mercoledì 13 dicembre 2023

Il Finanziamento delle Associazioni nelle Regioni Italiane

 

Tra il 2005 ed il 2022 è diminuito in media del 29,97%

 

L’Istat calcola il valore del finanziamento delle associazioni. La variabile è calcolata come le persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno finanziato associazioni sul totale delle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento alle regioni italiane tra il 2005 ed il 2022.

Ranking delle regioni italiane per valore del finanziamento delle associazioni nel 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore del finanziamento delle associazioni nel 2022 con un ammontare pari a 23,4 unità, seguito dalla Lombardia con un ammontare di 17,1 unità e dal Friuli Venezia Giulia con un valore di 16,3 unità. A metà classifica vi sono il Piemonte con un ammontare di 14,1 unità, seguito dal Lazio con un valore di 13,3 unità e dalla Liguria con un valore di 13,1 unità. Chiudono la classifica la Calabria con un valore di 6,8 unità, seguita dalla Puglia con u n valore di  5,9 unità e dalla Sicilia con un valore di 5 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale del finanziamento delle associazioni tra il 2005 ed il 2022. La Campania è al primo posto per valore della variazione percentuale del finanziamento delle associazioni tra il 2005 ed il 2022 con un valore pari a -3,33% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 9,1 unità fino a 8,8 unità. Segue il Lazio con una variazione pari ad un ammontare di -8,9 unità corrispondente ad una variazione da un ammontare di 14,6 unità fino ad un valore di 13,3 unità. Al terzo posto vi è la Basilicata con una variazione percentuale pari a -13,14% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 13,7 unità fino ad un valore di 11,9 unità. A metà classifica vi sono le Marche con una variazione percentuale pari a -25,00% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 19,6 unità fino ad un valore di 14,7 unità. Segue la Sicilia con un valore di -25,37% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,7 unità fino a 5 unità. All’undicesimo posto vi sono la Lombardia con una variazione pari a -31,6% corrispondente ad una riduzione da 25 fino a 17,1 unità tra il 2005 ed il 2022. Chiudono la classifica la Calabria con una variazione percentuale di -40,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 11,5 unità fino a 6,8 unità ovvero pari a -4,7 unità. Segue la Puglia con una variazione percentuale pari a -42,72% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 10,3 unità fino ad un valore di 5,9 unità tra il 2005 ed il 2022. Segue l’Emilia Romagna con una variazione percentuale pari a -42,75% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 26,2 nel 2005 fino a 15 unità del 2022. In media tra il 2005 ed il 2022 la variazione percentuale del finanziamento delle associazioni nelle regioni italiane è diminuito da 18,42 unità fino a 12,90 unità corrispondente a -29,97%.

Variazione percentuale del finanziamento delle associazioni nelle macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. Il finanziamento delle associazioni è diminuito in tutte le macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. In modo particolare il finanziamento delle associazioni è diminuito nel Nord con un valore di -32,49%, nel Nord-Ovest con -28,05%, Nord-Est con un valore di -38,08%, Centro Italia con -25,25%, Mezzogiorno con -25,96%, Sud con -23,36%, Isole con -31,63%. Tuttavia, nonostante la riduzione complessiva del finanziamento delle associazioni nelle macro-regioni italiane vi sono comunque delle differenze significative tra regioni meridionali e regioni settentrionali. Infatti il valore del finanziamento delle associazioni nel Sud Italia è inferiore del 42,3% rispetto al Centro Italia, del 49,1% rispetto al Nord-Est, del 48,4% rispetto al Nord-Ovest, del 48,8% rispetto al Nord.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito applichiamo l’algoritmo di clusterizzazione k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mostrano la presenza di tre clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Puglia, Calabria, Campania, Molise, Sicilia, Abruzzo, Lazio, Basilicata;
  • ·       Cluster 2: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Sardegna, Marche, Umbria, Liguria;
  • ·       Cluster 3: Trentino Alto Adige.

Se consideriamo il valore della media dei clusters è possibile individuare il seguente ordinamento dei clusters ovvero: Cluster 3>Cluster 2> Cluster 1. Notiamo che il cluster 3 è costituito da un’unica regione ovvero il Trentino Alto Adige. Segue il Cluster 2 costituito dalle regioni del Centro Nord con l’unica eccezione della Sardegna. All’ultimo posto il Cluster 1 composto da regioni meridionali con l’eccezione del Lazio. Pertanto risulta una significativa distinzioni tra le regioni del Centro Nord che hanno dei livelli medio-alti di finanziamento delle associazioni rispetto alle regioni del Sud Italia che hanno dei livelli medio-bassi di finanziamento delle associazioni.

Conclusioni. Il valore del finanziamento delle associazioni è diminuito in tutte le regioni e macro-regioni italiane. Tuttavia seppur nella generale diminuzione del finanziamento delle associazioni, si verifica una distinzione tra regioni del Centro-Nord Italia con valori elevati della variabili osservata e regioni del Sud Italia con valori ridotti. La riduzione del valore del finanziamento delle associazioni manifesta un cambiamento del carattere degli italiani. Infatti generalmente gli italiani sono sempre stati considerati come un popolo generoso e solidale. La riduzione del finanziamento delle associazioni mostra una erosione del capitale sociale che è avvenuta soprattutto nelle regioni del Centro Nord Italia.








 

lunedì 11 dicembre 2023

Le Attività di Volontariato nelle Regioni Italiane

 

Tra il 2005 ed il 2022 sono diminuite in media del 7,54%

 

L’Istat calcola il valore delle attività di volontariato. La variabile è definita come le persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto attività gratuita per associazioni o gruppi di volontariato sul totale delle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento alle regioni italiane tra il 2005 ed il 2022.

