Sono
diminuiti in media dell’1,09% tra il 2013 ed il 2022 per i paesi considerati
La variabile
"innovation linkages" si riferisce al grado di connessione e
collaborazione tra diversi attori del sistema di innovazione di un paese o di
una regione. Questa variabile misura quanto efficacemente le imprese, le
università, i centri di ricerca, e altre istituzioni lavorano insieme per
sviluppare, diffondere e applicare nuove idee e tecnologie. Le linkages
dell'innovazione sono fondamentali perché promuovono lo scambio di conoscenze,
risorse e competenze, che sono essenziali per stimolare l'innovazione e
migliorare la competitività economica. Le innovation linkages includono varie
forme di collaborazione, come partnership pubblico-private, consorzi di
ricerca, reti di imprese, e programmi di trasferimento tecnologico. Questi
collegamenti possono avvenire a livello nazionale, regionale o internazionale e
coinvolgono non solo il settore privato e quello pubblico, ma anche
organizzazioni non governative e altre entità della società civile. Un alto
livello di innovation linkages indica un ecosistema innovativo ben integrato,
dove i diversi attori sono in grado di collaborare efficacemente, condividere
informazioni e risorse, e lavorare verso obiettivi comuni di sviluppo
tecnologico e innovativo. Al contrario, un basso livello di innovation linkages
suggerisce un sistema frammentato, dove le interazioni tra i vari attori sono
limitate, ostacolando così il flusso di idee e l'adozione di nuove tecnologie.
Questa variabile è spesso utilizzata come indicatore del potenziale di un paese
per sviluppare e commercializzare innovazioni. Un sistema con forti innovation
linkages è più propenso a produrre innovazioni di successo e a sostenere la
crescita economica a lungo termine, poiché facilita la condivisione di rischi,
costi e competenze tra i partecipanti del sistema innovativo.
I
legami di innovazione a livello globale nel 2022. L’analisi dei dati
relativi ai legami di innovazione nel 2022 mostra una significativa variazione
tra i paesi in termini di capacità di creare e mantenere collegamenti efficaci
tra i diversi attori del sistema innovativo. In cima alla classifica troviamo
Israele, con un punteggio di 78,4, nettamente superiore a quello di qualsiasi
altro paese. Questo risultato non sorprende, considerando l'elevato livello di
collaborazione tra settore pubblico, università, centri di ricerca e industria
che caratterizza il paese. Israele è rinomato per il suo ecosistema di
innovazione altamente connesso, alimentato da una cultura imprenditoriale
robusta e da un forte supporto governativo, che insieme promuovono una fitta
rete di partnership che si estendono anche a livello internazionale. La Svezia,
con un punteggio di 68,3, e la Finlandia, con 66,4, seguono a distanza, ma
dimostrano comunque un'elevata capacità di collegamento nel loro sistema di
innovazione. Entrambi i paesi nordici hanno storicamente investito in
infrastrutture per la ricerca e in politiche di educazione avanzate, che
facilitano la collaborazione tra enti pubblici e privati. Questi paesi
beneficiano di una governance stabile e di un elevato livello di fiducia
sociale, elementi che facilitano la cooperazione e l'innovazione condivisa. Gli
Stati Uniti, con un punteggio di 66, sono un altro esempio di un paese con
forti legami di innovazione. La combinazione di università di eccellenza, un
settore privato dinamico e una disponibilità di capitale di rischio fa degli
Stati Uniti un leader nell'innovazione globale. Tuttavia, rispetto ad altri
paesi in cima alla classifica, come Israele, la dimensione e la complessità del
sistema statunitense possono rappresentare una sfida per mantenere un livello
uniforme di connessioni in tutto il paese. La Svizzera, con un punteggio di
64,3, riflette la sua lunga tradizione di eccellenza scientifica e la forte
cooperazione tra settore pubblico e privato. Le sue istituzioni accademiche e
di ricerca sono tra le migliori al mondo, e l'interazione con l'industria è
facilitata da un ambiente regolatorio favorevole e da una cultura
imprenditoriale ben radicata. Il Canada e l'Islanda, entrambi con un punteggio
di 59,8, rappresentano paesi con ecosistemi innovativi solidi, sebbene non al
livello delle nazioni leader. In Canada, la collaborazione tra università e
industrie, soprattutto nei settori delle tecnologie emergenti e delle scienze
della vita, è una delle forze trainanti dei suoi legami di innovazione.
