere, considerando il ruolo predominante del Paese nel settore
tecnologico globale. Tuttavia, la percentuale riflette la disparità
nell'accesso alla tecnologia tra le diverse regioni e fasce di popolazione. In
molti casi, l'accesso alle tecnologie avanzate è concentrato in aree urbane o
tra le fasce di popolazione più abbienti, lasciando indietro le aree rurali e
le comunità più svantaggiate. Altri Paesi, come Hong Kong (83%) e l'Arabia
Saudita (82,9%), mostrano una forte penetrazione delle tecnologie, sebbene con
contesti molto diversi. Hong Kong, come hub finanziario e commerciale globale,
ha sviluppato una robusta infrastruttura digitale che supporta le sue attività
economiche. L'Arabia Saudita, invece, riflette l'effetto delle recenti
politiche governative mirate alla diversificazione economica e alla riduzione della
dipendenza dal petrolio, con un'enfasi crescente sull'innovazione e
sull'adozione tecnologica. La presenza di Paesi come Estonia (82,2%) e Lituania
(80,4%) nella parte alta della classifica evidenzia come anche le nazioni più
piccole, con risorse limitate, possano ottenere risultati significativi
attraverso politiche mirate e investimenti strategici. L'Estonia, per esempio,
è un pioniere nell'adozione del governo digitale e nella creazione di una
società basata sulla tecnologia, con servizi pubblici digitalizzati e
un'infrastruttura di e-residency che attira imprenditori da tutto il mondo. In
fondo alla classifica, si osservano situazioni preoccupanti in Paesi come Yemen
(11,5%), Myanmar (0%) e Niger (13%), dove l'adozione delle tecnologie
informatiche è estremamente bassa. Questi dati riflettono le difficoltà
economiche e politiche che questi Paesi affrontano, comprese le guerre civili,
la povertà diffusa e l'instabilità politica, che impediscono lo sviluppo delle
infrastrutture necessarie per supportare la diffusione delle tecnologie
digitali. La mancanza di accesso alla tecnologia in questi contesti può
aggravare ulteriormente le disuguaglianze economiche e sociali, creando un
divario digitale che è difficile da colmare. Un altro aspetto importante da
considerare è il caso di Myanmar, che mostra un tasso di adozione dello 0%.
Questa cifra può essere interpretata alla luce delle recenti turbolenze
politiche e delle restrizioni governative sull'accesso a Internet e alla
tecnologia. Le condizioni autoritarie e le repressioni sui mezzi di
comunicazione digitale hanno drasticamente limitato la possibilità per i
cittadini di accedere a risorse tecnologiche, rendendo il Paese un caso estremo
di esclusione digitale. Un altro gruppo di Paesi, tra cui Brasile (62,9%),
Argentina (62,2%) e India (45%), si posizionano nella metà inferiore della
classifica. Nonostante questi Paesi abbiano economie emergenti e un notevole
potenziale di crescita nel settore tecnologico, la disparità nell'accesso alla
tecnologia, specialmente nelle aree rurali, rimane una sfida significativa. In
Brasile, ad esempio, l'urbanizzazione rapida e la disuguaglianza economica
hanno creato una situazione in cui l'accesso alla tecnologia è molto variabile,
con le zone rurali che rimangono indietro rispetto alle aree urbane. In India,
nonostante i progressi nella digitalizzazione attraverso iniziative governative
come Digital India, l'accesso alle tecnologie informatiche è ancora limitato a
causa di fattori come l'infrastruttura insufficiente e l'analfabetismo digitale.