Ranking delle regioni italiane per valore delle attività di volontariato nel 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore delle attività di volontariato con un ammontare pari a 17,00, seguito dalla Valle d’Aosta con un ammontare di 12,6 e dalla Lombardia con un ammontare di 108,8 unità. A metà classifica vi sono l’Abruzzo con un valore di 8,5 unità, seguito dalla Basilicata con un ammontare di 8,2 unità e dal Lazio con un valore di 7,8 unità. Chiudono la classifica il Molise con un ammontare di 5,1 unità, seguito dalla Puglia con un ammontare di 4,9 unità, e dalla Sicilia con un valore di 4,8 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale delle attività di volontariato tra il 2005 ed il 2022. L’Abruzzo è al primo posto per valore della variazione percentuale delle attività di volontariato tra il 2005 ed il 2022 con un ammontare pari a 18,06% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 7,20 unità fino a 8,50 unità. Segue la Liguria con una variazione pari ad un ammontare di 17,46% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 6,30 unità fino ad un valore di 7,40 unità. Segue la Campania con un valore di 17,31% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 5,20 unità fino ad un ammontare di 6,10 unità. A metà classifica vi sono la Calabria con una variazione pari ad un ammontare di -5,36% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 5,60 unità nel 2005 fino ad un ammontare di 5,30 unità nel 2022. Segue l’Umbria con un valore pari a -5,56% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 7,20 unità fino a 6,80 unità tra il 2005 ed il 2022. Di seguito la Lombardia con una variazione pari ad un ammontare di -6,09% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 11,50 unità fino ad un ammontare di 10,80 unità. Negli ultimi posti il Trentino Alto Adige con una variazione pari ad un ammontare di -23,42% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 22,20 unità nel 2005 fino ad un valore di 27,00 unità nel 2022. Segue il Veneto con un valore pari a -29,20% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 13,70 unità nel 2005 fino ad un ammontare di 9,70 unità nel 2022. Le Marche sono all’ultimo posto con un valore pari a -33,64% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 11,00 unità nel 2005 fino ad un ammontare di 7,30 unità nel 2022. Tra il 2005 ed il 2022 il valore medio dell’attività di volontariato nelle regioni italiane è diminuito di -7,54% passando da un ammontare di 9,02 unità fino ad un valore di 8,34 unità.

Le attività di volontariato nelle regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. Il valore delle attività di volontariato nelle regioni italiane tra il 2005 ed il 2002 è diminuito in quasi tutte le macro-regioni italiane. In modo particolare nel Nord con -10,53%, Nord-Ovest con -1,92%, Nord-Est con -20,93%, Centro con -2,44%, Mezzogiorno con -1,69%, Isole con -10,00%. Il valore dell’attività di volontariato nel Sud è cresciuto del 3,45% tra il 2005 ed il 2022. Tuttavia anche se il valore delle attività di volontariato è diminuito in quasi tutte le macro-regioni è pure vero che rimane una divergenza tra le regioni del Centro Nord, con livelli di attività di volontariato medio-alti, e le regioni meridionali, con livelli di volontariato medio-bassi. Per esempio, l’attività di volontariato nel Sud Italia è del 41% inferiore rispetto al Nord Italia, del 41% inferiore rispetto al Nord-Ovest, del 41% inferiore rispetto al Nord-Est e del 25% rispetto al Centro.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuate due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Lazio, Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise, Sicilia, Campania, Sardegna, Liguria, Umbria, Marche, Toscana;
  • ·       Cluster 2: Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Piemonte.

Possiamo notare che calcolando il valore medio dei clusters risulta che il valore del cluster 2 risulta essere dominante rispetto al valore del cluster 1, sicché C2>C1. Il cluster 2, ovvero il cluster costituito dalle regioni che hanno dei valori di volontariato elevati, fa riferimento essenzialmente alle regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest. Nel cluster 2 sono assenti sia le regioni settentrionali che le regioni del Centro Italia. Il Cluster 1 è invece costituito dalle regioni meridionali e del Centro Italia con l’unica eccezione della Liguria. Infatti la Liguria pure essendo una regione del Nord-Ovest, viene assimilata alle regioni centro-meridionali per valore delle attività di volontariato.

Conclusioni. Le attività di volontariato sono diminuite in tutte le macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022 con l’unica eccezione del Sud Italia, dove si è verificata una crescita marginale pari ad un ammontare di 3,45%. Nonostante la riduzione generalizzata del valore dell’attività di volontariato nelle regioni italiane, persistono delle significate differenze tra le regioni meridionali, con livelli medio bassi, e le regioni del Centro-Nord Italia con livelli medio-alti. Dal punto di vista socio-culturale e religioso possiamo notare che le regioni del Sud Italia, dove generalmente c’è maggiore fede religiosa e maggiore cultura dell’accoglienza, fanno registrare dei livelli di volontariato assai inferiori rispetto alle regioni del Centro-Nord Italia che invece appaiono più laiche ed orientate ad una cultura individualistica. Inoltre è possibile notare che le regioni che hanno reddito pro-capite più elevato sono anche le regioni che hanno livelli di attività di volontariato più elevate rispetto alle regioni che hanno redditi pro-capite più bassi. Ovvero i dati mettono in evidenza, pure nel declino generalizzato della variabile, che le attività di volontariato crescono nelle regioni caratterizzate da maggiore laicizzazione, la disponibilità reddituale, libertà civile e politica, ed emancipazione culturale.  

 






 

sabato 9 dicembre 2023

La Partecipazione Civica e Politica nelle Regioni Italiane

 

E’ diminuita in media del 5,44% tra il 2011 ed il 2022

           

L’Istat calcola la partecipazione civica e politica nelle regioni italiane. La variabile è definita come la percentuale di persone di 14 anni e più che svolgono almeno una attività di partecipazione civica e politica sul totale delle persone di 14 anni e più. Le attività considerate sono: parlare di politica almeno una volta a settimana; informarsi dei fatti della politica italiana almeno una volta a settimana; partecipare online a consultazioni o votazioni su problemi sociali (civici) o politici (es. pianificazione urbana, firmare una petizione) almeno una volta nei 3 mesi precedenti l’intervista; esprimere opinioni su temi sociali o politici attraverso siti web o social media almeno una volta nei 3 mesi precedenti l’intervista.

Ranking delle regioni italiane per valore della partecipazione civica e politica nel 2022. Il Friuli Venezia Giulia è al primo posto per valore della partecipazione civica e politica nel 2022 con un valore pari a 72,4, segue il Trentino Alto Adige con un ammontare di 72,1 e il Veneto con un valore di 70,00 unità. A metà classifica vi sono l’Abruzzo con un ammontare di 66,3 unità, seguito dal Lazio con un valore di 66 unità e dal Piemonte con 65,7 unità. Chiudono la classifica la Basilicata con un ammontare di 52,1 unità, dalla Basilicata con un 51,1 unità e la Calabria con un ammontare di 49,2 unità.

