Nella
maggior parte dei paesi europei la remunerazione dei lavoratori è inferiore
alla metà del PIL
L’Eurostat calcola il
valore della remunerazione dei dipendenti. La remunerazione dei dipendenti è
considerata come un valore totale comprensivo sia di pagamenti in contanti che
di pagamenti in natura. Tale remunerazione viene corrisposta dal datore di
lavoro al dipendente per il lavoro svolto. La remunerazione comprende anche i
contributi social pagati dal datore di lavoro.
Ranking dei paesi europei
per valore assoluto della remunerazione dei dipendenti nel 2021.
La Germania è al primo posto per valore assoluto della remunerazione dei
dipendenti nel 2021 con un valore pari a 1.913.709 milioni di euro, seguita
dalla Francia con un valore pari a 1.283.754 milioni di euro e dall’Italia con
un valore pari a 732.783 milioni di euro. A metà classifica vi sono l’Irlanda
con un valore assoluto pari a 111.194 milioni di euro, seguita dalla Repubblica
Ceca con un valore pari a 108.646 milioni di euro e dal Portogallo con un valore
pari a 102.947 milioni di euro. Chiudono la classifica l’Islanda con un valore
pari a 11.503 milioni di euro, seguita da Cipro con un valore pari a 10.641 milioni
di euro e da Malta con un valore pari a 6.821 milioni di euro.
Ranking dei paesi europei
per variazione percentuale del valore della remunerazione del lavoro tra il
2010 ed il 2021. L’Islanda è al primo posto per valore
della variazione percentuale del valore della remunerazione del lavoro tra il
2010 ed il 2021 con un valore pari a 140,29% pari a 6.715,80 milioni di euro,
seguita da Malta con un valore pari
137,74% pari ad un valore di 3.952 milioni di euro, e dalla Lituania con
un valore pari a 135,13% pari ad un ammontare di 15.499,10 milioni di euro. A
metà classifica vi sono la Germania con un valore pari 47,94% pari a 620.103
milioni di euro, seguita dall’Austria con un valore pari a 44,99% pari ad un
ammontare di 62.484,20 milioni di euro e dalla Slovenia con un valore pari a 44,82%
pari ad un ammontare di 8.524,40 milioni di euro. Chiudono la classifica l’Italia
con un valore pari a 14,03% pari ad un ammontare di 90.158,20 milioni di euro,
seguita dalla Spagna con un valore pari a 11,04% pari ad un ammontare di 58.153
milioni di euro e dalla Grecia con un valore pari a -13,73% pari ad un
ammontare di -11.052,70 milioni di euro.
Ranking dei paesi europei
per valore della remunerazione del lavoro in percentuale del PIL nel 2021. La
Svizzera è al primo posto per valore della remunerazione del lavoro in percentuale
del PIL nel 2021 con un ammontare pari a 55,81%, seguita dall’Islanda con un
ammontare pari a 54,39% e dalla Germania con un valore pari a 51,45%. A metà
classifica vi sono la Croazia con un valore pari a 43,25%, seguita dall’Estonia
con un valore pari a 42,97% e da Cipro con un ammontare pari a 42,91%. Chiudono
la classifica la Romania con un valore pari a 36,04%, seguita dalla Turchia con
un valore pari a 30,81% e dall’Irlanda con un valore pari a 23,69%.
Ranking dei paesi europei
per valore della variazione percentuale del rapporto tra remunerazione del
capitale e PIL tra il 2010 ed il 2021. La Turchia è al primo
posto per valore della crescita percentuale del rapporto tra remunerazione del
lavoro e PIL con un valore pari a 33,84% pari ad una variazione di 7,79 unità,
seguita dall’Islanda con un ammontare di 30,43% pari ad un ammontare di 12,69
unità e dalla Lettonia con una variazione di 28,41% pari ad un ammontare di
9,83 unità. A metà classifica vi sono la Repubblica Ceca con un valore pari a
5,99% pari ad un ammontare di 2,39 unità, seguita dalla Polonia con un valore
pari a 3,29% pari ad un ammontare di 1,18 unità e dall’Italia con un valore
pari a 2,35% pari ad un ammontare di 0,93 unità. Chiudono la classifica la Croazia
con una variazione pari ad un ammontare di -11,26% pari ad un ammontare di -5,49
unità, seguita dalla Grecia con un valore pari a -12,78% pari ad un ammontare di -5,46 unità e dall’Irlanda
con un valore di -40,27% pari ad un ammontare di -15,97 unità.