I dati mostrano anche che in Paesi come Nigeria (31,3%), Kenya (32,6%) e Uganda
(26,4%), l'adozione della tecnologia è ancora relativamente bassa. Tuttavia, è
importante notare che questi Paesi stanno facendo progressi, seppur lenti, grazie
a iniziative che mirano a migliorare l'accesso alle tecnologie e a educare la
popolazione sull'uso delle stesse. In molti casi, l'adozione di tecnologie
mobili sta aiutando a superare alcune delle barriere esistenti, permettendo un
accesso più ampio ai servizi digitali, anche in aree remote. L'analisi
complessiva di questi dati sottolinea l'importanza di politiche pubbliche
mirate e di investimenti nelle infrastrutture tecnologiche per promuovere
l'adozione delle tecnologie informatiche. Paesi che investono in educazione
digitale, accesso alla rete e innovazione tecnologica tendono a mostrare
livelli più alti di adozione, che a loro volta supportano lo sviluppo economico
e sociale. Tuttavia, la disparità tra i Paesi e all'interno di essi indica che c'è
ancora molto lavoro da fare per garantire che i benefici della rivoluzione
digitale siano distribuiti equamente in tutto il mondo. L'accesso alle
tecnologie informatiche non è solo una questione di sviluppo economico, ma
anche di inclusione sociale e di equità, e richiede un impegno continuo da
parte di governi, aziende e comunità.
L’utilizzo
delle tecnologie informatiche a livello globale tra il 2013 ed il 2022. Tra
i Paesi che hanno registrato i più grandi progressi in termini di adozione
delle tecnologie informatiche troviamo Etiopia, Camerun e Bangladesh, che hanno
visto aumentare i loro indici rispettivamente di 29,2%, 36,3% e 37,3% tra il
2013 e il 2022, con variazioni percentuali impressionanti del 3650%, 3025% e
2869,2%. Questi numeri straordinari riflettono una fase iniziale di sviluppo
tecnologico molto bassa, con un accesso limitato alle tecnologie digitali nel
2013, che ha permesso tassi di crescita estremamente elevati una volta che le
infrastrutture tecnologiche e le politiche governative hanno iniziato a
incentivare l'adozione su larga scala. In questi Paesi, l'implementazione di
tecnologie mobili e l'accesso a internet a basso costo hanno giocato un ruolo
cruciale nel favorire la crescita. L'Etiopia, ad esempio, ha beneficiato di
un'espansione significativa delle sue infrastrutture digitali, facilitata da un
crescente investimento pubblico e privato. Analogamente, anche Paesi come
Mozambico, Zambia e Niger hanno mostrato notevoli incrementi, con variazioni
percentuali rispettivamente del 2362,5%, 2209,1% e 2066,7%. Nonostante queste
percentuali di crescita impressionanti, i livelli assoluti di adozione
rimangono relativamente bassi, sottolineando il fatto che, sebbene ci siano
stati progressi significativi, questi Paesi devono ancora colmare un ampio
divario digitale rispetto alle nazioni più sviluppate. La crescita in questi
contesti può essere attribuita a un aumento dell'accessibilità delle tecnologie
mobili e a iniziative educative che hanno migliorato la consapevolezza e le
competenze digitali tra la popolazione. Paesi come Nigeria, Nepal e Guinea
hanno anch'essi registrato notevoli progressi, con variazioni percentuali
superiori al 1000%. La Nigeria, in particolare, ha visto una crescita del
1741,2%, riflettendo l'espansione della penetrazione internet e dell'uso di
dispositivi mobili in una delle economie più grandi dell'Africa. Tuttavia,
questa crescita esponenziale nasconde una realtà complessa: il divario digitale
all'interno del Paese è ancora ampio, con ampie fasce della popolazione rurale
che rimangono escluse dai benefici della digitalizzazione. Il panorama
dell'adozione tecnologica varia notevolmente nei Paesi a reddito medio.
Uzbekistan e Cambogia hanno registrato una crescita significativa,
rispettivamente del 873,4% e 732,3%, grazie a politiche governative che hanno
promosso l'espansione delle reti digitali e l'accesso ai dispositivi mobili. In
queste nazioni, la tecnologia è diventata un elemento chiave per lo sviluppo
economico e sociale, con un crescente numero di persone che utilizza strumenti
digitali per l'educazione, l'accesso ai servizi finanziari e la comunicazione. In
Asia, Paesi come India, Indonesia e Vietnam hanno visto anch'essi notevoli
incrementi nell'adozione tecnologica, con l'India che ha registrato una
crescita del 703,6% e l'Indonesia del 425,5%. Questi Paesi, caratterizzati da
grandi popolazioni e rapidi tassi di urbanizzazione, hanno visto l'esplosione
dell'uso delle tecnologie mobili come mezzo principale per accedere a internet.
