mercoledì 7 giugno 2023

Infortuni Mortali sul Lavoro in Europa

 

Tra il 2010 ed il 2020 sono diminuiti del 23,71%

L'indicatore misura il numero di infortuni mortali che si verificano durante lo svolgimento del lavoro e che portano alla morte della vittima entro un anno dall'infortunio. Il tasso di incidenza si riferisce al numero di incidenti mortali ogni 100.000 occupati. Un infortunio sul lavoro è "un evento discreto nel corso del lavoro che comporta un danno fisico o mentale". Sono compresi tutti gli infortuni sul lavoro, siano essi avvenuti all'interno o all'esterno dei locali del datore di lavoro, gli infortuni in luoghi pubblici o mezzi di trasporto diversi durante un viaggio in corso di lavoro (sono esclusi gli infortuni in itinere) e in casa (come durante il telelavoro). Comprende anche i casi di avvelenamento acuto e atti dolosi di altre persone, se questi sono avvenuti durante lo svolgimento del lavoro.

Ranking dei paesi europei per valore degli infortuni mortali sul lavoro per 100.000 lavoratori nel 2020. Cipro è al primo posto per valore degli infortuni mortali sul lavoro per 100.000 lavoratori nel 2020 con un valore pari a 4,45 unità, seguita dalla Bulgaria con un valore di 3,68, e dall’Italia con un valore di 3,39 unità. A metà classifica si trovano la Slovenia con un valore pari a 1,85, seguita dall’Irlanda con un ammontare di 1,79 e dall’Estonia con un valore di 1,73 unità. Chiudono la classifica la Germania con un valore di 0,73 unità, seguita dalla Svezia con un valore di 0,49 unità e dai Paesi Bassi con un ammontare di 0,3 unità.

Ranking dei paesi europei per valore della variazione percentuale del valore degli infortuni mortali sul lavoro per 100.000 lavoratori tra il 2010 ed il 2020. Malta è al primo posto per valore della variazione percentuale del valore degli infortuni mortali con un valore pari a 67,76% pari ad un ammontare di 1,24 unità, seguita dalla Grecia con un valore di 20,55% pari ad un ammontare di 0,15 unità, e dalla Croazia con un ammontare di 17,96% pari ad un ammontare di 0,44 unità. A metà classifica vi sono l’Irlanda con un ammontare di -21,15% pari ad un ammontare di -0,48 unità, seguito dalla Slovacchia con un ammontare di 26,96% pari ad un ammontare di -0,55 unità e dalla Romania con un valore di -1,6 unità. Chiudono la classifica la Svezia con un valore pari a -60,16%, seguita dalla Polonia con un valore pari a -63,01% pari ad un ammontare di -2,3 unità e dai Paesi Bassi con un ammontare di -65,91% pari ad un ammontare di -0,58 unità.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito viene presentata una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. I dati mettono in evidenza la presenza di due clusters ovvero:

  • ·  Cluster 1: Lituania, Lettonia, Bulgaria, Portogallo, Romania, Lussemburgo, Austria, Estonia, Francia, Croazia;
  • ·   Cluster 2: Finlandia, Danimarca, Norvegia, Germania, Svizzera, Svezia, Grecia, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Irlanda, Slovenia, Cipro, Italia, Repubblica Ceca, Malta.

Il valore della mediana dei clusters mette in evidenza la dominanza del Cluster 1-C1 rispetto al Cluster 2-C2 con il seguente ordinamento dei clusters ovvero: C1=2,63>C2=1,45. Dal punto di vista geografico risulta che il valore degli incidenti sul lavoro tende ad essere maggiore nei paesi baltici, balcanici, in Francia ed in Portogallo.

Network analysis con la distanza euclidea. Di seguito viene applicata una network analysis con l’utilizzo della distanza euclidea. Vengono individuate due strutture a network complesse. In modo particolare:

  • ·         La Svezia e la Germania hanno una connessione per un ammontare di 0,38 unità;
  • ·         La Germania ha una connessione con la Svezia per un ammontare di 0,38 unità e con la Finlandia per un ammontare di 0,59 unità;
  • ·         La Finlandia ha una connessione con la Germania per un ammontare di 0,59 unità e con la Danimarca per un ammontare di 0,61 unità;
  • ·         La Danimarca ha una connessione con la Finlandia per un ammontare di 0,61 unità.

Esiste una struttura a network complessa come indicata di seguito ovvero:

  • ·         L’Irlanda ha una connessione con la Spagna per un ammontare di 0,56 unità;
  • ·         La Spagna ha una connessione con l’Irlanda con un ammontare di 0,56 unità e con l’Ungheria per un ammontare di 0,58 unità.
  • ·         L’Ungheria ha una connessione con la Spagna per un ammontare di 0,58 unità.

Conclusioni. Tra il 2010 ed il 2020 il valore degli infortuni sul lavoro è diminuito da un ammontare di 2,64 fino ad un valore di 2,01 unità ovvero una riduzione pari ad un ammontare di -23,71%. Certamente gli infortuni sul posto di lavoro dipendono soprattutto dalla percentuale di lavoratori che operano in settori che possono essere considerati pericolosi come per esempio l’agricoltura e l’edilizia. Infatti, i paesi che hanno una significativa percentuale dei lavoratori impiegati nel settore dei servizi hanno anche una minore incidenza degli infortuni sul lavoro. Inoltre, vi sono altri fattori che possono avere un impatto nella crescita del valore degli infortuni sul lavoro come, per esempio, la mancanza di una adeguata legislazione anti-infortunistica, la mancanza di una cultura aziendale della sicurezza del lavoro, la scarsa qualificazione professionale dei lavoratori sui temi della sicurezza del lavoro. Inoltre, è assai probabile che il valore degli infortuni sul lavoro in Italia e Grecia sia molto più alto di quello dichiarato a causa della presenza del lavoro nero soprattutto nell’agricoltura e nell’edilizia. Ne deriva pertanto che la determinante essenziale per la riduzione degli infortuni sul posto di lavoro è connessa alla cultura della sicurezza e all’adozione di misure anti-infortunistiche presso le aziende. Infine, è assai probabile che almeno una parte degli infortuni del lavoro, soprattutto in Italia, non siano veritieri e costituiscano delle vere e proprie truffe realizzate in danno delle assicurazioni sociali. Occorre pertanto maggiore severità nei controlli per evitare da un lato che i lavoratori a nero sia sovraesposti al rischio di infortuni e dall’altro lato che lavoratori regolari truffino le assicurazioni sociali per intascare i sussidi. Al netto di questi due fenomeni occorre in generale una crescita dei dispositivi di protezione sociale nei confronti degli infortuni sul lavoro con delle azioni mirate nei confronti delle aziende, con apposite certificazione, e con l’utilizzo anche di strumenti digitali per verificare l’adozione di adeguate procedure di sicurezza nell’esecuzione dei lavori.








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