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La Produzione Cerealicola Mondiale

 

Tra il 2011 e il 2021 è cresciuta dell’11,75%  

La Banca Mondiale calcola la resa cerealicola. La resa dei cereali, misurata in chilogrammi per ettaro di terra coltivata, comprende frumento, riso, mais, orzo, avena, segale, miglio, sorgo, grano saraceno e cereali misti. I dati sulla produzione dei cereali si riferiscono esclusivamente alle colture raccolte per la granella secca. Sono escluse le colture di cereali raccolte per la fienagione o raccolte verdi per uso alimentare, mangimistico o insilato e quelle utilizzate per il pascolo. La FAO assegna i dati di produzione all'anno solare in cui si è svolta la maggior parte del raccolto. La maggior parte del raccolto verso la fine di un anno verrà utilizzato l'anno successivo. Il valore è calcolato in kg per ettaro.

Ranking dei paesi per valore della produzione cerealicola nel 2021. St. Vincent and the Grenadines sono al primo per valore della resa cerealicola nel 2021 con un valore pari a 30.313,8 kg per ettaro, seguiti dagli Emirati Arabi Uniti con 26.226,2 kg per ettaro, dall’Oman con 16.461,4 kg per ettaro, dal Kuwait con 1.216,7 kg per ettaro, e dalla Nuova Zelanda con un valore di 8.728,4 kg per ettaro. A metà classifica vi sono il Libano con 2.178,2 kg per ettaro, Afghanistan con 2.154,7 kg per ettaro, Antigua and Barbuda con 2.094,1 kg per ettaro, Hong Kong con 2.060,4 kg per ettaro, e dalla Mauritania con 2.046,1 kg per ettaro. Chiudono la classifica la Namibia con 517,3 kg per ettaro, seguita dalla Somalia con 502,6 kg per ettaro, dal Gambia con 490,7 kg per ettaro, dal Niger con 349 kg per ettaro, e da Capo Verde con 16,3 kg per ettaro.

Ranking dei paesi per valore della variazione percentuale della produzione cerealicola tra il 2011 ed il 2021. Il Brunei Darussalam è al primo posto per valore della variazione percentuale della produzione cerealicola con un ammontare di 212,69%, seguita da Zimbabwe con un valore di 163,06%, Nuova Caledonia con 125,57%, Botswana con 121,91%, Mauritius con 121,45%. A metà classifica vi sono il Venezuela con 1,27%, North Macedonia con 1,02%, Netherlands con 0,92%, Austria con 0,79% e Montenegro con 0,76%. Chiudono la classifica Central African Republic con -47,26%, Syrian Arab Republic con -51,14%, Timor Leste con -53,52%, Cabo Verde con -90,83%.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di seguito è presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. In modo particolare vengono individuati quattro diversi clusters ovvero:

  • ·         Cluster 1: Puerto Rico, Armenia, El Salvador, Zambia, Russian Federation, Timor Leste, Iraq, Ethiopia, Maldives, Georgia, Uganda, Antigua and Barbuda, Cote d’Ivoire, Cyprus, Australia, Guatemala, Eswatini, Guinea, Comoros, Togo, Jamaica, Liberia, Burkina Faso, Burundi, Guinea-Bissau, Benin, Grenada, Kazakhstan, Trinidad and Tobago, Haiti, Senegal, Gabon, Mauritania, Nigeria, Dominica, Jordan, Congo, Mali, Chad, Mongolia, Yemen, Cameroon, Kenya, Tanzania, Sierra Leone, Central African Republic, Angola, Congo, Micronesia, Tunisia, Algeria, Mozambico, Zimbabwe, Libya, Turkmenistan, Eritrea, Gambia, Sud Sudan, Lesotho, Vanuatu, Sudan, Syrian Arab Republic, Somalia, Honduras, Nigeria, Rwanda, Botswana, Morocco, Namibia, Ghana, Malawi, Djibouti, Brunei Darussalam, Solomon Islands, Afghanistan, Cabo Verde, Sao Tome and Principe, Nicaragua, Hong Kong, Bolivia, Iran.
  • ·         Cluster 2: Croazia, China, Qatar, Slovenia, Kuwait, Giappone, Danimarca, Oman, Svizzera, Corea del Sud, Austria, Cile, Francia, Egitto, Regno Unito, Germania, Belgio, Stati Uniti, Irlanda, Paesi Bassi, Nuova Zeland, Bahamas.
  • ·         Cluster 3: United Arab Emirates, St Vincent and the Grenadines;
  • ·         Cluster 4: Nepal, Cuba, Barbados, Madagascar, Azerbaijan. New Caledonia, Kyrgyz Republic, Panama, Luxembourg, Moldova, Hungary, Lebanon, Czechia, Vietnam, Pakistan, India, Italy, Sweden, Tailandia, Fiji, Serbia, Turchia, Saudi Arabia, Slovack Republic, Montenegro, Tajikistan, Bhutan, Belarus, Mauritius, Estonia, Indonesia, Belize, Cambodia, North Macedonia, Venezuela, Spain, Ecuador, Israel, Romania, Guyana, Argentina, Finlandia, Filippine, Lettonia, Albania, Myanmar, Bulgaria, Malaysia, Mexico, Bosnia and Herzegovina, Norway, Brazil, Sri Lanka, Lithuania, Polonia, Corea del Nord, Costa Rica, Sudafrica, Paraguay, Canada, Colombia, Papua Nuova Guinea, Ucraina, Uruguay, Grecia, Dominican Republic, Uzbekistan, Bangladesh, Lao PDR, Suriname, Peru, Portugal.

E’ quindi possibile individuare il seguente ordinamento dei clusters ovvero: : C3=28270>C2=7122>C4=4281>C1=1545. Possiamo notare che il cluster 3 è il cluster dominante anche se è costituito soltanto da 2 paesi ovvero Emirati Arabi Uniti e St Vincent and the Grenadines. Il secondo cluster per valore mediano della resa cerealicola in kg per ettaro è il secondo cluster nel quale sono presenti diversi paesi molti dei quali non hanno veramente una vocazione agricola come per esempio Regno Unito, Paesi Bassi, e Irlanda.  In realtà molti dei paesi tradizionalmente considerati come agricoli sono presenti negli ultimi due clusters per valore mediano della resa cerealicola in kg per ettaro ovvero il C4 ed il C1. Ne deriva che non necessariamente i paesi che hanno una scarsa tradizione agricola sono meno efficienti dei paesi a vocazione agricola in termini di resa cerealicola. Le motivazioni delle buone ed eccellenti performance di resa cerealicola dei paesi del Nord Europa potrebbe essere connessa all’utilizzo di biotecnologie che incrementano la produttività dei terreni. Un’altra motivazione potrebbe essere dovuta al fatto che molti paesi a tradizione agricola sono orientati a metodi di coltivazione biologica che possono essere meno produttivi in termini di resa per ettaro.

Conclusioni. La resa cerealicola calcolata in kg per ettaro è cresciuta tra il 2011 ed il 2021 in media nei paesi considerati. Tuttavia, occorre considerare che la resa cerealicola può anche crescere attraverso l’utilizzo di metodologie di coltivazione che utilizzano innovazioni biotecnologiche aggressive che possono incrementare la produttività dei terreni. Tali metodologie di coltivazione potrebbero non essere adottate nei paesi a tradizionale vocazione agricola che invece tendono a conservare la tipicità dei prodotti anche per entrare nei mercati internazionali. Certamente il fatto che paesi come UK e l’Irlanda abbiano una capacità di resa in kg per ettaro superiore a Israele, all’India o all’Italia, che sono generalmente dei paesi con quote rilevanti di agricoltura, mette in risalto l’impatto delle metodologie di coltivazione nello sviluppo della produttività dei terreni.  







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