In India, l'iniziativa "Digital India" ha contribuito a espandere
l'accesso alle tecnologie digitali, sebbene permangano ancora significative
sfide legate alla disuguaglianza nell'accesso. In Africa, Paesi come Ghana,
Burkina Faso e Rwanda hanno mostrato forti tassi di crescita nell'adozione
delle tecnologie, con il Ghana che ha visto un incremento del 1465,6%. Questi
risultati riflettono gli sforzi concertati per espandere le infrastrutture di
telecomunicazione e per rendere più accessibili i servizi digitali. Tuttavia,
la sostenibilità di questa crescita dipende dalla capacità di affrontare
problemi strutturali come la povertà, l'istruzione e l'accesso all'elettricità,
che rimangono ostacoli significativi in molte regioni. In Europa e nelle
Americhe, i tassi di crescita sono stati generalmente più moderati, ma non meno
significativi. Paesi come la Lettonia, l'Albania e la Repubblica Dominicana
hanno registrato variazioni assolute notevoli, con la Lettonia che ha visto un
incremento di 49,7 punti percentuali. Questi Paesi hanno beneficiato di
politiche europee di coesione digitale e di investimenti nel miglioramento
delle loro infrastrutture tecnologiche. In America Latina, il Paraguay e il
Brasile hanno mostrato una crescita significativa, con un incremento
rispettivamente del 298,4% e del 180,8%, riflettendo un'espansione della
connettività digitale e l'aumento della domanda di servizi online. Nei Paesi
del Medio Oriente e del Nord Africa, come l'Oman, la Giordania e l'Iran, la
crescita è stata anch'essa robusta, con incrementi superiori al 150%. Questi
Paesi hanno beneficiato di programmi governativi volti a modernizzare le
infrastrutture digitali e a promuovere l'educazione tecnologica, nonché di un
giovane demograficamente significativo che ha rapidamente adottato le nuove
tecnologie. In fondo alla classifica, tuttavia, troviamo nazioni sviluppate
come la Svizzera, Hong Kong e il Lussemburgo, che hanno registrato variazioni
percentuali più basse, rispettivamente del 12,5%, 1,6% e 6,3%. Questo dato è
tutt'altro che sorprendente: in questi Paesi, l'adozione delle tecnologie
informatiche era già molto alta nel 2013, lasciando poco spazio per ulteriori
aumenti significativi. Qui, le innovazioni tecnologiche si concentrano più
sulla qualità e sulla sofisticazione dei servizi digitali piuttosto che sull'estensione
dell'accesso di base. Paesi come il Regno Unito, la Svezia e la Danimarca hanno
anch'essi mostrato tassi di crescita moderati, con variazioni percentuali
inferiori al 30%. Anche in questi casi, si tratta di nazioni che già godevano
di un'ampia diffusione delle tecnologie digitali nel 2013, e la loro crescita
si riflette più in un perfezionamento delle capacità esistenti che in
un'espansione radicale dell'accesso. Questi Paesi continuano a guidare
l'innovazione nel campo delle tecnologie avanzate e delle applicazioni
digitali, contribuendo allo sviluppo di nuovi standard globali. Infine, è
interessante notare che anche gli Stati Uniti e il Giappone, leader globali nel
settore tecnologico, hanno visto incrementi moderati, rispettivamente del 56,1%
e del 32,9%. Questo suggerisce che, nonostante il loro avanzato ecosistema
tecnologico, la crescita in questi Paesi è stata limitata da fattori saturi di
mercato e dalla necessità di risolvere questioni come la sicurezza informatica
e la regolamentazione del settore digitale. In conclusione, i dati rivelano un
panorama globale altamente diversificato nell'adozione delle tecnologie
informatiche, con alcuni Paesi che registrano tassi di crescita esponenziali,
mentre altri mostrano una crescita più contenuta a causa di già alti livelli di
adozione. La sfida per i prossimi anni sarà quella di colmare il divario
digitale esistente, garantendo che i benefici delle tecnologie informatiche
siano accessibili a tutte le popolazioni, indipendentemente dal loro contesto
geografico o socioeconomico. Le politiche pubbliche, l'istruzione e gli
investimenti in infrastrutture digitali continueranno a giocare un ruolo
cruciale in questo processo di globalizzazione tecnologica.
