La variabile
"Research talent, % in businesses" nel Global Innovation Index
rappresenta la percentuale di talenti dedicati alla ricerca e sviluppo
(R&D) impiegati nelle imprese di un paese. Questo indicatore misura la
capacità di attrarre e mantenere personale qualificato per attività di ricerca
all'interno del settore privato, riflettendo il grado di integrazione tra il
mondo accademico e il settore industriale. La presenza di un’alta percentuale
di talenti nella ricerca all'interno delle aziende è spesso correlata a un
ambiente favorevole all'innovazione, dove le imprese investono in capitale
umano per sviluppare nuovi prodotti, tecnologie e processi. Un valore elevato
di questa variabile indica che un paese possiede una forza lavoro specializzata
e integrata nelle imprese, capace di rispondere alle esigenze di un mercato
globale sempre più competitivo. Al contrario, una percentuale bassa può
suggerire difficoltà nel settore privato ad attrarre talenti qualificati per
attività di R&D, magari per la carenza di investimenti, infrastrutture o
opportunità di carriera attrattive. Il Research talent, % in businesses è
dunque un indicatore chiave per comprendere la capacità innovativa di un paese
e il ruolo strategico delle imprese nel sostenere e incentivare la ricerca
applicata, fondamentale per la competitività economica globale. I dati fanno
riferimento al periodo tra il 2016 ed il 2022.
Talenti
in R&S operanti nel settore privato nel global innovation index nel 2022. I
dati del Global Innovation Index 2022 relativi alla variabile Research talent,
% in businesses mostrano come la percentuale di talenti della ricerca impiegati
nelle imprese vari significativamente tra i paesi, riflettendo il grado di
coinvolgimento del settore privato nelle attività di ricerca e sviluppo
(R&D). Al vertice della classifica si trova la Corea del Sud con un valore
del 100%, indicando che il totale dei talenti di ricerca è impiegato in aziende
private. Questo dato riflette una forte integrazione tra il mondo accademico e
l’industria, e la capacità della Corea del Sud di attrarre ricercatori nelle
imprese per sviluppare tecnologie avanzate e prodotti competitivi a livello
globale. Segue da vicino gli Emirati Arabi Uniti, con il 95,1%, dimostrando un
impegno crescente del settore privato nel guidare l’innovazione, sostenuto da
politiche governative che mirano a diversificare l’economia oltre il settore
energetico. Anche Giappone (91,3%), Stati Uniti (88,3%) e Svezia (87,8%)
mostrano valori elevati, evidenziando economie orientate all’innovazione e una
partecipazione significativa del settore privato nella ricerca. Paesi come i
Paesi Bassi (86,1%), la Turchia (79,3%) e l’Austria (76,8%) consolidano la loro
posizione come centri di innovazione con investimenti in R&D privati,
indicando una cultura aziendale che promuove la ricerca e la collaborazione con
il mondo accademico. A livello europeo, paesi come Francia (76,8%), Germania
(73,5%) e Finlandia (72,1%) mantengono percentuali elevate, che confermano la
capacità del settore privato di sostenere attività di ricerca avanzata. Anche
la Cina si posiziona bene con un valore di 71,4%, segnalando un'economia in
rapida trasformazione dove le aziende private giocano un ruolo cruciale nello
sviluppo tecnologico, grazie a politiche governative favorevoli e a un sostegno
crescente per l'innovazione interna. In una fascia media si trovano paesi come
l’Italia (59,1%) e la Svizzera (58,9%), dove la percentuale di talenti nella
ricerca impiegati nelle imprese è moderata. Questi paesi potrebbero beneficiare
di una maggiore partecipazione del settore privato per accelerare il progresso
tecnologico e rafforzare la competitività industriale. Il Regno Unito, con un
50,9%, si trova leggermente al di sotto di altre economie avanzate, suggerendo
margini di miglioramento per integrare maggiormente i ricercatori nel settore
privato e incentivare una maggiore collaborazione tra aziende e istituzioni
accademiche. In fondo alla classifica troviamo paesi emergenti e in via di
sviluppo, come il Marocco (8,2%), l’Egitto (7,4%) e il Rwanda (6,5%), che
registrano basse percentuali di talenti nella ricerca impiegati nel settore
privato. Questi dati suggeriscono che la ricerca è ancora prevalentemente
concentrata nelle istituzioni pubbliche o accademiche, mentre le aziende
private, spesso limitate da risorse finanziarie e strutture inadeguate, non
riescono a impiegare ricercatori per attività di R&D. Paesi come la Colombia
(2,8%) e l’Etiopia (2,3%) mostrano valori particolarmente bassi, indicando una
mancanza di infrastrutture e di incentivi per attrarre talenti qualificati nel
settore privato. In conclusione, i dati dimostrano una significativa disparità
nella capacità dei paesi di integrare talenti nella ricerca nelle imprese. I
paesi con alte percentuali di ricercatori nel settore privato tendono ad essere
economie altamente competitive, dove l’innovazione è sostenuta da una forte
collaborazione tra università e industria. Al contrario, i paesi con basse
percentuali potrebbero beneficiare di incentivi mirati e di politiche di
sostegno per rafforzare il ruolo delle imprese private nella ricerca,
migliorando così il potenziale innovativo a livello nazionale.
