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Individui con Titoli di Studio Terziari nelle Regioni Italiane

 

Sono aumentati in media del 79,3% tra il 2004 ed il 2019

L’Istat calcola il valore della percentuale delle persone nella fascia di età 30-34 anni che hanno un titolo di livello terziario sul totale delle persone di 30-34 anni.

Ranking delle regioni italiane per valore delle persone con titoli di studi terziari nel 2019. L’Emilia-Romagna è al primo posto con un valore pari a 34,10 unità, seguito dal Lazio con un valore pari a 33,40 unità e dalla Lombardia con un valore pari a 33,00 unità. A metà classifica vi sono l’Umbria con un valore pari a 29,00 unità, seguita dalle Marche con un valore pari a 28,90 unità e dal Molise con un valore pari a 28,60 unità. Chiudono la classifica la Sicilia con un valore pari a 20,30 unità, la Puglia con un ammontare pari a 20,00 unità e la Calabria con un ammontare pari a 19,90 unità.

Ranking delle regioni italiane per valore della variazione percentuale dei laureati e persone con titoli terziari nella fascia di età 30-34 anni nelle regioni italiane tra il 2004 ed il 2019. Il Trentino-Alto Adige è al primo posto per valore della variazione percentuale delle persone con titoli di studio terziari tra il 2004 ed il 2019 con un ammontare pari a 127,94% pari ad un ammontare di 17,4 unità, seguito dalla Valle d’Aosta con una variazione pari ad un ammontare di 113,85% pari ad un ammontare di 14,8 unità e dalla Basilicata con un valore pari a 112,4% pari ad un ammontare di 14,5 unità. A metà classifica vi sono le Marche con un valore pari a 79,5% pari ad un ammontare di 12,8 unità, seguita dal Piemonte con un valore pari a 78,57% pari ad un ammontare di 12,1 unità e dalla Puglia con un valore pari a 73,91% pari ad un ammontare di 8,5 unità. Chiudono la classifica il Lazio con un valore pari a 59,05% pari ad un ammontare di 12,4 unità, seguito dalla Calabria con un valore pari a 47,41% pari ad un ammontare di 6,4 unità e dall’Umbria con una variazione pari ad un ammontare di 40,1% pari ad un ammontare di 8,3 unità.

Macro-regioni italiane. Il valore della percentuale dei laureati e delle persone che hanno dei titoli di studio terziari è cresciuto in tutte le macro-regioni italiane. In modo particolare tra il 2004 ed il 2019  nel Nord Italia è cresciuta da 16,4 unità fino ad un valore di 31,4 unità ovvero una crescita del 91,46% pari ad un ammontare di 15,00 unità. Nel centro Italia il valore delle persone che hanno dei titoli di studio terziari nella fascia di età 30-34 anni è cresciuto da un ammontare di 18,7 unità fino ad un valore di 31,3 unità ovvero pari ad una crescita di 67,38% pari ad un ammontare di 12,60 unità. Tra il 2004 ed il 2019 il valore dei laureati e possessori di titoli terziari è cresciuto da un ammontare di 12,9 unità fino ad un valore di 21,2 unità ovvero pari ad una variazione di 64,34% pari ad un ammontare di 8,30 unità. Complessivamente in Italia la percentuale delle persone che hanno dei titoli di studio terziari nella fascia di età 30-34 è cresciuto da un ammontare di 15,6 fino ad un ammontare di 27,6 ovvero una variazione pari ad un ammontare di 76,92 unità pari ad una variazione di 12,00%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione delle regioni italiane per valore percentuale delle persone che hanno una laurea o un titolo di studio terziario nella fascia di età 30-34 anni.

  • ·         Cluster 1: Emilia-Romagna, Umbria, Lombardia, Lazio, Marche, Molise, Toscana, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Piemonte, Veneto;
  • ·         Cluster 2: Campania, Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria, Valle d’Aosta, Basilicata.

Dal punto di vista della mediana il valore del cluster 1-C1 è pari ad un ammontare di 29,3 unità mentre il valore del Cluster 2-C2 è pari ad un ammontare di 21. Ne deriva che le regioni del Centro Nord tendono ad avere una percentuale di persone nella fascia di età 30-34 con titoli di studio terziari elevata rispetto ai paesi del cluster 1-C1 che sono sostanzialmente delle regioni meridionali. Viene quindi confermata la presenza del divario tra Nord-Sud che acquisisce significato anche nel senso delle persone che hanno titoli di studio terziari.

Network Analysis mediante la distanza di Manhattan. Di seguito viene realizzata una network analysis attraverso l’utilizzo della distanza di Manhattan. Vengono rilevate tre strutture a network delle quali una è complessa e due sono semplificate ovvero caratterizzate da una relazione biunivoca tra due regioni.

Esiste una relazione complessa tra Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Nello specifico:

  • ·         La Campania ha una connessione con la Puglia pari ad un ammontare di 1,3 unità, e con la Sicilia con un valore pari a 0,68 unità;
  • ·         La Puglia ha una connessione con la Puglia per un valore pari a 1,3 unità, con la Sicilia con un valore pari a 1,3 e con la Sardegna per un valore pari a 1,5 unità;
  • ·         La Sardegna ha una connessione con la Puglia pari ad un valore di 1,5 unità e con la Sicilia con un valore pari a 1,5 unità;
  • ·         La Sicilia ha una connessione con la Puglia per un valore pari a 1,3 unità, con la Sardegna pari ad un ammontare di 1,5 unità e con la Campania per un valore pari a 0,68 unità.

Inoltre esistono due relazioni biunivoche tra le regioni ovvero:

  • ·         Il Piemonte ha una relazione biunivoca con il Veneto per un valore pari a 1,4 unità;
  • ·         La Lombardia ha una relazione biunivoca con le Marche per un valore pari a 1,5 unità.

Conclusioni. Il valore delle persone con titoli di studi terziari è aumentato nelle regioni italiane nel periodo tra il 2004 ed il 2019. Tuttavia tale variazione è stata più significativa nelle regioni del Nord Italia rispetto alle regioni del Centro-Sud Italia. La crescita del valore delle persone con titoli di studio terziari è necessaria per incrementare la competitività dell’Italia nell’ambito dell’economia della conoscenza. Infatti per poter utilizzare con efficienza le possibilità offerte dall’economia della conoscenza è necessario incrementare il valore del capitale umano soprattutto attraverso l’acquisizione di titoli di studio terziari.

 

 


 

 

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