Politiche
economiche. Incrementare l'utilizzo delle tecnologie
informatiche in un paese richiede un approccio multidimensionale che combini
investimenti in infrastrutture digitali, incentivi fiscali, politiche
educative, supporto all'innovazione e regolamentazioni favorevoli. In primo
luogo, è cruciale sviluppare un'infrastruttura digitale robusta e accessibile.
Il governo può avviare e sostenere progetti per espandere la copertura della
banda larga ad alta velocità, soprattutto nelle aree rurali e svantaggiate,
dove l'accesso a internet è spesso limitato. Un'infrastruttura digitale solida
non solo facilita l'accesso ai servizi online, ma è anche fondamentale per lo
sviluppo di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale (AI) e
l'Internet of Things (IoT). Inoltre, il governo può stimolare gli investimenti
privati in questo settore attraverso partenariati pubblico-privati (PPP),
agevolazioni fiscali per le imprese che investono in infrastrutture digitali e
incentivi per l'adozione di tecnologie green e sostenibili. Parallelamente, è
necessario un ampio sforzo nell'educazione digitale. Questo può essere fatto
introducendo l'insegnamento delle competenze digitali già a livello scolastico,
aggiornando i curricula per includere materie come programmazione,
cybersecurity e alfabetizzazione digitale. Il potenziamento delle competenze
digitali deve estendersi anche alla forza lavoro attraverso programmi di
formazione e riqualificazione professionale. L'obiettivo è creare una
popolazione non solo capace di utilizzare le tecnologie informatiche, ma anche
in grado di contribuire attivamente al loro sviluppo e applicazione in diversi
settori economici. In questo contesto, le politiche di lifelong learning
(apprendimento continuo) diventano essenziali per mantenere la forza lavoro
competitiva e adattabile in un mercato in continua evoluzione. Un'altra
componente chiave è il supporto all'innovazione e all'imprenditorialità nel
settore tecnologico. Il governo può incentivare la creazione e la crescita di
startup tecnologiche attraverso programmi di finanziamento agevolato,
incubatori e acceleratori d'impresa, e tramite la semplificazione delle
normative per la creazione di nuove imprese. L'accesso al capitale è spesso una
barriera per le startup, quindi è essenziale che le politiche pubbliche
favoriscano l'accesso a fondi di venture capital, crowdfunding e altre forme di
finanziamento innovativo. Inoltre, la promozione di ecosistemi di innovazione,
come i distretti tecnologici o i parchi scientifici, può favorire la
collaborazione tra aziende, università e istituti di ricerca, accelerando così
il trasferimento tecnologico e la commercializzazione delle innovazioni. Un
aspetto non meno importante riguarda le politiche fiscali e di incentivazione.
Le agevolazioni fiscali per le imprese che investono in tecnologie informatiche
e digitalizzazione possono essere un forte stimolo. Ad esempio, il governo può
introdurre crediti d'imposta per la ricerca e sviluppo (R&D) nel settore
tecnologico, o per le imprese che adottano soluzioni digitali avanzate come
l'AI, l'automazione o il cloud computing. Queste politiche possono essere
combinate con incentivi per l'acquisto di hardware e software, o per l'adozione
di sistemi di cybersecurity avanzati, cruciali per proteggere le infrastrutture
digitali e i dati sensibili. Nel contesto della trasformazione digitale, anche
le politiche industriali devono adattarsi. La digitalizzazione delle industrie
tradizionali, spesso denominata "Industria 4.0", rappresenta una
grande opportunità per migliorare la competitività e l'efficienza delle
imprese. Il governo può facilitare questo processo offrendo supporto tecnico e
finanziario alle piccole e medie imprese (PMI) che intraprendono percorsi di
digitalizzazione. Questo può includere, ad esempio, programmi di consulenza,
formazione specifica per l'implementazione di tecnologie avanzate, e la
creazione di reti di competenza industriale che possano fungere da centri di
eccellenza per la diffusione delle migliori pratiche. Un'altra politica
cruciale è la promozione dell'e-government, ossia l'utilizzo delle tecnologie
informatiche per migliorare l'efficienza e l'accessibilità dei servizi
pubblici. Digitalizzare i servizi governativi non solo rende le operazioni
statali più efficienti, ma aumenta anche la familiarità della popolazione con
le tecnologie digitali, promuovendo un uso più diffuso di queste tecnologie.
