È
diminuito dello 0,61% in media nelle regioni italiane tra il 2013 ed il 2022
L’Istat calcola il valore
delle persone su cui contare. La variabile è costituita dalla percentuale di
persone di 14 anni e più che hanno parenti non conviventi (oltre ai genitori,
figli, fratelli, sorelle, nonni, nipoti), amici o vicini su cui contare sul
totale delle persone di 14 anni e più. I dati fanno riferimento alle regioni
italiane nel periodo 2013-2022.
Ranking
delle regioni italiane per valore delle persone su cui contare nel 2022.
La Valle d’Aosta è al primo posto per valore delle persone sui cui contare
ovvero un valore pari a 86,3 unità, seguita dalle Marche con un valore di 84,9,
e dalla Sardegna con un ammontare di 84,7 unità. A metà classifica vi sono la
Calabria con un ammontare di 82,6 unità, seguita dall’Umbria con un ammontare
di 82,5 unità e dall’Abruzzo con un ammontare di 81,3 unità. Chiudono la
classifica la Sicilia con un ammontare di 78,5 unità, seguita dalla Puglia con
un ammontare di 77,8 unità e dalla Basilicata con un ammontare di 77 unità.
Ranking
delle regioni italiane per valore della variazione percentuale delle persone su
cui contare tra il 2013 ed il 2022. Il Piemonte è al primo
posto per valore della variazione percentuale delle persone su cui contare con
il valore del 12,50% passando da un ammontare di 73,60 unità nel 2013 fino ad
un valore di 82,80 unità nel 2022. Segue il Molise con una variazione
percentuale pari ad un ammontare di 8,13% corrispondente ad una variazione da
un ammontare di 75,00 unità fino ad un ammontare di 81,10 unità ovvero pari ad
una variazione assoluta di 6,10 unità. Segue l’Umbria con una variazione da un
ammontare di 6,31% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 77,60
unità fino ad un valore di 82,50 unità. A metà classifica vi è la Calabria con
una variazione pari ad un ammontare di 2,61% corrispondente ad una variazione
da un ammontare di 80,50 unità nel 2013 fino ad un ammontare di 82,60 unità nel
2022. Segue il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari ad un ammontare di
1,83% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 82,00 unità fino ad
un ammontare di 83,50 unità. Segue l’Emilia Romagna con una variazione da un
ammontare di -0,12% pari ad una variazione da un ammontare di 82,70 unità fino
ad un valore di 82,60 unità. Chiudono la classifica il Piemonte con una
variazione pari ad un ammontare di -5,05% corrispondente ad una variazione da
un ammontare di 85,20 unità fino a 80,90 unità. Di seguito il Trentino Alto
Adige con una variazione pari ad un ammontare di -5,46% corrispondente ad una
variazione da un ammontare di 87,90 unità
nel 2013 fino ad un ammontare di 83,10 unità. Segue la Basilicata con una
variazione pari ad un ammontare di -8,44% corrispondente ad una variazione da
un ammontare di 84,10 unità nel 2013 fino ad una variazione di 77,00%. Tra il
2013 ed il 2022 il valore delle persone su cui contare è cresciuto in media
nelle regioni italiane dello 0,61% da un ammontare di 81,22 unità fino ad un
valore di 81,72 unità.
Le
persone su cui contare nelle macro-regioni italiane tra il 2013 ed il 2022.
Il valore delle persone su cui contare nelle macro-regioni italiane tra il 2013
ed il 2022 è cresciuto nelle macro-regioni meridionali, ed è diminuito nelle
macro-regioni centro-settentrionali. Il valore delle persone su cui contare è
cresciuto del 5,34% nel Sud Italia, del 4,00% nel Mezzogiorno, dell’1,52% nelle
Isole. Il valore delle persone su cui contare è diminuito dell’1,21% nel Nord-Est,
dell’1,70% nel Centro, dell’1,93% nel Nord e del 2,29% nel Nord-Ovest. Possiamo
notare che vi è comunque una convergenza tra macro-regioni meridionali e
macro-regioni settentrionali intorno ad un valore delle persone su cui contare
compreso tra l’80-82%.
Clusterizzazione
con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhoeutte.
Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato
con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati due clusters ovvero:
- ·
Cluster 1: Emilia Romagna, Sardegna,
Toscana, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Trentino Alto Dige, Piemonte, Friuli
Venezia Giulia, Umbria, Lombardia, Marche, Lazio, Basilicata, Molise, Abruzzo,
Calabria;
- ·
Cluster 2: Puglia, Sicilia, Campania.
Considerando il valore
medio dei clusters determina il seguente ordinamento dei clusters ovvero:
Cluster 1>Cluster 2. Il Cluster 1 è composto di 17 regioni appartenenti a
varie macro-regioni e caratterizzate da una significativa eterogeneità dal
punto di vista socio-economico. Il Cluster 2 è invece composto da tre regioni
meridionali ovvero la Puglia, la Sicilia e la Campania. Ne deriva pertanto che
il livello di persone su cui contare nelle regioni del centro-nord tende ad
essere elevato rispetto ad alcune regioni meridionali. Si tratta di una
considerazione controfattuale. Contrasta infatti con l’idea assai diffusa che i
meridionali, soprattutto campani, siciliani e pugliesi, siano in grado di avere
delle reti sociali diffuse caratterizzate da una persistente solidarietà
sociale. Al contrario le regioni del centro-nord tendono ad avere dei valori
assai più elevati di persone su cui contare dimostrando di avere non solo una
maggiorità produttiva quanto anche un più elevato capitale sociale.
Conclusioni.
Il valore delle persone su cui contare in media nelle regioni italiane ha avuto
un andamento altalenante tra il 2013 ed il 2022. Tra il 2013 ed il 2015 il
valore delle persone su cui contare è cresciuto da un ammontare di 81,21 unità
fino ad un valore di 83,07 unità. In seguito è diminuito fino ad un ammontare
di 81,4 unità nel 2017. In seguito tra il 2017 ed il 2019 il valore delle
persone su cui contare è cresciuto da un ammontare di 81,4 unità fino ad un
valore di 82,51 nel 2020 per poi diminuire nel 2021 fino a 80,98 e crescere
leggermente nel 2022 fino a 81,71 unità. Da un punto di vista delle
macro-regioni si è verificata una riduzione del valore delle persone su cui contare
nel centro-nord ed una crescita nelle regioni meridionali tra il 2013 ed il
2022. Tuttavia possiamo notare che in media il 20% della popolazione over 14
non ha persone su cui contare. Ovvero vi sono circa 10 milioni di italiani che
sono privi di persone su cui contare. Una condizione che molto probabilmente si
somma a condizioni di povertà, disoccupazione, diseguaglianza territoriale e
che mette in risalto la presenza di un fenomeno di discriminazione sociale che
potrebbe ridurre l’efficienza del capitale politico e civile a livello
regionale e nazionale.
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