Sono aumentati in media del 369,27% tra il 2007 ed il 2022 nei paesi considerati
L’OCSE calcola gli
investimenti in venture capital-ovvero capitale di rischio- nelle fasi startup
ed early stage. I dati fanno riferimento al periodo tra il 2007 ed il 2022 e
sono espressi in milioni di dollari.
Investimenti in venture capital nella fase startup and early stage tra il 2007 ed il 2022. L'analisi dei dati sugli investimenti in venture capital nelle fasi di start-up e early stage tra il 2007 e il 2022 mostra una trasformazione significativa del panorama degli investimenti in varie regioni del mondo. Durante questo periodo, molti paesi hanno visto aumentare notevolmente il volume degli investimenti, riflettendo un cambiamento globale verso una maggiore valorizzazione delle startup innovative come motori di crescita economica. Gli Stati Uniti mantengono una posizione dominante, con un aumento da 14.715,92 milioni di dollari nel 2007 a 70.269,30 milioni nel 2022, segnando una crescita del 377,51%. Questo evidenzia la capacità degli USA di attrarre e generare attività imprenditoriali di grande impatto, sostenute da un ecosistema maturo e diversificato che include capitali, competenze e una forte propensione all'innovazione. Israele, noto come la "Nazione delle Start-up", ha mostrato una crescita impressionante, con investimenti che sono aumentati da 847 milioni a 6.480,94 milioni, un aumento del 665,16%. Questo riflette l'intensa focalizzazione del paese sull'alta tecnologia e le innovazioni in settori come la cyber security e la tecnologia medica. Alcuni piccoli paesi europei hanno mostrato aumenti percentuali straordinari, benché partendo da basi molto piccole. Per esempio, l'Estonia, con una crescita del 20.529,55%, ha mostrato come politiche favorevoli all'innovazione possano trasformare un paese in un significativo hub tecnologico. Similmente, la Slovenia e la Repubblica Ceca hanno visto incrementi esponenziali, sebbene i volumi assoluti rimangano modesti. In Europa, Francia e Germania hanno mostrato solide crescite, con incrementi rispettivamente del 714,40% e del 320,24%. Questi dati riflettono l'ampio sostegno governativo e un ambiente favorevole all'investimento in imprese innovative, che hanno contribuito a posizionare meglio questi paesi nel panorama dell'innovazione globale. È interessante notare anche i casi di paesi come la Norvegia, che ha visto una diminuzione degli investimenti del 37,06%, suggerendo una possibile riallocazione delle priorità di investimento o sfide nel mantenere l'attrattiva per le startup in determinate condizioni di mercato. Altri paesi, come il Canada e il Regno Unito, hanno anch'essi sperimentato aumenti notevoli nei loro investimenti, riflettendo un crescente riconoscimento del valore delle startup nella stimolazione dell'innovazione e della crescita economica. In particolare, il Canada ha mostrato una crescita del 402,52%, beneficiando di un ambiente politico stabile e favorevole.
Politiche
economiche per la promozione degli investimenti in venture capital nelle fasi
di startup ed early stage. Per incentivare gli investimenti in
venture capital nelle fasi di start-up e early stage, i governi possono attuare
una varietà di politiche economiche mirate a creare un ambiente favorevole per
gli investitori e le nuove imprese. Queste politiche possono variare
notevolmente a seconda del contesto economico, sociale e legale di ciascun
paese, ma alcune strategie si sono dimostrate efficaci a livello globale. La combinazione
di incentivi fiscali, supporto istituzionale, infrastrutture di mercato, e
riforme normative può fornire un potente stimolo per attrarre capitali di
rischio necessari per supportare l'innovazione e la crescita economica. Un
primo intervento riguarda l'introduzione di incentivi fiscali per gli
investitori che scelgono di allocare capitali in start-up e imprese in fase
iniziale. Tali incentivi possono includere detrazioni fiscali, crediti
d'imposta, o esenzioni su guadagni in capitale derivanti da investimenti in
venture capital. Queste misure riducono il rischio finanziario per gli
investitori e aumentano l'attrattiva degli investimenti in start-up rispetto ad
altre forme di investimento meno rischiose. Un esempio illustre è il Seed
Enterprise Investment Scheme (SEIS) nel Regno Unito, che offre ai singoli
