È
diminuito del 4,3% tra il 2013 ed il 2021
La Banca Mondiale
analizza i dati relativi alla percentuale del Pil derivante dall’agricoltura.
La variabile comprende anche la silvicoltura, la caccia, la pesca e
l’allevamento. Il valore aggiunto viene determinato come produzione netta di un
settore dopo aver sommato tutte le uscite e sottratto gli input intermedi.
Viene calcolato senza effettuare detrazioni per l'ammortamento dei beni
fabbricati o l'esaurimento e il degrado delle risorse naturali.
Ranking
dei paesi per valore della percentuale del Pil prodotta dall’agricoltura. Sierra
Leone è al primo posto per valore della percentuale del Pil prodotta
dall’agricoltura con un valore pari a 57,45%, seguita da Chad con un valore di
53,99%, Etiopia con 37,57%, Liberia con 36,96%, e Niger con un valore di 36,48%.
A metà classifica vi sono il Peru con un ammontare di 6,97%, St Vincent and the
Grenadine and Uruguay con un valore pari a 6,91%, Brasile con un ammontare di
6,89%, Bielorussia con un ammontare di 6,80%, Georgia con un ammontare di
6,47%. Chiudono la classifica the Bahamas con un valore pari a 0,49%, seguita
da Malta con un valore di 0,41%, Qatar con 0,30%, Bahrain con 0,28%, Luxembourg
con un valore di 0,20%, Singapore con 0,03%.
Ranking
dei paesi per valore della variazione percentuale del PIL prodotta
dall’agricoltura tra il 2013 ed il 2021. Il Qatar è al
primo posto per valore della variazione percentuale della percentuale del PIL
prodotta dall’agricoltura con un valore pari a 210,64%, seguito dal Congo con
un ammontare di 123,28%, dall’Equatorial Guinea con un valore di 120,68%,
dall’Oman con un valore di 85,66%, dal Brunei Darussalam con un ammontare di
83,49%. A metà classifica vi sono la Finlandia con un ammontare di -3,02%, il
Ghana con un valore di -3,25%, la Bulgaria con un ammontare di -3,30%, la
Tanzania con un ammontare di -3,38%, l’Austria con un valore di -3,38%, il Rwanda
con un ammontare di -3,49%. Chiudono la classifica lo Zambia con un valore di
-58,75%, Timor Leste con un valore di -59,49%, Malta con un ammontare di
61,55%, Lebanon con un valore di -64,60%, Cuba con un valore di -77,53%, Sudan
con un valore di 78,53%. Complessivamente tra il 2013 ed il 2021 il valore
medio della variazione percentuale del PIL prodotta dall’agricoltura è
diminuita di un ammontare pari a -4,26%.
Machine
learning and predictions. Di seguito si propone una analisi
predittiva per il tramite dell’utilizzo degli algoritmi di machine learning per
predire il valore futuro della percentuale del PIL prodotta dall’agricoltura.
Gli algoritmi sono stati analizzati in base alla loro capacità di massimizzare
l’R-Squared e di minimizzare gli errori statistici ovvero MAE-Mean Average
Error, MSE-Mean Squared Error, RMSE-Root Mean Squared Error. L’80% dei dati è
stato utilizzato per addestrare gli algoritmi mentre il restante 20% è stato
utilizzato per la predizione vera e propria. Si viene così a determinare un ordinamento
degli algoritmi indicato come di seguito ovvero:
- ·
ANN-Artificial Neural Network con un
valore del payoff pari a 6;
- ·
Polynomial Regression e Gradient Boosted
Tree con un valore del payoff pari a 10;
- ·
Simple Regression Tree con un valore del
payoff pari a 16;
- ·
Linear Regression con un valore del payoff
pari a 21;
- ·
Tree Ensemble Regression con un valore del
payoff pari a 23;
- ·
Random Forest con un valore del payoff
pari a 28;
- · PNN-Probabilistic Neural Network con un valore del payoff pari a 30.
Applicando
l’ANN-Artificial Neural Network è possibile predire l’andamento futuro del
valore della percentuale del PIL derivante dall’agricoltura. In modo particolare
è possibile individuare dei paesi winners e dei paesi losers. I paesi winners
sono quei paesi nei quali la percentuale del PIL derivante dall’agricoltura è
cresciuta. I paesi losers sono paesi nei quali la percentuale del PIL derivante
dall’agricoltura è diminuita.
I
paesi winners. I paesi winners, ovvero i paesi per i
quali è predetta una crescita della percentuale del PIL prodotta
dall’agricoltura sono: Svizzera con un valore di 283,54%, Regno Unito con
253,87%, Sudan con 193,76%, United Arab Emirates con 163,77%, Trinidad and
Tobago con un valore di 155,8%, United States con un valore di 150,93%, Svezia
con 94,27%, St. Kitts and Nevis con 68,56%, Timor Leste con 61,67%, Slovenia
con 58,11%, Slovak Republic con 49,05%, St. Lucia con 46,31%, Sierra Leone con
un valore di 26,79%, St. Vincent and the Grenadines con un valore di 17,06%,
Turchia con un valore di 14,75%, Tanzania con 12,09%, South Africa 11,64%,
Tonga 11,09%, Spagna con 10,83%, Uzbekistan con 8,8%, Suriname con 6,08%,
Zimbabwe con 5,42%, Thailand con 1,47%, Tunisia con 1,37%.
Paesi
losers. I paesi losers ovvero i paesi per i quali è predetta
una riduzione del valore dell’agricoltura in percentuale del PIL sono: Uganda
con -1,14%, Uruguay con -2,42%, Seychelles con -2,73%, Vietnam con -3,54%,
Ucraina con -4,3%, Singapore con -7,87%, Sri Lanka con -8,15%, Togo con -9,02%,
Zambia con -9,11%.
Conclusioni. La percentuale del PIL derivante dall’agricoltura è diminuita tra il 2013 ed il 2021 di un ammontare pari ad un valore di -4,26%. Notoriamente nei paesi aventi un prodotto interno lordo elevato, la percentuale di PIL derivante dall’agricoltura dovrebbe essere ridotta, tra l’1% ed il 2%. I paesi che hanno un valore del PIL derivante dall’agricoltura superiore al 2-3% tendono ad essere delle economie che hanno delle scarse abilità di performare efficacemente. Se l’agricoltura supera il 3% del PIL allora è probabile che quelle economie abbiano veramente dei redditi pro-capite medio-bassi e che siano caratterizzate da sottosviluppo, sotto-occupazione e output gap crescente. Tuttavia per comprendere al meglio il contributo dell’agricoltura al PIL di una nazione occorre introdurre degli indicatori nuovi che prendano in considerazione non solo la produzione agricola, quanto anche il PIL derivante dalla trasformazione dei prodotti agricoli, dalla ricerca e sviluppo in ambito agricolo e agro-industriale e dal settore dei trasporti e della logistica agricola. Soltanto mettendo insieme questi elementi potrebbe essere possibile stimare efficacemente l’impatto globale del settore agricolo e delle sue derivazioni manifatturiere e logistiche nel PIL.
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