Ranking delle regioni per valore della variazione percentuale della partecipazione civica e politica tra il 2011 ed il 2022. L’Abruzzo è al primo posto per valore della variazione percentuale della partecipazione civica e politica con un ammontare pari a +3,92% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 63,80 unità nel 2011 fino ad un valore di 66,30 unità nel 2022. Segue il Trentino Alto Adige con una variazione pari a -0,28% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 72,30 unità nel 2011 fino ad un valore di 72,10 unità nel 2022. Segue la Campania con una variazione da un ammontare di -0,35% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 57,10 unità nel 2011 fino ad un valore di 56,90 unità nel 2022. A metà classifica vi sono il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari a -4,49% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 75,80 unità fino a 72,40 unità tra il 2011 ed il 2022. Segue il Veneto con una variazione pari a -6,98% corrispondente ad una variazione da 74,50 unità nel 2011 fino a 659,30 unità nel 2022. Chiudono la classifica la Sardegna con un valore di -9,78% pari ad una variazione da un ammontare di 71,60 unità nel 21011 fino ad un valore di 64,60 unità nel 2022. Segue l’Umbria con una variazione di -9,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 71,90 unità nel 2011 fino a 64,60 unità nel 2022. Chiude la classifica la Basilicata con una variazione paria -9,88% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 56,70 unità nel 2011 fino ad un valore di 51,10 unità nel 2022. In media il valore della partecipazione civica e politica è diminuita nelle regioni italiane tra il 66,95 unità nel 2011 fino ad un valore di 63,30 unità nel 2022 pari a -5,44%.

La partecipazione civica e politica nelle macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Il valore della partecipazione civica e politica è diminuito in tutte le macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. In modo particolare la partecipazione civica e politica ha subito le seguenti variazioni ovvero: -3,67% nel Sud Italia, Mezzogiorno con -4,00%, Isole con -4,98%, Centro Italia con -5,55%, Nord-Est con -5,77%, Nord con -7,07%, Nord-Ovest con -8,10%. Anche se il valore della partecipazione civica e politica è diminuito in tutte le macro-regioni italiane vi sono comunque delle rilevanti differenze tra Sud e Centro-Nord Italia. Infatti il valore della partecipazione civica e politica nel Sud Italia è inferiore del 17,00% rispetto al corrispondente valore del Centro Italia, inferiore del 21,5% rispetto al Nord-Est, inferiore del 19,3% nel Nord e inferiore del 17,6 rispetto al Nord-Ovest.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means con il coefficiente di Silhouette. Di seguito si presenta una clusterizzazione con algoritmo k-Means con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:

  • ·     Cluster 1: Toscana, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Liguria, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Veneto, Sardegna, Marche, Valle d’Aosta, Abruzzo;
  • ·       Cluster 2: Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise.

Considerando il valore della media dei clusters risulta che il valore del Cluster 1 risulta essere assai superiore rispetto al valore del Cluster 2 ovvero C1>C2. Ne deriva che il valore della partecipazione civica e politica nelle regioni del Centro-Nord Italia è significativamente più elevato rispetto al corrispondente valore delle regioni Meridionali. Tuttavia vi sono due regioni meridionali che hanno valori della partecipazione civica e politica elevati e tali da poter partecipare del Cluster 1. Tali regioni sono Abruzzo e Sardegna.

Conclusioni. La partecipazione civica e politica è diminuita significativamente nelle regioni e macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Se consideriamo il valore medio della partecipazione civica e politica nelle regioni italiane risulta un andamento essenzialmente altalenante. Tra il 2011 ed il 2013 c’è stata una crescita del valore della partecipazione civica e politica nelle regioni italiane raggiungendo il massimo assoluto del periodo con un ammontare pari a 68,92%.Tra il 2013 ed il 2019 si è verificata una significativa riduzione del valore della partecipazione civica e politica passando da un ammontare di 69,82 fino ad minimo assoluto pari a 58,1 unità. Tra il 2019 ed il 2021 il valore della partecipazione civica e politica è cresciuto per poi diminuire marginalmente nel 2022 attestandosi intorno al valore di 63,3 unità. L’Abruzzo è l’unica regione italiana dove c’è stata una crescita del valore della partecipazione civica e politica tra il 2011 ed il 2022 con un +3,92%. Inoltre nella generalizzata riduzione del valore della partecipazione civica e politica persiste una significativa differenza tra regioni meridionali con bassi valori della variabile osservata e regioni settentrionali con valori elevati. L’interesse degli italiani per la politica è quindi significativamente diminuito tra il 2011 ed il 2022. Possiamo notare che durante il periodo del Covid 19, ovveo tra il 2020 ed il 2021 c’è stata una ripresa della partecipazione civica e politica nelle regioni italiane. Il comportamento degli italiani nei confronti delle questioni politiche risulta essere in contraddizione con la tradizionale visione degli italiani come un popolo costituito da rilevanti connessioni politiche e partitiche. Gli italiani hanno sempre meno interesse nei confronti della politica e partecipano sempre di meno ai fenomeni politici sia a livello di partiti che a livello di dialogo e dibattito politico. E’ assai probabile che i social network abbiano avuto un ruolo rilevante nell’allontanare gli italiani dal dibattito politico. Infatti nei social network gli argomenti di lifestyle sono dominanti rispetto ad una contenutistica rivolta alla formazione politica e civica. Ne deriva che gli italiani hanno meno opportunità di partecipare di fenomeni politici e di informarsi politicamente. La conseguenza di tale crescita dell’ignoranza e del disinteresse nei confronti dei temi politici consiste nella crescita dell’astensionismo e nella distanza tra una classe di politici di professione ed una popolazione priva di strumenti di controllo democratici. Poiché i sistemi democratici funzionano grazie al controllo che i cittadini informati, partecipanti ed interessati esercitano sulle attività dei politici, ne deriva che il grado di effettività della democrazia in Italia è diminuito tra il 2011 ed il 2022. Del resto la qualità del personale politico dimostra tale decadimento della capacità politica del popolo italiano o della nazione italiana. Infatti i politici italiani attuali non hanno nulla a che vedere con i politici di una volta siano essi democristiani, comunisti, socialisti, radicali, liberali. E chiunque confronti un qualche discorso della classe dirigente politica italiana nel periodo 1946-1978 rispetto a quelli del 2011-2022 può trovare conferma di quanta pochezza di contenuti caratterizzi l’attuale ruling class italiana sia essa di destra, che di centro, che di sinistra. Occorre quindi intervenire con degli incentivi per fare in modo che i partiti e movimenti politici che hanno rappresentanza parlamentare e di governo affinché possano investire nella formazione ed informazione della popolazione italiana dal punto di vista politico. Per esempio si potrebbe chiedere ad ogni gruppo parlamentare di istituire una fondazione che possa promozionare le idee, i valori e il pensiero politico al quale si ispira attraverso corsi di formazione online e in real e anche mediante la creazione di strumenti di comunicazione che considerino anche i nuovi media. Infatti uno degli obiettivi dei parlamentari e del governo dovrebbe essere quello di incrementare la partecipazione politica e civica nella riduzione dell’astensionismo e nella crescita del patto democratico tra popolazione e istituzioni.











