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Protezione dalle radiazioni e R&S: Italia spinge sulla transizione tecnologica

 

I dati ISTAT relativi agli investimenti in “Protezione dalle radiazioni, ricerca e sviluppo, altre attività” per il periodo 2016-2022 offrono un’analisi articolata su un settore ampio, complesso e strategicamente rilevante, che include interventi di prevenzione ambientale, attività scientifiche e tecnologiche, nonché iniziative trasversali difficilmente collocabili nelle categorie ambientali più tradizionali. La somma degli investimenti effettuati in Italia da società come produttori specializzati e secondari, insieme alle amministrazioni pubbliche e alle istituzioni sociali private (ISP), mostra un trend globalmente positivo, con un’accelerazione particolarmente forte nel 2022. L’andamento aggregato passa da 2.751,1 milioni di euro nel 2016 a 3.693 milioni nel 2022, per una variazione assoluta di 941,9 milioni e una crescita percentuale complessiva pari al 34,24%. Questo dato, già di per sé significativo, assume un valore ancora maggiore se si considera l’instabilità economica e politica che ha caratterizzato il periodo, comprese le ricadute della pandemia da Covid-19 e le successive crisi energetiche e inflattive.

Analizzando in dettaglio il contributo delle società come produttori specializzati e secondari, si osserva un progresso marcato e molto dinamico. Gli investimenti crescono da 856,1 milioni di euro nel 2016 a ben 1.550,5 milioni nel 2022, con una variazione assoluta di 694,4 milioni e una crescita percentuale dell’81,11%. Questo settore evidenzia un ruolo crescente nell’ambito delle attività ambientali complesse, inclusa la ricerca scientifica applicata, la protezione dalle radiazioni ionizzanti e non, la messa in sicurezza di materiali pericolosi o lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale. Il trend è nel complesso positivo, anche se non lineare. Tra il 2016 e il 2017 si registra un primo incremento di 86,9 milioni (+10,15%), seguito da un aumento di 50,5 milioni nel 2018 (+5,36%) e di 44,6 milioni nel 2019 (+4,49%). Il 2020 segna una contrazione di 66 milioni (-6,36%), che può essere interpretata come una conseguenza diretta della pandemia, con progetti rallentati o posticipati e una generale incertezza negli investimenti privati. Tuttavia, già nel 2021 si assiste a un lieve recupero (+13 milioni, pari al +1,34%), che viene poi largamente superato nel 2022 con un vero e proprio salto di 565,4 milioni (+57,40%), il più alto dell’intero periodo. Questo exploit finale potrebbe essere collegato a diversi fattori, tra cui l’accelerazione delle politiche legate alla transizione ecologica, l’attuazione di progetti finanziati dal PNRR, l’aumento della domanda di tecnologie green e di strumenti di monitoraggio ambientale, ma anche la necessità di adeguarsi a normative europee sempre più stringenti in materia di sicurezza radiologica e sostenibilità industriale.

Dal lato delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (ISP), il quadro è più stabile ma comunque in crescita. Gli investimenti partono da 1.895 milioni di euro nel 2016 e raggiungono i 2.142,5 milioni nel 2022, con un aumento di 247,5 milioni (+13,06%). Si tratta di un incremento significativo, ma più contenuto rispetto al settore privato. La traiettoria degli investimenti pubblici è caratterizzata da alcuni movimenti altalenanti. Il 2017 segna un’espansione importante, con un incremento di 214,6 milioni (+11,32%), che viene però in parte annullato l’anno successivo, con un calo di 89,9 milioni (-4,26%). Anche il 2019 mostra una lieve flessione (-1,62%), che però viene recuperata tra il 2020 e il 2022 con variazioni positive: +0,68% nel 2020, +1,92% nel 2021 e un’accelerazione più marcata nel 2022 (+5,08%). Questo andamento suggerisce una certa resilienza delle amministrazioni pubbliche, che sono riuscite a mantenere una linea di spesa relativamente costante anche durante le fasi di maggiore incertezza economica. I dati indicano inoltre che il settore pubblico continua a svolgere una funzione centrale nel sostegno alla ricerca ambientale e alla protezione da minacce ambientali complesse, come quelle legate alle radiazioni.

Guardando al dato aggregato, si osserva un percorso evolutivo articolato, che riflette le difficoltà congiunturali e le fasi di rilancio. Dal 2016 al 2017, gli investimenti totali crescono di 301,5 milioni (+10,96%), seguiti da una leggera contrazione nel 2018 (-1,29%), che si trasforma in un piccolo recupero nel 2019 (+0,39%). Il 2020, anno della crisi pandemica, segna una nuova riduzione (-1,74%), ma il 2021 si chiude con un’inversione di tendenza, grazie a un +1,73%. L’anno più dinamico è indubbiamente il 2022, in cui il totale degli investimenti aumenta di 668,9 milioni rispetto al 2021 (+22,12%), portando il valore aggregato a 3.693 milioni. Questo picco è spiegabile in parte con il massiccio aumento del comparto privato, ma anche con l’inizio della messa a terra di fondi strutturali europei e delle prime tranche del PNRR. In termini relativi, il contributo delle società private sul totale passa dal 31,1% del 2016 al 42% del 2022, segno che il settore industriale sta acquisendo un ruolo più rilevante in ambiti ad alta complessità tecnologica e ambientale.

