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La Partecipazione Civica e Politica nelle Regioni Italiane

 

E’ diminuita in media del 5,44% tra il 2011 ed il 2022

           

L’Istat calcola la partecipazione civica e politica nelle regioni italiane. La variabile è definita come la percentuale di persone di 14 anni e più che svolgono almeno una attività di partecipazione civica e politica sul totale delle persone di 14 anni e più. Le attività considerate sono: parlare di politica almeno una volta a settimana; informarsi dei fatti della politica italiana almeno una volta a settimana; partecipare online a consultazioni o votazioni su problemi sociali (civici) o politici (es. pianificazione urbana, firmare una petizione) almeno una volta nei 3 mesi precedenti l’intervista; esprimere opinioni su temi sociali o politici attraverso siti web o social media almeno una volta nei 3 mesi precedenti l’intervista.

Ranking delle regioni italiane per valore della partecipazione civica e politica nel 2022. Il Friuli Venezia Giulia è al primo posto per valore della partecipazione civica e politica nel 2022 con un valore pari a 72,4, segue il Trentino Alto Adige con un ammontare di 72,1 e il Veneto con un valore di 70,00 unità. A metà classifica vi sono l’Abruzzo con un ammontare di 66,3 unità, seguito dal Lazio con un valore di 66 unità e dal Piemonte con 65,7 unità. Chiudono la classifica la Basilicata con un ammontare di 52,1 unità, dalla Basilicata con un 51,1 unità e la Calabria con un ammontare di 49,2 unità.

Ranking delle regioni per valore della variazione percentuale della partecipazione civica e politica tra il 2011 ed il 2022. L’Abruzzo è al primo posto per valore della variazione percentuale della partecipazione civica e politica con un ammontare pari a +3,92% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 63,80 unità nel 2011 fino ad un valore di 66,30 unità nel 2022. Segue il Trentino Alto Adige con una variazione pari a -0,28% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 72,30 unità nel 2011 fino ad un valore di 72,10 unità nel 2022. Segue la Campania con una variazione da un ammontare di -0,35% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 57,10 unità nel 2011 fino ad un valore di 56,90 unità nel 2022. A metà classifica vi sono il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari a -4,49% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 75,80 unità fino a 72,40 unità tra il 2011 ed il 2022. Segue il Veneto con una variazione pari a -6,98% corrispondente ad una variazione da 74,50 unità nel 2011 fino a 659,30 unità nel 2022. Chiudono la classifica la Sardegna con un valore di -9,78% pari ad una variazione da un ammontare di 71,60 unità nel 21011 fino ad un valore di 64,60 unità nel 2022. Segue l’Umbria con una variazione di -9,87% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 71,90 unità nel 2011 fino a 64,60 unità nel 2022. Chiude la classifica la Basilicata con una variazione paria -9,88% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 56,70 unità nel 2011 fino ad un valore di 51,10 unità nel 2022. In media il valore della partecipazione civica e politica è diminuita nelle regioni italiane tra il 66,95 unità nel 2011 fino ad un valore di 63,30 unità nel 2022 pari a -5,44%.

La partecipazione civica e politica nelle macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Il valore della partecipazione civica e politica è diminuito in tutte le macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. In modo particolare la partecipazione civica e politica ha subito le seguenti variazioni ovvero: -3,67% nel Sud Italia, Mezzogiorno con -4,00%, Isole con -4,98%, Centro Italia con -5,55%, Nord-Est con -5,77%, Nord con -7,07%, Nord-Ovest con -8,10%. Anche se il valore della partecipazione civica e politica è diminuito in tutte le macro-regioni italiane vi sono comunque delle rilevanti differenze tra Sud e Centro-Nord Italia. Infatti il valore della partecipazione civica e politica nel Sud Italia è inferiore del 17,00% rispetto al corrispondente valore del Centro Italia, inferiore del 21,5% rispetto al Nord-Est, inferiore del 19,3% nel Nord e inferiore del 17,6 rispetto al Nord-Ovest.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means con il coefficiente di Silhouette. Di seguito si presenta una clusterizzazione con algoritmo k-Means con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:

  • ·     Cluster 1: Toscana, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Liguria, Umbria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Veneto, Sardegna, Marche, Valle d’Aosta, Abruzzo;
  • ·       Cluster 2: Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise.