giovedì 7 dicembre 2023

La Partecipazione Sociale nelle Regioni Italiane

 

E’ diminuita del 20,18% tra il 2013 ed il 2022

L’Istat calcola il valore della partecipazione sociale. La variabile è definita come le persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto almeno una attività di partecipazione sociale sul totale delle persone di 14 anni e più. Le attività considerate sono: partecipare a incontri o iniziative (culturali, sportive, ricreative, spirituali) realizzati o promossi da parrocchie, congregazioni o gruppi religiosi o spirituali; partecipare a riunioni di associazioni culturali, ricreative o di altro tipo; partecipare a riunioni di associazioni ecologiste, per i diritti civili, per la pace; partecipare a riunioni di organizzazioni sindacali; partecipare a riunioni di associazioni professionali o di categoria; partecipare a riunioni di partiti politici; svolgere attività gratuita per un partito; pagare una retta mensile o periodica per un circolo/club sportivo. I dati fanno riferimento alle regioni italiane tra il 2013 ed il 2022.

Ranking delle regioni italiane per valore della partecipazione sociale nel 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore della partecipazione sociale nel 2022 con un ammontare di 33,4 unità, seguito dalla Valle d’Aosta con una variazione pari ad un ammontare di 30,3 unità e dal Veneto con un ammontare di 29,5 unità. A metà classifica vi sono le Marche con un ammontare di 26,2 unità, seguita dalla Toscana con un ammontare di 25,9 e dalla Liguria con un ammontare di 25,8 unità. Chiudono la classifica la Sicilia con un ammontare di 20,5 unità, seguita dalla Puglia con un ammontare di 20,3 unità e dalla Calabria con un ammontare di 17,8 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale della partecipazione sociale tra il 2013 ed il 2022. La Campania è al primo posto per valore della variazione percentuale della partecipazione sociale tra il 2013 ed il 2022 con una variazione pari ad un ammontare di -1,76% pari ad una variazione da un ammontare di 22,7 unità fino a 22,3 unità. Segue la Liguria con una variazione pari a -4,44% corrispondente ad una variazione da un ammontare del 27,00 nel 2013 fino ad un valore di 25,8 nel 2022. Al terzo posto c’è la Valle d’Aosta con una variazione pari a -7,06% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 32,6 unità nel 2013 fino a 30,3 unità nel 2022. A metà classifica vi sono la Toscana con un ammontare di -19,31% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 32,1 unità nel 2013 fino a 25,9 unità nel 2022. Seguono le Marche con una variazione pari a -20,36% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 32,9 unità nel 2013 fino ad un valore di 26,2 unità nel 2022. Segue la Sicilia con una variazione pari ad un ammontare di -20,54% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 25,8 unità nel 2013 fino ad un ammontare di 20,5 unità nel 2022. Chiudono la classifica la Basilicata con una variazione pari a -28,39% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 31,7 unità nel 2013 fino ad un valore di 22,7 unità nel 2022. Segue l’Emilia Romagna con una variazione percentuale di -29,81% corrispondente da un ammontare di 35,9 unità nel 2013 fino ad un valore di 25,2 unità nel 2022. Segue la Calabria con una variazione pari ad un ammontare di -31,27% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 25,9 unità nel 2013 fino ad un valore di 17,8 unità nel 2022. In media il valore della partecipazione sociale nelle regioni italiane è diminuito del 20,18% tra il 2013 ed il 2022 passando da un ammontare di 31,8 unità fino a 25,4 unità.

Ranking delle macro-regioni italiane per valore della partecipazione sociale tra il 2013 ed il 2022. Il valore della partecipazione sociale è diminuito in tutte le macro-regioni italiane tra il 2013 ed il 2022. Nello specifico la partecipazione sociale tra il 2013 ed il 2022 ha subito le seguenti variazioni nelle macro-regioni italiane: Centro Italia -15,77%, Sud Italia -17,31%, Mezzogiorno -18,32%, Nord-Ovest -18,64%, Isole -20,82%, Nord -23,06%, Nord-Est con -28,02%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati tre clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Toscana, Lazio, Abruzzo, Piemonte, Marche, Sardegna, Umbria, Basilicata, Liguria, Valle d’Aosta;
  • ·       Cluster 2: Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia;
  • ·       Cluster 3: Sicilia, Campania, Calabria, Molise, Puglia.

Calcolando il valore della media dei clusters risulta il seguente ordinamento ovvero: C2>C1>C3. Il cluster dominante è quindi il Cluster 2 costituito essenzialmente dalle regioni del Nord con una particolare presenza delle regioni del Nord-Est. Segue il Cluster 1 costituito da un insieme di regioni molto eterogeneo composto dalle regioni del Centro Italia, del Sud Italia e del Nord-Ovest Italia. Chiudono la classifica le regioni del Sud Italia. Ne deriva pertanto che la partecipazione sociale tende ad essere strettamente connessa con una dimensione reddituale. Infatti le regioni che hanno reddito pro-capite più elevato hanno anche il maggiore valore in termini di partecipazione sociale come accade nel caso delle regioni del Cluster 2. Il valore della partecipazione sociale tende a diminuire con il reddito pro-capite come evidenziato sia nel caso delle regioni del Cluster 1 e del Cluster che hanno dei livelli di reddito pro-capite assai inferiori rispetto alle regioni del Cluster 2. La clusterizzazione tende quindi a suggerire la presenza di una relazione positiva tra partecipazione sociale ed reddito pro-capite a livello regionale.