L'Islanda, nonostante le sue dimensioni ridotte, ha sviluppato una rete di
innovazione ben connessa, specialmente nei settori dell'energia e della
tecnologia, facilitata da politiche governative che promuovono la ricerca e lo
sviluppo. Nel gruppo dei paesi con punteggi moderati troviamo l'Austria, il
Belgio e Singapore, con punteggi rispettivamente di 57,5, 55,9 e 54,3. Questi
paesi mostrano un buon livello di collegamento nel loro sistema innovativo,
anche se ci sono margini di miglioramento. Ad esempio, Singapore, pur essendo
un hub tecnologico e finanziario globale, potrebbe beneficiare di una maggiore
integrazione tra le sue eccellenti infrastrutture di ricerca e l'industria, per
rafforzare ulteriormente i suoi legami di innovazione. Passando a paesi come il
Regno Unito (52) e la Germania (52,2), che hanno punteggi leggermente superiori
a 50, notiamo che, nonostante le loro forti tradizioni di ricerca e sviluppo,
esistono sfide nel mantenere una coesione uniforme tra i vari settori
dell'innovazione. In particolare, il Regno Unito, con la sua recente uscita
dall'Unione Europea, potrebbe dover affrontare nuove sfide nel mantenere i suoi
legami di innovazione a livello internazionale. La Germania, nonostante la sua
potente industria manifatturiera, potrebbe necessitare di ulteriori sforzi per
integrare meglio le sue piccole e medie imprese nel sistema innovativo
nazionale. L'Italia, con un punteggio di 39,9, si colloca nella parte inferiore
della classifica, suggerendo che ci sono notevoli difficoltà nel creare e
mantenere efficaci legami di innovazione. Il sistema italiano, sebbene ricco di
eccellenze in settori specifici, soffre di una frammentazione che impedisce una
collaborazione efficace su vasta scala. La burocrazia, la mancanza di
investimenti continui in R&S, e una certa rigidità del mercato del lavoro
sono fattori che ostacolano il potenziale innovativo del paese. La Cina, con un
punteggio di 36,8, pur avendo fatto grandi progressi in molte aree
dell'innovazione, mostra ancora debolezze nei suoi legami di innovazione.
Nonostante i massicci investimenti governativi in ricerca e sviluppo, esiste
una distanza tra il settore pubblico e privato che limita l'efficacia
complessiva del sistema innovativo cinese. Scendendo nella classifica, troviamo
paesi come il Brasile, l'India e la Russia, con punteggi rispettivamente di
24,7, 28,7 e 22,1. Questi paesi emergenti affrontano sfide significative nel
rafforzare i loro legami di innovazione. Sebbene abbiano un grande potenziale
in termini di popolazione e risorse naturali, la mancanza di infrastrutture
avanzate, problemi di governance e limitati investimenti in ricerca limitano la
capacità di creare connessioni forti tra i vari attori del sistema innovativo. In
fondo alla classifica troviamo paesi come lo Yemen (14,3), l'Iraq (0,3) e il
Niger (1,4), che riflettono situazioni di estrema difficoltà economica e
politica, che rendono quasi impossibile lo sviluppo di un sistema di
innovazione coeso. In questi paesi, la mancanza di stabilità politica,
infrastrutture, e capitale umano qualificato limita drasticamente la
possibilità di sviluppare collegamenti innovativi efficaci.