Dal punto di vista delle politiche pubbliche, i dati mettono in luce alcune considerazioni strategiche. Innanzitutto, il settore della protezione dalle radiazioni, della ricerca e delle attività ambientali non classificate tradizionalmente è in crescita costante, e sempre più importante nel contesto della transizione ecologica e della sicurezza ambientale. Le fluttuazioni degli anni centrali sono da interpretare come fisiologiche in un periodo segnato da crisi impreviste, mentre l’impennata del 2022 indica un cambio di passo sostanziale. Inoltre, emerge una sinergia crescente tra pubblico e privato: se fino al 2019 il peso del settore pubblico era preponderante, nel triennio successivo si assiste a un graduale riequilibrio. Questo trend è positivo, in quanto riflette una maggiore partecipazione del sistema produttivo alle sfide ambientali, e suggerisce l’esistenza di un ecosistema in cui la ricerca applicata, l’innovazione industriale e le politiche ambientali possono interagire efficacemente.

Un altro aspetto da sottolineare riguarda il ruolo delle attività non strettamente riconducibili a categorie classiche come la gestione dei rifiuti o delle acque, ma che risultano fondamentali per garantire la sostenibilità a lungo termine. La protezione dalle radiazioni, ad esempio, non è soltanto un tema di sicurezza sanitaria o nucleare, ma include anche la gestione delle tecnologie medicali avanzate, la sicurezza nelle telecomunicazioni e la bonifica di siti contaminati. Allo stesso modo, le spese per ricerca e sviluppo ambientale sono cruciali per il progresso scientifico in settori come l’energia pulita, i materiali sostenibili, la tracciabilità ambientale, la robotica per la tutela dell’ambiente, e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

In conclusione, i dati ISTAT mostrano che tra il 2016 e il 2022 l’Italia ha incrementato in maniera sostanziale gli investimenti nella protezione dalle radiazioni, nella ricerca e in altre attività ambientali avanzate, passando da 2.751,1 milioni di euro a 3.693 milioni, con un aumento complessivo del 34,24%. Il settore privato ha mostrato una crescita straordinaria (+81,11%), segno di una crescente integrazione dell’ambiente nelle strategie industriali, mentre il settore pubblico ha mantenuto la propria centralità, ma con una dinamica più moderata (+13,06%). Il 2022 segna una svolta, con un’accelerazione significativa che potrebbe preludere a un nuovo ciclo espansivo, sostenuto da risorse europee e da una maggiore consapevolezza dell’importanza strategica della ricerca e dell’innovazione ambientale. Per consolidare questa traiettoria sarà fondamentale proseguire su un doppio binario: da un lato il sostegno pubblico alla ricerca e alla protezione avanzata, dall’altro la promozione di un’imprenditorialità sostenibile e tecnologicamente all’avanguardia.

 

 

Protezione dalle radiazioni, ricerca e sviluppo, altre attività 

2016 

2017 

2018 

2019 

2020 

2021 

2022 

2016-2022

Società come produttori specializzati e secondari 

856,10

943,00

993,50

1.038,10

972,10

985,10

1.550,50

 

Variazione Assoluta

 

86,90

50,50

44,60

-66,00

13,00

565,40

694,40

Variazione Percentuale

 

10,15

5,36

4,49

-6,36

1,34

57,40

81,11

Amministrazioni pubbliche e istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (ISP) 

1.895,00

2.109,60

2.019,70

1.987,00

2.000,50

2.039,00

2.142,50

 

Variazione Assoluta

 

214,60

-89,90

-32,70

13,50

38,50

103,50

247,50

Variazione Percentuale

 

11,32

-4,26

-1,62

0,68

1,92

5,08

13,06

Totale

2.751,10

3.052,60

3.013,20

3.025,10

2.972,60

3.024,10

3.693,00

 

Variazione Assoluta

 

301,50

-39,40

11,90

-52,50

51,50

668,90

941,90

Variazione Percentuale

 

10,96

-1,29

0,39

-1,74

1,73

22,12

34,24

  

Aggregati economici per settore istituzionale 

Frequenza: Annuale 

Focus: Protezione dalle radiazioni, ricerca e sviluppo, altre attività 

Territorio: Italia 

Aggregato: Produzione di servizi per la protezione dell'ambiente 

Valutazione: Prezzi correnti 

Link: www.istat.it

Fonte: ISTAT

Dati: Milioni di euro

Edizione: Feb-2025 

 


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