investitori generosi rimborsi fiscali per investimenti in piccole imprese ad
alto rischio, combinati con esenzioni sui guadagni in capitale per le azioni tenute
per un certo periodo. Iniziative simili potrebbero essere replicate in diversi
contesti nazionali per stimolare l'investimento privato. La creazione di fondi
di co-investimento, dove il governo agisce come investitore al fianco del
settore privato, è un'altra strategia efficace. Questi fondi possono prendere
varie forme, da partenariati pubblico-privati a fondi sovrani che investono
direttamente in start-up. L'idea di base è quella di ridurre il rischio
percepito dagli investitori privati attraverso il coinvolgimento diretto del
governo nell'investimento. Inoltre, i fondi di co-investimento possono servire
da catalizzatori per attirare ulteriori capitali privati. In Israele, il
programma Yozma è un esempio di successo di tale approccio. Avviato negli anni
'90, Yozma ha offerto garanzie statali e ha partecipato direttamente come
co-investitore, stimolando significativi investimenti privati nel settore delle
high-tech. Questo programma non solo ha moltiplicato gli investimenti in
venture capital, ma ha anche posizionato Israele come un hub globale di
innovazione. La riduzione della burocrazia necessaria per avviare e gestire una
start-up è cruciale per facilitare l'entrata di nuove imprese nel mercato.
Paesi come la Nuova Zelanda e Singapore sono rinomati per i loro ambienti
business-friendly, con processi rapidi e semplificati per la registrazione
delle imprese e la gestione fiscale. Una regolamentazione chiara e un ambiente
di business semplificato possono significativamente ridurre i costi di
transazione e operativi per le start-up, rendendo più facile attrarre
investimenti. Investire in capitale umano è fondamentale. Governi possono
supportare programmi di formazione e sviluppo delle competenze sia per
imprenditori che per lavoratori delle start-up. Incentivare la collaborazione
tra università e industria per favorire la commercializzazione della ricerca
scientifica e supportare incubatori e acceleratori di start-up sono modi per
assicurare che le nuove imprese abbiano accesso alle competenze necessarie per
crescere e diventare competitive a livello globale. Infine, la creazione di
cluster tecnologici e reti di innovazione può stimolare significativamente gli
investimenti in start-up. Questi cluster, come la Silicon Valley negli Stati
Uniti o il Triangle Park in Carolina del Nord, fungono da catalizzatori per la
collaborazione, l'innovazione e l'investimento, creando un ecosistema in cui
start-up, istituti di ricerca, grandi aziende e investitori sono fisicamente
vicini e collaborativamente coinvolti.
Conclusioni.
Il valore degli investimenti in venture capital nelle fasi di startup ed early
stage nei paesi OCSE sono aumentati tra il 2007 ed il 2022 in media da un
ammontare di 678,20 milioni di dollari fino ad un valore di 3.182,63 milioni di
dollari ovvero una variazione pari ad un ammontare di 2.504,43 milioni di
dollari pari ad un ammontare di 369,27%. Se guardiamo alla distribuzione degli
investimenti in venture capital nel 2022 in milioni di dollari possiamo notare
che, fatto pari a 100 il totale degli investimenti nei paesi OCSE, circa il
78,85% è stato effettuato negli USA, circa il 7,27% in Israele, e circa il 3,32% in Canada. Seguono
Regno Unito con 2,27%, Germania con 1,97% e Francia con 1,74%. Ne deriva che il
mercato degli investimenti in venture capital nelle fasi di startup ed early
stage risulta essere polarizzato in Nord America e soprattutto negli Stati Uniti.
Particolare è il caso di Israele che pure riesce a raggiungere la terza
posizione nel 2022 per livello degli investimenti in venture capital. L’Europa
invece, a parte UK e Germania, risulta essere molto arretrata. Guardando agli
investimenti in venture capital è da escludere la possibilità che l’Europa
possa partecipare con successo alla competizione tecnologica che coinvolge
sostanzialmente USA e Cina. Occorre che a tal proposito vengano introdotte
delle nuove organizzazioni finanziarie ed istituzioni finanziarie in grado di
consentire di mobilitare delle risorse finanziarie per sostenere gli
investimenti nelle startup e promozionare l’imprenditorialità e le nuove
tecnologie.
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