Conclusioni. Il valore della partecipazione sociale è diminuito in tutte le regioni e macro-regioni italiane tra il 2013 ed il 2022. La clusterizzazione suggerisce l’esistenza di una relazione positiva tra il valore della partecipazione sociale ed il valore del reddito pro-capite nelle regioni italiane tra il 2013 ed il 2022. Il cluster dominante è infatti costituito dalle regioni del Nord-Est alle quali si aggiunge la Lombardia, ovvero le regioni che hanno i più elevati livelli di reddito pro-capite. La partecipazione sociale può essere considerata come un indicatore dell’efficienza del capitale sociale. Ed il capitale sociale è un elemento associato ad elevati livelli di reddito pro-capite. Infatti, il valore della partecipazione sociale nel Mezzogiorno d’Italia tende ad essere inferiore del 23,00% rispetto alle regioni del Nord, inferiore del 22,00% rispetto alle regioni del Nord-Ovest, del 24,00% rispetto alle regioni del Nord-Est e del 20,00% rispetto alle regioni del Centro. Ne deriva che occorre introdurre delle politiche economiche a livello regionale che possano incentivare la popolazione ad incrementare la partecipazione sociale poiché nella crescita della partecipazione sociale vi sono opportunità di arricchimento del capitale sociale con crescita del reddito potenziale.









mercoledì 6 dicembre 2023

Le Persone su cui Contare nelle Regioni Italiane

 

È diminuito dello 0,61% in media nelle regioni italiane tra il 2013 ed il 2022

L’Istat calcola il valore delle persone su cui contare. La variabile è costituita dalla percentuale di persone di 14 anni e più che hanno parenti non conviventi (oltre ai genitori, figli, fratelli, sorelle, nonni, nipoti), amici o vicini su cui contare sul totale delle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento alle regioni italiane nel periodo 2013-2022.

Ranking delle regioni italiane per valore delle persone su cui contare nel 2022. La Valle d’Aosta è al primo posto per valore delle persone sui cui contare ovvero un valore pari a 86,3 unità, seguita dalle Marche con un valore di 84,9, e dalla Sardegna con un ammontare di 84,7 unità. A metà classifica vi sono la Calabria con un ammontare di 82,6 unità, seguita dall’Umbria con un ammontare di 82,5 unità e dall’Abruzzo con un ammontare di 81,3 unità. Chiudono la classifica la Sicilia con un ammontare di 78,5 unità, seguita dalla Puglia con un ammontare di 77,8 unità e dalla Basilicata con un ammontare di 77 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale delle persone su cui contare tra il 2013 ed il 2022. Il Piemonte è al primo posto per valore della variazione percentuale delle persone su cui contare con il valore del 12,50% passando da un ammontare di 73,60 unità nel 2013 fino ad un valore di 82,80 unità nel 2022. Segue il Molise con una variazione percentuale pari ad un ammontare di 8,13% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 75,00 unità fino ad un ammontare di 81,10 unità ovvero pari ad una variazione assoluta di 6,10 unità. Segue l’Umbria con una variazione da un ammontare di 6,31% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 77,60 unità fino ad un valore di 82,50 unità. A metà classifica vi è la Calabria con una variazione pari ad un ammontare di 2,61% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 80,50 unità nel 2013 fino ad un ammontare di 82,60 unità nel 2022. Segue il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari ad un ammontare di 1,83% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 82,00 unità fino ad un ammontare di 83,50 unità. Segue l’Emilia Romagna con una variazione da un ammontare di -0,12% pari ad una variazione da un ammontare di 82,70 unità fino ad un valore di 82,60 unità. Chiudono la classifica il Piemonte con una variazione pari ad un ammontare di -5,05% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 85,20 unità fino a 80,90 unità. Di seguito il Trentino Alto Adige con una variazione pari ad un ammontare di -5,46% corrispondente ad una variazione da  un ammontare di 87,90 unità nel 2013 fino ad un ammontare di 83,10 unità. Segue la Basilicata con una variazione pari ad un ammontare di -8,44% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 84,10 unità nel 2013 fino ad una variazione di 77,00%. Tra il 2013 ed il 2022 il valore delle persone su cui contare è cresciuto in media nelle regioni italiane dello 0,61% da un ammontare di 81,22 unità fino ad un valore di 81,72 unità.

Le persone su cui contare nelle macro-regioni italiane tra il 2013 ed il 2022. Il valore delle persone su cui contare nelle macro-regioni italiane tra il 2013 ed il 2022 è cresciuto nelle macro-regioni meridionali, ed è diminuito nelle macro-regioni centro-settentrionali. Il valore delle persone su cui contare è cresciuto del 5,34% nel Sud Italia, del 4,00% nel Mezzogiorno, dell’1,52% nelle Isole. Il valore delle persone su cui contare è diminuito dell’1,21% nel Nord-Est, dell’1,70% nel Centro, dell’1,93% nel Nord e del 2,29% nel Nord-Ovest. Possiamo notare che vi è comunque una convergenza tra macro-regioni meridionali e macro-regioni settentrionali intorno ad un valore delle persone su cui contare compreso tra l’80-82%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhoeutte. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Emilia Romagna, Sardegna, Toscana, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Trentino Alto Dige, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lombardia, Marche, Lazio, Basilicata, Molise, Abruzzo, Calabria;
  • ·       Cluster 2: Puglia, Sicilia, Campania.

Considerando il valore medio dei clusters determina il seguente ordinamento dei clusters ovvero: Cluster 1>Cluster 2. Il Cluster 1 è composto di 17 regioni appartenenti a varie macro-regioni e caratterizzate da una significativa eterogeneità dal punto di vista socio-economico. Il Cluster 2 è invece composto da tre regioni meridionali ovvero la Puglia, la Sicilia e la Campania. Ne deriva pertanto che il livello di persone su cui contare nelle regioni del centro-nord tende ad essere elevato rispetto ad alcune regioni meridionali. Si tratta di una considerazione controfattuale. Contrasta infatti con l’idea assai diffusa che i meridionali, soprattutto campani, siciliani e pugliesi, siano in grado di avere delle reti sociali diffuse caratterizzate da una persistente solidarietà sociale. Al contrario le regioni del centro-nord tendono ad avere dei valori assai più elevati di persone su cui contare dimostrando di avere non solo una maggiorità produttiva quanto anche un più elevato capitale sociale.

Conclusioni. Il valore delle persone su cui contare in media nelle regioni italiane ha avuto un andamento altalenante tra il 2013 ed il 2022. Tra il 2013 ed il 2015 il valore delle persone su cui contare è cresciuto da un ammontare di 81,21 unità fino ad un valore di 83,07 unità. In seguito è diminuito fino ad un ammontare di 81,4 unità nel 2017. In seguito tra il 2017 ed il 2019 il valore delle persone su cui contare è cresciuto da un ammontare di 81,4 unità fino ad un valore di 82,51 nel 2020 per poi diminuire nel 2021 fino a 80,98 e crescere leggermente nel 2022 fino a 81,71 unità. Da un punto di vista delle macro-regioni si è verificata una riduzione del valore delle persone su cui contare nel centro-nord ed una crescita nelle regioni meridionali tra il 2013 ed il 2022. Tuttavia possiamo notare che in media il 20% della popolazione over 14 non ha persone su cui contare. Ovvero vi sono circa 10 milioni di italiani che sono privi di persone su cui contare. Una condizione che molto probabilmente si somma a condizioni di povertà, disoccupazione, diseguaglianza territoriale e che mette in risalto la presenza di un fenomeno di discriminazione sociale che potrebbe ridurre l’efficienza del capitale politico e civile a livello regionale e nazionale.