I
legami di innovazione a livello globale tra il 2013 ed il 2022. L'analisi dei dati
relativi ai legami di innovazione tra il 2013 e il 2022 mostra un panorama
estremamente variegato, con alcuni paesi che hanno fatto progressi
significativi e altri che hanno subito un drastico calo delle loro capacità di
innovazione. Tra i paesi con il maggior miglioramento assoluto, la Guinea si
distingue con un aumento di 15,6 punti, che rappresenta una crescita del
110,64%. Questo progresso è notevole, soprattutto considerando che la Guinea
parte da una base relativamente bassa, ma è riuscita a più che raddoppiare il
suo punteggio, indicando un forte sviluppo delle infrastrutture di innovazione
e un miglioramento significativo nella collaborazione tra gli attori del
sistema innovativo. Un altro paese che ha registrato una crescita significativa
è l'Uzbekistan, con un aumento di 12,6 punti e una variazione percentuale del
104,13%. Questo miglioramento riflette l'impegno del paese nel potenziare le
sue capacità di innovazione, probabilmente attraverso riforme economiche e un
aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo. Allo stesso modo, l'Albania
ha visto un aumento del 103,81%, evidenziando un'accelerazione delle attività
di innovazione e una crescente integrazione tra i diversi attori del settore. La
Bulgaria, con un incremento del 77,39%, e l'Islanda, con il 67,51%, dimostrano
come i paesi con già una buona base di partenza possano continuare a migliorare
significativamente i loro legami di innovazione. L'Islanda, in particolare, ha
compiuto progressi rilevanti nonostante le sue piccole dimensioni,
probabilmente grazie a politiche mirate a promuovere la collaborazione tra
imprese, istituti di ricerca e il settore pubblico. D'altro canto, l'analisi
rivela anche tendenze preoccupanti in diversi paesi che hanno subito un calo
significativo nei loro punteggi di innovazione. Il caso più estremo è quello
del Qatar, che ha visto una diminuzione di ben 53 punti, corrispondente a un
calo del 65,43%. Questo drammatico declino suggerisce un forte indebolimento
delle reti di innovazione nel paese, forse dovuto a fattori come instabilità
economica, riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo, o una ridotta
cooperazione internazionale. Un simile andamento si osserva in altri paesi come
Panama e Burkina Faso, che hanno registrato cali rispettivamente del 62,40% e
del 60,43%. Questi dati indicano una significativa erosione delle capacità di
innovazione, che potrebbe essere collegata a crisi economiche, politiche
instabili o disinvestimenti in settori chiave. Anche paesi come la Giordania e
la Macedonia del Nord mostrano cali preoccupanti, con riduzioni rispettivamente
del 31,20% e del 56,71%. Questi dati suggeriscono che questi paesi potrebbero
aver incontrato difficoltà nel mantenere e sviluppare le loro reti di
innovazione, forse a causa di una mancanza di continuità nelle politiche di
supporto all'innovazione o di instabilità socio-politica che ha minato la
collaborazione tra gli attori del sistema. L'Italia, pur avendo registrato un
modesto incremento del 18,75%, si trova in una posizione intermedia. Questo
suggerisce che, nonostante i progressi, il paese continua a confrontarsi con
sfide strutturali che limitano la piena realizzazione del suo potenziale
innovativo. La crescita è positiva, ma non sufficiente per tenere il passo con
i paesi più dinamici. Paesi come la Cina, che ha aumentato i suoi legami di
innovazione del 31,90%, e la Svezia, con un incremento del 37,15%, dimostrano
che investimenti consistenti in ricerca e sviluppo e un forte impegno verso la
collaborazione internazionale possono portare a miglioramenti sostanziali. La
Cina, in particolare, sta beneficiando di un'enorme spinta verso l'innovazione,
supportata da politiche governative favorevoli e da un mercato interno in
rapida espansione che facilita la creazione di reti di innovazione sempre più
forti. In generale, i dati mostrano una netta divisione tra paesi che hanno
saputo capitalizzare su politiche efficaci di promozione dell'innovazione e
altri che invece hanno visto un deterioramento delle loro capacità in questo
settore. I paesi che hanno registrato le migliori performance tendono ad essere
quelli che hanno messo in atto politiche stabili e coerenti nel tempo,
investendo in educazione, infrastrutture tecnologiche e favorendo la
cooperazione tra il settore pubblico e privato. Al contrario, i paesi che hanno
subito i maggiori cali nei punteggi dell'innovazione sono spesso quelli
caratterizzati da instabilità economica o politica, o che hanno subito
contrazioni significative nei finanziamenti destinati alla ricerca e allo
sviluppo. Il caso del Qatar è emblematico, mostrando come un paese che aveva
raggiunto un alto livello di collegamenti innovativi possa rapidamente perdere
terreno se non riesce a sostenere e adattare il proprio ecosistema innovativo
alle mutevoli condizioni economiche globali. Questo sottolinea l'importanza di
politiche economiche che siano non solo ambiziose, ma anche resilienti e capaci
di adattarsi alle sfide emergenti. Anche l'Unione degli Emirati Arabi, con una
diminuzione del 16,70%, rappresenta un esempio di come il successo
nell'innovazione richieda non solo risorse, ma anche un sistema flessibile e
sostenibile che possa adattarsi a nuove esigenze. Questo calo potrebbe essere
un campanello d'allarme per altri paesi che stanno investendo massicciamente in
infrastrutture senza però sviluppare un ecosistema di innovazione altrettanto
solido e integrato.