L'introduzione di piattaforme digitali per servizi come il pagamento delle
tasse, la registrazione delle imprese, o l'accesso ai servizi sanitari, può
ridurre significativamente i costi e i tempi per i cittadini e le imprese.
Inoltre, un governo digitale ben funzionante può fungere da catalizzatore per
l'adozione delle tecnologie da parte del settore privato, creando un ambiente
più trasparente e competitivo. Le politiche economiche devono inoltre
affrontare le sfide legate alla regolamentazione. Un quadro normativo chiaro e
favorevole è essenziale per promuovere l'adozione delle tecnologie
informatiche. Questo include la protezione dei dati personali, la
regolamentazione delle piattaforme digitali e il supporto alla concorrenza
leale nel mercato digitale. La protezione della privacy e la sicurezza
informatica sono temi centrali che devono essere affrontati attraverso
regolamentazioni rigorose, che bilancino la necessità di innovazione con la
tutela dei diritti degli utenti. Allo stesso tempo, il governo deve evitare
regolamentazioni eccessivamente restrittive che potrebbero soffocare
l'innovazione o limitare l'accesso alle nuove tecnologie. Infine, le politiche
economiche per incrementare l'utilizzo delle tecnologie informatiche devono
considerare anche la dimensione internazionale. In un mondo sempre più
globalizzato, la cooperazione internazionale nel campo della tecnologia e
dell'innovazione è fondamentale. I governi devono lavorare insieme per
armonizzare gli standard tecnologici, facilitare il commercio digitale e
promuovere la collaborazione transfrontaliera in materia di ricerca e sviluppo.
Partecipare attivamente alle iniziative internazionali, come quelle promosse
dall'Unione Europea, dalle Nazioni Unite o dall'Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), può offrire ai Paesi accesso a
risorse, conoscenze e mercati globali, facilitando così l'integrazione delle
tecnologie informatiche a livello nazionale. In conclusione, per incrementare
l'utilizzo delle tecnologie informatiche è necessario un approccio olistico che
combini investimenti infrastrutturali, educazione digitale, incentivi fiscali,
supporto all'innovazione, regolamentazioni favorevoli e cooperazione
internazionale. Queste politiche devono essere attentamente coordinate e
attuate in modo da garantire che tutte le fasce della popolazione abbiano
accesso alle opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Solo così sarà
possibile creare un ecosistema tecnologico inclusivo, innovativo e resiliente,
capace di affrontare le sfide del futuro e di promuovere uno sviluppo economico
sostenibile.
Conclusioni.
Il
valore medio dell’utilizzo dei servizi informatici è cresciuto tra il 2013 ed
il 2022 di un valore pari a 118,89% passando da un ammontare di 27,56 fino ad
un valore di 60,34. Vi sono tuttavia un insieme di paesi nei quali il valore
dell’utilizzo dei servizi ICT è cresciuto significativamente, molto più della
media ovvero: Etiopia con +3650,0%, Cameroon con +3025%, Bangladesh con
+2869,20%, Mozambico con +2362,50%, Zambia con +2200,10%. Vi sono altri paesi
nei quali tale valore risulta essere cresciuto meno della media ovvero la
Svizzera con un valore di +12,50%, Germania con +9,30%, Singapore con +8,10%,
Lussemburgo con +6,30%, Hong Kong con +1,60%.
Fonti:
Global Innovation Index
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