 





martedì 5 dicembre 2023

La Soddisfazione per le Relazioni Amicali nelle Regioni Italiane

 

E’ diminuita in media dell’11,84% tra il 2005 ed il 2022

L’Istat calcola il valore della soddisfazione per le relazioni amicali nelle regioni italiane. Percentuale di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni con amici sul totale delle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2005 ed il 2022 per le 20 regioni italiane.

Ranking delle regioni italiane per valore della soddisfazione per le relazioni amicali nel 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore della soddisfazione per le relazioni amicali nel 2022 con un ammontare di 31,2 unità, seguito dall’Umbria con un valore pari a 26,5 unità, e dal Veneti con un ammontare di 25,1 unità. A metà classifica vi sono la Lombardia con un ammontare di 23,4 unità, seguita dalla Toscana con un valore di 22,5 unità, seguita dalla Sardegna con un ammontare di 20,8 unità. Chiudono la classifica la Basilicata con un ammontare di 17,5 unità, seguita dalla Campania con un ammontare di 16,2 unità e dalla Puglia con un ammontare di 15,9 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale della soddisfazione per le relazioni amicali tra il 2005 ed il 2022. La Calabria è al primo posto per valore della soddisfazione per le relazioni amicali con un valore pari a 11,05% passando da 17,20 nel 2005 fino a 19,10 unità nel 2022. Segue la Valle d’Aosta con una variazione pari ad un ammontare di 2,89% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 24,20 unità nel 2005 fino ad un valore di 24,90 nel 2022. Segue infine l’Umbria con una variazione pari a -0,75% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 26,70 unità nel 2005 fino ad un ammontare di 26,50 unità nel 2022. A metà classifica vi era l’Emilia Romagna con una variazione pari a -11,03% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 28,10 unità nel 2005 fino a 25,00 nel 2022. Segue la Sicilia con una variazione pari a -11,36% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 22,00 unità nel 2005 fino ad un valore di 19,50 unità nel 2002. Segue il Trentino Alto Adige con una variazione pari ad una variazione di -12,85% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 35,80 nel 2005 fino ad un ammontare di 31,20 unità nel 2022. Chiudono la classifica, la Basilicata con un ammontare pari a -23,75% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 22,80 unità nel 2005 fino ad un valore di 17,50 nel 2022. Segue la Toscana con una variazione pari ad un ammontare di -23,73% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 29,50 unità nel 2005 pari ad una variazione di 17,50 unità nel 2022. Il Friuli Venezia Giulia chiude la classifica con una variazione pari ad un ammontare di -25,23% corrispondente ad una variazione da 32,50 unità nel 2005 fino ad un ammontare di 24,30 unità nel 2022. In media il valore della soddisfazione per le relazioni amicali tra il 2005 ed il 2022 nelle regioni italiane è diminuito dell’11,84%.

La soddisfazione per le relazioni amicali tra il 2005 ed il 2022 nelle regioni italiane. La soddisfazione per le relazioni amicali è diminuita in tutte le macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. In modo particolare la soddisfazione per le relazioni amicali tra il 2005 ed il 2022 è diminuita soprattutto nel Centro Italia con un valore di -19,84%, Nord-Ovest con -13,67%, Isole con -12,72%, Nord con -11,83%, Mezzogiorno con -11,39%, Sud con -10,53%, Nord Est con -8,90%. In modo particolare i l valore della soddisfazione per le relazioni amicali tra il 2005 ed il 2022 nel Mezzogiorno è inferiore del 31,00% rispetto al Nord, inferiore del 29,00 rispetto al Nord-Ovest, inferiore del -34,00% del Nord-Est, inferiore del -17,00% del Centro Italia, inferiore del 5,00% rispetto al Mezzogiorno e inferiore del 15,00% rispetto alle Isole. Pertanto ne deriva che dal punto di vista della serie storica si verifica una riduzione della soddisfazione per le relazioni amicali in tutte le macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. Tuttavia, pure nella generalizzata riduzione del valore della soddisfazione per le relazioni amicali di verifica una diseguaglianza tra regioni del Centro Nord, con livelli della variabile osservata più elevata, e regioni del Sud, con valori della variabile ridotte.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono rilevati due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Sicilia, Puglia, Molise, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Marche;
  • ·       Cluster 2: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Umbria, Toscana, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta.

Considerando il valore della media dei cluster risulta il seguente ordinamento ovvero: C2>C1. Ne deriva pertanto che la maggior parte delle regioni del Centro-Nord hanno un valore della soddisfazione per le relazioni amicali assai più elevato rispetto al corrispondente valore delle regioni meridionali. Il Lazio e le Marche sono le uniche due regioni del Centro Italia a partecipare del Cluster 1 ovvero del Cluster che ha un valore della soddisfazione per le relazioni amicali assai più ridotto rispetto alle regioni settentrionali.

Conclusioni. Il valore della soddisfazione per le relazioni amicali è diminuito nelle macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. Le uniche due regioni nelle quali il valore delle relazioni amicali è cresciuto tra il 2005 ed il 2022 sono la Calabria e Valle d’Aosta. Se prendiamo la media del valore delle soddisfazioni amicali tra il 2005 ed il 2022 possiamo notare una crescita significativa tra il 2005 ed il 2012 passando da un ammontare di 24,95 unità fino a 26,75 unità. Dal 2012 in poi il valore della soddisfazione per le relazioni amicali è diminuito fino a raggiungere un minimo nel 2021 con un ammontare di 19,08 unità per poi crescere fino a 21,99 nel 2022. La riduzione della soddisfazione per le relazioni amicali nelle regioni italiane tra il 2005 ed il 2022 è un fatto che mette in evidenza un cambiamento nella struttura delle relazioni sociali non familiari degli italiani. I dati contrastano con la classica visione degli italiani come culturalmente orientati alla socializzazione e mettono in evidenza un cambiamento del carattere della popolazione che potrebbe avere un impatto assai significativo in termini di riduzione del valore del capitale umano, sociale e civile.