Politiche economiche per promuovere i legami di innovazione. Le politiche economiche per promuovere i legami di innovazione devono essere attentamente progettate per rafforzare l'integrazione e la collaborazione tra i vari attori del sistema innovativo, tra cui imprese, università, centri di ricerca, istituzioni governative e organizzazioni della società civile. Un elemento cruciale è l'investimento nel capitale umano, che richiede non solo un'educazione di alta qualità, ma anche la promozione di competenze specifiche legate all'innovazione e alla capacità di lavorare in team multidisciplinari. Questo può essere realizzato attraverso programmi di formazione continua e incentivi per la ricerca, volti a stimolare lo sviluppo di competenze avanzate nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), nonché in ambiti come la gestione dell'innovazione, la proprietà intellettuale e l'imprenditorialità. In parallelo, è fondamentale rafforzare i meccanismi di trasferimento tecnologico tra università e imprese, facilitando il passaggio di conoscenze e tecnologie dal mondo accademico al settore produttivo. Ciò può essere realizzato attraverso la creazione di uffici di trasferimento tecnologico nelle università e di incentivi fiscali per le imprese che collaborano con istituti di ricerca. Questi uffici possono fungere da intermediari, aiutando a tradurre i risultati della ricerca accademica in applicazioni commerciali concrete, e facilitando così la creazione di nuovi prodotti e servizi innovativi. Un'altra area critica è lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche avanzate, come laboratori di ricerca congiunti e parchi tecnologici, che offrono spazi e risorse condivise per la collaborazione tra ricercatori, ingegneri e imprenditori. Questi hub dell'innovazione non solo forniscono l'accesso a tecnologie all'avanguardia, ma favoriscono anche un ambiente in cui idee e competenze possono essere scambiate liberamente, promuovendo così la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. È essenziale che questi spazi siano accessibili a un'ampia gamma di attori, comprese le piccole e medie imprese (PMI), che spesso hanno risorse limitate per investire autonomamente in infrastrutture di ricerca e sviluppo. Incentivi finanziari, come sovvenzioni e agevolazioni fiscali, possono essere utilizzati per incoraggiare le PMI a partecipare attivamente a reti di innovazione, collaborando con università e grandi imprese in progetti di ricerca congiunti. Il ruolo del governo è cruciale anche nel promuovere un quadro normativo e regolamentare che supporti l'innovazione e la collaborazione. Questo include la semplificazione delle procedure burocratiche per la creazione di imprese innovative e la riduzione delle barriere legali che ostacolano la cooperazione tra pubblico e privato. Le riforme normative dovrebbero mirare a creare un ambiente più favorevole per la condivisione delle conoscenze e l'adozione di nuove tecnologie, garantendo al contempo la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Inoltre, è fondamentale sviluppare politiche di sostegno che favoriscano la mobilità dei ricercatori e dei professionisti tra università, centri di ricerca e imprese, facilitando così lo scambio di idee e competenze. La creazione di programmi di scambio e borse di studio per ricercatori e imprenditori può stimolare il trasferimento di conoscenze e il networking, contribuendo a rafforzare i legami di innovazione a livello nazionale e internazionale. Parallelamente, le politiche economiche dovrebbero incentivare la creazione di cluster industriali e reti di imprese, in cui aziende operanti in settori simili o complementari possano collaborare su progetti di innovazione. Questi cluster possono favorire la specializzazione tecnologica e l'efficienza produttiva, aumentando la competitività a livello globale. I governi possono supportare questi sforzi attraverso la fornitura di infrastrutture condivise, come centri di ricerca e sviluppo e laboratori attrezzati, oltre a offrire programmi di finanziamento specifici per le aziende che partecipano a progetti collaborativi. Inoltre, la promozione dell'internazionalizzazione delle reti di innovazione