Clusterizzazione con
algoritmo k-Means ottimizzato con il metodo di Elbow. Di
seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato
con il metodo di Elbow. L’analisi mostra la presenza di quattro clusters così
individuati ovvero:
- ·
Cluster 1:
Finlandia, Portogallo, Irlanda, Repubblica Ceca, Grecia, Romania, Ungheria,
Malta, Islanda, Cipro, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Lituania, Lussemburgo,
Bulgaria, Croazia, Slovenia;
- ·
Cluster 2:
Germania, Francia;
- ·
Cluster 3:
Italia, Spagna;
- ·
Cluster 4:
Svezia, Belgio, Turchia, Polonia, Austria, Svizzera, Norvegia, Paesi Bassi, Danimarca.
Considerando il valore mediano
dei clusters è possibile ottenere il seguente ordinamento ovvero: Cluster 2-C2
con un valore mediano pari a 1.598.732 milioni di euro, seguito dal
Cluster 3-C3 con un valore pari a 658.874,4 milioni di euro, dal Cluster 4-C4
con un valore pari a 223.033,4 milioni di euro e dal Cluster 1-C1 con un valore
pari a 33.312,5 milioni di euro.
Conclusioni. Il
valore della remunerazione del lavoro rappresenta di fatto la parte del reddito
prodotto da una nazione che va al lavoro. Per questa motivazione ho scelto di rappresentare
il valore della remunerazione del lavoro rispetto al prodotto interno lordo per
paese. Ne deriva una classifica dei paesi che sono più generosi nel remunerare
i lavoratori. Paradossalmente i paesi protestanti del Nord Europa ovvero Svizzera,
Islanda e Germania risultano essere molto generosi nel dividere il prodotto
interno lordo con i lavoratori. Infatti in questi paesi almeno la metà del
prodotto interno lordo viene distribuito ai lavoratori. Trattandosi inoltre di
paesi molto ricchi e produttivi ne deriva che gli ammontari sono rilevanti sia
dal punto di vista percentuale che dal punto di vista assoluto. L’Italia è per
esempio al 23° posto per valore della remunerazione del lavoro in percentuale
del PIL. In Italia i lavoratori hanno solo il 40,49% del PIL contro il 55,81%
dei lavoratori svizzeri. E’ chiaro quindi che esiste una enorme questione salariale
in quasi tutti i paesi europei. Tale questione deve essere certo connessa al
venir meno dei movimenti sindacali, socialisti e operaisti che ponevano la questione
della “giusta remunerazione” del lavoratore. La perdita di tale cultura
lavoritistica, sindacale e politica potrebbe comportare nel futuro un
peggioramento della condizione dei lavoratori accentuando quei fenomeni di
mancata partecipazione al mercato del lavoro che sono molto diffusi soprattutto
nei paesi e nelle regioni a reddito pro-capite medio basso. Sono sempre
connessi a tale macro-fenomeno della mancanza di una cultura sindacale e
lavoristica la presenza di nuove forme di povertà come i lavoratori poveri,
ovvero persone che pure lavorando continuano ad essere povere, e le persone in fragilità
finanziaria, ovvero persone che pure lavorando hanno difficoltà a far fronte a
piccole spese improvvise. Un peggioramento complessivo del mondo del lavoro che
trova la propria motivazione nella bassa remunerazione del lavoro nella
stragrande maggioranza dei paesi europei.
Nessun commento:
Posta un commento