 


 




lunedì 4 dicembre 2023

La Soddisfazione per le Relazioni Familiari nelle Regioni Italiane

 

Tra il 2005 ed il 2021 è diminuita del 5,12% in media nelle regioni italiane

L’Istat calcola la soddisfazione per le relazioni familiari nelle regioni italiane tra il 2005 ed il 2021. La soddisfazione per le relazioni familiari è definita come la percentuale di persone di 14 anni e più che sono molto soddisfatte delle relazioni familiari sul totale delle persone di 14 anni e più.

Ranking delle regioni italiane per valore delle relazioni familiari nel 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore della soddisfazione delle relazioni familiari con un ammontare pari a 42,9 unità, seguito dall’Umbria con un ammontare di 40,4 unità, e dalla Lombardia con un ammontare di 38,4 unità. A metà classifica vi sono la Valle d’Aosta con un ammontare di 35,1 unità, seguita dalla Toscana con un ammontare di 33,8 unità, e dalle Marche con un valore di 31,6 unità. Chiudono la classifica la Puglia con un ammontare di 24,6 unità, seguita dalla Campania con un ammontare di 23,2 unità e dalla Basilicata con un valore di 23,00 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale delle relazioni familiari tra il 2005 ed il 2021. L’Umbria è al primo posto per valore della variazione percentuale delle relazioni familiari tra il 2005 ed il 2021 con un valore pari a 11,91% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 36,10 unità fino a 40,40. Segue la Valle d’Aosta con una variazione percentuale pari a 7,34% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 32,70 nel 2005 fino ad un valore di 35,10 unità nel 2022. Il Veneto è al terzo posto con una variazione pari ad un ammontare di 5,29% pari ad un ammontare da 35,90 unità nel 2005 fino a 37,80 unità nel 2022. A metà classifica vi sono le Marche con una variazione pari a -3,66% corrispondente ad una riduzione da un ammontare di 32,80 unità nel 2005 fino ad un valore di 31,60 unità nel 2022. Segue il Lazio con una variazione pari a -4,11% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 29,20 unità fino ad un valore di 28,00 unità tra il 2005 ed il 2022. Chiudono la classifica l’Abruzzo con una variazione pari ad un ammontare di -15,75% corrispondente aduna variazione da un ammontare di 36,20 unità fino ad un valore di 30,50 unità nel tra il 2005 ed il 2022. Segue il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari ad una variazione di -17,42% corrispondente ad una riduzione da un ammontare di 44,20 unità nl 2005 fino a 36,50 unità nel 2022. L’Emilia Romagna è all’ultimo posto con una variazione pari a -18,20% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 43,40 unità nel 2005 fino ad un valore di 35,50 unità nel 2022. Complessivamente il valore della soddisfazione per le relazioni familiari è diminuito nelle regioni italiane in media da un ammontare di 34,15 unità nel 2005 fino ad un valore di 32,40 unità nel 2022 ovvero una riduzione -1,75 unità equivalente a -5,12%.

La soddisfazione per le relazioni familiari nelle macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. La soddisfazione per le relazioni familiari è diminuita in tutte le macro-regioni italiane tra il 2005 ed il 2022. Nello specifico tale riduzione è stata assai più significativa nelle regioni del Centro, delle Isole e del Nord. In modo particolare la soddisfazione per le relazioni familiari è diminuita nel Sud con un valore pari a -2,73%, nel Nord-Ovest per un ammontare pari a -3,33%, nel Mezzogiorno per un ammontare pari a -4,33%, nel Nord per un ammontare di -5,54%, nel Centro Italia per un ammontare di -5,74%, nelle Isole per un ammontare di -6,54%, nel Nord-Est per un ammontare di -8,60%. Tuttavia, anche se il valore della soddisfazione per le relazioni familiari sia diminuito nel Centro-Nord Italia assai più che del Meridione si verifica che il valore della soddisfazione per le relazioni familiari rimane comunque più alto nel Centro-Nord Italia rispetto al Meridione. Infatti il valore della soddisfazione per le relazioni familiari nel Mezzogiorno è pari a -29,7% del corrispondente valore del Nord-Ovest, pari a -29,3% del valore del Nord, pari a -28,8% del valore del Nord-Est, pari a -15,1% il valore del Centro, pari a -11,7% il valore delle Isole.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene realizzata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mostrano la presenza di due clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Molise, Campania, Lazio, Sardegna, Abruzzo, Marche;
  • ·       Cluster 2: Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Piemonte, Trentino Alto Adige, Liguria, Umbria, Valle d’Aosta.

Possiamo notare che considerando la media dei clusters il valore di C2 è superiore rispetto al valore di C1, ovvero C2>C1. La clusterizzazione manifesta una netta contrapposizione tra le regioni del Centro-Nord che hanno dei livelli medio-alti di soddisfazione per le relazioni familiari e regioni meridionali che hanno dei livelli bassi di soddisfazione per le relazioni familiari. Il dato risulta essere controfattuale. Infatti, generalmente si considera la popolazione del Sud Italia come più tradizionalista e legata alle relazioni familiari. L’analisi metrica mette invece in risalto la maggiore capacità delle regioni del Nord di essere efficienti anche dal punto di vista delle relazioni familiari. Le Marche sono l’unica regione del Centro Italia a partecipare del Cluster 1 ovvero del cluster che ha i livelli di soddisfazione per le relazioni familiari più bassi.

Conclusioni. La soddisfazione per le relazioni familiari è diminuita tra il 2005 ed il 2021 di circa il 5,12% in media per le regioni italiane. Tra il 2005 ed il 2011 la soddisfazione per le relazioni familiari è cresciuta da un ammontare di 34,14% fino ad un valore di 36,51%. In seguito il valore della soddisfazione per le relazioni familiari è diminuito fino ad arrivare ad un minimo assoluto nel 2021 con un ammontare di 31,92 per poi salire fino a 32,39% nel 2022. L’analisi di clusterizzazione e delle macro-regioni mostra una riduzione generalizzata del valore della soddisfazione per le relazioni familiari. Le regioni del Centro-Nord Italia sembrano avere dei livelli di soddisfazione per le relazioni familiari assai più elevati rispetto ai corrispettivi valori delle regioni meridionali. Ne deriva una condizione paradossale: le regioni del Sud Italia, generalmente considerate più legate alle tradizioni familiari, registrano dei livelli di soddisfazione per le relazioni familiari assai più ridotti rispetto alle regioni del Centro-Nord. Ed in generale il valore della soddisfazione per le relazioni familiari tende a diminuire in tutte le macro-regioni italiane. Viene così messo in discussione un pilastro della cultura italiana. Gli italiani infatti generalmente noti anche all’estero per il loro attaccamento alla famiglia, manifestano una condizione di insoddisfazione e deterioramento delle relazioni familiari che presagisce ad un cambiamento totale della struttura valoriale e comportamentale della società italiana.










domenica 3 dicembre 2023

La Situazione Economica delle Famiglie nelle Regioni Italiane

 

È peggiorata significativamente nel post covid 19

 

L’Istat calcola il valore della situazione economica delle famiglie nelle regioni italiane. La variabile è definita come il numero delle famiglie che dichiarano che la propria situazione economica è peggiorata o molto peggiorata rispetto all’anno precedente. I dati fanno riferimento alle regioni italiane tra il 2016 ed il 2022.