Talenti
in R&S operanti nel settore privato nel global innovation index tra il 2016
ed il 2022. I dati del Global Innovation Index tra il
2016 e il 2022 relativi alla variabile Research talent, % in businesses
mostrano significativi cambiamenti nella percentuale di talenti della ricerca
impiegati nelle imprese nei vari paesi, evidenziando tanto miglioramenti quanto
peggioramenti marcati. Alcuni paesi hanno registrato forti incrementi,
segnalando progressi verso l’integrazione di personale qualificato in ricerca e
sviluppo (R&D) all’interno del settore privato, mentre altri hanno subito
riduzioni drastiche, riflettendo potenziali sfide economiche o cambiamenti di
priorità nel settore privato. Tra i top performer, Etiopia (+360%) e Colombia
(+211%) mostrano i maggiori incrementi, rispettivamente da valori molto bassi
di partenza (0,5 e 0,9) a una percentuale comunque limitata nel 2022 (2,3 e
2,8). Anche paesi come Macedonia del Nord (+143%) e Bosnia ed Erzegovina
(+113%) registrano notevoli aumenti, segnalando una crescita dell’interesse per
l’R&D nelle imprese private. La Bulgaria (+91,4%) e Cipro (+78,2%) indicano
anch’essi un avanzamento significativo nella presenza di talenti di ricerca nel
settore privato, dimostrando una strategia orientata a migliorare la capacità
innovativa attraverso l'impiego diretto di personale specializzato. Questo
incremento potrebbe essere legato a politiche governative mirate o incentivi
per stimolare la collaborazione tra il mondo accademico e quello industriale. Paesi
del Sud-Est asiatico, come la Thailandia (+72,2%), registrano aumenti
incoraggianti, con il settore privato che ricopre un ruolo sempre più centrale
nell’attività di ricerca. Anche la Grecia (+69,2%), la Croazia (+67%) e la
Polonia (+63,6%) hanno visto crescere la percentuale di talenti della ricerca
impiegati nelle imprese, segno di un aumento della competitività e del valore
dato all'innovazione aziendale. D’altro
canto, diversi paesi hanno mostrato un netto calo nella percentuale di talenti
della ricerca impiegati nelle aziende. Alcuni di questi, come Indonesia
(-79,2%) e Uganda (-92,5%), riflettono una difficoltà evidente nel mantenere e
attrarre talenti qualificati nel settore privato, forse a causa di risorse
limitate o dell’assenza di un’infrastruttura adeguata per la ricerca aziendale.
La drastica riduzione di Indonesia e Uganda, da livelli moderati (42,4 e 60,4
nel 2016) a livelli molto bassi (8,8 e 4,5 nel 2022), suggerisce una
significativa perdita di competitività nel settore privato. Anche paesi come
Irlanda (-13%) e Ucraina (-21,4%) mostrano cali preoccupanti, soprattutto
considerando che partivano da percentuali di ricerca aziendale più elevate.
Questi dati potrebbero indicare difficoltà economiche interne o una ridotta
enfasi sulla ricerca nelle aziende. Allo stesso modo, nazioni come il Qatar
(-41,9%) e il Montenegro (-40,5%) hanno subito forti riduzioni, il che potrebbe
riflettere cambiamenti strutturali o un reindirizzamento delle risorse
nazionali verso altre aree prioritarie. In sintesi, i dati evidenziano un
contrasto netto: alcuni paesi stanno investendo sempre più nell’integrazione di
talenti nella ricerca all’interno del settore privato, dimostrando un impegno
strategico verso l’innovazione, mentre altri stanno affrontando sfide che
ostacolano la partecipazione dei ricercatori nelle imprese. Questo divario
potrebbe riflettersi nel lungo termine sulla competitività economica globale e
sulla capacità dei paesi di guidare e adattarsi ai cambiamenti tecnologici.
Conclusioni.
I
valore medio del numero di ricercatori impiegati nelle imprese per come sono
indicati nel Global Innovation Index è cresciuto del 6,32% passando da un
ammontare di 42,95% fino ad un valore di 45,67%. I paesi top perfomers sono l’Etiopia
con +360,00%, la Colombia con +211,115, la Macedonia del Nord con +143,16%, la
Bosnia con +113,43%, la Bulgaria con +91,40%. I worse performers sono: il Qatar
con -41,915, Uruguay con -54,545, Indonesia con -79,24%, Uganda con -92,54%,
Botswana con -92,74%.
Source: Global Innovation
Index
Link: https://prosperitydata360.worldbank.org/en/indicator/WIPO+GII+145
Performers |
Countries |
2016 |
2022 |
Var Ass |
Var Per |
Top Performers |
Ethiopia |
0,5 |
2,3 |
1,8 |
360 |
Colombia |
0,9 |
2,8 |
1,9 |
211,1111 |
|
North Macedonia |
13,9 |
33,8 |
19,9 |
143,1655 |
|
Bosnia and Herzegovina |
6,7 |
14,3 |
7,6 |
113,4328 |
|
Bulgaria |
31,4 |
60,1 |
28,7 |
91,40127 |
|
Worse Performers |
Qatar |
33,4 |
19,4 |
-14 |
-41,9162 |
Uruguay |
1,1 |
0,5 |
-0,6 |
-54,5455 |
|
Indonesia |
42,4 |
8,8 |
-33,6 |
-79,2453 |
|
Uganda |
60,4 |
4,5 |
-55,9 |
-92,5497 |
|
Botswana |
12,4 |
0,9 |
-11,5 |
-92,7419 |
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