Considerando il valore della media dei clusters risulta che il valore del Cluster 1 risulta essere assai superiore rispetto al valore del Cluster 2 ovvero C1>C2. Ne deriva che il valore della partecipazione civica e politica nelle regioni del Centro-Nord Italia è significativamente più elevato rispetto al corrispondente valore delle regioni Meridionali. Tuttavia vi sono due regioni meridionali che hanno valori della partecipazione civica e politica elevati e tali da poter partecipare del Cluster 1. Tali regioni sono Abruzzo e Sardegna.

Conclusioni. La partecipazione civica e politica è diminuita significativamente nelle regioni e macro-regioni italiane tra il 2011 ed il 2022. Se consideriamo il valore medio della partecipazione civica e politica nelle regioni italiane risulta un andamento essenzialmente altalenante. Tra il 2011 ed il 2013 c’è stata una crescita del valore della partecipazione civica e politica nelle regioni italiane raggiungendo il massimo assoluto del periodo con un ammontare pari a 68,92%.Tra il 2013 ed il 2019 si è verificata una significativa riduzione del valore della partecipazione civica e politica passando da un ammontare di 69,82 fino ad minimo assoluto pari a 58,1 unità. Tra il 2019 ed il 2021 il valore della partecipazione civica e politica è cresciuto per poi diminuire marginalmente nel 2022 attestandosi intorno al valore di 63,3 unità. L’Abruzzo è l’unica regione italiana dove c’è stata una crescita del valore della partecipazione civica e politica tra il 2011 ed il 2022 con un +3,92%. Inoltre nella generalizzata riduzione del valore della partecipazione civica e politica persiste una significativa differenza tra regioni meridionali con bassi valori della variabile osservata e regioni settentrionali con valori elevati. L’interesse degli italiani per la politica è quindi significativamente diminuito tra il 2011 ed il 2022. Possiamo notare che durante il periodo del Covid 19, ovveo tra il 2020 ed il 2021 c’è stata una ripresa della partecipazione civica e politica nelle regioni italiane. Il comportamento degli italiani nei confronti delle questioni politiche risulta essere in contraddizione con la tradizionale visione degli italiani come un popolo costituito da rilevanti connessioni politiche e partitiche. Gli italiani hanno sempre meno interesse nei confronti della politica e partecipano sempre di meno ai fenomeni politici sia a livello di partiti che a livello di dialogo e dibattito politico. E’ assai probabile che i social network abbiano avuto un ruolo rilevante nell’allontanare gli italiani dal dibattito politico. Infatti nei social network gli argomenti di lifestyle sono dominanti rispetto ad una contenutistica rivolta alla formazione politica e civica. Ne deriva che gli italiani hanno meno opportunità di partecipare di fenomeni politici e di informarsi politicamente. La conseguenza di tale crescita dell’ignoranza e del disinteresse nei confronti dei temi politici consiste nella crescita dell’astensionismo e nella distanza tra una classe di politici di professione ed una popolazione priva di strumenti di controllo democratici. Poiché i sistemi democratici funzionano grazie al controllo che i cittadini informati, partecipanti ed interessati esercitano sulle attività dei politici, ne deriva che il grado di effettività della democrazia in Italia è diminuito tra il 2011 ed il 2022. Del resto la qualità del personale politico dimostra tale decadimento della capacità politica del popolo italiano o della nazione italiana. Infatti i politici italiani attuali non hanno nulla a che vedere con i politici di una volta siano essi democristiani, comunisti, socialisti, radicali, liberali. E chiunque confronti un qualche discorso della classe dirigente politica italiana nel periodo 1946-1978 rispetto a quelli del 2011-2022 può trovare conferma di quanta pochezza di contenuti caratterizzi l’attuale ruling class italiana sia essa di destra, che di centro, che di sinistra. Occorre quindi intervenire con degli incentivi per fare in modo che i partiti e movimenti politici che hanno rappresentanza parlamentare e di governo affinché possano investire nella formazione ed informazione della popolazione italiana dal punto di vista politico. Per esempio si potrebbe chiedere ad ogni gruppo parlamentare di istituire una fondazione che possa promozionare le idee, i valori e il pensiero politico al quale si ispira attraverso corsi di formazione online e in real e anche mediante la creazione di strumenti di comunicazione che considerino anche i nuovi media. Infatti uno degli obiettivi dei parlamentari e del governo dovrebbe essere quello di incrementare la partecipazione politica e civica nella riduzione dell’astensionismo e nella crescita del patto democratico tra popolazione e istituzioni.











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