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Transizione ecologica e crescita del settore privato nella tutela dell’aria e del clima

 

Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2022, la produzione di servizi per la protezione dell’aria e del clima in Italia ha mostrato un’evoluzione significativa, caratterizzata da fasi di crescita moderate alternate a momenti di lieve contrazione, per poi concludersi con un incremento molto marcato nell’ultimo anno del periodo analizzato. I soggetti coinvolti in questo ambito sono principalmente due: le società operanti come produttori specializzati o secondari, e le amministrazioni pubbliche insieme alle istituzioni sociali private al servizio delle famiglie. Nel 2016, il valore complessivo della produzione di servizi per la protezione dell’aria e del clima era pari a 1.014,1 milioni di euro, di cui 782 milioni erano generati dal settore delle società e 232,1 milioni dal comparto pubblico e istituzionale. Negli anni successivi si è assistito a una crescita contenuta ma costante: nel 2017 il valore complessivo è salito a 1.110,2 milioni di euro, con un incremento assoluto di 96,1 milioni e una variazione percentuale del 9,48%. Questo aumento è stato sostenuto principalmente dalle società, che hanno visto crescere la propria produzione a 884,2 milioni, con un incremento annuo di 102,2 milioni pari al 13,07%. Il contributo delle amministrazioni pubbliche e delle ISP, al contrario, ha registrato una lieve flessione di 6,1 milioni, equivalente a una variazione negativa del 2,63%. Anche nel 2018 si è mantenuta una tendenza positiva, con un valore totale di 1.137,5 milioni, segnando un aumento di 27,3 milioni rispetto all’anno precedente. Le società hanno continuato a crescere, raggiungendo i 907,1 milioni, mentre il settore pubblico è tornato leggermente a salire con 230,4 milioni. Tuttavia, nel 2019 il valore complessivo è tornato a 1.110,2 milioni, identico a quello del 2017, mostrando un calo di 27,3 milioni rispetto all’anno precedente. Le società hanno ridotto la produzione a 881,9 milioni, segnando un decremento di 25,2 milioni, mentre le amministrazioni pubbliche hanno subito un calo più contenuto di 2,1 milioni. Questa fase di contrazione è proseguita anche nel 2020, un anno fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria globale. Il valore totale è sceso a 1.094,2 milioni di euro, con una perdita di 16 milioni rispetto al 2019. Le società hanno ridotto la produzione a 870,7 milioni, mentre il comparto pubblico ha toccato i 223,5 milioni, segnando un’ulteriore contrazione. Questo periodo di rallentamento può essere attribuito alla crisi economica e alla ridefinizione delle priorità di spesa pubblica causata dalla pandemia. Nel 2021 si è registrato un primo segnale di ripresa, con un leggero aumento del valore totale a 1.104,1 milioni. Le società hanno mostrato un moderato incremento, salendo a 900,4 milioni, mentre il settore pubblico ha continuato a diminuire, scendendo a 203,7 milioni, con una variazione negativa dell’8,86%, la più marcata dell’intero periodo per questa componente. La vera svolta è avvenuta nel 2022, quando il valore totale della produzione di servizi per la protezione dell’aria e del clima è balzato a 1.656 milioni di euro, segnando una crescita assoluta di 551,9 milioni e una variazione percentuale del 49,99% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato trainato quasi esclusivamente dalle società, che hanno visto la propria produzione salire a 1.409 milioni, con un incremento straordinario di 508,6 milioni e una crescita percentuale del 56,49%. Anche le amministrazioni pubbliche e le ISP hanno registrato un recupero importante, salendo a 247 milioni, con un incremento di 43,3 milioni pari al 21,26%. Nel complesso, tra il 2016 e il 2022, la produzione dei servizi per la protezione dell’aria e del clima è cresciuta di 641,9 milioni di euro, con una variazione percentuale del 63,3%. Le società hanno registrato un aumento di 627 milioni, pari a una crescita dell’80,18%, mentre il settore pubblico ha mostrato un progresso più contenuto di 14,9 milioni, con un incremento del 6,42%. Questa dinamica riflette un cambiamento nella struttura della produzione di servizi ambientali legati alla qualità dell’aria e alla lotta ai cambiamenti climatici, con un ruolo sempre più marcato da parte del settore privato. L’impennata del 2022 suggerisce la possibile influenza di politiche ambientali rafforzate, l’effetto degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’adozione di tecnologie più efficienti e un interesse crescente da parte del mercato per soluzioni di mitigazione dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni climalteranti. D’altra parte, l’andamento irregolare del comparto pubblico pone interrogativi sulle capacità operative e di investimento delle istituzioni nel settore specifico della protezione dell’aria e del clima, sebbene il recupero finale lasci intravedere segnali di rinnovato impegno. In sintesi, i dati mostrano un rafforzamento dell’impegno complessivo dell’Italia nel campo della protezione dell’aria e del clima, con una crescente centralità del settore privato nella produzione di servizi, ma anche con la necessità di un ruolo pubblico forte e costante per garantire coordinamento, regia e copertura delle aree meno redditizie ma strategicamente fondamentali per la salute pubblica e l’equilibrio ecologico.

 

 




Frequenza: Annuale 

Territorio: Italia 

Aggregato: Produzione di servizi per la protezione dell'ambiente 

Focus: Protezione dell'aria e del clima 

Valutazione: Prezzi correnti 

Edizione: Feb-2025 

Dati in milioni di euro

Fonte: ISTAT

Link: www.istat.it

 

 

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