Ranking delle regioni per valore della situazione economica delle famiglie nelle regioni italiane nel 2022. Il Piemonte è al primo posto per valore della situazione economica della famiglia con un valore pari a 40,3, seguito dalle Marche con un valore di 39,8 unità e dall’Abruzzo con un valore di 38,7 unità. A metà classifica vi sono l’Umbria con un valore di 35,7 unità, seguita dal Molise con un valore di 35,6 unità e dal Friuli Venezia Giulia con un ammontare di 35,5 unità. Chiudono la classifica il Trentino Alto Adige con un valore di 30,4 unità, seguito dalla Basilicata con un ammontare di 29,2 unità e dalla Campania con un valore di 28,6 unità.

Ranking delle regioni per valore della variazione percentuale della situazione economica delle famiglie tra il 2016 ed il 2022. Il Trentino Alto Adige è al primo posto per valore della situazione economica delle famiglie tra il 2016 ed il 2022 con un valore pari a 50,5% con una variazione da un ammontare di 20,2 unità fino ad un valore di 30,4 unità ovvero pari ad un ammontare di 10,2 unità. Segue la Toscana con una variazione pari ad un ammontare di 22,65% corrispondente ad una crescita da 30,9 unità fino a 37,9 unità ovvero pari ad un ammontare di 7 unità. Al terzo posto l’Emilia Romagna con una variazione pari a 21,64% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 30,5 unità fino a 37,1 unità. A metà classifica vi sono il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari ad un ammontare di 1,72% corrispondente ad una variazione da 34,9 unità  fino a 35,5 unità. Segue la Liguria con una variazione pari ad un ammontare di 0,3% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 33,8 unità fino a 33,9 unità. All’undicesimo posto vi è la Puglia con una variazione pari a 0,00%. Chiudono la classifica la Calabria con una variazione pari ad un ammontare di -17,53% corrispondente ad una riduzione da un ammontare di 40,5 unità fino ad un valore di 33,4 unità, seguita dalla Basilicata con una variazione pari ad un ammontare di -20,65% corrispondente ad una riduzione da un ammontare di 36,8 unità fino a 29,2 unità. Chiude la classifica la Campania con una variazione pari ad un ammontare di -23,53% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 37,4 unità fino ad un valore di 28,6 unità. In media il valore della situazione economica delle famiglie è aumentata da un ammontare di 34,9 unità fino ad un valore di 35,2 unità ovvero una crescita dello 0,84%.

Ranking delle macro-regioni italiane tra il 2016 ed il 2022. La situazione economica delle famiglie ha avuto un andamento altalenante nelle macro-regioni italiane. Vi sono alcune macro-regioni italiane nelle quali il valore della situazione economica delle famiglie è aumentato, ovvero le regioni del Centro-Nord, e regioni nelle quali la situazione economica delle famiglie è diminuita ovvero le regioni meridionali. In modo particolare la situazione economica delle famiglie è peggiorata nel Nord dove tra il 2016 ed il 2022 il valore è aumentato del 9,48%, nel Nord-Ovest con +8,64%, nel Nord-Est con +10,88%, nel Centro con +3,58%. Il valore della situazione economica della famiglia è diminuito nelle seguenti regioni ovvero Mezzogiorno con -11,14%, Sud Italia con -12,05%, Isole con -10,02%. Possiamo notare per tutte le macro-regioni italiane analizzate due orientamenti. Un periodo pre-covid nel quale il valore della situazione economica delle famiglie è diminuita in tutte le macro-regioni italiane. Ed in seguito un periodo post-Covid 19 nel quale il valore della situazione economica della famiglia è aumentato significativamente.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Il valore ottimale di k sarebbe pari a 2. Tuttavia, nel caso di k=2 si verifica una situazione nella quale vi sono due clusters dei quali uno con 19 regioni e l’altro con un’unica regione. Tuttavia, ho scelto k=3 in quanto presenta una maggiore capacità di rappresentazione dell’eterogeneità delle regioni italiane. Vengono così individuati tre clusters ovvero:

  • ·       Cluster 1: Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Abruzzo, Lazio, Piemonte, Basilicata, Veneto, Molise, Campania;
  • ·       Cluster 2: Trentino Alto Adige;
  • ·       Cluster 3: Sicilia, Sardegna, Calabria, Umbria.

Considerando il valore medio dei clusters possiamo notare la presenza dei seguenti clusters ovvero: C3>C1>C2. Ne deriva che la condizione delle famiglie tende ad essere elevata in alcune regioni del sud Italia ovvero Sicilia, Sardegna e Calabria ed in Umbria. Tuttavia, la maggior parte delle regioni italiane si trova nel Cluster 1. Il Cluster 1 è molto eterogeneo e risulta essere costituito sia da regioni meridionali, che da regioni del Centro Italia che da regioni settentrionali. Infine il Cluster 2 è costituito da una sola regione ovvero il Trentino Alto Adige con livelli di condizione economica delle famiglie ridotte rispetto alle altre regioni italiane.

Conclusioni. Il valore della condizione economica delle famiglie è cresciuta in media nelle regioni italiane tra il 2016 ed il 2022. Tuttavia possiamo notare due fasi nell’andamento della variabile analizzata. Una prima fase pre-Covid 19 nella quale si è verificata una generalizzata riduzione del valore della condizione economica delle famiglie, ed una fase post-covid 19 nella quale il valore della condizione economica delle famiglie ha iniziato a crescere nelle regioni italiane. Tuttavia, il valore della situazione economica delle famiglie è cresciuto significativamente nelle regioni del Centro-Nord rispetto alle regioni meridionali. Tale elemento mette in risalto il fatto che il Covid 19 ha avuto un impatto economico assai più rilevante nelle regioni del Centro-Nord rispetto alle regioni del Sud Italia.