è fondamentale per integrare i mercati locali nei flussi globali di conoscenza e tecnologia. La partecipazione a reti internazionali di ricerca e sviluppo, l'accesso a mercati esteri e la collaborazione con partner internazionali possono espandere le opportunità di innovazione e migliorare la competitività delle imprese nazionali. Un'altra componente essenziale delle politiche per promuovere i legami di innovazione è il sostegno alla cultura dell'imprenditorialità e dell'innovazione aperta. Questo implica non solo la promozione di iniziative imprenditoriali, ma anche la creazione di un ambiente in cui le idee possano essere condivise e sviluppate in modo collaborativo. I governi possono incentivare l'innovazione aperta attraverso piattaforme digitali che facilitano la condivisione di idee, progetti e risorse tra diversi attori, compresi cittadini, università, imprese e istituzioni pubbliche. Queste piattaforme possono fungere da catalizzatori per l'innovazione, permettendo a un ampio spettro di partecipanti di contribuire con competenze e idee innovative, creando così un ecosistema di innovazione più inclusivo e dinamico. Inoltre, programmi di formazione imprenditoriale e acceleratori di startup possono aiutare i nuovi imprenditori a sviluppare competenze cruciali per l'innovazione, dalla gestione aziendale alla raccolta di capitali, promuovendo così una nuova generazione di leader dell'innovazione. Le politiche economiche dovrebbero anche focalizzarsi sull'inclusione di settori tradizionali e della società civile nei processi di innovazione. L'innovazione non deve essere limitata ai settori tecnologici avanzati, ma deve permeare tutti gli ambiti dell'economia e della società. Coinvolgere agricoltura, manifattura, servizi e comunità locali nei progetti di innovazione può generare soluzioni più sostenibili e resilienti. I programmi di sviluppo regionale, che integrano le specificità locali con le opportunità offerte dalla collaborazione internazionale, possono contribuire a creare legami di innovazione che rispondano ai bisogni reali delle comunità, riducendo al contempo le disparità territoriali. Questo approccio inclusivo all'innovazione può essere supportato attraverso incentivi specifici per progetti che coinvolgono partnership tra imprese, organizzazioni non governative e comunità locali, promuovendo così uno sviluppo economico più equilibrato e sostenibile. Infine, la sostenibilità ambientale deve essere un driver centrale nelle politiche economiche volte a promuovere i legami di innovazione. Le sfide legate al cambiamento climatico e alla gestione delle risorse naturali offrono opportunità significative per sviluppare nuove tecnologie e pratiche sostenibili. I governi possono incentivare l'innovazione sostenibile attraverso agevolazioni fiscali, finanziamenti per la ricerca in energie rinnovabili e tecnologie verdi, e normative che incoraggino la riduzione delle emissioni e l'efficienza energetica. Inoltre, la promozione di città intelligenti e l'adozione di tecnologie per la gestione sostenibile delle risorse urbane possono creare nuovi legami di innovazione tra settore pubblico, privato e comunità locali, contribuendo a un futuro più sostenibile e innovativo. La transizione verso un'economia verde non solo migliora i legami di innovazione, ma può anche rafforzare la competitività globale di un paese, posizionandolo come leader nelle tecnologie del futuro.
Conclusioni.
Il
valore dei legami di innovazione in media è diminuito per i paesi considerati
tra i l 2013 ed il 2022 di un ammontare pari a 1,09%. Vi sono dei paesi nei
quali il valore degli innovation linkages è cresciuto significativamente tra il
2013 ed il 2022 come per esempio la Guinea con +110,64%, Uzbekistan con +104,13%,
Albania con +103,81%, Bulgaria con +77,39%, Iceland con +67,51%. Vi sono
tuttavia anche dei paesi nei quali il valore dei legami di innovazione è
diminuito significativamente come per esempio il Guatemala con -57,49%, il
Mozambico on -58,71%, il Burkina Faso con -60,43%, Panama con -62,40%, Qatar
con -65,43%.
Fonte:
Global
Innovation Index
Link:
https://www.wipo.int/portal/en/index.html
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